Alla base dei nuovi criteri per la fruizione dei servizi culturali ci sta la volontà di allargare il più possibile la platea dei fruitori, in particolare i giovani. “L’idea – ha specificato l’assessore alla Cultura Christian Fiazza – è di aprire le porte alle associazioni/enti che lo desiderano e chiuderle laddove non ci siano più le condizioni. Insomma, l’idea che noi ci siamo – ribadisce Fiazza – su un criterio che abbiamo chiamato presunzione di collaborazione con la consapevolezza che i nostri musei, Ricci Oddi, Palazzo Farnese, Palazzo Gotico, si riscaldano in base a come vengono vissuti”. Per fare questo gli uffici dell’assessorato alla cultura hanno messo a punto alcuni criteri, tra cui l’ingresso ai musei civici: “devono essere più visti – ha detto Fiazza – per questo abbiamo inserito un ingresso simbolico a 1 euro e una tariffa agevolata per alcune categorie sensibili. I musei piacentini si sono messi in rete e hanno realizzato alcune proposte: una tessera annuale del costo di 50 euro che comprende la visita a 10 musei, 356 giorni all’anno per fidelizzare il turista piacentino. L’altro pacchetto è da tre giorni al costo di 35 euro con la riduzione a 20 euro per gli over 65 e under 26”.
“Si tratta di una delibera propedeutica al bilancio – ha commentato il consigliere Trespidi – teniamo presente che e l’approviamo mettiamo a bilancio meno entrate”. “Noi di ApP – ha detto il consigliere Cugini – ci vediamo un’idea, un pensiero, un volano virtuoso per la città. Se a fronte dell’aumento della tassa di soggiorno, il comune dà in cambio un servizio, è una mossa che ci piace”. “Apprezziamo lo sforzo dell’amministrazione – ha detto la consigliera Albasi – che va nella direzione di rendere gli spazi culturali fruibili per tutti”. “Qui ci vuole un progetto – ha detto la consigliera Barbieri – utilizzare gli spazi e aprirli il più possibile sono d’accordo, ma non possiamo non tenere conto che dobbiamo coniugare la cultura con un turismo di lavoro. Oggi dite che volete aprire i musei e poi rinunciata a Estate Farnese? si domanda Barbieri”.