Hanno aderito una ventina di detenute, praticamente la totalità, e 37 donne tra personale di polizia 90penitenziaria e amministrative. La prevenzione oncologica arriva anche in carcere grazie ad un proficua sinergia tra ausl, direzione circondariale, polizia penitenziaria e associazioni, in particolare Armonia e Lilt.
Un’adesione molto significativa preceduta da momenti di informativi e formativi tra personale e detenute legate alla sensibilizzazione della prevenzione oncologica. In una fase successiva, il camper della Lilt è arrivato in carcere e il personale addetto ha eseguito ecografie e mammografie.
Per alcune delle ospite della sezione femminile delle novate è stato il primo contatto con la sanità pubblica. Un progetto che ha portato l’educazione alla salute dove solitamente non arriva, superando le barriere ideologiche e culturali, ribadendo che la salute è un diritto fondamentale da garantire ovunque e a chiunque.
Dagli screening non è emersa alcuna patologia; preoccupante invece il numero dei tumori maligni rilevati, in un anno, al Centro Salute Donna, 444. “Un dato che conferma – ha detto la dottoressa Stefania Calza – come una donna su otto si ammali di tumore alla mammella. La prevenzione è fondamentale per la cura del tumore in uno stadio iniziale”. La percentuale dei casi che si risolvono positivamente è del 90 per cento.
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