“Se questo è il centrodestra piacentino, appiattito sulle posizioni del Pd, la Lega se ne sta orgogliosamente da sola, rivendicando il proprio ruolo egemone. Ancora una volta ci confermiamo l’unica alternativa al Pd”. E’ tranciante la segretaria provinciale del Carroccio nel denunciare, a suo dire, le posizioni troppo livellate al PD del centrodestra su alcuni temi caldi per il territorio come Carbonext, Statale 45 e Saipem. “Il morbo NCD – si legge nella nota – sta pericolosamente inquinando pezzi di centrodestra piacentino, a partire da Forza Italia, che si sta appiattendo sulle posizioni del centrosinistra e, troppe occasioni, sta abdicando al proprio ruolo di alternativa credibile o di opposizione critica”. Nel mirino della Lega soprattutto Forza Italia “sembra che forzisti, e anche qualche illustre esponente – si legge – che sta più a destra, preferiscano elemosinare briciole dal centrosinistra piuttosto che far valere le proprie posizioni e proporre alternative e proposte. “L’auspicio è che il centrodestra non si riduca a fare l’utile idiota di una sinistra che ha perso ogni credibilità”. Ce n’è anche per il Presidente della Provincia Rolleri in merito alla richiesta della Buzzi Unicem di bruciare Css, “la Provincia a guida Rolleri l’unica cosa che ha fatto è stata quella di scaricare sui Comuni il costo del trasporto pubblico locale. Sul Carbonext attendiamo ancora di sapere quale sia la posizione del Pd. Imbarazzante il consigliere Molinari che a Lugagnano non ha saputo dire una parola di chiarezza in difesa dei cittadini della Valdarda e della salute pubblica”. La nota si conclude con un cenno alla Saipme di Cortemaggiore e alla situazione di incertezza che stanno attraversando i lavoratori: “lo sforzo congiunto a difesa dei posti di lavoro è auspicabile e sempre apprezzabile – si legge – ma le promesse fino ad oggi fatte dal Pd si stanno dimostrando solo fumo. E mentre il Pd si spertica in annunci e il centrodestra rincorre, decine di lavoratori rischiano il posto e un polo d’eccellenza rischia la chiusura. Noi mai ci presteremo a fare propaganda sulla pelle dei lavoratori: o si inizia a fare le persone serie o ai tavoli non ci sediamo. Meglio la protesta, anche gridata, che la complicità”.