Saipem torna a far preoccupare. E a preoccuparsi dovrebbe essere il territorio intero, dato che si torna nuovamente a parlare di trasferimento dei lavoratori e quindi della perdita dello storico sito di Cortemaggiore. Ma anche in questa circostanza, come era accaduto 4 mesi fa, l’azienda smentisce attraverso il responsabile relazioni industriali e sindacali a cui i sindacati di categoria locali hanno chiesto un incontro quanto prima. La vicenda era salita alla ribalta delle cronache nel luglio scorso, se ne erano occupati anche alcuni programmi tv nazionali; poi l’allarme pareva essere rientrato anche se da un anno e mezzo si sta attuando una graduale riduzione del numero dei lavoratori. A partire dagli interinali ai quali non è più stato rinnovato il contratto, colpa, aveva detto l’azienda del crollo del prezzo del petrolio che aveva mandato in crisi il gioiello italiano. Ma oggi la situazione si arricchisce di nuovi particolari: ci sarebbe una data, solo una voce infondata per la direzione, il 29 febbraio, entro la quale l’azienda dovrebbe trasferire i lavoratori fissi rimasti. Ad oggi il quadro è questo: sei dipendenti fissi più trasfertisti italiani e romeni, per un totale di 52/55 persone. Di nuovi progetti – ci riferisce un dipendente – neanche l’ombra da mesi, anzi i macchinari da luglio sono stati trasferiti in gran parte nello stabilimento della Romania: un muletto, una sega per tagliare i tubi e un trapano a colonna a breve verrà imballato, l’unico rimasto a Cortemaggiore. Dei sei dipendenti fissi, tre dovrebbero essere ricollocati a Milano nella sede centrale, ai restanti potrebbe essere proposto un pensionamento anticipato. I trasfertisti invece farebbero ritorno nei paesi d’origine. Una voce arrivata anche al sindaco di Cortemaggiore Gabriele Girometta che aveva mandato una lettera all’inizio di luglio a consigliere di amministrazione Stefano Cao ottenendo rassicurazioni sulla non chiusura del sito. A settembre un nuovo contatto con la proprietà e l’invito, neanche troppo velato – ci ha confessato il primo cittadino – a rimanere ai margini, perchè la trattativa era strettamente sul piano sindacale. Anche il sottosegretario all’Economia Paola De Micheli, nei mesi scorsi aveva rassicurato sul futuro di Saipem, aggiungendo che insieme alla direzione si stava lavorando nell’ottica di un consolidamento della presenza dell’azienda e delle prospettive di crescita del polo formativo di Cortemaggiore. Ma di quali prospettive di crescita si più parlare se i dipendenti potrebbero essere in parte ricollocati e in parte mandati in pensione anticipata? Senza di loro non ci potrebbe essere neppure la formazione, ad oggi sono una decina gli ingegneri in addestramento.
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