Cinque ospedali sulla via Emilia da Calstel San Giovanni a Parma. E’ così che, da qui ai prossimi anni, la sanità regionale e quindi anche quella piacentina, dovranno organizzarsi. Quetione di razionalizzazione, di organizzazione, di divisione delle competenze, restando attenti a mantenere inalterata l’asticella della qualità dei servizi. Il Futuro in Salute che l’azienda asl di Piacenza ha redatto nella prima fase del percorso da luglio a novembre 2015, comprende anche il tema dell’area vasta, che non c’entra nulla con l’accorpamento delle province e delle prefetture: l’area vasta Emila Nord in sanità esiste da dieci anni, le tre cose che la regione chiede sono l’unificazione dei servizi amministrativi, un laboratorio unico e la differenziazione delle competenze tra l’ospedale di Fiorenzuola e quello di Fidenza. In questo contesto il tema del nuovo ospedale di Piacenza calza a pennello. L’annuncio dell’assessore alla sanità appare, per a verità, oggi a poco più di un mesi di distanza, come una meteora che non sta trovando seguito. In realtà per un nuovo ospedale da qui a dieci anni occorre programmare da oggi.
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