“Chi sa che la droga fa male alzi la mano” così, in modo provocatorio, Alberto Genziani, educatore professionale e formatore, è solito iniziare i suoi incontri rivolti a genitori, insegnanti e studenti. “A questa domanda, ovvia e scontata – ci spiega – tutti alzano la mano” Ma perchè allora i casi di utilizzo di alcool e cannabinoidi, tra i giovanissimi, sono in costante aumento? “Prima di tutto – risponde Genziani – perchè quello che si è fa per informare adulti e adolescenti su queste tematiche non è abbastanza, non ci sono progetti, ma solo eventi spot che spesso si rivelavano avere un effetto boomerang sui giovani. La crisi diffusa ha portato ad un disinteressamento notevole, tanto che numerose ricerche sulla percezione comune dimostrano che la “pasticca” non è considerata una droga, perchè non da dipendenza fisica. Tra i giovani, la droga sintetica è considerata per un uso ricreativo, uno sballo del week end“, sottovalutando enormemente i danni che provoca in modo permanente”. Anche i dati che riguardano il consumo di alcool fanno riflettere; “la prima volta si è abbassata tra i 10/11 anni durante eventi speciali in famiglia, questo significa alla presenza dei genitori. Anche un bicchiere di birra a quell’età è pericoloso – spiega – perchè il corpo non ha ancora sviluppato quegli enzimi necessari per assimilare l’alcool senza che provochi danni. Questo a conferma del fatto che la maggior parte degli adulti non è informata sui rischi che conseguono l’uso o l’abuso di alcool; lo rivela anche una indagine effettuata su 500 adulti tra docenti e insegnanti, di questi il 70 per cento non ne conosce i rischi principali”. Quale strada percorrere allora per agire in modo efficace su adulti e adolescenti? “Bisogna puntare sui fattori protettivi e di rischio – risponde Genziani – ovvero sull’autostima, sulla relazione tra genitori-figli, tra pari, a scuola. Per fare questo eventi a spot o saltuari non servono a nulla, ci vogliono percorsi interattivi che coinvolgano famiglia, scuola e ragazzi”.