E’ stato un resoconto dettagliato quello che il sindaco Paolo Dosi ha esposto ai consiglieri. E’ evidente che qualcosa non è andato nella tempestività dell’allerta, perchè se le comunicazioni fossero state più tempestive, i danni, almeno nella frazione di Roncaglia, sarebbero stati minori. Il primo cittadino ha ricostruito la piene del Trebbia e del Nure prima che questi arrivassero in pianura. Partendo dal Trebbia “le prime telefonate informali sul rilascio della diga Boschi dalla Prefettura alla Protezione Civile comunale sono arrivate alle 4 nella notte tra domenica e lunedì – spiega il sindaco – dalle 4 alle 5.45 è avvenuta l’attivazione degli operatori comunali per transennare i tratti stradali esondabili. Alle 4.39 è scattata l’allerta con fase di allarme, alle 5.44 una nuova allerta con aggiornamento fase allarme”. L’allerta si divide in due fasi: fase 2 di preallarme e fase 3 allarme. “In queste comunicazioni – specifica Dosi – è mancato l’allegato relativo all’intensità dell’evento. Tra le 7.45 e le 8 la piena è arrivata a Case Rocco e il Trebbia ha esondato nelle aree prevedibili”. Pare di capire che nonostante nelle comunicazioni mancasse l’intensità dell’evento, il Trebbia ha esondato nelle zone prevedibili e quindi transennate. Ben diversa la situazione del Nure: “alle 4 abbiamo ricevuto le prime notizie informali della Prefettura alla Protezione Civile – spiega il primo cittadino – tra le 4 e le 5.45 sono stati attivati gli operatori nelle aree prevedibili; alle 4.49 è scattata la fase di allarme senza che venisse specificata la portata d’acqua. Tra le 7.30 e le 8 del mattino la piena è arrivata a Roncaglia, dove il Nure ha esondato nelle aree non prevedibili. Nel rapporto di ARPA Emilia Romagna viene specificato che già nei giorni precedenti erano stati previsti fenomeni temporaleschi intensi, ma in particolare sulla Liguria ” spiega il sindaco. Dalla ricostruzione fatta dall’amministrazione risulta che le fuoriuscite di acqua sono avvenute in punti dove prima d’ora non si era mai verificato nulla di simile, così come, a memoria d’uomo, non ricordano eventi atmosferici di questa portata e di questa intensità. “Dobbiamo mettere in campo contromisure che prevedano variazioni – ha concluso Dosi – anche all’esterno di quelle aree fino ad oggi monitorate, per prevedere anche l’imprevedibile “. Il nocciolo della questione sta nell’imprevedibilità dell’evento, ma in situazioni di emergenza come quella delle settimana scorsa a non reggere è il sistema. Le varie allerte che si sono susseguite sono state inviate via email, ma in condizioni delicate forse bisognerebbe andare oltre, ad esempio chiamando telefonicamente, nel caso specifico, il sindaco che detiene la delega alla Protezione Civile. Alle 4 del mattino, viene da chiedersi, chi legge le email? Il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti ha parlato di “palleggiamento di responsabilità” mostrando come già dalle mezzanotte e mezzo ARPA avesse indicato che le precipitazioni avrebbero potuto generare allagamenti, “alle 2.30 – prosegue Foti – in quattro luoghi era già stato superato il livello di guardia. Solo alle 5 è arrivata la Protezione Civile. Ci sono responsabilità – ha detto – o si fanno saltare le teste o questi fenomeni di ripeteranno ancora. Ritengo si debba fare una commissione d’inchiesta e indagini interne. Il buco tra le 5 e le 8 deve venire a galla”.
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