E’ l’angoscia a dominare queste lunghe giornate. Giornate che cominciano all’alba e non finiscono più, sembrano infinite come questa assurda guerra. Dall’altro capo del telefono c’è Alessia, una donna ucraina che vive in un paese delle provincia di Piacenza, dove da anni è occupata come badante. Lavora sodo, si da fare perché sa che in Ucraina ci sono sua figlia e gli adorati nipoti che, grazie al suo lavoro, piò aiutare economicamente. Piange mentre racconta le ultime concitate ore.
Dal ieri i contatti con la figlia sono costanti, anche pochi secondi, solo per dire “tutto bene, stai tranquilla mamma”. Ma Alessia tranquilla non la è per niente. “Mia figlia, insieme ai miei nipoti di 11 e 14 anni, vive a Odessa. Ha studiato in quella meravigliosa città e poi ha deciso di stabilirsi lì con la sua famiglia – ci racconta – le bombe non sono ancora arrivate, ma io sono angosciata, ho tanta paura per loro”.
Dopo il primo attacco all’alba di ieri, i bombardamenti sono proseguiti, in queste ore si registrano esplosioni a Kiev, le truppe russe sono entrate nella capitale. I carri armati dell’unità Z dell’esercito russo, senza insegne, starebbero avanzando in centro città, dove si susseguono esplosioni. Intanto il bilancio delle vittime è destinato tristemente a salire, sia tra i militari che i civili. E mentre il mondo occidentale e l’Unione Europea condanna fortemente Putin la gente vive sulla propria pelle il terrore delle guerra.
Alessia ci dice “me lo sentivo che sarebbe successo qualcosa di brutto, ho detto più di una volta a mia figlia di venire qui da me in Italia, ma lei mi ha sempre rassicurato che non sarebbe successo niente, invece non è stato così. Stamattina i miei nipoti si sono spaventati quando hanno sentito in lontananza il suono della sirene. Mi sono raccomandata che stiano in casa e non escano, io pregherò per loro. Putin non ha detto niente, ha attaccato di nascosto, all’alba. Un’azione ancora più vigliacca. Questo lo devono sapere e denunciare tutti, Europa compresa”. Alessia si sfoga, mentre noi possiamo lontanamente immaginare il dolore di questa mamma che può vedere gli occhi della figlia e dei nipoti solo attraverso lo schermo di un telefono.
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