Piacenza brucerà i rifiuti di Genova; per la precisione 10 mila tonnellate in poco meno di 2 mesi. E dove stano i vantaggi? Dopo l’annuncio della Regione Emilia Romagna che ha conferito al termovalorizzatore di Piacenza l’incarico di ricevere anche i rifiuti della Liguria, sorgono delle domande. Il sindaco Dosi ha dichiarato che con i 140 mila euro di compensazione straordinaria, verrà abbassata la prossima rata della Tari. A questo proposito il consigliere di Forza Italia Filiberto Putzu ha fatto qualche considerazione e due calcoli: “Il vantaggio per il Comune di Piacenza dovrebbe essere per l’intero periodo di 140.000 euro; per 100.000 abitanti – spiega Putzu – il ristoro consiste in 0,028 euro al giorno per cittadino, neppure 3 centesimi al giorno, pari a 1,4 euro per l’intero periodo di 50 giorni. Poco meno di 1 euro e mezzo per piacentino, bella ricompensa – rincara il consigliere – per il maggior carico ambientale che la città dovrà sostenere. Considerando poi che la produzione giornaliera pro capite di rifiuti in Italia è mediamente di 1,4 Kg. è come se la nostra città improvvisamente fosse aumentata di 143 mila residenti. E ancora – prosegue Putzu – se è vero che a Piacenza la differenziata è arrivata al 56%, la produzione di rifiuti del singolo cittadino dovrebbe essere in città della metà, e cioè di 0,7-08 kg pro capite al giorno. Se così fosse, bruceremo rifiuti come se Piacenza fosse abitata da 386 mila residenti”. Putzu torna sulle dichiarazioni dell’assessore regionale Paola Gazzolo che aveva dichiarato: “10 mila tonnellata di rifiuti è quantità facilmente gestibile, se si pensa che Rimini in agosto produce (e brucia) quasi il doppio dei rifiuti”. “Non esattamente come a Piacenza – risponde Putzu – se si tiene per buona la dichiarazione di Tecnoborgo, su un carico complessivo giornaliero di 300-350 tonnellate i rifiuti urbani sarebbero 180 tonnellate giornaliere. La quantità in più che verrà incenerita corrisponderà al 112% in piu’, ben oltre il doppio”. Il consigliere di Forza Italia pone una serie di domande a cui, per ora, non riesce a rispondere; a patire da quanti rifiuti vengono attualmente bruciati a Tecnoborgo? quanti sono rifiuti assimilabili agli urbani? Quanti provengono dal piacentino e quanti rifiuti arrivano da altri territori ? A chi giova questa operazione? si domanda Putzu. “Non ai cittadini – risponde – lo sarebbe se l’inceneritore fosse di proprietà comunale, ma sappiamo che lo è solo per l’1,7%, il resto delle quote divise tra comuni di Genova, Reggio Emilia, Parma, Finanziaria Città di Torino, IntesaSanpaolo, Norges Bank, altri azionisti. Tornando alla domanda, forse a goderne saranno i genovesi, l’industria privata, ma non i piacentini” conclude Putzu.