L’arma migliore per combattere l’obesità è la prevenzione, fin da bambini. E’ il messaggio dei professionisti sanitari dall’Ausl di Piacenza in occasione dell’Obesity Day che si celebra il 4 marzo. In questa data l’azienda ha organizzato colloqui dedicati a persone adulte con obesità con i professionisti sanitari dell’ambulatorio DCA/Malattie metaboliche e della Chirurgia bariatrica. È obbligatoria la prenotazione chiamando il numero 0523/302037 dalle ore 8.30 alle 15.30 e scrivendo una mail comunicazione@ausl.pc.it
Uno studio dell’Ocse del 2019 rivela che una persona obesa ha un’aspettativa di vita che si accorcia di tre anni e incide per l’8% sulla spesa sanitaria nazionale. Tra la popolazione ne soffre un adulto su dieci, mentre tra i bambini la situazione è ancora più preoccupante: l’Italia è al quarto posto nel mondo per bambini obesi. Per questo è importante proseguire nell’operazione di sensibilizzazione nelle scuole, “più di 30 quelle coinvolte in progetti relativi alla promozione della salute, vari i servizi ambulatoriali – destinati a essere rafforzati – che prendono in carico i bambini obesi, altri ancora gli spazi dedicati agli adulti affetti da grave obesità” ha detto il dottor Giorgio Chiaranda responsabile Medicina dello sport e dell’esercizio fisico e della Promozione della salute.
Il primo avamposto per l’individuazione del problema è il pediatra di famiglia; in particolare nella visita dell’ottavo anno di età in cui viene eseguita un’accurata valutazione dei fattori di rischio. “Alcuni genitori pensano che una o due ore di sport a settimana siano sufficienti – ha detto il dottor Roberto Sacchetti – ma non è così. Poi seguono errori macroscopici nell’alimentazione come una cattiva colazione, bibite gassate e spuntini non sani”.
“Vediamo 120/130 bambini all’anno – hanno riferito i pediatri Sara Riboni e Giuseppe Cannalire – ma purtroppo contiamo molte visite mancate, segno che il problema non è percepito come tale dalle famiglie, Molto spesso i bambini vengono accompagnati da genitori obesi che non si rendono conto o sottovalutano la patologia. Ho vistato un bambino – ha raccontato la dottoressa Riboni – che da 5 a 7 anni è passato da 33 a 66 kg. intervenire in questi casi è tardi. Serve intervenire su comportamenti già presenti fin dallo svezzamento. Atteggiamenti indotti dai genitori su cui si potrebbe lavorare quando la patologia non è ancora presente”.
I pazienti obesi adulti passati negli ambulatori DCA/Malattie metaboliche sono stato oltre 800 negli ultimi anni, in seguito non tutti operati. “Ci occupiamo di pazienti dai 18 anni in su, e il numero, dall’inizio della pandemia, è cresciuto -ha spiegato la dottoressa Jessica Rolla – anche per gli adulti l’intervento deve essere multidisciplinare e il più possibile tempestivo. Il problema centrale, in genere, è il mantenimento, nel tempo, del peso corretto”.
Il chirurgo Andrea Romboli ha parlato della chirurgia bariatrica “Il percorso bariatrico è un percorso che troppo spesso non viene vissuto come tale dal paziente. La chirurgia metabolica, infatti, non è una chirurgia pronto uso. Affinché la perdita di peso ottenuta chirurgicamente ridisegni a lungo termine il profilo del paziente, quest’ultimo deve essere consapevole di ciò che sta per affrontare, orientato a uno stile di vita sano e capace di correre una maratona, non uno sprint”.
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