Ecco il manifesto di Massimo Toscani qualora venga eletto nuovo Presidente della Fondazione. Una nota, che riportiamo integralmente, nella quale viene descritto lo spirito che animerà il nuovo corso della Fondazione. Quello che salta all’occhio è lo strappo con il passato, sopratto rispetto agli ultimi mesi; ricorrono spesso le parole “trasparenza” “unità” ,”bene comune”. Al punto 10 Toscani chiarisce che la Fondazione non dovrà più essere intesa come un luogo di potere, ma come centro di servizi di cui possono e devono godere i cittadini.
Di seguito la nota del notaio Toscani:
La Fondazione di Piacenza e Vigevano come è ben noto, è nata per essere al servizio del Territorio della Provincia di Piacenza e del Comune di Vigevano.
Essa dunque svolge un ruolo rilevante per favorire la crescita e aderire alle necessità che provengono dalle comunità in cui opera.
Per usare parole molto semplici, la Fondazione è nata ” per far del bene” e poiché fare del bene è il più grande dei piaceri, la gestione della stessa, da parte di tutti gli organi a ciò preposti, non potrà che essere un vero piacere.L
a gestione e conduzione dovrà svolgersi in spirito di unità ed accordo e conformemente alle indicazioni del Consiglio Generale che, essendo espressione diretta del Territorio, costituisce l’organo propulsore della Fondazione.
Sarà assai utile costituire gruppi di lavoro a cui, in base alle proprie competenze e predisposizioni, possano partecipare tutti i membri del Consiglio Generale che bene potranno percepire le richieste che perverranno dai diversi settori in cui sarà possibile intervenire.
Il momento, non occorre ribadirlo, è difficile e complicato.
Sarà necessario e indispensabile rivolgere una particolare e continua attenzione ai deboli in genere con quello spirito di solidarietà e discrezione che ha sempre contraddistinto le nostre genti, il tutto nel rispetto di una assoluta trasparenza nell’impiego delle risorse.
Non andrà naturalmente trascurato il settore cultura anche nel rispetto degli impegni già esistenti.
Non ci si dovranno attendere, probabilmente, eclatanti risultati finanziari nella gestione del patrimonio, poiché si intenderà privilegiare la sicurezza degli impieghi e la riduzione dei rischi rispetto all’ottenimento di immediati risultati economici.I
l patrimonio della Fondazione appartiene alla collettività e per essa va conservato.
Indispensabile sarà la collaborazione con tutte le Istituzioni ed Enti Locali con i quali sarà magnifico lavorare per il progresso collettivo.
Da soli non si va da nessuna parte.
Solo insieme e con spirito unitario si potranno raggiungere gli scopi statutari che dobbiamo provare a realizzare.
Se oggi però si fossero presentati dieci candidati tutti avrebbero detto e scritto più o meno le stesse cose: siamo qui per unire, per lavorare insieme, per dimenticare le incomprensioni.
Lo avrebbero detto in termini diversi solo da un punto di vista lessicale, poiché ognuno usa il proprio linguaggio.
Mi viene in mente la risposta che mi diede un mio vecchio collaboratore alla mia domanda se una pratica complicata fosse andata a posto. E lui, allora in perfetto dialetto piacentino, mi disse “dottore, si sa dopo se tutto è a posto”.
E questo, a distanza di tempo, mi pare sempre una risposta giusta.
Pensiamo di essere capaci di risolvere un problema e poi non ci riusciamo, qualche volta accade anche il contrario.
L’importante, però è provarci con forza ed entusiasmo.
Bisogna però sapere con un po’ di chiarezza in quale direzione andare.
I miei colleghi notai reputano che io sia sintetico e quindi, in breve sintesi traccio i punti sui quali credo di dover lavorare:
1) Occorre conoscere che cosa si dovrà amministrare: il nuovo Consiglio dovrà procedere ad una precisa analisi del patrimonio della Fondazione, per riferire al Consiglio della sua consistenza e dei suoi attuali impieghi.
2) Si deve procedere ad una analisi della struttura della Fondazione per ottimizzare il patrimonio umano e per realizzare laddove possibile risparmi di gestione.
3) L’attuale patrimonio immobiliare andrà valutato con chiarezza al fine di definirne la utilizzazione e destinazione, con particolare riferimento in primis, all’ex Convento di Santa Chiara, nell’ottica sperabile di poter liberare nuove risorse;
occorrerà comunque chiarire la valorizzazione che si intenderà dare ai vari immobili di proprietà della Fondazione, proprio per ottimizzare i costi di gestione degli stessi.
4) La gestione del patrimonio sarà effettuata nell’osservanza scrupolosa dell’art. 7 e cioè “con criteri prudenziali di rischio”.
E’ possibile che ciò, a breve termine possa produrre una contrazione dei frutti prodotti dal capitale, ma è intuitivo che a maggiori rendimenti corrispondono maggiori rischi; il patrimonio della Fonazione è della collettività;
in ordine alla gestione del patrimonio occorrerà verificare con grande attenzione la scelta di consulenti ed advisors, non escludendo l’ipotesi di scelte diverse da quelle oggi in atto.
Ritengo poi che, in particolar modo nel primo periodo di insediamento del nuovo consiglio, tali rapporti debbano essere particolarmente stringenti; laddove lo statuto prevede una cadenza solo trimestrale, sarebbe opportuno fare riunioni iniziali a cadenza almeno bimestrale.
5) I rapporti tra gli organi della Fondazione dovranno rivestire carattere aperto e costante: posso dire di conoscere da vecchia data molti membri del Consiglio generale, del personale della Fondazione e del Collegio Sindacale, per cui sarà agevole lavorare e collaborare in sintonia.
6) Le commissioni esistenti o che verranno create avranno il compito di riferire con continuità al Consiglio le esigenze del territorio.
7) La effettuazione delle erogazioni è una problematica che coinvolgerà l’intero futuro Consiglio; tuttavia, come già anticipato, nel rispetto delle norme statutarie, mi pare che la tutela dei più deboli sia una priorità a cui la Fondazione non può sottrarsi
8) E’ pacifico, per cui non ci si deve fare alcuna illusione, che il difficile momento economico potrà produrre una contrazione delle risorse attribuibili al territorio. Da qui la necessità di sostenere progetti precisi e condivisi, la cui realizzazione non sia fine a sé stessa, ma possa produrre una ricaduta favorevole nello stesso territorio. Per cui ci dovrà essere particolare attenzione alla valutazione dei progetti anche con la creazione di gruppi di lavori e ciò delegati, così come prevede del resto l’articolo 4 dello statuto.
Mi piacerebbe pensare alla Fondazione come organo propulsore che metta in moto un meccanismo collettivo per realizzare ciò che da soli non si potrebbe fare.
9) La trasparenza dovrà essere il cardine principale sul quale la Fondazione baserà il proprio operato.
A tal fine, come già detto, si dovrà dare piena attuazione all’articolo 4 dello statuto con la dotazione di un chiaro regolamento che individuerà e selezionerà i progetti da finanziare.
10) La Fondazione è oggi percepita come centro di potere.
Questo è ingiustificato e intollerabile. La Fondazione è un centro di servizi. Ogni membro della Fondazione è qui per svolgere un servizio alla collettività e non per esercitare un potere.
Anche se quasi ultimo in ordine questo è un punto al quale tengo particolarmente.
E proprio per dare un forte segnale in questo senso riterrei opportuna una riduzione degli emolumenti del Presidente e dei membri del Consiglio di Amministrazione.
Chi viene in Fondazione sa di dover venire per faticare e non per avere un ritorno economico.
Qualsiasi risparmio sarà utile per realizzare anche in questo contesto le finalità statutarie.
11) Credo che lo statuto abbia manifestato necessità di integrazione e miglioramento.
Auspico quindi la creazione di un gruppo di lavoro, possibilmente nell’ambito del Consiglio Generale e con il contributo eventuale di consulenti esterni, affinché siano evidenziate criticità e siano elaborate proposte di modifica ove necessario.
Ogni programma rappresenta comunque una speranza al cui realizzo occorrerà lavorare con umiltà, passione e continuità; la società si aspetta molto dalla Fondazione; con l’aiuto di tutti cercheremo di non deluderla.
9) La trasparenza dovrà essere il cardine principale sul quale la Fondazione baserà il proprio operato. A tal fine, come già detto, si dovrà dare piena attuazione all’articolo 4 dello statuto con la dotazione di un chiaro regolamento che individuerà e selezionerà i progetti da finanziare.
10) La Fondazione è oggi percepita come centro di potere. Questo è ingiustificato e intollerabile. La Fondazione è un centro di servizi. Ogni membro della Fondazione è qui per svolgere un servizio alla collettività e non per esercitare un potere. Anche se quasi ultimo in ordine questo è un punto al quale tengo particolarmente. E proprio per dare un forte segnale in questo senso riterrei opportuna una riduzione degli emolumenti del Presidente e dei membri del Consiglio di Amministrazione. Chi viene in Fondazione sa di dover venire per faticare e non per avere un ritorno economico. Qualsiasi risparmio sarà utile per realizzare anche in questo contesto le finalità statutarie.
11) Credo che lo statuto abbia manifestato necessità di integrazione e miglioramento. Auspico quindi la creazione di un gruppo di lavoro, possibilmente nell’ambito del Consiglio Generale e con il contributo eventuale di consulenti esterni, affinché siano evidenziate criticità e siano elaborate proposte di modifica ove necessario. Ogni programma rappresenta comunque una speranza al cui realizzo occorrerà lavorare con umiltà, passione e continuità; la società si aspetta molto dalla Fondazione; con l’aiuto di tutti cercheremo di non deluderla.
Massimo Toscani