FONDAZIONE, PARETI “22 EROGAZIONI BLOCCATE. COMPORTAMENTO LESIVO PER L’ENTE”

 

Il caos in Fondazione non accenna a placarsi; in una nota il consigliere di amministrazione Stefano Pareti scrive che “22 mandati di pagamento, già firmati dal Presidente, non vengono controfirmati da uno dei tre consiglieri di Amministrazione a suo tempo indicati per tale funzione”. In questo modo “il procedimento di liquidazione non può concludersi, malgrado siano trascorsi più di 60 giorni dal recepimento de documenti giustificativi”. Una situazione prosegue Pareti che “non si è mai registrata nei 23 anni di attività della Fondazione e che nuoce alla reputazione della stessa”.

Di seguito la nota integrale di Stefano Pareti

“Nella guerriglia che da tempo alcuni membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano hanno ingaggiato contro il presidente Francesco Scaravaggi, risultano danneggiati anche alcuni beneficiari delle erogazioni. 22 mandati di pagamento relativi a delibere regolarmente approvate dal CdA,  già firmati dal Presidente, non vengono controfirmati da uno dei tre consiglieri di Amministrazione a suo tempo incaricati di tale funzione; e così il procedimento di liquidazione non può concludersi, malgrado siano già trascorsi più di 60 giorni dal recepimento dei documenti giustificativi. Ciò che si sta verificando non si è mai registrato nei 23 anni di attività della Fondazione e questo comportamento è sicuramente lesivo della reputazione della Fondazione e nuoce gravemente alle attività di vari soggetti che operano nei settori di intervento dell’Ente. I mandati non sono stati perfezionati malgrado le diverse sollecitazioni del presidente Scaravaggi”.

Marco Colosimo, Piacenza Viva – Cantiere Piacenza “occorre un segnale di discontinuità e rinnovamento”. Ecco il testo della nota 

Essendo tra i promotori della richiesta di chiarimenti e conseguenti dimissioni nell’ambito del Cda, dopo aver apprezzato la scelta fatta dal presidente Scaravaggi, resto, e con me molti cittadini ,stupito da quanto quotidianamente apprendiamo dalla stampa sulla Fondazione di Piacenza e Vigevano.Innanzitutto le dimissioni del Presidente Scaravaggi. Pur apprezzando il gesto e la manifesta intenzione di lasciare, pare che al momento tutto sia fermo in attesa di valutazioni.Il Vice Presidente dovrebbe convocare al più presto il consiglio generale, con all’ordine del giorno la ratifica delle dimissioni del presidente Scaravaggi e la conseguente dimissione del Cda. Apprezzabile poi, ma tardivo il passaggio sulla trasparenza. Trasparenza doveva già esserci, sempre e comunque. Non solo ora e con specifici riferimenti a fornitori-spese. Ma se trasparenza deve esserci, questa deve essere a 360°. Perché dunque non pubblicare su Internet anche il verbale delle varie sedute del Cda? O del “nuovo” comitato investimenti? Il rischio di paralisi è evidente alla luce anche delle dichiarazioni del Presidente Pareti, che denuncia le mancate 23 erogazioni già approvate dalla nostra Fondazione. Aspettiamo inoltre, risposte alle numerose e puntuali domande fatte, nessuno ha mai risposto e nessuno mai soprattutto ci ha contraddetto. Allarmanti inoltre le gravi dichiarazioni rese del Presidente Scaravaggi (ex?) che ci fanno domandare se non esistano i presupposti perché lui si rechi in procura. Per il bene di Piacenza, per il bene della Fondazione, diamo un forte segnale di discontinuità, rinnovamento, e “vera” trasparenza.

Fratelli d’Italia, la nota dei consiglieri Foti e Opizzi  
”Le rilevazioni del consigliere della Fondazione Stefano Pareti, persona di notorio equilibrio, aprono l’ennesimo inquietante squarcio sulla Fondazione, sempre più terreno di scontri personali, tali da pregiudicare l’interesse generale che la stessa deve perseguire”.Lo affermano Tommaso Foti ed Erika Opizzi, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia.           
“Se e’ vero che 22 erogazioni risultano da tempo bloccate dall’ostruzionismo di alcuni componenti ill consiglio d’amministrazione solo per fare dispetto al Presidente Scaravaggi – continua la nota – vuole dire che piu’ in basso di cosi la Fondazione non può scendere, a meno che non si sia interessati solo al suo affondamento.”                                            
”E’ ora che le istituzioni piacentine, soprattutto dopo queste rilevazioni, chiedano pubblicamente ai componenti del consiglio d’amministrazione di andarsene. Quello per cui Scaravaggi ha chiesto la revoca – concludono Foti e Opizzi – non e’ infatti più un organo di amministrazione, ma un covo in cui rancori e ambizioni smodate la  fanno da padrone, con buona pace delle  meritorie finalità che la Fondazione deve perseguire.” 
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MONACO TORNA ALLA PANCHINA DEL PIACENZA

Francesco Monaco torna a sedersi sulla panchina del Piacenza dove era arrivato nell’agosto del 201 in sostituzione di Massimo Cerri. La stagione si concluse con la retrocessione della squadra in Lega Pro seconda divisione e dopo il fallimento della società Monaco rimase svincolato. “Con Piacenza ho un debito di riconoscenza. Ci sono le basi per lavorare bene” ha detto l’allenatore.

 

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DOPO SCARAVAGGI, UNA FONDAZIONE DA RISCRIVERE

La fondazione del post Scaravaggi è da riscrivere. Una pagina che per essere riempita deve attenersi allo statuto ed alcuni vincolanti pareri come quello di Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie e dello studio legale Portale che ha seguito proprio la stesura dello statuto dell’ente di via Sant’Eufemia. Questi pronunciamenti segnano di fatto il binario su cui tracciare la futura Fondazione, quella da cui Francesco Scaravaggi ha rassegnato le dimissioni. Il consiglio di amministrazione, in questa fase, rimane in carica svolgendo l’ordinaria amministrazione, ha il dovere di convocare il prossimo consiglio generale nel quale dovranno essere presentate la o le candidature al ruolo di presidente. Il vice presidente vicario Beniamimo Anselmi, da noi interpellato, ha insistito sulla necessità di buon senso, trasparenza e prudenza in questa fase di transizione per la fondazione. “Bisogna agire nel segno della più ampia democrazia, è il senso delle sue parole. Pensare alla fondazione come ad una casa di vetro – spiega – ciò che accade deve essere a conoscenza di tutti, senza interessi personali, a partire dalle modalità di scelta dei fornitori e a chi si affidano i lavori”.

Tornando alle motivazioni che hanno portato alle dimissioni de presidente, Stefano Pareti, membro del cda, ripercorre gli ultimi mesi di gestione Scaravaggi. “La situazione di disagio del presidente – spiega – prosegue dal settembre scorso. Ha resistito, poi quando la misura è stata colma, ha preferito sottoporre al consiglio generale un’alternativa secca: o io o il cda. Il consiglio ha respinto la proposta”. 

IL GIOCO DELLO SCAMBIO LIBRI

Utilizzare la cultura e l’incontro per far rivivere luoghi, per certi aspetti, dimenticati. Libri all’aria aperta nasce sull’esempio di Berlino dove all’interno dei parchi cittadini avviene un vero e proprio scambio di libri. La luppoleria Parole di Birra, in collaborazione con l’associazione Shopping Area Quartiere Roma e l’Unione Commercianti, ha localizzato l’iniziativa. Luogo scelto i giardini Merluzzo dove da venerdì 20 giugno si potranno incontrare adulti, adolescenti e bambini per scambiarsi cultura. In che modo? Attraverso il mezzo più classico e intramontabile, il libro. Nei giardini verranno disposti cinque contenitori in legno per riporre i testi, forniti dalla Fabbrica dei Grilli, e darli in uso ai visitatori. In questo modo, oltre che ritrovare il piacere di un buon libro, ci si può riappropriare di un luogo spesso al centro di polemiche e dinamiche che poco hanno a che fare con la cultura. Il libro potrà essere scambiato, dedicato e inventato. L’iniziativa ricalca la filosofia del progetto Porta Galera 3.0 che verrà presentato nei prossimi giorni. Riempire spazi, farli rivivere, portare gente con attrazioni semplici ma di qualità. Le premesse sono buone, staremo a vedere.

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E-QBO DI ROMOLO STANCO IN PIAZZA CAVALLI

Finalmente dopo aver girato il mondo fino ad Abu Dhabi, E-Qbo fa tappa anche a Piacenza, la città dove è nato. Strano che non l’abbia ancora fatto. L’occasione sono il debutto dei venerdì piacentini edizione 2014 a partire da venerdì 20 giugno. Si tratta di un vero e proprio cubo i cui spazi interni saranno fruibili e visitabili. La struttura funziona come un accumulatore di energia fotovoltaica presentato nei mesi scorsi a Selinunte e,appunto, al summit World Future Energy di Abu Dhabi. L’ideatore, l’architetto piacentino Romolo Stanco, lo aveva descritto anche ai nostri microfoni, oltre che mostrarci, dettagliatamente, l’attività della start up T°Red.   e-qbofoto-11foto-10

LA NORMA ANTI CRITICA DEL PD APPRODA SU “LA REPUBBLICA”

Il regolamento del Pd di Piacenza sul divieto di critica attraverso i social arriva anche sulle colonne del quotidiano La Repubblica. “Vietato cinguettare e postarema anche rilasciare interviste, se prima non sarà stata chiesta idonea convocazione del circolo di riferimento” scrive l’autore dell’articolo Valerio Varesi. Un tentativo di lavare i panni sporchi in casa che si scontra con l’indomabile mondo della comunicazione di oggi, si legge nel pezzo. Il segretario Gianluigi Molinari, intervistato sull’argomento, cerca di disinnescare la miccia.”nessun dogma, accettiamo la discussione, ma vorremmo invitare gli iscritti a riportare la dialettica in seno agli organi di partito”. Sarà, ma questo bavaglio alle critiche ha il sapore del metodo grillino. Molinari risponde:”non abbiamo nessun intento epurativo, accettiamo la critica e la discussione anche se ammetto che la forma scritta del regolamento è un pò secca e perentoria. Se la formulazione della norma fosse troppo rigida – conclude – potremmo anche cambiarla, do la massima disponibilità”.

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FONDAZIONE, CHE FINE FARA’ IL CDA?

E’ un rebus, per ora, senza soluzioni quello della Fondazione di Piacenza e Vigevano dopo le dimissioni del presidente Scaravaggi. Irrisolto perchè non c’è chiarezza su cosa avverrà nel prossimo futuro. Lo statuto prevede che il presidente rassegni ufficialmente le dimissioni presentandole al collegio sindacale, al vice presidente vicario Beniamino Anselmi e al consigliere più anziano Domenico Battaglia (rappresentante di Vigevano). Successivamente dovrebbero essere discusse in una seduta apposita del consiglio generale, dove non tutti i consiglieri potrebbero essere essere d’accordo con la decisione di Scaravaggi di lasciare l’ente di via Sant’Eufemia. E se così fosse cosa accadrebbe? Aleggia intorno a questa intricata vicenda parecchia incertezza, anche perchè non si è mai verificata una situazione simile. Appare chiaro che al centro di questa rottura ci sia il rapporto tra il presidente e il cda, almeno una parte, come ha dichiarato lo stesso Scaravaggi “venivo scavalcato nel ruolo di presidente, era un cda frutto di una scelta non completamente autonoma”. Parole che rimbombano oggi, dopo quello che è accaduto.

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FONDAZIONE, QUALI SCENARI FUTURI?

Dopo soli 15 mesi termine l’era Scaravaggi alla guida della Fondazione. A qualcuno potrebbe scappare di dire che forse non è mai neanche cominciata. Un pensiero che troverebbe conferma anche nelle parole dello stesso Scaravaggi al termine del suo ultimo consiglio; “il cda che mi sono trovato un anno e mezzo fa non era una scelta mia, completamente autonoma. In questi mesi – ha detto – mi sono sentito sorpassato nel mio ruolo, a volte venivo a sapere il giorno dopo quello che qualcuno aveva fatto il giorno prima”. Pare di capire che il clima non fosse quello che permette di lavorare serenamente.

Perchè passasse la mozione di Scaravaggi, che prevedeva l’azzeramento di tutto il cda (composto da Beniamino Anselmi, Giovanni Rebecchi, Renzo De Candia, Franco Marenghi, Stefano Pareti, Carlo Tagliaferri, oltre allo stesso Scaravaggi) occorrevano 13 voti favorevoli su 19 presenti. La mozione ne ha incassati solo 10. E qui pesano le assenze, come ha lasciato trapelare il consigliere Giorgio Milani al termine della seduta. Non erano presenti Lucio Rossi, Pietro Galizzi, Fabrizio Garilli, Angelo Grungo, e Boiardi neo nominato entrato in sostituzione di Alberici. A pesare soprattutto gli equilibri interni che si sono spezzati. “E’ successo che chi prima mi sosteneva, oggi mi non mi ha concesso la fiducia” ha detto Scaravaggi. Un consiglio in cui i ruoli si sono capovolti, nel senso che le voci più critiche nei confronti del presidente avrebbero votato a favore della mozione, mentre quelle a lui più vicine non lo avrebbero appoggiato.

Dopo l’uscita di scena di Francesco Scaravaggi, il consiglio generale dovrà tornare a riunirsi a breve, probabilmente su convocazione del consigliere più anziano, per eleggere il nuovo presidente, una situazione che non si è mai verificata nella storia della Fondazione. Chiunque prenderà le redini dell’ente avrà un ruolo molto delicato soprattutto perchè dovrà ristabilire equilibri interni che, ad oggi, sembrano irrecuperabili.

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SCARAVAGGI SI DIMETTE, NON PASSA LA MOZIONE DI AZZERARE IL CDA

Dimissioni che sollevano e che non vengono prese come una sconfitta ma come un ulteriore segnale di estraneità ad un mondo che forse non gli è mai appartenuto. Francesco Scaravaggi ha presentato le dimissioni al termine di un consiglio generale estenuante, durato quasi 4 ore, intervallato da momenti ad alta tensione. “Ho proposto di mettere una bottiglia di champagne  in frigorifero – ha detto ironico – se non avessi avuto la maggioranza per cambiare il cda, cosi è stato e allora festeggero'”. È andata proprio così: Scaravaggi aveva chiesto al consiglio di votare la mozione di sfiducia nei confronti di tutto il cda, ma la proposta non è passata. Nel dettaglio 10 consiglieri hanno votato a favore della mozione, 8 contrari e un astenuto. Su di 19 consiglieri erano necessari 13 voti affinché la mozione passasse. Assenti Rossi, Galizzi, Garilli, Grungo e Boiardi (nuovo ingresso al posto di Alberici).

“Sono tranquillo -ha detto – finalmente potrò curarmi la gastrite che mi ha fatto venire la Fondazione”. Passata la tensione il presidente dimissionario è un fiume in piena e trova uno sfogo sereno con la stampa. Nelle parole di Scaravaggi si avverte una volontà di cambiare, di girare pagina nei confronti di un cda troppo spesso criticato per investimenti rischiosi, ma l’intento, evidentemente,  non è stato compreso, almeno non da tutti. “In questi mesi – ha detto – mi sono sentito sorpassato nel mio ruolo, a volte venivo a sapere il giorno dopo quello che qualcuno aveva fatto il giorno prima”. Ora che succede? Il consiglio dovrà essere convocato dal consigliere più anziano che nominera’ un nuovo presidente che a sua volta dovrà nominare un cda.

“Un po’ me lo auguravo che finisse così – confessa- per me la Fondazione è una bicicletta troppo pesante, io per questa Fondazione non sono adatto”.

 

SFORZA:”PIACENZA REAGISCA ALLA PERDITA D’IMMAGINE”

“Piacenza reagisca alla costante perdita di immagine” a dirlo è Corrado Sforza Fogliani, oltre che presidente nazionale di Confedilizia, da sempre occhio attento delle dinamiche che riguardano la città. Con lui abbiamo parlato dello stato di salute del mercato immobiliare, del Piano Casa del ministro Lupi, di affitto agevolato e dello scompiglio che la Tasi ha provocato tra i cittadini, ma anche di Piacenza e della sua visione di futuro. Sforza ha parlato di impoverimento diffuso dei settori del commercio e dell’artigianato causati dalla forte tassazione,  “sembra una città bombardata,  negozi chiusi e perdira di servizi pubblici importanti. Tutto questo – ha proseguito il numero uno di Confedilizia – è avvenuto nella supina accettazione, senza reazione né da parte del pubblico ne’ del privato. A rimetterci è stata l’immagine della città”. E ancora “non ci si accontenti di una foto sul giornale, ma si affrontino i problemi cercando di risolverli.”