Nel 2023, nella provincia di Piacenza, sono stati puntati sul gioco d’azzardo circa 630 milioni di euro, con una perdita di 110 milioni. Questo dato è in linea con il trend di crescita rilevato a livello regionale, dove nello stesso periodo sono stati giocati oltre 9 miliardi e mezzo di euro, con una perdita di circa un miliardo e mezzo.
Il disturbo da gioco d’azzardo è una dipendenza in crescita e in evoluzione, una patologia sempre più diffusa che colpisce non solo la persona, ma l’intero nucleo familiare, con conseguenze economiche, sociali e di salute fisica e psicologica.
Il quadro di Piacenza
Lo scorso anno, l’Ausl, attraverso il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per il disturbo da gioco d’azzardo, guidato da Maurizio Avanzi, ha preso in carico 165 pazienti, di cui 141 uomini e 24 donne. Queste persone hanno chiesto aiuto, riconoscendo il problema e scegliendo di trovare una soluzione. Tuttavia, rappresentano solo una piccola parte di una realtà molto più ampia: la punta di un iceberg, con un sommerso ben più vasto, sia in termini di persone malate che non cercano aiuto, sia di familiari e amici coinvolti.
Far emergere questo sommerso è il cuore del progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e realizzato in co-progettazione tra Ausl di Piacenza, Fondazione La Ricerca e la cooperativa L’Arco, impegnati nella lotta contro una problematica che affligge sempre più la nostra comunità. Il progetto è stato presentato dal direttore delle Attività socio-sanitarieEleonora Corsalini affiancata dai direttori di distretto Anna Maria Andena, Evelina Cattadorie Giuseppe Magistrali e Maurizio Avanzi, responsabile del percorso diagnostico terapeutico assistenziale per il disturbo da gioco d’azzardo, con Enrico Corti, presidente Fondazione La Ricerca, Fausta Fagnoni, responsabile di progetto Iceberg e Stefano Sandalo, direttore della cooperativa L’Arco.
“Il disturbo da gioco d’azzardo è stato incluso nei Livelli essenziali di assistenza nel 2017, riconoscendo ufficialmente la sua rilevanza sanitaria e sociale – ha sottolineato il direttore delle Attività socio-sanitarie Corsalini – Piacenza è stata una tra le prime realtà in Regione a dotarsi di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale già nel 2018 coordinato dal dottor Avanzi. Siamo pertanto molto sensibili e attenti al tema che affrontiamo con un sistema di rete con Terzo settore e associazioni per supportare sia i malati, sia i famigliari e amici che subiscono le conseguenze del gioco d’azzardo passivo”.
“L’Azienda Usl di Piacenza è articolata con tre ambulatori dedicati dislogati a Piacenza, Borgonovo e Cortemaggiore – ha aggiunto il dottor Avanzi – che ci forniscono un punto di vista privilegiato rispetto al disturbo da gioco d’azzardo in tutte le sue forme. Nel 2024, come detto, l’Azienda Usl di Piacenza, ha preso in carico 165 pazienti, il 70% di questi casi è legato all’uso di slot machine, ma si registra una crescita costante nel gioco d’azzardo online. La pandemia di Covid-19 nel 2020 – 2021 ha, infatti, ne ha modificato le dinamiche, spingendo molti verso le piattaforme online, aumentando sia il tempo dedicato, poiché è a disposizione 24 ore su 24, sia la diversificazione del pubblico coinvolto con pochissimo o nessun limite nell’investimento del denaro. Negli anni la percentuale di persone che hanno chiesto aiuto per questa problematica è passata dal 4% del complesso delle persone prese in carico dall’Ausl nel 2020, al 16% nel 2022, fino al 20% nel 2023. Su questo fronte è utile segnalare che on line è facile trovare un filmato di autoesclusione dal gioco d’azzardo online che può essere un supporto per chi vive questo problema”.
Il progetto Iceberg
Un malato, però, non è mai solo. Dietro di lui si snodano rapporti familiari e di amicizia che vengono pesantemente colpiti. Proprio alla rete familiare della persona malata si rivolge il progetto Iceberg presentato nei suoi dettagli daEnrico Corti, presidente Fondazione La Ricerca, Fausta Fagnoni, responsabile di progetto Iceberg e Stefano Sandalo, direttore della cooperativa L’Arco.
“Il nome Iceberg, scelto da un gruppo di cittadini e volontari, riflette la natura nascosta e insidiosa del gioco d’azzardo patologico – ha evidenziato Corti – Come un iceberg, il fenomeno mostra solo una piccola parte visibile, mentre la maggior parte dei danni rimane sommersa, causando gravi problemi personali, familiari e sociali. Il gioco d’azzardo, infatti, compromette il funzionamento psicologico, le relazioni familiari, la capacità economica, l’attività lavorativa e le relazioni amicali delle persone coinvolte. Per questo siamo profondamente convinti che servano azioni concrete anche da parte della politica per monitorare e arginare i danni che ne derivano”.
Al direttore de L’Arco è spettato entrare nel dettaglio del progetto a partire dai in diversi ambiti di intervento in cui si articola. “Spazi ascolto, tutor dell’indebitamento, sensibilizzazione della comunità, percorsi formativi per operatori sociali, sanitari, educatori e insegnanti, interventi nelle scuole. Oltre alla presa in carico dei familiari, il senso del progetto Iceberg si sviluppa nelle azioni di sensibilizzazione della cittadinanza, delle associazioni, degli enti e istituzioni del territorio con l’obiettivo di far conoscere il fenomeno Gap, ovvero gioco d’azzardo patologico, e i rischi collegati e svilupparne la consapevolezza. In questi giorni, inoltre, è partita la campagna di sensibilizzazione “La pulce nell’orecchio”, che utilizza l’immagine di una pulce per instillare il dubbio di fronte a comportamenti a rischio legati al gioco d’azzardo. La campagna fornisce numeri di telefono e contatti email a cui rivolgersi per chiedere aiuto. L’illustrazione della pulce è stata realizzata dall’illustratrice piacentina Alessandra Santelli”.