“DIVERSAMENTE PIT”: PER ACCOGLIERE UN CANE IN MODO CONSAPEVOLE

Troppo spesso pagano sulla propria pelle le conseguenze della mancanza di una persona di riferimento. Accade che chi vorrebbe farsene carico non abbia le corrette informazioni e la giusta formazione per potere percorrere un pezzo di vita insieme.
I cani terrier tipo bull sono capaci di dare grande affetto alla propria persona di riferimento e nello stesso tempo richiedono attenzione e dedizione. Si deve creare una relazione con l’umano unica, che ha bisogno di crescere e consolidarsi. La mancanza di un centro referenziale solido porta questi cani alla frustrazione. E allora, troppo spesso, per loro l’unica soluzione è il canile.

Il seminario organizzato dall’associazione Camminando Cinofila di Travo, in collaborazione con il canile di Piacenza, ha avuto l’obiettivo di valutare alcuni esemplari di terrier tipo bull in vista dell’adozione. Elvis, un anno, oggi vive da solo una pensione, e nelle sua breve vita ha già vissuto diversi spostamenti, senza avere mai nessuno a cui appoggiarsi.
Gli educatori cinofili Rebecca e Matteo, lo hanno valutato proprio in vista di una futura adozione.

URLA E PROTESTE AL COMIZIO DI DE PASCALE: “CHI NON FA PARLARE GLI ALTRI HA UN SOLO NOME”

Doveva essere il comizio di fine campagna invece si è trasformato in un momento di aspra contestazione. Il candidato del centro sinistra De Pascale, e la sindaca Tarasconi, che lo affiancava, sono stati l’oggetto delle proteste da parte di un gruppo di contestatori, la maggior parte di loro ha portato avanti, in questi mesi, il presidio in piazza Cittadella contro il taglio degli alberi.

“Avete tagliato gli alberi, noi vi tagliamo i voti” recitava lo striscione, con un chiaro riferimento a quanto accaduto la settimana scorsa a seguito dell’ordinanza del tribunale che ha permesso l’abbattimento dei tigli. Che il clima non fosse dei più rilassati si era capito già in mattinata quando Alleanza Verdi Sinistra, pur facendo parte della coalizione, aveva comunicato di non essere presente al comizio di De Pascale. Poche ore dopo, in piazzetta Pescheria, è andata in scena la protesta; urla e cori hanno interrotto De Pascale che ha invitato i manifestanti a salire sul palco, ma non è servito a riportare la calma.

“In democrazia si ha il diritto si spremere la propria opinione – ha replicato De Pascale – voi come avete scritto voterete per altri candidati ed è legittimo, ma è giusto che anche noi possiamo dire la nostra opinione: io devo avere il diritto di raccontare ciò che voglio fare per la sanità e su altre tematiche. Nella storia chi non fa parlare gli altri ha un nome solo”.

Sul posto la Digos ha identificato alcuni dei manifestanti.

ALTERNATIVA PER PIACENZA: “QUALI MISURE PER PRESERVARE POSSIBILI MANUFATTI SONO STATE PREDISPOSTE NEL CANTIERE DI CITTADELLA?”

Quali misure saranno adottate dall’amministrazione e della società appaltatrice per preservare da possibili danneggiamenti i manufatti di interesse storico che sottostanno a piazza Cittadella? se lo chiede il gruppo consiliare di Alternativa per Piacenza che ha presentato, a riguardo, un’interrogazione comunale.

In particolare, considerato l’abbattimento dell’autostazione e il taglio dei 15 alberi, ApP chiede se e con quale frequenza il responsabile del procedimento e il direttore dei lavori svolgono la sorveglianza del cantiere; con quali precauzioni saranno svolte le operazioni di rimozione dei ceppi degli alberi affinché l’estirpazione non danneggi o disperda eventuali reperti d’interesse archeologico presenti nel sottosuolo; quando inizieranno i lavori di formazione dei diaframmi di contenimento perimetrali e di scavo e la concomitante necessaria sorveglianza archeologica.

Domande che ApP formula considerato il protocollo d’intesa sottoscritto da Soprintendenza, Comune e Piacenza Parcheggi che predispone la presenza di un responsabile scientifico con lo scopo di sovrintendere il cantiere nella tutela del reperimento di eventuali reperti.

L’URLO PER GLI ALBERI ARRIVA SOTTO AL COMUNE: “A PIACENZA C’E’ UN NUOVO MOVIMENTO DAL BASSO, NULLA SARA’ PIU’ COME PRIMA”

La battaglia per salvare gli alberi di piazza Cittadella è stata persa, ma non si è perso, anzi rafforzato, il movimento che in questi mesi è nato e cresciuto dal basso. “Nulla in tema urbanistico e ambientale sarà più come prima – fanno sapere gli organizzatori della manifestazione – l’amministrazione volente o nolente dovrà tenere conto di questa nuova consapevolezza che viene dai cittadini”. Insomma la lotta continuerà, promettono gli ambientalisti, per salvare le altre aree verdi della città.

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AURORA, LA MAMMA: “PIACENZA MI HA LASCIATA SOLA. QUESTA CITTA’ NON E’ UNITA, E’ OMERTOSA. LA SORELLA AL 15ENNE: “DICA LA VERITA'”

Il 9 novembre avrebbe compiuto 14 anni, ci sarebbe stata una festa con gli amici. La realtà è che oggi le ceneri della piccola Aurora sono state consegnate alla madre. Perché di lei resta questo. La mamma e sorella con una grande forza vogliono continuare a ricordarla; lo hanno fatto con la fiaccolata per le vie del centro, organizzata dal collettivo femminista R-esisto.
Per la morte di Aurora, precipitata dal balcone del palazzo dove abitava con la mamma, in carcere c’è un ragazzino di 15 anni, accusato dalla procura di averne provocato la caduta. Sono tanti i coetanei che hanno voluto essere presenti alla fiaccolata, adolescenti che hanno rumorosamente urlato lo sdegno verso una tragedia che ha sconvolto la comunità.
Eppure la mamma si sarebbe aspettata una partecipazione diversa, più numerosa, una piazza non sarebbe stata sufficiente a contenere tutti quanti, perché tutta la città avrebbe dovuto farsi sentire, invece, dice, si è, sentita sola.

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ALTERNATIVA PER PIACENZA: “PIAZZA CITTADELLA, LA BRUTTA IMMAGINE DI UNA CERTA POLITICA”

L’Ordinanza del Tribunale di Piacenza che accoglie il reclamo del costruttore del parcheggio interrato pone, nuovamente, l’Amministrazione di Piacenza di fronte alle proprie gravi responsabilità nei confronti della città.
A nulla sono valse oltre 30 mila firme raccolte dai cittadini, né i tanti interventi dei nostri Consiglieri Comunali con i loro atti ispettivi e le loro denunce.
Purtroppo, a nulla è valso il ricorso all’autorità giudiziaria di Legambiente e residenti, sebbene con la prima Ordinanza del giudice Fazio qualche speranza che anche in Italia si potesse iniziare a interpretare le norme giuridiche a difesa dell’ambiente e della salute delle persone in modo innovativo si era generata.
Evidentemente molta strada rimane ancora da percorrere.
In ossequio al principio che le sentenze si rispettano, non vogliamo entrare nei dettagli della parte giuridica. Come Alternativa per Piacenza non possiamo invece trascurare l’aspetto politico, con una Amministrazione che ostinatamente ha ignorato la volontà di un movimento di cittadini autoconvocatosi senza precedenti a Piacenza, se non ritornando al tutt’ora spinoso tema della ex-Pertite.
Gravissimo secondo noi appoggiare il reclamo del costruttore contro i propri stessi cittadini, costato 11.579,04 € di soldi pubblici, come si desume dalla Delibera di Giunta n. 230 del 15-10-2024.
Una brutta immagine, col rischio che la vittoria giuridica di oggi si trasformi in una caporetto politica nel prossimo futuro.
Noi che una visione diversa di politica l’abbiamo, anche attraverso l’impegno che tanti nostri aderenti hanno messo sulla questione, non possiamo che ribadire il nostro sostegno come associazione e come presenza in Consiglio Comunale a tutte le persone che in questa giusta causa credono e per questa si sono riunite.

ALBERI ABBATTUTI IN CITTADELLA, MONTA LA RABBIA DEI CITTADINI

Dopo l’ordinanza di secondo grado dei giudici collegiali, stamattina è iniziato il taglio degli alberi in piazza Cittadella. L’ultima ordinanza ha, di fatto, ribaltato quella di primo grado del giudice Fazio che aveva salvato le 15 alberature dall’abbattimento.

Gli operai, dagli appositi cestelli, hanno tagliato prima le fronde, poi i rami, fino al tronco. In strada, tra rabbia e sconcerto, alcuni cittadini con pentole e coperchi hanno manifestato contro il taglio che ritengono un danno ambientale per tutta la città, con frasi ingiuriose anche rivolte all’amministrazione.

Intanto per sabato pomeriggio alle 15.30 è prevista una nuova manifestazione di protesta aperta alla città in piazzetta Mercanti.

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MONS. CEVOLOTTO: “CI VUOLE UN’ALLEANZA EDUCATIVA PER FAR CRESCERE I NOSTRI RAGAZZI”

Riportiamo integralmente l’omelia del vescovo, Mons. Adriano Cevolotto

Quello che stiamo vivendo è uno di quegli eventi che accorciano le distanze e ci fanno sentire parte gli uni degli altri. Aurora, basta ormai chiamarla per nome, è diventata figlia, sorella, nipote, amica… di tutti e di ciascuno. C’è una profonda partecipazione ad una vicenda assurda, che ha lasciato e lascia
senza parole. Attoniti. Con una domanda che passa di bocca in bocca: Cosa sta succedendo? C’è un verbo che esprime efficacemente la sensazione rispetto a ciò che è accaduto: ‘strappare’. Aurora è stata strappata. Dalla vita. Dai suoi cari. Dagli amici… è stata strappata una piantina piena di boccioli.
Che erano le sue speranze. È stata strappata dalle nostre mani impotenti.

Di fronte al dolore e allo sconcerto è diffuso il tentativo di fuggire. In vari modi: cercando di non farsi toccare simuliamo o attuiamo una presa di distanza emotiva. O, al contrario, ci trasformiamo in investigatori morbosi di particolari che riducono un dramma a noi vicino in un fatto di cronaca.
Ma noi vogliamo lasciarci toccare. Interrogare. Proprio perché non è un brutto sogno vogliamo metterci alla scuola di ciò che provoca sofferenza e rispetto al quale si fa strada la domanda: Perché?
Quando emerge questa domanda, spesso senza risposta, significa che è stato toccato un nervo sensibile, che interroga il senso delle cose e della vita. È doveroso cercare di capire cosa è successo, è fuorviante la ricerca di colpevoli su cui scaricare ogni responsabilità. Allora lasciamoci interpellare.

Aurora, come ogni adolescente, si alimentava di sogni, di progetti, di desideri. Si apriva al mondo degli affetti. Non possiamo, né tantomeno dobbiamo spegnere i sogni di un o di una adolescente. Né tantomeno permettere che vengano spenti da altri. Ma ci è chiesto di evitare, direi proprio di censurare, l’uso di termini impropri come relazione, fidanzamento. Chiamiamo ogni cosa con il proprio nome. L’affascinante relazione tra uomo e donna è una delle cose più complicate che ci sia. Perché realizza qualcosa di arduo: mettere insieme due differenti e complementari modi di pensare, due mondi emotivi, affettivi e sessuali diversi. È solo in un cammino di maturazione personale e relazionale che si giunge ad una scelta d’amore.

La ‘patente affettiva’ non ci viene dallo sviluppo fisico e dalle pulsioni, né è sufficiente il dato anagrafico. Ci viene da una paziente capacità di tenere
insieme la propria felicità con quella dell’altro/a.
Il realizzarsi dei sogni dei nostri giovani richiede accompagnamento di adulti (non solo genitori), attraverso alleanze educative che facciano intravvedere orizzonti comuni. Come è stato ricordato ci vuole un villaggio per dare forza all’educazione. I nostri ragazzi si incuneano immediatamente nelle crepe delle nostre divisioni, della sfiducia che respirano tra le diverse figure adulte con cui hanno a che fare. C’è spazio di crescita nella stima, nelle convergenze di comportamenti, nel vivere la responsabilità non solo verso i propri figli ma anche verso gli altri. Le relazioni e i confronti tra loro pesa molto nella crescita degli adolescenti. Quando accade questa sintonia tra adulti oltre a
beneficiarne loro, si alleggerisce il peso che noi adulti portiamo per il compito educativo che ci è affidato. Abbiamo bisogno di sostenerci perché da soli sarà sempre più difficile. Ognuno metta la sua parte: parrocchie, oratori offriamo la nostra parte, con ciò che ci è proprio. Promuovendo rete con le
famiglie e le altre agenzie educative.

Alla fine di ogni considerazione dobbiamo riconoscere che le nostre mani non sono comunque in grado di custodire. Sono piccole e deboli. La parola di Gesù appena ascoltata ci parla proprio di mani forti che non si fanno sottrarre ciò che è loro consegnato. Sono le mani di Dio Padre che opera per le mani di Gesù. Nessuno, niente, neanche la morte riuscirà a strapparle via (“non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano”).

La mamma di Aurora si augurava: “spero che ora sia in pace”. Ce l’ha promesso Gesù: siamo in mani sicure. Potenti e tenere allo stesso tempo. È motivo
di consolazione e di speranza sentire che se delle mani possono averci strappato Aurora, le mani che l’hanno plasmata, tessuto nel grembo della madre, ora tengono saldi i sogni di futuro, il desiderio di vita e la sete di amore che Lui ha messo nel suo cuore.
Tale certezza di eternità porta con sé il compito che il nostro Dio ci affida: mette nelle nostre mani i sogni che continua a suscitare nel cuore dei suoi figli e delle sue figlie. È il loro futuro immaginato, desiderato, cercato. Lo dobbiamo condividere, custodire e alimentare perché nel loro futuro c’è anche il nostro. Voler bene, il bene delle nuove generazioni richiede di essere al servizio della fiducia.
Una comunità che non combatte la paura e la sfiducia verso il domani e verso l’altro che incontra, che non riesce a custodire il futuro dei propri figli è destinata a non averne. Nel racconto del profeta Elia, in fuga perché succube della delusione verso la vita, rifugiato dentro una caverna, ci è descritto un Signore che lo rincorre, lo cerca oltre il deserto, sul monte. E gli si
manifesta non nella potenza del terremoto o del fuoco, né nell’impeto del vento, ma in una brezza leggera. Nel nostro dolore e disorientamento in questo modo il Signore si avvicina noi.

Usciamo dal buio della caverna nel quale la morte ci ha rinchiusi per stare davanti al Signore che ci raggiunge per farci ritornare sui nostri passi rinnovati nella speranza, per non lasciare nel freddo dell’assurdità e della paura i nostri figli e le nostre figlie.

LA CITTA’ ABBRACCIA AURORA. IL VESCOVO: “UN BOCCIOLO STRAPPATO ALLA VITA. REALIZZIAMO I SOGNI DEI GIOVANI CON ALLEANZE EDUCATIVE”

Un sorriso limpido, uno sguardo innocente. Il viso di Aurora, ritratto in una grande fotografia, era sul sagrato del duomo, insieme a fiori bianchi e argentati, ad accogliere chi le ha voluto portare un ultimo commosso saluto.
Tantissimi ragazzini come lei, compagni di classe e amici, ma anche tanti adulti. Perché per tanti di noi Aurora è come una figlia: “Basta chiamarla per nome – ha detto nell’omelia il vescovo Cevolotto – è diventata figlia, sorella, nipote e amica di tutti”. La sua morte è davvero una tragedie collettiva. Una morte assurda, per cui, oggi è in carcere il 15enne, accusato di averla spinta nel vuoto dal balcone di casa.

In cattedrale è stato il giorno delle esequie, dove tanti hanno pianto e l’hanno ricordata “sei una stellina luminosa” ha letto una compagna “manchi come l’aria, manca la tua risata” ha ricordato un’altra.

All’esterno uno striscione a ricordare a tutti che “Aurora vive, questo non è un addio ma un arrivederci” accompagnato da quella maledetta data 25 ottobre 2024. e poi tante rose bianche che al termine della messa sono state depositate sul feretro bianco.
“Eventi come questo accorciano le distanze e ci fanno sentire parte gli uni degli altri – ha detto mons. Cevolotto – Aurora è stata strappata alla vita. C’è voglia di fuggire: qualcuno non vuole farsi toccare da questa tragedia, altri si comportano da investigatori morbosi. Invece noi vogliamo lasciarci toccare e interrogare: vogliamo riflettere” ha detto il vescovo.
E ancora “E’ doveroso capire cosa è successo ma è fuorviante la ricerca di colpevoli su cui scaricare le responsabilità. Perché non si possono spegnere i sogni di un’adolescente, né permettere che vengano spenti da altri, ma – è il monito del vescovo – ci è chiesto di evitare, anzi censurare, termini impropri come relazione o fidanzamento. Chiamiamo ogni cosa con il proprio nome”.

Al termine delle esequie, il silenzio ha accompagnato il feretro fuori dalla chiesa, spezzato solo dai singhiozzi di pianti strazianti. Poi i palloncini bianchi sono stati liberati in cielo seguiti da un lungo applauso.

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LEGAMBIENTE: “LA MAGISTRATURA HA PERSO UN’OCCASIONE IMPORTANTE PER LA DIFESA DELL’AMBIENTE”

Registriamo con estrema amarezza l’Ordinanza emessa oggi dal tribunale di Piacenza con la quale ha accolto il reclamo presentato da Piacenza Parcheggi avverso alla Ordinanza ex art. 700 c.p.c. assunta in data 29/09/2024 dal giudice Fazio.
La profonda amarezza non è esclusivamente legata all’esito della causa ma soprattutto alle motivazioni, almeno da una prima lettura, che hanno portato il collegio ad accogliere il reclamo.

Ci pare in primis, da una prima veloce lettura che approfondiremo, che con questa pronunzia la Magistratura, almeno una parte di essa, abbia perso una occasione importante per sostenere gli obbiettivi della difesa dell’ambiente e quindi dei cittadini, rendendo finalmente efficace la modifica dell’articolo 9 della Costituzione.
Ci appare evidente che l’interpretazione assunta dal Tribunale circa l’oggettività del danno derivante dal taglio delle piante sia identificata solo con la dimostrazione quantitativa puntuale e materiale dello stesso; in sostanza si richiederebbe di dimostrare di quanti gradi aumenterebbe la superficie della piazza senza gli alberi, di quanti effetti l’aumento della temperatura produrrebbe alla salute, ecc. al fine di giudicare “irrimediabile” leffetto dell’intervento. In tal modo eludendo di fatto i chiari orientamenti e le raccomandazioni scientifiche consolidate a livello nazionale e internazionale.

La considerazione che le ragioni dei ricorrenti potessero essere validate solo attraverso la dimostrazione “quantitativa” e scientifica dei gradi in più producibili con il taglio delle piante e dei danni osservabili sulla salute dei cittadini, al di la del contraddire totalmente l’impianto innovativo logico e giuridico dell’ordinanza del giudice Fazio, relega il principio di precauzione ad un puro esercizio teorico e sostanzialmente inefficace ai fini della tutela della salute dei cittadini.
Ci dispiace ma non possiamo concordare con tale interpretazione, che purtroppo rivela quanto ancora parte della cultura giuridica, oltre che quella politica, sul rispetto dell’ambiente sia rimasta insensibile e arretrata.

La precauzione così come la prevenzione, a nostro modesto parere, deve agire non solo dove il danno è certo, ma anche possibile e/o probabile ed intervenire evitando che tali danni e/o anche soli rischi possano manifestarsi.
Ci pare che così non stia accadendo a Piacenza in generale e in Piazza Cittadella in particolare. Ancora una volta la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, resta un corollario rispetto alla tutela degli interessi economici, se pur legittimi, dei privati.

Fa davvero soffrire immaginare l’abbattimento delle 15 piante monumentali ma ancor di più farà male l’impatto sanitario e psicologico sui cittadini di questa pronunzia e della scelta del Comune di costituirsi contro i propri stessi cittadini; anche quello non sarà misurabile ma certamente molto grave.