BERRA: “UN CENTRO SINISTRA ESCLUSIVAMENTE PD E’ UN ERRORE CLAMOROSO. PER LE COMUNALI E’ NECESSARIO UN ALTRO REGISTRO”

Oltre all’innegabile soddisfazione per la netta vittoria del presidente De Pascale, occorre che a livello locale si facciano delle riflessioni. Perché se in regione il Partito Democratico sfiora il 43 per cento, non è così a livello provinciale, seppur il recupero nei confronti di Fratelli d’Italia, primo partito a Piacenza, è certamente significativo.
Con il 31 per cento in provincia e il 33 in città, il PD ha tuttavia raggiunto un buon risultato, certo fra luci e ombre, come sottolinea il segretario Berra. Fondamentale, da qui ai prossimi appuntamenti elettorali, sarà la coalizione che in queste elezioni ha dimostrato una certa debolezza rispetto al ruolo trainante dei democratici.

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PALAZZO DEL GOVERNATORE E POLISPORTIVO DIVIDONO L’AULA: MAGGIORANZA “GUARDIAMO AL FUTURO”, OPPOSIZIONE “SUPERFICIALITA’ E FACILONERIA”

Sono stati gli 800mila euro accantonati per i lavori di adeguamento del palazzo del Governatore, i 150mila euro per le spese di avvocatura esterne e i 7,5 milioni di euro per il mutuo per la riqualificazione del Polisportivo ad accendere la discussione nell’ultima seduta di consiglio comunale. Per questi importi si è votata la variazione di bilancio con il voto contrario della minoranza che ha accusato la maggioranza di spendere denaro per un immobile non di proprietà comunale (palazzo del Governatore), oltre che indebitare il Comune per oltre 15 anni (con il mutuo per il rifacimento del Polisportivo Franzanti).

“Emblematica la faciloneria con cui si spendono i soldi dei piacentini – ha detto il consigliere di ApP Luigi Rabuffi  riferendosi al Polisportivo e al trasferimento del Museo di Storia Naturale al palazzo del Governatore – oggi scopriamo che questo trasloco ha un costo a carico del Comune, ed ecco magicamente resi disponibili 800mila euro. Una sorpresa che, ogni persone dotata di buonsenso, poteva vedere da subito, perché gli spazi della Camera di Commercio per la collocazione provvisoria del museo, dovranno essere adattati e ristrutturati. Agli 800mila euro poi, si dovrà aggiungere il costo del trasloco delle decine di migliaia di pezzi che verranno depositati a Roma, si parla di circa 400mila euro.” Il consigliere Rabuffi torna anche sulle spese per l’avvocatura esterna; “l’impegno di spesa per l’anno 2022 era di i 6655 euro, nel 2023 di 4268 euro. Si è passati nel 2024, dagli ipotetici 10mila annui, ai 90mila come indicato nella delibera di giunta, a cui aggi aggiungiamo i 60mila euro. 155Mila euro in totale
siamo a 35 volte tanto” conclude.

“Sul museo di Storia Naturale vi chiedo di porre attenzione – si raccomanda la consigliere Patrizia Barbieri (civica Barbieri – Liberi) – se l’accordo quadro non viene sottoscritto cosa fate? Almeno andate in autotutela, il non sapere cosa succede dopo la situazione provvisoria è cosa dell’altro mondo. E’ stata un’operazione pensata con grande superficialità”.

“Considerata l’urgenza del Politecnico di avere spazi per i nuovi corsi di laurea che troveranno spazio laddove oggi c’è il Museo, l’accordo quadro doveva già essere pronto – fa eco il collega Massimo Trespidi – questo è rilevate dal punto di visto politico, ci siamo arrivati in modo superficiale e pasticciato”.

Dalla maggioranza sono arrivate invece parole di massima apertura verso le parole dell’assessore al Bilancio Gianluca Ceccarelli; Luca Dallanegra (Per Piacenza) ha sottolineato come “il palazzo del Governatore non un immobile del Comune, ma fa parte del patrimonio culturale di Piacenza. Inoltre questi importi saranno scontati dal futuro canone di locazione, da cittadino – conclude – è un’operazione che capirei: è una spesa per rendere migliore il futuro della città, si chiama investimento per un ritorno economico concreto”. Sulla stessa linea anche i consiglieri Sandro Spezia (Piacenza Oltre) “ho fatto una ricerca su come hanno fatto altre comuni e risulta la stessa scelta di Piacenza riguardo al mutuo”; Salvatore Scafuto (Pd) “sono opportunità per la città che guardano al futuro e al bene comune”; Claudia Gnocchi (gruppo misto) ha chiesto che “venga portato l’atto che oggi si deve sottoscrivere con Camera di Commercio e Politecnico “e che l’importo che oggi mettiamo a bilancio e destinato alla ristrutturazione di un immobile che non è di proprietà dell’ente tenga conto di quanto si spende per esso”.

 

 

 

ELEZIONI REGIONALI: ELETTI TAGLIAFERRI, QUINTAVALLA E ALBASI. DOVE SONO FINITI I VOTI DEL MOVIMENTO SPONTANEO DI PIAZZA CITTADELLA?

Piacenza resta l’unica provincia emiliana romagnola ad essere, senza dubbio, di centro destra. Oltre alla bassissima affluenza alle urne che ha caratterizzato questa tornata elettorale, a saltare all’occhio è proprio il dato politico che pone la nostra provincia in controtendenza rispetto al trend regionale che vede in tutte le province il Partito Democratico avanzare rispetto a Fratelli d’Italia: non accade a Piacenza.

Nella nostra provincia la candidata Elena Ugolini ha ottenuto il 56% dei voti e FdI si conferma il primo partito al 37,59%, a seguire Lega al 9.90%, Forza Italia al 7,22% la civica Ugolini presidente al 2,53%. Il PD a Piacenza e provincia si ferma al 31,54%, AVS 3,56%, Movimento 5 Stelle 3,49%, civici con De Pascale presidente 1,30%, Emilia Romagna Futura 1,25%. Risultati che portano il neo presidente De Pascale a raggiungere “solo” il 41,5%.

Un quadro esattamente opposto rispetto al risultato complessivo che ha visto De Pascale primeggiare sull’avversaria Ugolini con un netto 56,7% rispetto al 40,1 della candidata del centro destra. Una riflessione che per i dirigenti locale del PD dovranno affrontare, anche e soprattutto in vista del voto comunale del 2027, non troppo lontano per la verità.

Un’altra riflessione che si impone nel panorama locale è che fine ha fatto il movimento spontaneo nato e cresciuto negli ultimi tre mesi intorno a piazza Cittadella? Le oltre 30mila firme raccolte contro il taglio degli alberi dove si sono incanalate? Certamente non in Alleanza Verdi Sinistra che a livello locale ha ottenuto 3,56% (molto meglio il risultato regionale 5,30%). Forse sono andate a riempire quella larga sacca di astensionismo che continua a caratterizzare anche la nostra provincia, seconda solo a Rimini quanto a scarsa partecipazioni ai seggi.

Vola a sfiorare il 43% dei voti il Partito Democratico a livello regionale; uno dei risultati nettamente più positivi degli ultimi anni, confermandosi il vero e unico traino della coalizione di centro sinistra.

Per quanto riguarda i candidati piacentini Giancarlo Tagliaferri si conferma l’unico ad entrare in consiglio regionale con un ottimo risultato personale 7539 preferenze; Erika Opizzi 4696, Sara Soresi 3170, Paolo Negri 836.

Per la Lega nessun dei candidati entra in consiglio regionale: Matteo Rancan ha ottenuto 3586 preferenze, Giada Ferrari 886, Lorella Capucciati 359, Domenico Velotto 76.

Neppure in Forza Italia è stato eletto alcun candidato piacentino: Gianluca Argellati 1475 preferenze, Federica Ferrari 861, Filiberto Putzu 562, Monica Molinaroli 48.

Nella civica Ugolini presidente Elisabetta Buscarini ha ottenuto 436 preferenze, Luigi Contini 290, Giovanni Forlini 122, Simonetta Bottinelli 76.

Nella coalizione vincente del presidente De Pascale, Luca Quintavalla e Ludovico Albasi sono stati eletti in consiglio regionale nelle fine del PD con, rispettivamente, 5897 e 3596 preferenze, Virginia Zilli 3224 e Michela Cucchetti 2381.

Alleanza Verdi Sinistra: Barbara Montanari ha ottenuto 513 preferenze, Paolo Pantrini 195 e Vanda Campregher 168.

Movimento 5 Stelle: Silvana Maserati ha ottenuto 406 preferenze, Giuseppe Ticchi 206, Chiara Isola 178, Giuliano Congiu 148.

La lista civica De Pascale presidente: Manola Gruppi 150 voti, Maria Rattotti 131, Mirco Marchesini 82, Emanuele Maffi 55.

La lista civica Emilia Romagna Futura: Clarissa Dell’Aquila 138 preferenze, Fabrizio Faimali 77, Lucilla Mori 46, Damiano Iulio 20.

Per la lista Emilia Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro con il candidato Federico Serra (1.62%), la candidata piacentina Michela De Nittis ha conquistato 307 preferenze, Giorgio Millul 87, Elderdah Fisal Elmoursi Elkotb 53, Lara Bologna 29.

Il candida presidente Luca Teodori ha ottenuto lo 0,77%.

 

 

 

DE PASCALE PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA: “HANNO VINTO VALORI, ORGOGLIO E FIDUCIA”

Si dice riconoscente a tutte le forze della coalizione che gli hanno permesso di diventare il nuovo presidente della regione Emilia Romagna con un risultato netto: 55%. Michele De Pascale ha dichiarato di aver vinto per il messaggio chiaro che è passato. Tre elementi: “valori, orgoglio e fiducia con una politica onesta e mai arrogante” ha detto De Pascale che si detto, nonostante il risultato “preoccupato per la scarsa affluenza alle urne”.

La prima cosa che farà da neo governatore della regione sarà incontrare la Presidente del Consiglio Meloni per lavorare insieme ad “un cambio di passo sulle politiche per il dissesto idrogeologico. Basta speculazioni – ha detto De Pascale – occorre una nuova collaborazione, a partire dal commissario per la ricostruzione a fronte di quanto accaduto in Romagna nell’ultimo anno e mezzo”.

PARTITO DEMOCRATICO: IN REGIONE SFIORA IL 40 PER CENTO. PIACENZA IN CONTROTENDENZA

Le proiezioni confermano il forte distacco tra Michele De Pascale al 56,5% e Elena Ugolini al 39,80; per quanto riguarda i partiti delle coalizioni, nel centro sinistra si potrebbe parlare quasi di partiti unico con il PD che arriva al 39,80%, AVS 6,00%, Movimento 5 Stelle 4,30, De Pascale presidente 4,20, Emilia Romagna Futura 2,10. Nel centro destra Fratelli d’Italia è al 23,5%, Forza Italia 6,3%, Lega 5,5 % Ugolini presidente 5%.

Diversa la situazione nella provincia di Piacenza dove, al momento, la candidata Ugolini è al 55,10% e De Pascale al 42,19%; il primo partito è Fratelli d’Italia 42,19%

REGIONALI: DE PASCALE AVANTI DI 16 PUNTI NEI PRIMI EXIT POLL. AFFLUENZA BEN SOTTO AL 50 PER CENTO

Seggi chiusi alle 15; l’affluenza in provincia di Piacenza si è fermata al 41,49%, solo Rimini ha registrato un dato più basso (40,73%). Nel 2020, nella provincia di Piacenza, aveva votato il 62,91% degli aventi diritto. In nessun comune della provincia si è superato il 50% dei votanti; Corte Brugnetella e Travo sono i comuni che hanno registrato la maggior affluenza.

Dalle prime proiezioni il candidato del centro sinistra Michele De Pascale è avanti di 16 punti percentuale rispetto alla candidata del centro destra Elena Ugolini. Una situazione ben diversa rispetto al 2020, quando Bonaccini con circa 7 punti percentuali sulla candidata Lucia Borgonzoni.

ELEZIONI REGIONALI: AFFLUENZA FERMA SOTTO AL 32%. ALLE 15 CHIUSURA DEI SEGGI

Si chiuderanno alle 15 di oggi i seggi per l’elezione del nuovo presidente della regione e il rinnovo del consiglio regionale. Finora il dato da evidenziare è quello dell’affluenza, per altro molto scarso rispetto alle precedenti elezioni del 2020 dove si votò solo domenica 26 gennaio.

Il dato delle ore 23 di domenica vede l’affluenza a Piacenza ferma al 31,56%, solo Rimini ha la percentuale più bassa al 30,17%; Bologna quella più alta al 40,58%. Quattro anni fa la percentuale alle 23, alla chiusura dei seggi, a Piacenza era 62,91%.

Per quanto riguarda la provincia di Piacenza, i comuni dove si è registrata l’affluenza più bassa sono stati Morfasso 12,99%, Ottone 9,93%, Zerba 16,24%; quello con la più alta affluenza Travo con 37,01%.

ARIANNA MELONI: “IN EMILIA ROMAGNA NON E’ UNA STORIA GIA’ SCRITTA”

“In Emilia Romagna non è una storia scritta”, come è a dire che ce la si può giocare eccome. Così Arianna Meloni, capo della segreteria nazioale di Fratelli d’Italia, ha incontrato candidati e militanti a pochi giorni del voto regionale. Ad attenderla un auditorium gremito, circa 200 persone, che hanno ascoltato il comizio della sorella della premier.
In prima fila i candidati al consiglio regionale: Giancarlo Tagliaferri, Sara Soresi, Erika Opizzi e Paolo Negri, insieme al capogruppo alla Camera Tommaso Foti.

Senso di responsabilità e forte governabilità, dimostrato dopo oltre due anni di governo e in molte regioni italiane strappate al centro sinistra; e poi il lavoro che è cresciuto mai cosi tanto dal 2006, sono i cavalli di battaglia di Meloni per voltare pagine anche in Emilia Romagna.

BONELLI: “LE CONTESTAZIONI VANNO SEMPRE RISPETTATE. AGLI ELETTORI DEL PD CHIEDO DI VOTARE AVS”

“Le contestazioni vanno sempre rispettate” , così il segretario dio Europa Verde Angelo Bonelli ha commentato la protesta andata in scena qualche giorno fa durante il comizio di chiusura del candidato del centro sinistra Michele De Pascale.
“Siamo alleati del PD e gli alleati si rispettano, anzi invito gli elettori del Partito Democratico a votare AVS in queste elezioni regionali”.

https://fb.watch/vRVfLcWd1W/

URLA E PROTESTE AL COMIZIO DI DE PASCALE: “CHI NON FA PARLARE GLI ALTRI HA UN SOLO NOME”

Doveva essere il comizio di fine campagna invece si è trasformato in un momento di aspra contestazione. Il candidato del centro sinistra De Pascale, e la sindaca Tarasconi, che lo affiancava, sono stati l’oggetto delle proteste da parte di un gruppo di contestatori, la maggior parte di loro ha portato avanti, in questi mesi, il presidio in piazza Cittadella contro il taglio degli alberi.

“Avete tagliato gli alberi, noi vi tagliamo i voti” recitava lo striscione, con un chiaro riferimento a quanto accaduto la settimana scorsa a seguito dell’ordinanza del tribunale che ha permesso l’abbattimento dei tigli. Che il clima non fosse dei più rilassati si era capito già in mattinata quando Alleanza Verdi Sinistra, pur facendo parte della coalizione, aveva comunicato di non essere presente al comizio di De Pascale. Poche ore dopo, in piazzetta Pescheria, è andata in scena la protesta; urla e cori hanno interrotto De Pascale che ha invitato i manifestanti a salire sul palco, ma non è servito a riportare la calma.

“In democrazia si ha il diritto si spremere la propria opinione – ha replicato De Pascale – voi come avete scritto voterete per altri candidati ed è legittimo, ma è giusto che anche noi possiamo dire la nostra opinione: io devo avere il diritto di raccontare ciò che voglio fare per la sanità e su altre tematiche. Nella storia chi non fa parlare gli altri ha un nome solo”.

Sul posto la Digos ha identificato alcuni dei manifestanti.