EUROPEE: FRATELLI D’ITALIA PRIMO PARTITO A PIACENZA 36.46%. PD STACCATO A 23.68%. PAOLA GAZZOLO LA PIACENTINA PIU’ VOTATA

Il dato certo è che il voto in Europa, e a ricaduta pure in Italia, vira decisamente  sempre più a destra. Già un primo sentore era arrivato dagli exit poll in Francia, Germania, Austria e Spagna, dove i candidati della destra hanno superato quelli democratici e socialisti.

In Italia è andata così, in linea con i principali Stati Europei: il primo partito si conferma Fratelli d’Italia con il 28.80%, segue il Partito Democratico con 24.03%, Movimento 5 Stelle con 9.98%, Forza Italia con 9.69%, Lega con 9.08%, Alleanza Verdi-Sinistra con 6.66, gli altri partiti non hanno raggiunto il 4%.

Non è andata coì in Emilia Romagna dove a primeggiare è il PD con 36.11%, risultato probabilmente dovuto alla candidatura del governatore Stefano Bonaccini nella circoscrizione nord est, Fratelli d’Italia con 28.02%, Movimento 5 Stelle 7.17%, Alleanza Verdi-Sinistra 6.53%, Lega con 6.48%, Forza Italia con 6.11%.

Nei 302 seggi della provincia di Piacenza la tendenza è stata quella nazionale: Fratelli d’Italia è il primo partito con 36.46%, PD con 23.68%, Lega in risalita con 10.21%,  Forza Italia 8.89%, il Movimento 5 Stelle scende con 6.44%, Alleanza Verdi-Sinistra 5.33%.

A Piacenza nei 107 seggi dove su 75.476 elettori hanno votato in  39.063 (51.76%)  Fratelli d’Italia è il partito con il numero maggiore dei consensi 31.92%, segue il PD con 27.26%, Lega 8.10%, Forza Italia 7.92%, Alleanza Verdi-Sinistra 7.17% che supera il M5S fermo a 6.98% e Azione al 4.22%.

A livello comunale è Piozzano che registra il maggior numero di votanti 80.58%, segue Gossolengo con il 69.67%. Il comune con l’affluenza più bassa è stato Cerignale con 35.67%. L’affluenza alle ore 23, nella provincia di Piacenza, è arrivata a 55.17% contro il 64.42% di cinque anni fa.

Da segnalare il risultato della candidata piacentina Paola Gazzolo che è stata la più votata dopo il capolista Bonaccini; ha raggiunto, nel comune di Piacenza 1730 voti, 6973 nella circoscrizione nord est dove era candidata. Il più votato nel Pd a Piacenza è Stefano Bonaccini con 10228. Sempre in provincia il generale Roberto Vannacci fa il pieno nella Lega con 4775 preferenze, in Fratelli d’Italia prima per voti personali la premier Giorgia Meloni con 13804, la candidata più votata in assoluto a Piacenza e provincia. Degli altri piacentini: Paola Gori del M5S ottiene 226 voti e Filippo Bruschi (Alternativa popolare) 108.

 

 

FRATELLI D’ITALIA PRESENTA UN’INTERROGAZIONE SUGLI INCARICHI DEL DIRETTORE CANESSA. “E IL PARERE DI ANAC?”

Sono tornate laddove erano rimaste lunedì, nella seduta troncata di consiglio comunale. Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, composto da Sara Soresi, Gloria Zanardi, e Nicola Domeneghetti, assente in conferenza stampa per motivi di lavoro, ha ripreso il filo del discorso che si era interrotto dopo che la maggioranza, lunedì, aveva lasciato l’aula. In particolare depositeranno una interrogazione per capire se esiste o meno incompatibilità, in base alle linee guida dettata da Anac, sulle funzioni assegnate, dalla sindaca Tarasconi a Luca Canessa.
La consigliera Zanardi invece è tornata sulla possibilità di richiedere pareri esterni all’ente: è accaduto anche nel settembre scorso per la pratica della ex Manifattura Tabacchi sempre da parte dell’ on. De Micheli.

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PIAZZA CITTADELLA, I CAPIGRUPPO DI MAGGIORANZA: “ILLAZIONI PESANTISSIME DA PARTE DEL CENTRO DESTRA. LA PRATCA E’ UNA SCUSA PER SCREDITARE IL COMUNE”

I capigruppo di maggioranza Fossati, Infantino, Dallanegra e Ceccarelli tornano sul consiglio comunale di lunedì, in particolare su quello che definiscono “un attacco di tale violenza, con illazioni pesantissime e accuse dirette, nei confronti dei dipendenti dell’ente comunale” riferendosi alle parole dei consiglieri di centro destra. L’abbandono dell’aula? I capigruppo di PD, Coraggiosa, Per Piacenza e Piacenza Oltre rispondono “non abbiamo certo lasciato l’aula per evitare che si arrivasse al voto su quella che è stata definita una sorta di “sfiducia” al concessionario privato e di conseguenza che si arrivasse in quella sede a decidere se dovesse o meno essere risolto il contratto di concessione. Quegli ordini del giorno sarebbero stati inammissibili, e non c’è tema di smentita su questo punto”

Ecco la nota:

Piazza Cittadella è solo una scusa. E’ la scusa per screditare il Comune di Piacenza, l’onestà dei suoi dipendenti e dei suoi amministratori, ed è la scusa per immobilizzare tutto, per frenare, per impedire che questa città vada avanti. Tutto ciò all’insegna del “Tuca gnint” per dirla con un adagio piacentino: “non toccare niente”, stare fermi immobili, in modo che non venga infastidito qualcuno, in modo che non vengano toccati misteriosi interessi, in modo che chi si lamentava continui a farlo e in modo che chi vuole vedere tutto fermo continui a rimanere soddisfatto. Una visione che, tuttavia, ha preso una batosta elettorale notevole nel 2022 contro ogni aspettativa. E chi di dovere dovrebbe farsene una ragione. Ma così non è, e oggi stiamo assistendo a qualcosa di davvero anomalo e che nulla ha a che fare con la dialettica politica.

Non era mai accaduto nella storia amministrativa di Piacenza di assistere a un attacco di tale violenza, con illazioni pesantissime e accuse dirette, nei confronti dei dipendenti dell’ente comunale. Un attacco che si basa su falsità, sulla mistificazione della realtà e ignora totalmente, in modo quasi imbarazzante, ciò che è avvenuto fino all’estate del 2022. E, per rimanere sul tema del giorno, ci riferiamo proprio alla pratica di piazza Cittadella che si basa su un contratto di concessione che risale al 2012: fino all’insediamento dell’attuale amministrazione, ovvero fino all’estate del 2022, si è battuto palla e lo dimostrano in modo inequivocabile i tempi abnormi che trascorrevano nelle interlocuzioni tra concessionario ed ente, e con il Comune di Piacenza che a un certo punto si è trovato in una condizione rischiosa. E il contratto di concessione che oggi l’opposizione vorrebbe veder stracciato all’istante, non è stato stracciato quando la stessa opposizione è stata al governo della città per cinque anni. E non si venga a parlare del Covid per l’ennesima volta: non c’entra niente. Se lo si voleva fare, lo si faceva.

La “colpa” di questa amministrazione, per l’attuale minoranza di centrodestra, pare sia quella di aver deciso che la pratica di piazza Cittadella andava sbloccata in modo serio e operativo, che si dovesse prendere una direzione chiara con un finale ancora più chiaro: o si realizza il parcheggio interrato con la riqualificazione di una piazza che oggi cade in pezzi ed è vergognosa, o si risolve il contratto di concessione (senza però che il Comune sia inadempiente) e si intraprende un’altra via da definire. Questo era ed è l’obiettivo dell’attuale amministrazione guidata dalla sindaca Katia Tarasconi, che ha anche espresso la legittima volontà politica di veder realizzato un parcheggio interrato che – a dispetto delle “verità” propinate da certi consiglieri comunali – i piacentini vogliono! E lo vogliono perché è utile, in quella zona più che mai.

Ci si è mossi, in buona sostanza; ci si è svegliati dal torpore, come è giusto che sia in una città che guarda al futuro e non si incancrenisce nell’immobilismo. Apriti oh cielo! Non sia mai che Piacenza si muova in una direzione, una qualsiasi. E ora ce la si prende non più solo con la parte politica che guida questo Comune dopo aver vinto le elezioni, ma ce la si prende con la parte tecnica, con i dirigenti, con i dipendenti, con il direttore generale che, guarda caso, non è di Piacenza, arriva da un’altra realtà e si muove in modo serio nell’ambito delle sue funzioni. Che non sono quelle del RUP della pratica di piazza Cittadella, giusto per chiarire subito un punto cruciale oggetto di menzogne ripetute, anche con riferimento all’anticorruzione, che si sono alzate dai banchi dei consiglieri del centrodestra piacentino. Sono menzogne inaccettabili. Ed è questo il motivo per il quale abbiamo deciso, come maggioranza, di abbandonare l’aula consiliare lunedì scorso. Un segnale forte? Può darsi, ma di certo chi si prende la briga di analizzare i fatti e commentarli non dovrebbe prescindere dal perché, e dovrebbe aver ben presente che non può valere tutto, nemmeno in una sede “sacra” come il Consiglio comunale. E si badi bene: non abbiamo certo lasciato l’aula per evitare che si arrivasse al voto su quella che è stata definita una sorta di “sfiducia” al concessionario privato e di conseguenza che si arrivasse in quella sede a decidere se dovesse o meno essere risolto il contratto di concessione. Quegli ordini del giorno sarebbero stati inammissibili, e non c’è tema di smentita su questo punto. Quella seduta consiliare aveva altri ordini del giorno, il dibattito era su altro e in particolare sulla tanto discussa fideiussione che si è poi rivelata falsa; questione sulla quale è stata fornita tutta la documentazione possibile. In quel Consiglio comunale non si poteva votare su una pratica che deve, e non può che essere così, valutata dagli uffici.

QUEI BANCHI VUOTI CHE SVILISCONO LA DEMOCRAZIA

Queste poltrone fanno male alla democrazia. Sono una pagina triste della politica di casa nostra che si è consumata su una delle partite più intricate e che da più anni si trascina senza soluzione. Viene da chiedersi se sia la volta buona o se anche sta volta la strada sia già segnata.

Piazza Cittadella e il suo parcheggio interrato, un’opera da quasi 15 milioni di euro. In mezzo ci si è messa una fideiussione falsa, un’indagine della Procura tutt’ora in corso e una serie di tiri incrociati tra amministrazione e uffici che hanno portato ad un clima generale non certo facile da gestire. In più, il dialogo con “l’interlocutore difficile” (come lo ha definito il direttore generale Luca Canessa) Lodetti Alliata, manager di GPS- Piacenza Parcheggi, che venerdì in commissione avrebbe presentato una bancabilità parziale.

Gli uffici sono al lavoro proprio per capire se i documenti presentati garantiscono per la consegna del cantiere. Sono ore febbrili e parecchio tese. Tensione che si è chiaramente manifestata lunedì, nell’ultima seduta di consiglio, con duri scontri verbali tra maggioranza e opposizione culminati proprio con l’abbandono dell’aula da parte di quest’ultima. Dopo la seconda sospensiva, richiesta proprio dalla maggioranza, i consiglieri non si sono presentati facendo mancare il numero legale per la prosecuzione  della seduta.

A trovare impreparati i consiglieri sarebbero stati due ordini del giorno presentati dai colleghi dell’opposizione in cui veniva richiesto l’avvio delle procedure per la risoluzione del contratto con Piacenza Parcheggi considerata la mancata presentazione, a loro avviso, della bancabilità. Ordini del giorno che sarebbero stati discussi e dunque votati mettendo non poco in imbarazzo la maggioranza stessa che sul tema sembra assai divisa.

La decisione di non presentarsi in aula sarebbe invece scaturita, è la posizione della maggioranza, dal clima da inquisizione che si stava consumando in consiglio rispetto all’operato di alcuni dirigenti comunali, in particolare del direttore generale Canessa. Alcuni consiglieri di centro destra, in particolare la consigliera Soresi, ha evidenziato i molteplici incarichi affidati al direttore generale: dalla stesura dell’addendum, ai contatti con il concessionario, definendolo il “factotum dell’amministrazione”. Interventi che la maggioranza ha bollato come “intimidazioni”, una sorta di “plotone d’esecuzione” contro i dipendenti comunali.

In tutto ciò la Presidente del consiglio comunale si è limitata a ricordare ai consiglieri di non uscire dal tema dell’ordine del giorno e di non rivolgere attacchi personali ai dipendenti comunale.  Ma trattare del rapporto fiduciario tra amministrazione e concessionario era inevitabile, considerato che la seduta di consiglio è stata successiva a ben due commissioni, una della quali ha visto l’audizione dell’amministratore Lodetti Alliata che, di fatto, non ha presentato quello che ci si aspettava facesse, ovvero la bancabilità totale per avere la consegna del cantiere.

Una brutta pagina, i banchi vuoti non sono mai un’immagine confortante per la democrazia che il palazzo comunale dovrebbe rappresentare.

 

 

PIAZZA CITTADELLA: APP E CENTRO DESTRA CHIEDONO UN NUOVO CONSIGLIO COMUNALE AD HOC

Dopo il nulla di fatto, in termini amministrativi, dell’ultimo consiglio comunale sciolto per mancanza del numero legale, le opposizioni hanno nuovamente inoltrato alla Presidente Gazzolo una richiesta di convocazione. Unico l’ordine del giorno: discussione ed eventuale presentazione di ordini del giorno relativamente alle problematiche emerse nell’ambito del piano di riqualificazione di Piazza Cittadella e della gestione dei parcheggi di superficie. Firmato dai consiglieri di ApP, Civica Barbieri, Lega e Fratelli d’Italia.
Un ordine del giorno pensato in modo da poter discutere della pratica, così come non è accaduto nell’ultimata seduta, con la possibilità di presentare degli ordini del giorno che già erano stati elaborati nel consiglio di lunedì ma che non sono stati discussi ne’ tantomeno votati, perché la maggioranza ha deciso di abbandonare l’aula.
Da oggi la Presidente Gazzolo ha quindici giorni di tempo per la convocazione della nuova seduta.

E’ SCONTRO DURO IN CONSIGLIO. LA MAGGIORANZA LASCIA L’AULA E FA SOSPENDERE LA SEDUTA

Ore 18,30 consiglio comunale terminato per mancanza del numero legale, la maggioranza ha deciso di lasciare l’aula. E così la seduta, richiesta dalla opposizione, ApP e centro destra, su Piazza Cittadella, in particolare su fideiussione falsa e rapporto di fiducia tra concessionario e amministrazione, si è trasformata in un ring, dove lo scontro duro, anche verbalmente, ha prevalso su ogni cosa. Cosa ha portato a casa Piacenza dalla seduta di oggi? Assolutamente nulla, non un bello spettacolo.
Ecco com’è andata

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FOSSATI: “POSTE LE BASI PER UN CAMBIO DI PASSO”

Dalle parole del capogruppo PD Andrea Fossati la crepa sembra ricomposta. Nel segno di quanto auspicato dal segretario provinciale Berra, ovvero un cambio di passo nel gestire quelle pratiche che richiedono maggiore condivisione come sarebbe dovuto essere per la delibera della palestra della scuola Carella bocciata dal voto contrario di quattro consiglieri di maggioranza e una astensione.
Il tavolo di maggioranza dell’altra sera nella sede del PD si è svolto all’insegna della franchezza e avrebbe segnato un cambio di passo nel metodo e nella gestione delle pratiche più delicate.

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FRATELLI D’ITALIA: “IL COMUNE CHIESE L’ADEGUAMENTO DELLA FIDEIUSSIONE AD AGOSTO 2023. OGGI HA CAMBIATO IDEA?”

Non mollano il colpo i consiglieri di Fratelli d’Italia sulla pratica Piazza Cittadella; in particolare tornano sulla seconda fideiussione, quella a garanzia dell’intera opera, rispetto alla quale hanno manifestato dubbi nella conferenza stampa dell’altro ieri. https://www.zerocinque23.com/attualita/fratelli-ditalia-dubbi-anche-sulla-seconda-fideiussione-di-piazza-cittadella/

Oggi rispondono alle accuse dei capigruppo di maggioranza che li hanno accusati di mistificare la realtà https://www.zerocinque23.com/attualita/da-fratelli-ditalia-una-mistificazione-delle-realta-su-piazza-cittadella/

“Leggiamo il comunicato dei capigruppo di maggioranza e rimaniamo esterrefatti dalla superficialità con cui affrontano una pratica così importante – scrivono i consiglieri di FdI – dichiarano letteralmente: “Non si comprende il senso di pretendere la polizza fideiussoria prima che vengano forniti i documenti relativi alla bancabilità dell’opera di realizzazione del parcheggio interrato di piazza Cittadella. Per quale motivo dovrebbe essere pretesa prima? È una pretesa incomprensibile al punto da apparire faziosa, fuorviante”..

Eppure, questa richiesta l’ha fatta proprio l’Amministrazione in carica: esiste una richiesta formale del Comune di Piacenza, risalente ad agosto 2023, con la quale si elencano alcuni adempimenti indispensabili alla sottoscrizione dell’addendum. Tra questi figura proprio l’adeguamento della fideiussione di cui il nostro Gruppo ha parlato. Adeguamento che non è avvenuto e non è stato previsto dall’addendum, nonostante fosse stato espressamente richiesto. Insomma, un anno fa era la stessa Amministrazione a sostenere ciò che noi chiediamo oggi. Evidentemente, ha cambiato idea”.

 

 

 

 

“DA FRATELLI D’ITALIA UNA MISTIFICAZIONE DELLE REALTA’ SU PIAZZA CITTADELLA”

“Dire in una conferenza stampa che il Comune chiuda non uno ma entrambi gli occhi sull’operato della società Piacenza Parcheggi equivale a sostenere che l’ente, i suoi dirigenti, i suoi dipendenti e i suoi amministratori si stiano muovendo in modo poco trasparente e disonesto visto che chiudere gli occhi è un’azione volontaria”. I quattro capigruppo di maggioranza, Andrea Fossati (PD), Boris Infantino (Piacenza Coraggiosa), Gianluca Ceccarelli (PC Oltre) e Luca Dallanegra (Civica per Piacenza) definiscono inaccettabile la presa di posizione dei consiglieri di Fratelli d’Italia che hanno avanzato dubbi anche sulla seconda fideiussione del parcheggio di piazza Cittadella.

“E ciò al netto della vicenda legata alla polizza fideiussoria che si è rivelata falsa: un conto è esprimersi su una truffa di cui il Comune è parte lesa e per la quale l’ente stesso si è rivolto all’Autorità giudiziaria; altro conto è fare illazioni, nemmeno troppo velate, su presunti favoritismi fatti dall’ente comunale a società private come, nel caso di specie, Piacenza Parcheggi che attualmente è in rapporti con il Comune in virtù di una valida concessione che risale al 2012. Ribadiamo con forza: il Comune di Piacenza non chiude gli occhi, non riserva trattamenti di favore ad alcuno e l’operato di chi lo amministra e di chi vi lavora è nell’interesse della collettività. Di questo siamo assolutamente certi.
Con riferimento al merito delle questioni sollevate in una conferenza stampa dai consiglieri di Fratelli d’Italia, è necessario fare alcune fondamentali precisazioni per eliminare ogni mistificazione strumentale e riportare la questione alla realtà dei fatti.
Il contratto di concessione in essere tra Comune di Piacenza e la società Piacenza Parcheggi, nella parte che riguarda la realizzazione del parcheggio interrato di piazza Cittadella, prevedeva originariamente che il concessionario presentasse una cauzione con polizza fideiussoria pari al 10% del costo totale dell’opera. Nel 2012, anno di sottoscrizione del contratto, il costo totale dell’opera ammontava a 7 milioni e 860mila euro. E, per tale importo, il concessionario ha presentato una fideiussione che garantisce 786mila euro. Di tale polizza è attualmente in possesso il Comune di Piacenza.
L’addendum contrattuale firmato lo scorso 22 dicembre, oltre a rafforzare la posizione del Comune nei confronti del concessionario, ha introdotto un elemento di novità che pone l’ente comunale in una posizione chiara; tale addendum, infatti, è condizionato alla cosiddetta bancabilità dell’intera opera. Senza bancabilità, il Comune può risolvere il contratto di concessione. Per dirla in modo più semplice: senza bancabilità non serve nemmeno la fideiussione. Viceversa, quando arriverà la bancabilità, allora il Comune potrà chiedere la modifica della polizza fideiussoria nel rispetto delle disposizioni di legge.
Ora, come è noto perché in più occasioni ribadito, il Comune di Piacenza è appunto in attesa che il concessionario presenti tutti i documenti relativi alla bancabilità e ciò, stando a quanto notoriamente comunicato dal concessionario stesso, dovrà avvenire entro questo mese. Se tali documenti non dovessero essere presentati, l’ente sarà nella posizione di poter risolvere il contratto in essere e il tema della fideiussione non si porrà nemmeno.
Non appena tali documenti saranno inviati agli uffici comunali, a quel punto l’ente sarà nelle condizioni di poter consegnare l’area per il cantiere. E solo a quel punto, come previsto, entrerà in gioco la garanzia fideiussoria.
Non si comprende il senso di pretendere la polizza fideiussoria prima che vengano forniti i documenti relativi alla bancabilità dell’opera di realizzazione del parcheggio interrato di piazza Cittadella. E di conseguenza non si comprende come si possa sostenere che, attualmente, il Comune è garantito “a metà”, e dunque “scoperto”. E’ falso. Semplicemente mancano ancora i documenti che devono precedere la presentazione di una valida polizza fideiussoria. E, ad oggi, come già detto, siamo ancora nei tempi. La condizione della bancabilità, introdotta dall’addendum, è ciò che garantisce al meglio il Comune; senza quella, non si va avanti. Una volta ottenuta, sarà la volta della fideiussione. Per quale motivo dovrebbe essere pretesa prima? E’ una pretesa incomprensibile al punto da apparire faziosa, fuorviante, tale da creare una sorta di caso sospetto quando in realtà il caso non esiste, ne mancano le basi.
Siamo di fronte a prese di posizione pretestuose che, a nostro avviso, sono mirate a creare un inaccettabile alone di sospetto sull’operato dell’Amministrazione comunale, gettando fango nel ventilatore senza curarsi del discredito che ricade su coloro che, negli uffici comunali, stanno lavorando nell’interesse della collettività”.

PALAZZO MERCANTI: QUANDO GLI ASSENTI NON MANCANO

Un’assenza rumorosa. E’ quella del direttore generale Luca Canessa che manca da Palazzo Mercanti da almeno un paio di settimane. Il suo scranno in consiglio comunale è occupato, da due sedute, dalla dirigente Vittoria Avanzi. Un’assenza che fa rumore se non altro perché avvenuta pochi giorni dopo lo svelamento della falsa fideiussione di piazza Cittadella.

Secondo i ben informati a palazzo Mercanti, il direttore generale sarebbe in ferie: legittima scelta, ma in un periodo così delicato, forse ci si sarebbe aspettati una presenza costante in Comune. Ancora di più a ridosso della commissione n.5 in programma lunedì 27 maggio, del consiglio comunale dedicato a piazza Cittadella il 3 giugno, a pochi giorni dalla presentazione, da parte di GPS, della bancabilità fissata per il 31maggio e della nuova fideiussione che ha dichiarato di presentare l’8 giugno. Una serie di date e appuntamenti decisamente importanti. La situazione è tutt’altro che tranquilla, come è normale che sia dopo quello che è accaduto su una partita così delicata. “Nessuno è alla ricerca di un colpevole” aveva ribadito la prima cittadina, ma c’è da immaginare che si stiano ricostruendo i passaggi per arrivare all’anello della catena che è saltato.

Tutto tace, per ora, anche sulla posizione della dirigente dell’Avvocatura Elena Vezzulli. I rumors che la indicavano prossima al sollevamento dall’incarico si sono sopiti, probabilmente anche per l’assenza, in queste settimane, del direttore generale. Vedremo se la prossima settimana tornerà puntualmente al fianco della presidente Gazzolo, al timone dell’aula.