BARBIERI-RIZZI: E’ BALLOTTAGGIO. EXPLOIT DELLA LEGA. M5S SOTTO LE ASPETTATIVE

Il centro destra è davanti, e non poco, rispetto ad un centro sinistra che dovrà rimboccarsi la maniche in vista del ballottaggio del 25 giugno. E’ terminato dopo otto ore lo scrutinio dei 108 seggi per le comunali di Piacenza, una maratona a tratti sfiancanti per la lentezza con cui sono arrivati i risultati di alcune sezioni. Il risultato finale decreta che saranno Patrizia Barbieri (centro destra) e Paolo Rizzi (centro sinistra) a sfidarsi per la poltrono di sindaco di Piacenza io 25 giugno prossimo, la prima staccando il secondo di ben 6,58% dei voti.

Barbieri ha ottenuto il 34,78% pari a 14mila 625 voti, Paolo Rizzi 28,20% (11mila 856), Massimo Trespidi 13,71 % (5mila 766), Andrea Pugni 9,12 % (3835), Luigi Rabuffi 5,96% (2508), Stefano Torre 4,28 % (1801) e Sandra Ponzini 3,94% (1657).

Oltre il risultato finale, balzano all’occhio altri due dati molto significativi, per la verità inaspettati in questa consultazione elettorale in cui i cittadini sono stati chiamati ad eleggere il nuovo sindaco di Piacenza: l’affluenza e le schede nulle. Alle 23 aveva votato il 56,39 % degli aventi diritto, pari a 43mila 202 persone. Cinque anni fa il 65,42%, dieci anni fa il 77,9%. Le schede nulle sono state  sono state 919 (colpa soprattutto del voto disgiunto), quelle bianche seconde 215.

Il primo partito a Piacenza resta il Partito Democratico con il 18,5 %, a seguire le due liste civiche a sostegno di Massimo Trespidi  che insieme hanno raggiunto il 13,4% dei voti (10,6 Massimo Trespidi sindaco, 2,8 i Giovani con Trespidi) segue la Lega Nord con il 12,9 %, soltanto quarto il Movimento Cinque Stelle con il 9,2 %. A seguire Forza Italia con l’8,4%, Fratelli d’Italia con il 7,2 %. Raggiunge il 6,8 % la civica Piacenza Più con Rizzi, mentre si ferma al 5,8 Piacenza in Comune di Rabuffi.

La Lega Nord con il 12,9% dei consensi ha contribuito in modo determinante al risultato finale di Patrizia Barbieri; sotto le aspettative il risultato del Movimento 5 Stelle che si è fermato al 9,2% confermando, di fatto, il crollo anche a livello nazionale che ha portato il Movimento di Grillo fuori dai ballottaggi in tutte le città; gran risultato quello delle due liste civiche di Massimo Trespidi, che ha corso come indipendente, attestandosi a conquistare il secondo posto nella percentuale di consensi dopo il Pd, che si conferma il primo partito a Piacenza. Exploit di Stefano Torre, il candidato sui generis che ha impostato la campagna elettorale sulla satira, che ha raggiunto il 3,9% delle preferenze. Ha superato il 5% la lista Piacenza in Comune di Luigi Rabuffi e ha raggiunto il 4,1% Passione Civica di Sandra Ponzini.

ORLANDO: “SOGLIA MINIMA DI PARTECIPAZIONE ALLE PRIMARIE 2 MILIONI DI PERSONE”

Dalla liberazione del giornalista italiano Gabriele del Grande in Turchia fino alla campagna per le primarie del 30 aprile. Andrea Orlando, ministro della Giustizia, è anche il candidato alle primarie per la segreteria del Partito Democratico. Nell’ultima settimana di campagna elettorale ha fatto tappa anche a Piacenza, per una colazione resistente nella giornata che precede il 25 aprile. Ad accoglierlo il candidato sindaco del Pd Paolo Rizzi, la sostenitrice della mozione Orlando l’assessore Giulia Piroli e i frequentatori del circolo ricreativo del quartiere 4 della Farnesiana.

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MANNINA: “M5S, QUALE DIFFERENZA CON GLI ALTRI PARTITI?”

Se la sono giocata democraticamente e chi ha ottenuto più voti è diventato il candidato del movimento 5 stelle. Da una parte Rosarita Mannina, che ha superato la cosiddetta graticola, ovvero il confronto con altri 5 candidati espressione dei meet up Verso le amministrative 2017 e Amici di Beppe Grillo, dall’altra Andrea Pugni, candidato espressione dei consiglieri comunali uscenti. È lui che ha ottenuto più precedenza, da diventare il candidato del movimento. Fino a qui fatti noti. La frattura però c’è stata, e a quanto pare, sembra pure difficile da sanare.

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CACCIATORE RINUNCIA ALLA CANDIDATURA, INCOMPATIBILITA’ PER LA LEGGE SEVERINO

Francesco Cacciatore si sfila dalla corsa per le amministrativa. Una corsa terminata ancora prima di cominciare, pochi giorni dopo aver annunciato la sua candidatura a primo cittadino. Non ci sarebbero ragioni personali ma espressamente dettate dalle Legge, il D.Lgs 39/2013, la legge Severino insomma che rende incompatibile la posizione di dirigente pubblico (professione che Cacciatore riveste in Provincia) con la presenza in consiglio comunale. “Una norma che, sinceramente, da un lato mi fa riflettere sul nostro sistema istituzionale – scrive i una nota- ma che dall’altro non posso che rispettare e tenere in dovuta considerazione. Poichè vivo del mio lavoro – e così vorrei continuare a fare – non posso certo pensare di rinunciarvi. Questo è il solo motivo che mi impedisce di proseguire una campagna elettorale in cui vorrei chiedere il consenso di cittadini che poi, di fatti, saprei già di non poter rappresentare”. Una scelta che Cacciatore non avrà preso a cuor leggero che poggia su “una mia ferrea convinzione ossia che in politica il legame fra eletto ed elettore sia fondato su un rapporto di verità e lealtà”. Ad Articolo 1 Movimento democratico e progressista Cacciatore rivolge “un personale ringraziamento per la fiducia e la comprensione, oltre che per la disponibilità, il contributo di idee e proposte e per l’impegno fin qui profuso. E a loro toccherà ora la decisione sul da farsi, e sono certo che lo faranno agendo per il meglio, nell’interesse del progetto che ci ispira e, più in generale, del bene del centrosinistra”. L’impegno in politica all’interno del Movimento continuerà, assicura Cacciatore, “proseguendo in quel percorso che, ci auguriamo, contribuisca a costruire una nuova agenda sociale e progressista a Piacenza e nel nostro Paese”. La domanda a questo punto è cosa intende fare Articolo 1: presenterà una lista autonoma  a sostegno di un altro candidato?

BARBIERI-TRESPIDI, DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA?

Lei ha scelto la passeggiata per le vie della città, dalla stazione al centro, lui il cuore di Piacenza del sabato pomeriggio all’ora dell’aperitivo. Patrizia Barbieri e Massimo Trespidi, per certi aspetti possono sembrare l’altra faccia della stessa medaglia, quella di un centro destra obiettivamente diviso, se non altro sulla scelta del candidato. Dopo tribolazioni non da poco Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, sono arrivati ad individuare l’avvocato Barbieri come candidata alla poltrona di primo cittadino. Eppure nella passeggiata con partenza dai giardini margherita, a sostegno dell’ex sindaco di Castelvetro, c’era il centro destra al gran completo: gli ex colleghi della giunta provinciale, proprio quella guidata da Trespidi, Sergio Bursi, Paolo Passoni, Maurizio Parma, l’ex capo di gabinetto Domenico Bergonzi, la Lega Nord locale e regionale Massimo Polledri, Matteo Rancan, Pietro Pisani, Stefano Cavalli, Forza Italia con Jonathan Papamarenghi, Fabio Callori, Antonio Agogliati, Tommaso Foti di Fratelli d’Italia.

Il giorno dopo è toccato a Massimo Trespidi accolto in piazza Cavalli, proprio sotto palazzo mercanti, da circa 300 persone. Pochi per la verità i volti della politica piacentina, molti quelli delle gente comune e degli studenti del professore del Colombini. L’appuntamento era per il Trespritz, parafrasando il noto cocktail, che Trespidi ha offerto ai presenti. Tutto avrebbe lasciato presagire l’annuncio della corsa per le comunali, in realtà rimandato di qualche settimana.

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D’AMO: “PER LE ELEZIONI LA SINISTRA SI RICOMPATTI OLTRE LE DIVISIONI”

E’ un Gianni D’amo come sempre appassionato quello che racconta a Di Profilo la sua visione di sinistra e la sua idea di politica. Fondatore di Città Comune, ex consigliere comunale, D’amo conferma che, pur avendo dato molto alla politica piacentina ha ricevuto poco in cambio. In vista delle prossime amministrative lancia una proposta al centro sinistra: ricompattarsi oltre le divisioni. Questo comporterebbe un grande senso di responsabilità da parte dei politici.

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AMMINISTRATIVE COMUNALI, FORZA ITALIA DIETROFRONT SU TRESPIDI

L’intenzione iniziale era quella di presentarsi uniti, con un unico candidato, alle prossime amministrative. Nelle ultime ore però, in casa centrodestra, sta accadendo un pò di tutto. Mai come ora il condizionale è d’obbligo, anche se sembrava tutto pressoché deciso; se da una parte il sondaggio commissionato a Euromedia Research darebbe per favorita Patrizia Barbieri tra i sei nomi proposti dal centrodestra, Luigi Cavanna, Paolo Mancioppi, Fabio Callori, Lino Girometta e Massimo Trespidi, sarebbe proprio su quest’ultimo che Forza Italia avrebbe tolto il veto inizialmente posto. Erano ben due gli esponenti che nutrivano dubbi sulla candidatura di Trespidi: il coordinatore provinciale Jonathan Papamarenghi e quello di Massimo Palmizio coordinatore regionale di Forza Italia. In una nota di Anna Borsarelli, vice coordinatrice regionale, Forza Italia torna clamorosamente indietro sulle sue posizioni scrivendo che  “A dispetto di quanto dicono i giornali sono stati male informati le trattative su Piacenza non sono chiuse e Forza Italia tra Trespidi e Barbieri sceglie Trespidi. La questione è sul tavolo del Presidente Berlusconi”. Addirittura Berlusconi, segno che la questione è scottante, forse più per logiche di partito che altro. Un dietrofront quanto mai inaspettato forse anche per lo stesso Trespidi che, alla luce del risultato del sondaggio, sembrava stesse lavorando ad una lista autonoma, quindi fuori dalla coalizione di centrodestra, pur di partecipare alla competizione elettorale. Sarebbe lui il nome che in un eventuale ballottaggio potrebbe competere con più chances con il candidato del Pd Paolo Rizzi. Sta di fatto che la situazione resta molto ingarbugliata e l’immagine che ne esce non è certamente quella di una coalizione unita.

 

COMUNALI, GIROMETTA: “PARTIRE DALLE COMPETENZE NON DAL CANDIDATO”

Da quando il suo nome è entrato nella lista dei papabili candidati sindaco per il centro destra ha sparigliato le carte, pur non essendo un politico di professione e pur avendo rivestito l’ultima carica politica negli anni 90. Lino Girometta, piacentino 55 anni, ingegnere, padre di due figli adolescenti, nel suo curriculum ha rivestito incarichi di rilievo a livello nazionale e locale: presidente di Aler Milano e di Sea aeroporti Milano, Amministratore delegato di Difesa Servizi spa, solo per citarne alcuni. Nel suo curriculum la politica riveste un ruolo marginale: consigliere provinciale di Alleanza Nazionale negli anni 90.

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DEMOCRATICI E PROGRESSISTI: MEGLIO SOLI CHE CON IL PD. “ALLE COMUNALI CON UNA NOSTRA LISTA”

Sono il lavoro e l’uguaglianza sociale i capisaldi di Articolo 1 – Movimento Democratici e Progressisti di Piacenza che si presenterà ufficialmente alla città sabato 19 marzo con un evento a cui parteciperà Maria Cecilia Guerra, capogruppo in Senato di MDP, a partire dalle 16.30 presso la serra del palazzo Ghizzoni Nasalli. “Un movimento – ha spiegato Francesco Cacciatore, uno tra i volti più noti della sinistra piacentina – nato per dare vita a quel centro sinistra che oggi nel PD non trova più ragion d’essere”. A ben guardare nel movimento sono confluiti molti ex Pd tra cui Matteo Cigalini, sindaco di Agazzano, Rita Piva, ex membro della direzione Pd di Piacenza, Gabriele Scagnelli, ex segretario Pd di Rivergaro, Francesca Mazzari, ex segretaria dei Giovani Democratici, Nino Beretta, ex consigliere regionale, Sandra Ponzini, consigliere comunale che dal prossimo consiglio confluirà nel gruppo misto pur non abbandonando la maggioranza; ma anche ex Sel come Roberto Bassi. “Con dispiacere hanno abbandonato Pd – ha detto Cacciatore – non credendo alla deriva che sta prendendo. Il Movimento vuole essere un campo aperto per un centro sinistra plurale perché la politica sia vicina alla gente ai suoi bisogni”. Già la gente, la base, il popolo. Parole pronunciate da tutti gli aderenti a MDP che hanno accusato il Pd di non avere più come via maestra i bisogni delle persone, mettendo in primo piano lavoro, uguaglianza e ridistribuzione. Anche Sandra Ponzini ha mosso la critica al Partito Democratico di “non rispondere più ai bisogno della gente, neppure a livello locale. E’ stata una decisione difficile – ha detto – perchè credevo nei valori che il PD incarnava. Non uscirò dalla maggioranza ma entrerò nel gruppo misto”. “Nel piccolo della mia esperienza da neo amministratore – ha detto Mattia Cigalini sindaco di Agazzano – è innegabile notare come quell’orecchio a terra sia venuto meno. Vivo questa uscita dal PD come un’autentica liberazione”. Rita Piva ha sottolineato come “siano gli altri ad essere usciti dal PD. Dopo la sconfitta al referendum costituzionale il Partito Democratico si doveva fare delle domande, ma questo non è avvenuto”. Le elezioni amministrative saranno il primo banco di prova per la costituzione di un centro sinistra plurale, nuovo – ha confermato Cacciatore – MDP parteciperà con una lista civica aperta alla società civile, a coloro che si riconoscono nei nostri valori, associazioni ed altre realtà, per potere decidere si partecipare alle elezioni con un nostro candidato o sostenere una delle candidature del centro sinistra”.

RABUFFI: “MI CANDIDO A SINDACO CON LA GIOIA DI UN BAMBINO”

La sua idea di sindaco non è quella di uomo solo al comando ma portavoce delle istanze di tutti quei piacentini che stanno appoggiando la sua candidatura. Nella casa della sinistra le idee sono chiare, tanto da essere gli unici, o quasi, ad aver già, si fa per dire visto che mancano solo tre mesi alle amministrative, il candidato alla poltrona di primo cittadino. Luigi Rabuffi sembra incarnare quegli ideali che il mondo della sinistra, ex Sel oggi Sinistra Italiana, Possibile, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista, i fuori usciti dal Pd della prima ora, associazioni e comitati, vuole rappresentare. In primo piano le persone e i loro bisogni.

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