CACCIATORE, DEMOCRATICI E PROGRESSISTI: “LA PROSSIMA AMMINISTRAZIONE SIA PIU’ AUTONOMA DELL’ATTUALE”

Tutto ancora tace sul fronte delle amministrative comunali, nel senso che pochi candidati sono usciti allo scoperto e praticamente ancora nessuno ha parlato di programmi. Una novità in casa centro sinistra però c’è: la nascita del movimento Articolo 1-Movimento democratico e progressista il cui leader di riferimento è Pier Luigi Bersani, dopo la scissione dal Partito Democratico. Così come a livello nazionale, anche a Piacenza un gruppo di ormai ex democratici ha dato vita al movimento, fra questi Francesco Cacciatore, già vicesindaco della giunta Reggi e per un anno e mezzo anche di quella Dosi. A Di Profilo, Cacciatore spiega le motivazione di uno strappo annunciato da tempo. E in vista della amministrative comunali come si comporterà Democratici e Progressisti? Verosimilmente lavorerà alla costituzione di una lista che si allargherà al civismo e avrà come interlocutori anche i “delusi” del Pd approdati negli ultimi tempi al Movimento 5 Stelle. Per il futuro di Piacenza Cacciatore si aspetta “una diversa condotta dell’amministrazione, più autonoma e indipendente rispetto a quella attuale”.

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AMMINISTRATIVE, REGGI: “SIAMO MOLTO VICINI AD INDIVIDUARE IL CANDIDATO DEL CENTRO SINISTRA”

“Siamo molti vicini all’individuazione del nuovo candidato del centro sinistra” è sicuro Roberto Reggi, ex sindaco di Piacenza per due mandati, nel rispondere alla domanda su come la città si sta preparando alle amministrative in un clima, quello del Pd, tutt’altro che rilassato alla presa con defezioni e uscite giornaliere dal gruppo dirigente. Il nome che circola con più insistenza è quello di Carlo Marini, 49 anni, manager bancario dell’Unicredit, vicino all’ambiente cattolico. Si può guardare a Piacenza come laboratorio dell’Ulivo? “In 15 anni, in questa città – risponde Reggi – si vince solo se si è uniti, pensiamo di riproporre questa cosa. Occorre un progetto politico di sviluppo per la città aggregando tutte le forze del centro sinistra, in cui la forza civica ha un ruolo determinante”.  Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della regione Stefano Bonaccini: “mi auguro che in vista delle amministrative si superino le divisioni che oggi caratterizzano il PD: gli avversario dovranno essere la destra e il Movimento 5 Stelle, il centro sinistra non deve commettere l’errore di dividersi”.

DOSI: “IL PROSSIMO SINDACO DOVRA’ ESSERE UN SINDACO OPERAIO”.

“Il prossimo sindaco dovrà essere un sindaco operaio” lo ha detto il primo cittadino Paolo Dosi ospite della prima puntata di Di Profilo. Bilancio amministrativo, emergenze affrontate nel corso del mandato, campagna elettorale in vista delle prossime amministrative, al momento inesistente, stato di salute del Partito Democratico locale, sono alcuni dei temi affrontati dal sindaco nel corso della nostra intervista che potete vedere qui sul nostro sito e sulla pagina Facebook DiProfiloweb.

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ELEZIONI, DOSI NON SCIOGLIE LA RISERVA: “DEVO TUTELARE LA GIUNTA”

La riserva se candidarsi o meno alle prossime elezioni non l’ha ancora sciolta. Lo ha fatto per tutelare e preservare l’operato della sua giunta che imploderebbe su se stessa. E’ stato proprio il sindaco Paolo Dosi a confermarlo nel corso del tradizionale momento di scambio di auguri con la stampa che di fatto è diventato un bilancio a pochi mesi dalla scadenza di mandato. Sono stati proprio la giunta con i suoi assessori al centro del lungo discorso del sindaco che orgogliosamente ha snocciolato quanto realizzato nonostante le ristrettezze economiche mai così forti come dal dopoguerra.

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REFERENDUM: PIACENZA CAPITALE DEL “NO” IN REGIONE

Affluenza da record, seggi presi d’assalto e una lettura del voto senza di dubbio a favore del NO. Anche a Piacenza e provincia come in gran parte del resto d’Italia il voto del referendum costituzionale è senza equivoci: il disegno di legge Boschi non ha convinto gli italiani e per questo non diventerà legge. I numeri di casa nostra parlano chiaro: a Piacenza e provincia la riforma è stata bocciata da oltre il 57% dei votanti: 57,4%, ossia più di 88 mila voti. Affluenza mai così alta per una consultazione referendaria: a Piacenza ha votato il 72,88%, pressoché identico anche il dato che si riferisce a Piacenza e provincia. Nel comune capoluogo, il 54,82% si è espresso negativamente, il Si’ ha raggiunto il 42,60%. A livello nazionale il NO ha raggiunto il 60% dato che ha portato il premier Renzi alle dimissioni. Il No in provincia di Piacenza ha vinto con il 57,4 %, la percentuale più alta di tutta la Regione Emilia Romagna, dove ha prevalso di misura il Sì.
L’unico comune del piacentino dove ha vinto il SI’ è stato Cerignale con 61,54 %.

Il dato che fa riflettere in modo particolare è quello dell’affluenza e del risultato praticamente plebiscitario a favore del No:  quasi il 73% degli elettori si è recato alla urne, una percentuale altissima per una consultazione referendaria, dimostrazione forse che i piacentini hanno dato al voto un valore più politico che tecnico rispetto al quesito sulla scheda? E’ una domanda a cui la classe politica, non solo locale, dovrebbe dare una risposta. Perché si è arrivati a questa forte politicizzazione del voto? E questo, alla fine del conti, a chi ha giovato? Ricordiamo che il quesito sulla scheda: superamento del bicameralismo perfetto; riduzione del numero dei parlamentari; contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni; abolizione del CNEL; revisione del titolo V della parte II della Costituzione.

referendum

RENZI: “I VALORI DI PIACENZA SONO I VALORI COMUNITARI”

Città blindata per la visita del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Appuntamento alle 13.30 all’auditorium dei Teatini dove già dalle 13 cittadini e simpatizzanti erano in attesa. Blindata non solo la zona di accesso all’auditorium, ma anche via Benedettine e via Giarelli, praticamente da tutt’altra parte. Il premier, prima della visita istituzionale piacentina, è passato anche dagli studi di Telelibertà dove è stato intervistato, e dove pensiamo, abbia anche visitato il museo della stampa. Una sosta che gli è costata un po’ di ritardo sulla tabella di marcia, perché alle 14.30 ai Teatini la gente era ancora in attesa, alcuni in sala, altri in strada Un’attesa durata fino alle 15 quando il presidente Renzi ha fatto il suo ingresso nella prestigiosa cornice dell’auditorium di via Scalabrini. Nessun accenno al prossimo referendum del 4 dicembre, nessuna accenno alla grane del partito democratico, ma un discorso i cui capisaldi sono stati l’europa e l’identità italiana, che passa anche attraverso le piccole realtà.

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DOSI: “DIFFICILMENTE MI RICANDIDERO’, SONO CAMBIATI TEMPI E CONDIZIONI”

E’ un Paolo Dosi appena rientrato dalle ferie trascorse in val Nure quello che incontriamo nel suo ufficio di Palazzo Mercanti, pronto per la due giorni di ritiro di giunta a metà settembre a Groppallo di Farini. Un appuntamento tradizionale, l’ultimo per la giunta di Paolo Dosi in vista delle elezioni della prossima primavera. Dei 90 punti presentati 4 anni fa agli elettori molti sono stati stravolti, altri realizzati, alcuni cambiati nuovamente, perchè la realtà stessa in cui l’amministrazione si è trovata ad operare è cambiata completamente. Poi c’è il capitolo ricandidatura per cui il sindaco scioglierà la sua riserva tra settembre e ottobre, anche se anticipa: “vedo difficile ad oggi un secondo mandato perchè sono cambiate le condizioni di cinque anni fa”.

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CRESCONO I MAL DI PANCIA IN FORZA ITALIA

Tredici firme, sindaci, assessori e consiglieri comunali. Due tratti in comune: appartenenza politica e una profonda sfiducia nei confronti dei vertici regionali di Forza Italia, compresa anche Piacenza. Qualche giorno si erano levate le voci dei consigliere provinciali, Gloria Zanardi e Paola Galvani, del capogruppo in consiglio comunale, M.Lucia Girometta, oltre che di  altri rappresentanti, consiglieri comunali ed assessori del territorio.

“Non possiamo che condividere ed associarci alle loro considerazioni – si legge nella nota – e ci rammarichiamo alquanto che, ad oggi, nonostante la palese insofferenza manifestata dai territori, né il coordinatore regionale, Massimo Palmizio, né i due suoi vice, Borsarelli e Callori, né tanto meno il coordinatore provinciale piacentino, Papamarenghi, abbiano speso mezza parola, invitando ad un’aperta discussione i “ribelli”, giustificando le proprie scelte, o anche solo per difendersi. Solo un silenzio assordante. Ancora una volta è stato dimostrato come dialogo, confronto e condivisione siano termini non inclusi nel vocabolario dell’attuale dirigenza del partito, che vuole imporre ordini dall’alto, che incidono sui singoli territori, senza preoccuparsi delle conseguenze pratiche e concrete che alcune scelte comportano. Le esperienze degli ultimi mesi, locali e nazionali, ci portano a pensare che sia il momento di una ristrutturazione all’interno di Forza Italia della classe dirigente, un rinnovamento che porti giovamento sia al processo di rigenerazione del partito nelle varie province, sia al rapporto con gli alleati di centrodestra, convinti che con interlocutori pragmatici e leali si riesca a trovare un’unione più affiatata”. i firmatari sono: Giovanni Malchiodi – Sindaco di Ferriere, Federico Beccia – Sindaco di Ottone, Stefano Giorgi – Assessore di Rottofreno, Paolo Scaglia – Vicesindaco di Ferriere, Sergio Covati – Vicesindaco di Coli, Paolo Toscani – Assessore di Ferriere, Adele Repetti – Assessore di Coli, Paolo Bergonzi – Consigliere comunale Pontenure, Bernardo Baccanti – Consigliere comunale Castell’Arquato, Monica Pietrasanta – Consigliere comunale Nibbiano, Chiara La Guzza – Consigliere comunale di FerriereErminio Crenna – Consigliere comunale di Ferriere, Silvano Molinelli- consigliere comunale Ferriere.

giovanni malchiodi ferriere

QUAGLIAROLI, M5S: “ALLE COMUNALI DEL 2017 VINCERA’ ANCORA IL PD”

Il vento sta cambiando anche a Piacenza per il Movimento 5 Stelle? Il successo della candidata alla poltrona di sindaco di Roma Virgina Raggi e il risultato ottenuto dal movimento anche a Torino, hanno portato ad una consapevolezza delle potenzialità di questo sempre più nutrito gruppo di giovani amministratori pentastellati? Certo, poi accadono i casi Parma con Pizzarotti o Livorno con Nogarin che fanno fare una leggera marcia indietro sulla capacità di gestire alcune situazioni. Ma le urne parlano, ed il risultato, almeno al primo turno, è evidente. Abbiamo riportato l’analisi del voto in ambito locale con la capogruppo del Movimento in consiglio comunale Mirta Quagliaroli che, ad oggi, esclude una candidatura alle comunali del prossimo anno. E se dovesse prevedere come sarà l’esito delle urne: “Spero di sbagliarmi, ma credo che a Piacenza sia come a Bologna, difficilmente il PD perderà. Lo dico a malincuore ma purtroppo sarà così, nonostante le persone siano scontente”.

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ELEZIONI COMUNALI: SVOLTA A FIORENZUOLA E AFFLUENZA IN CALO

Quello che colpisce per questa tornata elettorale che, nel piacentino ha riguardato otto comuni, sono in particolare due elementi: la svolta di Fiorenzuola che da ieri ha un’amministrazione di centro destra e il dato di affluenza alle urne, molto più basso rispetto a cinque anni fa. Dopo 19 anni di dominio incontrastato del centro sinistra a Fiorenzuole le urne hanno premiato il portacolori del centro destra Romeo Gandolfi con 36,11 % con la sua lista di centrodestra unito, Brusamonti, attuale vicesindaco della giunta uscente, si è fermato al 31,32 %, terza Elena Rossini del Movimento 5 Stelle con il 18,07 % e quarto Nando Mainardi della Sinistra per Fiorenzuola con il 14,48 %. Per quanto riguarda gli altri comuni sono stati riconfermati al secondo mandato gli uscenti Marco Bricconi a Cadeo con il 63,81 %, battuto l’ex sindaco Angelo Cardis che si è fermato al 36,18%; Gabriele Girometta a Cortemaggiore con il 45,89 %, Nadia Maffini del centrosinistra con il 27,22 e la civica di Laura Mutti con il 26,87 %; Claudio Ghittoni confermato a Gropparello con la sua lista civica che ha ottenuto il 40,26 %, al secondo posto la candidata di centrodestra Laura Ruscio con il 31,69 %, e terzo Giorgio Vincenti sostenuto dal Pd con il 28,03; Simone Maserati, vice sindaco uscente, si conferma primo cittadino con un risultato schiacciante 77,15%  su Giampiero Comolli fermo al 22,84. Nuovi sindaci a Borgonovo dove  vince Pietro Mazzocchi, portacolori del centrodestra con il 37,74%, al secondo posto Chiara Azzali del centrosinistra con il 33,91%, terzo Guido Guasconi con 28,34 %; ad Agazzano ha vinto la lista guidata da Mattia Cigalini con il 41,52%, secondo Arrigo Maestri con il 38,43 e terzo Maurizio Cigalini con il 20,03%.
L’altro dato è quello dell’affluenza: ha votato il 66,12% così suddiviso per comuni: Agazzano 69,26% contro l’82,17 del 2011; Borgonovo 65.04% contro il 77.10%; Cadeo 71.61% contro il 77.63; Cortemaggiore 69.33% contro il 77.11 del 2011; Fiorenzuola 66.43% contro 73.24; Gropparello 67.08% contro il 68.10%; Gazzola 62.69% contro il 74.40%; Rottofreno 62.52% contro il 71.84% del 2011.

ELEZIONI COMUNALI