DE PASCALE: “LA LEGGE REGIONALE SUL CONSUMO DI SUOLO VA CAMBIATA”. LEGAMBIENTE: “LA NOSTRA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE E’ IN COMMISSIONE DA DUE ANNI, NEPPURE DIBATTUTA”

Lo Forse parlare di discontinuità è prematuro, ma un cambio di passo si potrebbe azzardare. Il candidato Michele De Pascale, in corsa per le regionale del prossimo novembre, ha già annunciato che, se governerà in viale Aldo Moro, cambierà la legge urbanistica regionale, lo riporta il quotidiano on line Corriere Romagna.

Si tratta della famosa legge 24/2017, approvata dalla prima giunta Bonaccini, nata con l’intenzione di ridurre la cementificazione, che oggi “mostra dei limiti” secondo l’attuale sindaco di Ravenna De Pascale.  E ancora più convinto si spinge a dire che è “è una legge alla quale dovremo mettere mano”. “E’ l’unica legge urbanistica italiana che ha cancellato previsioni edificatorie”. Ha fissato un limite temporale oltre il quale i progetti sarebbero stati depennati, “in modo che tutti quelli che potevano sono partiti oppure hanno svenduto i terreni, quindi la tendenza è stata una presa d’assalto”.

Oggi questa legge così come é stata concepita ha dei limiti; è il pensiero del candidato del centro sinistra che pensa ad una deroga per le imprese che vogliono allargarsi nei piccoli comuni. Il rischio per il sindaco di quel comune “é di passare come nemico del popolo perché l’azienda minaccia di chiudere o come devastatore del territorio”.

“Speriamo bene e cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno – è il pensiero di Legambiente Piacenza – rileviamo con soddisfazione che anche il candidato del PD riconosce i limiti di questa legge contrariamente a quanto hanno insistentemente affermato gli amministratori locali (Tarasconi, Fantini e anche l’on. De Micheli) cioè che la legge 24/2017 è la migliore legge urbanistica d’Italia – fa notare il referente di Legambiente Giuseppe Castelnuovo – buone erano le intenzioni, considerato che dal 2011 si discute di una legge nazionale per arrestare il consumo di suolo e il Parlamento non ha rispettato gli impegni, evidentemente perché è una materia scottante e le lobbies molto potenti”.

La direzione da prendere sarebbe già scritta; “nella proposta di legge di iniziativa popolare sul consumo di suolo presentata in Regione da Legambiente Regionale e RECA (Rete Emergenza Ambientale e climatica – quasi cento fra associazioni e comitati regionali) che dopo una faticosa raccolta firme, in due anni non è nemmeno arrivata in Commissione dell’Assemblea legislativa. Quindi non solo non è stata approvata ma nemmeno dibattuta dall’Assemblea”.

Un altro punto nodale, secondo Legambiente, è la possibilità della perequazione territoriale, cioè la possibilità di superare il 3% di consumo di suolo entro il 2050 scambiando territorio tra i Comuni di pianura e i Comuni di montagna o comunque meno interessato, definito un “chiaro escamotage per derogare ai vincoli già molto deboli stabiliti dalla legge”.

E poi occorrono una serie di precisazioni in merito all’ampliamento delle strutture produttive con procedure semplificate (art.53), precisare meglio il concetto di rigenerazione urbana in cui l’interesse pubblico deve essere prevalente, vincoli più stringenti per la conservazione delle aree verdi ancora esistenti nel territorio urbanizzato, la necessità di introdurre procedure di valutazione ambientale cumulativa degli insediamenti logistici, che in ER hanno superato la soglia di sostenibilità. Infine Legambiente sottolinea la necessità di un limite di tempo massimo in cui i PUG debbano essere approvati. “Oggi i Comuni cercano di allungare i tempi sperando di attuare le vecchie pianificazioni. Un giochetto davvero inaccettabile che si ripercuote negativamente sul territorio. Piani Urbanistici Generali che dovrebbero essere autenticamente partecipati, principio affermato dalla legge ma non attuato. Occorrerebbero strumenti di controllo e garanzia esterni ai Comuni per garantirne l’attuazione”.

Insomma, bene superare la legge 24/2017, chissà se la direzione del candidato del centro sinistra De Pascale e quella segnata da Legambiente potranno coincidere.

SORESI REPLICA ALLA SINDACA: “TROPPA LEGGEREZZA NELL’AGIRE, LA PROSSIMA VOLTA CONTI FINO A DIECI”

A stretto giro arriva anche la replica della consigliera Sara Soresi alla nota della sindaca Tarasconi in merito al like espresso al post dell’ex comandante Fuochi; l’esponente di FdI rispedisce al mittente la solidarietà espressa e accusa la prima cittadina di aver agito con leggerezza.

“Un comunicato che apparentemente avrebbe come scopo quello di chiedere scusa per la gogna mediatica a cui sono stata sottoposta proprio a causa di dichiarazioni del Sindaco (perché ancora ad oggi su alcuni quotidiani nazionali appaiono virgolettate) salvo poi espormi nuovamente e immotivatamente al fango social che da giorni sto ricevendo.
La verità è che ho messo una reaction (la faccina che piange) ad un solo post che parlava di Piacenza. Non ad altri.
Giustificare la superficialità usata nell’affrontare la questione facendo riferimento ad un altro post oggetto di hackeraggio (e il Sindaco ben sa come sono andate le cose da un anno a questa parte) non fa che dimostrare la sua totale incapacità di riconoscere l’errore.

Chi riveste una carica così importante come quella di Sindaco non dovrebbe in alcun modo agire con così tanta leggerezza e, prima di esporre un consigliere comunale (e in generale qualsiasi persona) alla gogna pubblica, bene farebbe ad accertarsi di come le cose sono andate realmente.
Sono l’esponente di una partito a lei avverso ma sono prima di tutto una persona, con pregi, difetti e sentimenti.
E allora, nella foga di farmi fare una figuraccia, forse prima avrebbe dovuto contare almeno fino a dieci”

 

TARASCONI A SORESI: “SOLIDARIETA’ PER LE MINACCE SUBITE, MA DA CERTE FRASI BISOGNA PRENDERE LE DISTANZE IN MODO CHIARO”

Non si placa il caso dei like al post dell’ex ufficiale dell’Aeronautica militare, Giovanni Fuochi, orgogliosamente abbigliato da gerarca nazista con svastica al braccio. Come si diceva, il caso che ha avuto un’eco anche sui media nazionali, oggi vira su una polemica che ha più il sapore nostrano; in particolare tra la sindaca Katia Tarasconi e la consigliera di Fratelli d’Italia Sara Soresi.

La prima non ci sta ad essere accusata dalla seconda come la causa delle minacce ricevute dagli “odiatori” nella giornata di ieri, per il like attribuito al post dell’ex comandante che la consigliera nega di aver messo. Insomma una vicenda che appare intricata, ma che forse non lo è neppure tanto, secondo la lettura della sindaca Tarasconi che si dispiace ed esprime piena solidarietà alla consigliera Soresi, ma che al contempo sottolinea che, in ogni caso, vanno prese le distanze sempre e in modo chiaro da chi si definisce “fascista e ne sono orgoglioso”.

“Condanno fermamente ogni espressione e manifestazione di violenza, comprese le minacce rivolte alla consigliera Soresi, alla quale esprimo piena solidarietà. Leggo anche che di tali minacce vengo incolpata direttamente dalla stessa consigliera: sarei stata io, attribuendole con un fantomatico “comunicato all’Ansa” un like al post in questione, a provocare le ire degli “odiatori”. Faccio presente che non ho inviato alcun comunicato all’Ansa ma, al contrario, sono stata contattata telefonicamente dal corrispondente dell’agenzia di stampa per un commento sull’episodio che ribadisco essere allucinante, soprattutto perché ha come “teatro” un territorio, quello piacentino, il cui capoluogo è città Medaglia d’oro al Valor militare per la guerra di liberazione dal nazi-fascismo. Un concetto che, insieme ad altri, ho espresso in post tutt’ora visibile sui miei profili social personali. Tale post, inviato anche ai giornali, è l’unica mia presa di posizione scritta sull’episodio”.

La sindaca conferma di aver espresso la sua opinione anche sugli apprezzamenti che la consigliera di FdI avrebbe lasciato su alcuni post dell’ex comandante della base di San Damiano. “Tra tali apprezzamenti – scrive Tarasconi – ce n’è uno che salta all’occhio e che riguarda un post, successivo a quello “incriminato”, nel quale lo stesso Fuochi rivendica il diritto di mostrarsi indossando una “bellissima” divisa da militare nazista annunciando contemporaneamente azioni legali nei confronti del quotidiano Libertà. Il like della consigliera Soresi c’è e su questo ho espresso la mia libera opinione, esattamente come fa la stessa consigliera ogni volta che ne sente la necessità. E la mia è un’opinione di dura e legittima critica, che ribadisco: dimostrare apprezzamento nei confronti di un ex servitore dello Stato che rivendica il diritto di potersi mostrare indossando la svastica che simboleggia le atroci sofferenze dell’olocausto è una cosa che nessuno dovrebbe fare, dal mio punto di vista; né tantomeno dovrebbe farlo una rappresentante delle istituzioni come la consigliera Sara Soresi. Ricordo che stiamo parlando di un ex ufficiale dell’Aeronautica militare che ha scritto sui social frasi come “sono fascista e ne sono orgoglioso”.

Direi che, divisa nazista a parte, già esternazioni del genere basterebbero a suggerire a chiunque di prendere le distanze. Di conseguenza trovo legittimo poter stigmatizzare i like della consigliera Soresi ad apprezzamento di alcuni post di questo signore. Non ha messo il “mi piace” al post con la divisa nazista? Non ho mai detto o scritto che l’abbia fatto. Il mio commento, che ribadisco, è al post in cui Giovanni Fuochi rivendica il diritto di mostrare la sua “bellissima” divisa con svastica al braccio. Post che conta tre like in tutto, uno dei quali è quello di Sara Soresi.

Ebbene, oggi apprendo dalle dichiarazioni a mezzo stampa della stessa consigliera che il like in questione non sarebbe farina del suo sacco ma, al contrario, sarebbe opera di un malvivente che le avrebbe hackerato il profilo Facebook. In altre parole, l’identità digitale della consigliera sarebbe stata “rubata” (tra l’altro non per la prima volta) da qualcuno che, spacciandosi per lei, avrebbe messo un like al post in cui Giovanni Fuochi ha rivendicato il diritto di vestirsi da nazista e mostrarsi sui social. Anche con riferimento a questo hackeraggio, esprimo piena solidarietà alla consigliera Soresi che immagino avrà già sporto o sporgerà a breve regolare denuncia. Ciò detto, rispondo di ciò che faccio e non intendo rispondere di ciò che non faccio: non ho mai attribuito alla consigliera un suo like al post di Fuochi in divisa nazista ma ho criticato, e critico ancora, i like della consigliera Soresi ai post dello stesso Fuochi, ovvero di un uomo che – oltre a mettersi in mostra con la svastica al braccio – si proclama orgogliosamente fascista e pronuncia sui social frasi come “se mi dessero un po’ di spazio, vedresti come spariscono gli Lgbt e coglioni vari”. Frasi da cui la consigliera Sara Soresi dovrebbe prendere le distanze in modo chiaro, e non limitandosi a liquidare come semplice “post fuori luogo” quello dell’ex militare Fuochi.

Non vorrei sbagliarmi, ma noto il tentativo di volere – come al solito – spostare l’attenzione sulla sottoscritta dandomi la colpa addirittura delle minacce che la consigliera Soresi purtroppo riceve. Ripeto, sono dispiaciuta che le abbia ricevuta ma, invece che prendersela con me (che ho semplicemente commentato, come tanti altri, un episodio), dovrebbe pensare a concedere con più attenzione i suoi apprezzamenti digitali”.

COLONNELLO PIACENTINO CON LA DIVISA NAZISTA, TARASCONI “ALLUCINANTE E’ DIRE POCO”

Si dice orgoglioso di essere fascista e si mostra con indosso la divisa nazista, giacca grigia, fascia rossa con svastica nera sul braccio, facendo bella mostra della croce uncinata. La foto viene postata sul profilo Facebook; si tratta del colonnello piacentino, oggi in pensione, Giovanni Fuochi, già comandante dell’Aeroporto militare di San Damiani dal 1998 al 2001. Il post dopo le polemiche e l’indignazione delle ultime ore e dopo l’intervista del quotidiano Libertà è stata rimossa. Nell’intervista l’ex colonnello giustifica il post con un discutibile “colleziono uniformi e volevo dire ‘sveglia’ un po’ come Vannacci”. Fuochi era stato candidato nelle elezioni del 2022 con Fratelli d’Italia.

La sindaca Tarasconi ha definito il post allucinante ancora più per Piacenza “città decorata con la Medaglia d’oro al Valor militare per la guerra di liberazione dal nazi-fascismo. Un riconoscimento di eccezionale importanza, di cui andare fieri nel profondo: significa che la nostra città e il nostro territorio hanno giocato un ruolo fondamentale nella dura lotta per riconquistare quella libertà che Benito Mussolini e Adolf Hitler avevano annegato nel sangue. Una lotta di popolo che ha consentito a tutti noi, nessuno escluso, di poter anche solo semplicemente esprimere la propria opinione ovunque, al bar o sui social. Una lotta ormai lontana, dice qualcuno spesso con toni sfottenti, aggiungendo quanto sia inutile al giorno d’oggi ricordare l’importanza cruciale dell’antifascismo. Perché? Perché il fascismo non esiste più, dicono. Poi però su Facebook, nel 2024, capita di imbattersi in un post allucinante dell’ex comandante della base aerea di San Damiano, un alto ufficiale militare italiano che si è guadagnato la pensione dopo aver servito lo Stato e, teoricamente, difeso i suoi valori. “Sinistrorsi vi aspetto” scrive minaccioso l’ex ufficiale mentre una foto lo ritrae vestito in uniforme nazista con la svastica sul braccio. Allucinante è dire poco. E’ un post che fa paura. E più ancora del post, naturalmente rimosso poco dopo dall’autore stesso, ciò che atterrisce è la serie di commenti positivi e di like. E tra gli apprezzamenti alle esternazioni in cui l’ex ufficiale piacentino si cimenta sui social, ci sono anche quelli di rappresentanti delle istituzioni di una città Medaglia d’oro per la guerra di liberazione. Il fascismo non esiste più, si diceva? Sarà, eppure c’è chi plaude all’esibizione di un ex militare vestito da nazista facendo bella mostra di quella croce uncinata che simboleggia morte, oppressione, olocausto. Inaccettabile, spaventoso. Queste condotte, e parlo di chi ha osato concepire il post in questione ma anche di chi ha dimostrato il suo apprezzamento, sono condotte disonorevoli che rappresentano un insulto all’umanità”.

E’ proprio sui like che è montato un altro caso che riguarda la consigliera di FdI Sara Soresi il cui nome è stato riportato nel corso della giornata da alcune testate nazionali on line, accusata di avere messo il like al post dell’ex colonnello. E’ la stessa Soresi a smentire seccamente sul profilo Facebook “sono letteralmente finita, a mia insaputa, in un tritacarne che non auguro a nessuno: mi hanno inviato il contenuto dell’articolo di Repubblica dove c’è il mio nome. All’interno di questo articolo si legge che ho messo “mi piace” “agli scritti dell’ex comandante”, ma non a quello con la divisa.
Ovviamente il titolo fuorviante è stato fatto presumibilmente apposta. Da ore sto ricevendo insulti e critiche pesanti. Lo chiarisco nuovamente: non ho messo alcun like sotto quella foto e mai mi sarei sognata di farlo.
Sono solita assumermi le mie responsabilità per ciò che faccio. Non sono disposta a farlo per ciò che non faccio”.

Nel post Soresi cita la sindaca Tarasconi che, secondo la capogruppo di FdI, avrebbe inviato “all’Ansa un comunicato dove scrive nero su bianco che ho messo like a quella foto, mi lascia senza parole. Sarebbe stata buona cosa che non si fermasse al titolo dell’articolo ma che ne leggesse il contenuto.
Ed è anche grazie a lei che sto ricevendo insulti e minacce da tre ore per una cosa che non ho fatto. Ho chiesto l’immediata rettifica di quel titolo. Resta inteso che adotterò ogni opportuna azione legale nei confronti di chiunque associ il mio nome a quella fotografia”.

 

NEGATO IL CONSENSO PER IL CONSIGLIO CON I REVISORI DEI CONTI. OPPOSIZIONE INFURIATA

Il consiglio comunale richiesto dalla minoranza per l’audizione dei Revisori dei Conti non verrà convocato. La presidente Paola Gazzolo lo ha annunciato nel corso dell’ultima riunione dei capigruppo per la programmazione della prossima seduta di consiglio, probabilmente l’ultima prima della pausa estiva. Per questo, nelle previsioni della minoranza, sarebbe stata quella utile per ascoltare i Revisori dopo che alla Commissione 5, convocata ad hoc, si era presentato il solo Roberto Rinaldini, ormai ex componente del Collegio.

Ripercorrendo i fatti dunque, la presidente Gazzolo, facendo riferimento all’articolo 239 comma 1 del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali), ha di fatto posto il diniego alla convocazione della seduta. Cosa recita l’articolo in questione che si riferisce proprio alle funzioni dell’organo di revisione? “L’organo di revisione svolge le seguenti funzioni: attività di collaborazione con l’organo consiliare secondo le disposizioni dello statuto e del regolamento; pareri sulla proposta di bilancio di previsione e dei documenti allegati e sulle variazioni di bilancio”. 

Evidentemente la presidente, sostenuta dai consiglieri Dallanegra e Infantino, ha ravvisato che nessuna delle funzioni riportate nel regolamento rientrasse nell’oggetto della seduta richiesta dall’opposizione.

Proprio dall’opposizione è arrivata la sollecitazione a prendere visione anche del comma 2 dello stesso articolo “Al fine di garantire l’adempimento delle funzioni di cui al precedente comma, (comma 1 ndr) l’organo di revisione ha diritto di accesso agli atti e documenti dell’ente e può partecipare all’assemblea dell’organo consiliare per l’approvazione del bilancio di previsione e del rendiconto di gestione”. In questo passaggio si legge che l’organo di revisione può partecipare alle assemblee di consiglio e avere l’accesso agli atti e ai documenti dell’ente.

Sempre dall’opposizione, che si dice infuriata dell’ennesimo colpo di mano, è arrivata la richiesta di mettere per iscritto le motivazioni del diniego, annunciando che questo sarà portato a livelli superiori, c’è da immaginare in Prefettura. Nel corso della capigruppo, i presenti raccontano di un clima particolarmente teso, tanto che la consigliera Sara Soresi (FdI) ha abbandonato la seduta in aperta polemica con la gestione della presidente e con le motivazione apportate per negare il consiglio comunale.

 

 

“CONTRO LA RIFORMA COSTITUZIONALE IL CENTRO SINISTRA SIA UNITO”

Un pericolo per democrazia, un pericolo per il pluralismo: la riforma costituzionale attuata dal governo Meloni, autonomia differenziata, premierato e riforma della giustizia, rischia pericolosamente, non solo di spaccare l’Italia in due, ma anche di bypassare i pilastri della costituzione. Ne sono convinti S.I. Cobas, Alternativa per Piacenza, Movimento 5 Stelle e Rifondazione Comunista che hanno convocato una conferenza stampa unitaria per informare i cittadini. L’unico modo per far fronte a queste scelleratezze, così è stata definita la riforma, è il dialogo e l’unità a sinistra. Un primo passo in questa direzione è stata la conferenza stampa convocata alla Coop Infrangibile, il cui invito è stato rivolto a tutte le forze di centro sinistra.

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RABUFFI, APP: “IL 12° COMANDAMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE VULA BASS E SCHIVA I SASS”

Il consigliere di Alternativa per Piacenza Luigi Rabuffi ritorna, con ironia, alla scorsa seduta di consiglio comunale in cui l’onorevole De Micheli ha coniato un suo personale 11° comandamento “Non esagerare” e suggerisce un nostrano “Vùla bass e schiva i sass” come 12°.

Lunedì scorso in Consiglio Comunale, mentre la nostra Sindaca illustrava la “copertura finanziaria” del parcheggio interrato di piazza Cittadella (di cui ancora stiamo aspettando la documentazione), abbiamo appreso che ai dieci biblici Comandamenti se ne è aggiunto un undicesimo, un “addendum” coniato da un’onorevole Consigliera Comunale: 11° Comandamento: “Non
esagerare”.

Un Comandamento che, a pensarci bene, sembra rivolto proprio all’Amministrazione, la quale, in questi due anni di governo, ha certamente esagerato in molte cose: nell’autoritarismo, nell’autoreferenzialità, nella presunzione. Nel poltronismo.
Un’Amministrazione capace di rappresentare sé stessa come la famosa regina Grimilde, brava a interrogare continuamente lo specchio senza comprendere la vacuità del gesto. Un’Amministrazione che, esagerando nel “vorrei ma non posso”, ha addirittura “elemosinato” due importanti pareri legali (su ex Manifattura Tabacchi e Parcheggio interrato di piazza Cittadella)
pagati/acquisiti/regalati dalla magnanima onorevole Consigliera, in un rapporto incestuoso (fra organi) la cui “stranezza” è sotto gli occhi di tutti. Tant’è che ne abbiamo avuto contezza solo incidentalmente tra le righe dei verbali.

Pareri legali che hanno rappresentato, per l’Amministrazione, la foglia di fico di situazioni lacunose e ingarbugliate. Situazioni che evidentemente l’Avvocatura Comunale non avrebbe potuto/voluto analogamente supportare. E a dimostrarlo è l’odierno allontanamento della storica coordinatrice
dell’Avvocatura, Avv. Elena Vezzulli. Un trasferimento che “odora” di vendetta…

Tutto ciò con una maggioranza succube della situazione, incapace – salvo qualche rara eccezione – di agire un libero e autonomo pensiero. Una maggioranza sottoposta, anch’essa, al bullismo istituzionale di un’Amministrazione che ha dimostrato di considerare l’informazione come un
fastidio e l’opposizione come un nemico da osteggiare e ostacolare. Un’Amministrazione che ha scelto di trattare i cittadini come sudditi, privi dei diritti di partecipazione e di parola.

Per tutto questo, da “povero” Consigliere Comunale che crede nel “bene comune”, propongo alla Sindaca e alla Sua maggioranza un dodicesimo, nostrano, Comandamento: 12° Vùla bass e schiva i sass.
Queste parole non avranno la portata biblica del decalogo rivelato a Mosè sul monte Sinai, ma di certo, visto quanto sta accadendo in Comune di Piacenza, appaiono un umile e saggio consiglio da seguire.

CITTADELLA, FRATELLI D’ITALIA: “MA QUALE BANCABILITA’ ?”

La consigliera di Fratelli d’Italia Sara Soresi torna all’ultima seduta di commissione quando sindaca Tarasconi e assessore Bongiorni hanno annunciato la nuova fideiussione e la bancabilità per la pratica di piazza Cittadella. Oltre a ribadire la mancata possibilità di poter visionare i documenti direttamente in commissione ma solo attraverso accesso agli atti, la consigliera rileva che “ciò che ci è stato inviato non combaci in alcun modo con quanto asserito ed annunciato durante la commissione di venerdì scorso.

In merito alla nuova fideiussione, rileviamo anzitutto come la stessa abbia validità di soli cinque mesi, nonostante il Segretario Generale avesse tenuto a specificare pubblicamente, nei mesi scorsi, che sarebbe stata necessaria una polizza fideiussoria sicuramente superiore all’anno. Oggi, invece, ci accontentiamo di una fideiussione in grado di coprire solo i prossimi cinque mesi.

Ma ciò che ci lascia ancor più sgomenti è la documentazione riguardante la c.d. bancabilità: il Comune non possiede alcuna delibera bancaria che attesti le c.d. garanzie bancarie ma, semplicemente, la dichiarazione dell’advisor (il consulente finanziario) del concessionario (senza che, peraltro, sia stato allegato alcun contratto di mandato in tal senso).
In detta dichiarazione, poi, sembra emergano altri due dati controversi: il primo, è che non pare assolutamente chiaro, né tanto meno assodato, che le delibere bancarie siano già state sottoscritte e, dunque, esistenti. Il secondo, è che le linee di finanziamento cui si fa riferimento riguardano un importo pari ad Euro 8.800,00, ossia una somma ben lontana dal totale previsto per l’esecuzione dell’intera opera, che si aggira intorno ai 14 milioni.

Se avessimo avuto modo di visionare questa documentazione prima della Commissione, avremmo certamente posto una serie di quesiti che, ad oggi, rimangono senza risposta e che speriamo di poter affrontare in Consiglio Comunale. Soprattutto, avremmo domandato perché – sulla base di documentazione incerta e imparziale – sia stata ritirata la procedura di risoluzione contrattuale, considerando che – ad oggi – per stessa ammissione dell’Amministrazione, le aree non possono essere consegnate.

In tutta questa incertezza, ciò che appare evidente, è che – ancora una volta – ci troviamo di fronte a proclami fondati sul nulla e che, a pagarne le conseguenze, sono sempre l’Ente ed i piacentini”.

CITTADELLA, DE MICHELI: “DEMOCRAZIA E’ DECIDERE. QUESTA AMMINISTRAZIONE HA DECISO”

si è appellata a quello che lei chiama 11esimo comandamento: non esagerare! E sulla pratica di piazza cittadella, il limite questo limite è stato ampiamente superato. Almeno per lei, l’onorevole Paola De Micheli che ha, in questi mesi, partecipato con assiduità alle sedute di consiglio e commissioni dedicate alla questione. Pratica che, dopo l’annuncio di venerdì, sembra essersi sbloccata con la presentazione della bancabilità e della nuova fideiussione.”Decidere è democrazia” ha concluso così il suo intervento in consiglio citando il padre del presidente Mattarella, Bernardo.

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QUEL GRAVE INADEMPIMENTO CHE POI SFUMA VIA

12 giugno – 12 luglio. Dev’essere stato un mese ad alta tensione quello appena trascorso per l’amministrazione comunale. Trenta giorni in cui poteva accadere di tutto, come se già, nella vicenda di piazza Cittadella, non fosse capitato di tutto e di più. Evidentemente, in questo mese, sarebbe potuto concretizzarsi quello che l’opposizione chiede da tempo, ovvero la risoluzione del contratto con Piacenza Parcheggi dopo che questa, al 31 maggio, aveva presentato una copertura parziale rispetto al costo del parcheggio interrato.

L’elemento più sorprendente comunicato nelle commissioni Affari Istituzionali e Urbanistica di venerdì, non è certamente stata la bancabilità, perché era alquanto prevedibile, meno prevedibile invece la tipologia di istituto che garantirà l’opera insieme a banca del Fucino (Mediocredito Centrale è una banca statale che garantisce un imprenditore a costruire un’opera per un ente pubblico); quello che più ha sorpreso è stato l’annuncio dell’avvio del procedimento per grave inadempimento a carico del concessionario Piacenza Parcheggi con cui, evidentemente, l’amministrazione non considerava più di portare avanti quel rapporto di fiducia e dialogo paziente fin qui avuto. Qualcosa invece, in questo mese, dev’essere intercorso per far cambiare idea all’amministrazione e per portare al ritiro del provvedimento di inadempimento che avrebbe condotto alla risoluzione del contratto, proprio il 12 luglio.

Se andiamo a ritroso, il  12 giugno venne convocata la commissione 5 per la discussione della documentazione in merito al progetto di riqualificazione di Piazza Cittadella. Gli invitati più attesi sarebbero stati tecnici e dirigenti che, sorprendentemente, non si presentarono; al loro posto sindaca Tarasconi e assessore ai lavori pubblici Bongiorni. Fu la stessa sindaca a dire: “non c’è bisogno di farsi assistere dai dirigenti, considerato l’argomento in oggetto” e ancora “siamo oggi nelle condizioni di dirvi quale strada intraprendere? – aveva domandato rivolgendosi ai consiglieri – no, non oggi, la struttura tecnica deve avere la serenità di capire da che parte andare”. E ancora “siamo arrivati al fotofinish e viene continuamente violata la riservatezza degli atti che rischia di mettere l’ente in difficoltà”.

Oggi queste parole risuonano forte e chiaro alla luce degli sviluppi delle ultime ore. Anche quanto accaduto, in commissione 5, con l’audizione del Collegio dei Revisori fa riflettere: a parte la prima seduta saltata per motivi di salute del presidente del Collegio, la seconda, convocata per il 10 luglio ha visto la non partecipazione dei revisori (troppo circoscritto l’oggetto della discussione) ad eccezione del dimesso Rinaldini, in evidente imbarazzo rispetto alla sua posizione, tanto che, una volta approvati i verbali delle sedute precedenti, si è votato per la sospensione della commissione. E così è stato, grazie ai voti favorevoli della maggioranza. La stessa seduta che il consigliere Infantino arrivò incautamente a definire “eversiva e abusiva”. Immaginiamo saranno state ore febbrili in cui si stava attendendo l’ok del Mediocredito Centrale, trattativa in cui l’onorevole De Micheli pare abbia avuto un ruolo centrale.

La città, di questo drastico provvedimento che avrebbe portato alla risoluzione del contratto, non sapeva nulla. Tutto è avvenuto senza che niente uscisse sulla stampa, accusata più di una volta, proprio rispetto a piazza Cittadella, di condizionare la delicata partita. Il ruolo dell’informazione però è quello di raccontare e spiegare ai cittadini cosa stia accadendo rispetto ad una partita che si è trascinata da troppo tempo. Ci sono altre questioni aperte, non c’è dubbio, e anche di questo ci occuperemo. Considerare l’informazione un soggetto da cui, in taluni casi, fuggire non fa onore ad alcuno, tantomeno ad un’amministrazione pubblica. Troppe volte si è fatto cenno a quella riservatezza considerata indispensabile per portare a casa il risultato. Vediamo quale sarà.