Un’offerta da 5 milioni di euro, un piano industriale serio e fattibile, l’unica preoccupazione riguarda il risvolto occupazionale. I commissari straordinari accompagnati dai sindacati nazionali e locali hanno individuato l’offerta più congrua per l’acquisizione degli stabilimenti Rdb di Pontenure, Monticelli, Tortoreto (Teramo), Bellona (Caserta) e Belfiore (Verona). Si tratta della Geve di Legnago dell’imprenditore Paolo Marini, ironia della sorte ex dipendente di Rdb. La preoccupazione dei sindacati, dicevamo, riguarda il piano occupazionale. Su 299 dipendenti, solo a 120 verrebbe garantito il ricollocamento. Da oggi c’è una settimana perchè i commissari, il comitato di sorveglianza e il Ministero redigano il documento prima che il Tribunale si pronunci. L’auspicio è che si riesca ad aumentare il numero di lavoratori che verrebbero ricollocati. Da parte dei sindacati c’è cauto ottimismo.
COLOSIMO, GARETTI: “PARTECIPATE, COME STANNO LE COSE?”
Sarebbe opportuno che l amministrazione anche in questo caso facesse chiarezza. Delle due l una:
O l’indagine di Cottarelli si basa su dati palesemente ed enormemente errati, e quindi non è attendibile, o sono presunti e sovradimensionati i dati di Asp.
Un chiarimento e’ per lo meno, in generale e nello specifico opportuno.
GETTATA DALLA FINESTRA DAL FIDANZATO GELOSO
Fin da subito c’era qualcosa che non quadrava, a cominciare dalla posizione del corpo riverso a terra esanime dopo un volo dal terzo piano di una palazzina. E’ l’epilogo di una brutta storia di violenza, degrado e soprusi culminata con la morte della parte più debole. Il 14 giugno scorso Daniela Puddu, 37 anni di Iglesias, non si è gettata dalla finestra di casa sua, ma da quella finestra è stata gettata. Dal suo compagno. Il fatto avvenne a Fiorenzuola dove la donne viveva in una casa popolare. I litigi con il compagno erano frequenti, i vicini li sentivano spesso urlare, lui era violento. Quella sera, l’ennesima lite legata a motivi di gelosia, è culminata con la morte della donna. La Procura, che ha ricostruito il fatto, è certa che Daniela sia stata defenestrata. Per due mesi il fidanzato, pur essendo stato iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto, ha pensato di farla franca con la tesi del suicidio. Ma gli indizi, le testimonianze dei vicini e di una terza persona presente al momento del litigio della coppia, hanno portato gli inquirenti ad arrestarlo per omicidio volontario.
DELITTO MANESCO, IL PM “OMICIDIO FEROCE COME POCHI”
“L’omicidio più feroce che ho mai visto in tanti anni di carriera”. Sono le parole che ha utilizzato il pm Antonio Colonna in conferenza stampa per definire l’assassinio del professor Adriano Manesco per cui sono accusati Gianluca Civardi e Paolo Grassi. Parole che, certamente, verranno riprese anche dai mezzi di informazione nazionali che stanno seguendo questo caso di una efferatezza quasi senza precedenti, almeno sul territorio piacentino. Un omicidio feroce in cui la vittima, secondo la ricostruzione della Procura che ha affidato le indagini alla polizia, prima sarebbe stata strozzata, poi uccisa pugnalandola più volte al petto. Poi la macabra operazione dello smembramento finalizzata a ripulire il corpo dell’uomo perchè non si risalisse alla sua identità. Da qui in poi gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con esattezza come i due piacentini siano arrivati da Milano a Lodi per disfarsi della valigia con i resti del professore, poi a Piacenza dove in via Nasalli Rocca sono stati fermati. Hanno utilizzato l’auto di uno dei due dove sono stati ritrovati alcuni oggetti personali della vittima, oltre che filo di nylon, storditore e guanti? Se così fosse la macchina dove è stata recuperata dal momento che il viaggio di andata a Milano è stato fatto in treno come confermano i biglietti ritrovati? Ciò che sorprende è come i due trentenni avessero pianificato ogni dettaglio, secondo la ricostruzione fatta dalla procura: un’agenda con il nome della via del cassonetto dove è stata abbandonata la valigia, le filiali della banca dove Manesco aveva il conto corrente, i telefoni cellulari lasciati accesi a Piacenza per costruirsi un alibi, gli zaini e il trolley con all’interno il materiale per sezionare il corpo del 77enne. Il movente? il denaro che sarebbe servito ai due per trasferirsi ed aprire un’attività in Thailandia? Il professore era ricattabile da punto di vista sessuale? Sono interrogativi a cui la Procura, insieme alle indagini della polizia, sta cercando di rispondere. Intanto i due fermati, Paolo Grassi e Gianluca Civardi, restano in carcere con l’accusa di omicidio aggravato, rapina e occultamento di cadavere, premeditazione e crudeltà. Accuse pesantissime che portano a tracciare un identikit di chi fossero davvero questi due ragazzi. Apparentemente tranquilli, normali, incensurati, con un lavoro. Ma stando a quanto ricostruito dalla Procura dietro a questa apparente normalità si celava una freddezza preoccupante e una professionalità estrema nella gestione della mattanza nell’appartamento milanese del professor Manesco.
TRE BUSTE PER SALVARE RDB SPA. TAVOLO A SETTEMBRE
Non due, ma tre buste sono arrivate sul tavolo dello studio notarile Capaccioni e Zinni in via Morrozzo della Rocca a Milano. E chissà che in una delle tre ci sia l’offerta per salvare Rdb spa che comprende gli stabilimenti di Pontenure, Monticelli (per la provincia di Piacenza), Belfiore e Tortoreto. La scadenza delle offerta era fissata per le 12 di ieri. I commissari Renato Camodeca, Giorgio Zanetti e Paolo Cevolani si sono presi tutto il mese di agosto per valutare le proposte e per l’inizio di settembre è previsto un nuovo tavolo insieme alle istituzioni e alle parti sociali. Massima riservatezza sul contenuto delle offerte, sia in termini di cifre che di acquirenti. “La speranza – si augura Ivan Bersani segretario della Cisl di Piacenza – è che le offerte tengano conto del fatto che si tratta di un marchio storico e che Rdb è un’azienda quotata in Borsa con un importante portafoglio ordini. Ciò che conta – conclude – è l’investimento di un potenziale acquirente deve essere a medio lungo termine”.
LA GUARDIA DI FINANZA ARRIVA IN FONDAZIONE
A due giorni dalle dimissioni in blocco del cda e del presidente, la Fondazione rimane al centro dell’attualità cittadina con la visita negli uffici di via Sant’Eufemia della Guardia di Finanza. Il quotidiano Libertà scrive che le fiamme gialle avrebbero acquisito documenti su molte operazioni eseguite dall’ente negli ultimi anni, quelli finiti nell’occhio del ciclone e riportati anche dal Corriere della Sera e dal settimanale L’Espresso. La Procura, su delega dei sostituti procuratori Antonio Colonna e Roberto Fontana, sta verificando se in alcune operazioni vi siano o meno violazioni al codice penale. In questa fase non vi sono iscritti nel registro degli indagati. Tutto sarebbe partito da un esposto presentato dall’ex Presidente Giacomo Marazzi e dal suo cda nel 2013 in cui si puntava il dito contro i continui attacchi all’allora gruppo dirigente.
RDB TERRECOTTE, CASSA INTEGRAZIONE PER 25 LAVORATORI
Cassa integrazione di 12 mesi per i 25 lavoratori degli stabilimenti Rdb Terrecotte di Cadeo e Borgonovo. L’accordo è stato firmato in Provincia. Anche in questo caso la cassa integrazione è rimasta l’unica possibilità per i dipendenti di due siti storici che oggi, di fatto, non esistono più. “Un accordo positivo e importante per i lavoratori – hanno commentato i sindacati – che si somma all’impegno da parte del curatore fallimentare di attivarsi al più presto per procedere alla vendita dei complessi aziendali”. Il curatore fallimentare che sta seguendo il caso Rdb Terrecotte dovrà arrivare nel più breve tempo possibile ad una cessione degli stabilimenti e al ricollocamento dei lavoratori.
SEI GIORNI DELLE ROSE AI NASTRI DI PARTENZA
Si alza il sipario sulla 17° edizione della Sei Giorni delle Rose che vede, per una settimana, Fiorenzuola capitale mondiale del ciclismo su pista. Appuntamento dal 14 al 19 luglio tutte le sere al velodromo Attilio Pavesi. Agli appassionati di questa disciplina offriamo la possibilità di vedere in diretta streaming tutte le gare, compresi replay e volate, sulla pagina web dedicata fiorenzuola2014.zero523.tv. inoltre, per tutti la possibilità di twittare in tempo reale.
FOTOREPORTER UCCISO, QUANDO RACCONTARE DIVENTA LA VITA
E’ morto un ragazzo di 30, professione foto reporter nelle zone di guerra. Andrea Rocchelli si trovava da una decina di giorni in Ucraina dove stava realizzando un reportage nelle zone colpite dal conflitto. Insieme al suo interprete era a Sloviansk la città dell’est dell’Ucraina roccaforte dei filorussi circondata dalle forze armate di Kiev, dove si è trovato in mezzo ad un conflitto a fuoco.
Andy, lo chiamavano tutti cosi’, conosceva bene queste zone, nonostante la giovane età aveva realizzato numerosi reportage fotografici, video e pubblicazioni nelle zone di conflitto. Qualche anno fa aveva aperto a Pianello Cesura Lab uno studio fotografico che divideva con alcuni colleghi.
Questi sono i fatti peraltro già noti da cui ognuno potrà farsi un’opinione, un pensiero, trarre una conclusione come “non sapeva a cosa andava incontro, il rischio che correva ogni giorno?” Certamente si’, ma il desiderio di catturare attraverso l’immagine una prospettiva diversa, nuova, capace di far riflettere, emozionare e pensare ha vinto anche sulla morte.