RESTA IN CARCERE IL 27ENNE INDAGATO PER LO STUPRO IN VIA SCALABRINI

Resta in carcere il 27enne guineano che ha cercato di violentare la donna ucraina domenica mattina in via Scalabrini. Il giudice Stefano Brusati ha deciso così perché ci sarebbero il pericolo di fuga e la reiterazione a gravare sull’uomo che deve rispondere di violenza sessuale aggravata e lesioni.

L’avvocato difensore Nadia Fiorani aveva chiesto la scarcerazione; il giudice invece ha accolto la richiesta del pm Ornella Chicca sulla custodia cautelare sottolineando «l’estrema gravità del fatto e della condotta» e «la totale mancanza, in capo all’indagato, di freni inibitori e di come lo stesso sia rimasto del tutto incurante, anche davanti alle grida di aiuto della vittima e del suo tentativo di opporsi agli abusi».

Intanto continua a far discutere, oltre che infiammare il dibattito politico nazionale, la diffusione e la pubblicazione del video di pochi secondi che documenterebbe la violenza. Per questo la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo a carico di ignoti; il reato ipotizzato è divulgazione di generalità o immagini della persone offesa da atti di violenza sessuale. Inoltre un decreto di sequestro del video risulta notificato dalla Procura di Piacenza ad alcuni media.

Ed è proprio da quel video che la donna ucraina è stata riconosciuta “sono disperata” ha riferito ad un’agenzia di stampa e agli inquirenti che l’hanno sentita “ha manifestato un forte disagio per la diffusione del video” che ha girato in rete per un paio di giorni, pubblicato da alcuni mezzi d’informazione e condiviso anche dalla leader di FdI Giorgia Meloni accusata di aver strumentalizzato la vicenda a fini elettorali.

Sta di fatto che oggi c’è una vittima violata nella sua intimità, che porterà i segni di ciò che ha subito per sempre nell’animo.

ELEZIONI, CENTRO SINISTRA: DAVVERO SI PUO’ ANCORA SPERARE NELL’UNITA’?

Formalmente mancano l’ok dell’assemblea provinciale e dell’intera coalizione, quello del circolo cittadino è già arrivato forte e chiaro. Katia Tarasconi quindi, a giorni, dovrebbe essere la candidata del PD alla corsa a palazzo Mercanti. Il partito è convinto che sia la scelta giusta da contrapporre alla sindaca Barbieri, per grinta e preparazione. Il suo mettersi a disposizione è arrivato per spirito di servizio, perché “non ci si poteva voltare dall’altra parte”, il PD aveva fortemente bisogno di stabilità e certezze dopo la bufera giudiziaria che ha coinvolto Massimo Castelli, Tarasconi è la figura giusta anche perché, è il ragionamento del PD, sarebbe in grado di intercettare anche quell’elettorato di centro-moderato che non si riconosce nell’esperienza di ApP.

Per l’ufficializzazione però non è ancora tempo. Tarasconi, nel suo intervento al circolo cittadino, ha parlato di unità, di sostegno unanime, di candidatura più ampia possibile, appellandosi a Stefano Cugini candidato di ApP, ma anche a Paola De Micheli e Paola Gazzolo, come a dire, insomma, che l’unità deve essere prima di tutto all’interno del PD stesso.

Saranno fondamentali i prossimi giorni per capire se il centro sinistra potrà davvero ri unirsi e in che modo.

 

COMUNITA’ FERITA, CITTADINI ARRABBIATI. COME SI FA A TORNARE AD AVERE FIDUCIA?

Appalti truccati, voto di scambio e in mezzo i soldi. Tanti soldi che facevano da collante ad ogni operazione sporca. E’ un quadro accusatorio pesantissimo quello che ha descritto la procuratrice Grazia Pradella nella conferenza stampa, insieme agli altri sostituti procuratori titolari dell’ indagine Matteo Centini ed Emilio Pisante,  presso il comando provinciale dei Carabinieri che hanno eseguito gli arresti. Una vera e propria associazione a delinquere, dedita a truccare appalti per eseguire lavori pubblici, pare con materiali scadenti, a società “amiche” , fino al voto scambio, con tanto di foto della scheda elettorale, nella cabina. Una corruzione senza fine, che si sarebbe protratta da diversi anni, del tutto indisturbata in alta Val Trebbia ma anche in città. Una condotta che sarebbe andata anche di là dell’appartenenza politica. Sindaci, tecnici di enti pubblici, imprenditori edili in una rete dalle maglie strette e dai meccanismi oliati, arrivati pure a sporcare il voto elettorale, quanto di più democratico dovrebbe esserci.

Il commento dei più è stato “incredibile”, “impossibile”, perché è così che sembra se si leggono i nomi dei coinvolti e le loro accuse. In custodia cautelare in carcere ci sono il sindaco di Cerignale Massimo Castelli, il sindaco di Cortebrugnatella Mauro Guarnieri, gli imprenditori Nunzio Susino e Maurizio Ridella. Ai domiciliari il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali, divieti di dimora per la vice sindaco di Zerba Claudia Borrè. Indagati anche il parlamentare di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e Erika Opizzi che si è dimessa dal ruolo di assessore all’urbanistica. In tutto 35 indagati nell’ambito della maxi inchiesta che ha portato a 11 arresti. I capi d’imputazione: associazione per delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, traffico di influenza illecite, turbata libertà degli incanti, frode nelle forniture pubbliche, falso materiale, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, truffa e voto di cambio. Ce n’è da far tremare le vene.

Questa inchiesta è stata dirompente, e lo sarà anche per le conseguenze politiche che si porterà dietro. Massimo Castelli era ad un passo dalla candidatura a sindaco per PD, Art. 1 e Emilia Romagna Coraggiosa per le prossime amministrative. Anche su questo appuntamento, oggi, la situazione è in assoluto divenire. Ieri ero lo shock lo stato più comune a tutti, non solo nel centro sinistra. E’ davvero una brutta pagina, una pagina che fa sanguinare e ferisce una comunità intera.

E’ corretto ribadire che si tratta di accuse; le persone arrestate o indagate hanno il diritto di difendersi e non è corretto che vengano condannate dall’opinione pubblica. Resta tuttavia un quadro accusatorio molto pesante che va inevitabilmente a minare la fiducia dei cittadini. Come si fa a convincerli che non sono tutti uguali, che non si può generalizzare, come glielo si può far credere? Impresa quasi impossibile; se accanto ci si mettono una serie di altri fatti di cronaca giudiziaria in cui Piacenza è stata la triste protagonista degli ultimi anni: il caso Caruso e la caserma Levante. E allora tornano alla mente le parole della giudice Modica che scrisse che in questa città ci sono “poteri vischiosi con il malaffare”, parole che fecero scandalizzare alcuni e riflettere altri.

 

 

 

 

INFERMIERA ARRESTATA PER FINTI VACCINI, BALDINO :”È UNA FOLLIA, DI COVID SI MUORE”

“Pagare per ottenere una finta vaccinazione è pure follia, di Covid si muore, chi non si vaccina corre gli stessi rischi dell’anno scorso”. Così il direttore generale dell’Ausl Luca Baldino commenta l’arresto dell’infermiera accusata di aver eseguito finti vaccini all’interno dell’ hub vaccinale dell’Arsenale. L’indagine de8 carabinieri sotto la guida della Procura della Repubblica di Piacenza ha portato all’arresto di due persone: l’infermiera dipendente dell’Ausl è un suo collaboratore. L’accusa nei confronti della donna è di corruzione è falso in atto pubblico; avrebbe ricevuto 250 euro per il finto vaccino e 500 euro per un finto tampone positivo, entrambe le procedure al fine di ottenere il green pass.

Il direttore generale Baldino ha confermato che l’indagine è parità grazie ad una segnalazione di un parente di una persona ricoverata in terapia intensiva non vaccinato, banche’ il paziente sostenesse di esserlo. Da qui si è mossa la macchina che ha portato l’operatore sanitario a riferire quanto appreso al direttore generale che, a sua volta, si è rivolto alla Procura della Repubblica.
“Se da un lato il fatto è venuto alla luce, dall’altro- ha commentato Baldino – nulla toglie alla rabbia e all’amarezza per ciò che è accaduto. Una persona per soldi non può vanificare il lavoro onesto di migliaia di persone. Ora procederemo alla sospensione e poi al licenziamento dell’infermiera. L’azienda è costernata dall’ apprendere quanto accaduto”.

La donna avrebbe carpito la fiducia dei colleghi convincendoli a vaccinare lei stessa gli “amici no vax” che portava all’hub, una volta all’interno del box la vaccinazione non avveniva.  Tra l’altro l’infermiera non è no vax, questo da’ la conferma che abbia agito esclusivamente per denaro.

ALTERNATIVA PER PIACENZA: SARANNO LE PRIMARIE A SCEGLIERE IL CANDIDATO?

Ancora niente di fatto. Il cerchio intorno al nome del candidato sindaco di Alternativa per Piacenza non si chiude, e questo non senza tensioni e discussioni. Il limite temporale di metà dicembre per presentare il nome da contrapporre al sindaco uscente Barbieri non è stato rispettato, “nonostante – si legge in una nota di ApP – Le aspettative di arrivare a sintesi erano alte, ma nel rispetto delle dinamiche democratiche sia di ApP sia dei soggetti che la compongono, nel corso delle ultime riunioni del Tavolo non è stato possibile avere quell’accelerazione che potrebbe arrivare in una “fase 2”, che rimetta al centro la partecipazione attiva dei cittadini, anche con una consultazione ampia come le primarie, con regole condivise e chiare e soprattutto con un orizzonte programmatico e di valori che accomuna, oggi più che mai, i soggetti che si riconoscono in Alternativa per Piacenza”. 

Uno stallo che dovrebbe portare ad una riflessione seria e profonda delle anime che compongono ApP, soprattutto del Partito Democratico che è “l’azionista di maggioranza” del gruppo. Con il ritiro di Stefano Cugini che si era messo a disposizione del movimento come candidato, a cui si aggiungono il “no grazie” di Stefania Calza e Massimo Toscani, il percorso riparte in salita, almeno questa è la visione che se ne percepisce.

La prospettiva quindi sono le primarie, con la speranza di arrivare a quella “fase 2 che rimetta al centro la partecipazione attiva dei cittadini con regole condivise e chiare” che verranno confermate nel corso della plenaria di giovedì 23 al teatro Trieste 34 a cui sono invitati tutti i cittadini.

TANTA COMMOZIONE PER L’ULTIMO ABBRACCIO A KRISTOPHER. GLI AMICI “VIVREMO A MILLE COME TU AVRESTI VOLUTO”

“Lasciava il suo marchio di fabbrica in ogni cosa”, “qualsiasi cosa che farò lo farò per lui, mi ha dato così tanto che anche in mezzo a questo dolore non posso non sorridere pensando a lui”, “sei la persona migliore che abbia mai conosciuto”. Sono i messaggi pieni d’amore e commozione che gli amici e i compagni di classe della VB del Colombini hanno scritto per Kri nel giorno più triste, quello dell’ultimo saluto. Eppure, nonostante il dolore devastante del distacco e della perdita, la sensazione era quella di essere legati tutti quanti dall’amore per quel sorriso contagioso, quel “marchio di fabbrica” che solo Kristopher aveva. Sul prato illuminato dal sole caldo adiacente alla chiesa di San Lazzaro, in migliaia hanno sentito il desiderio di stringersi intorno a mamma Katia, consigliere regionale e ai familiari. Al centro il feretro chiaro coperto dalla bandiera americana.
Presenti tutte le autorità cittadine a partire dal sindaco Patrizia Barbieri, quelle regionali, i compagni di squadra del Gotico Garibaldina. “Il perché davanti a questa tragedia non c’è- ha detto Don Silvio Pasquali che ha officiato le esequie insieme a Don Piero Bulla – il tema è quello dell’apertura a Dio, solo così si hanno le risposte. Istintivamente la risposta sarebbe un’altra perché la rabbia è comprensibile davanti a ciò che è accaduto, ma il passaggio dopo è l’umiltà di rivolgersi a Dio”.

SCONCERTO IN CITTÀ, CORDOGLIO PER LA MORTE DI KRISTOPHER

Sgomento e sconcerto ha suscitato la notizia della tragica scomparsa del 18enne piacentino Kristopher Dixon, figlio della consigliera ragionale Katia Tarasconi. Il giovane ha perso le vita in un incidente stradale, ieri sera, a Roma. Si trovava nella capitale con alcuni amici con i quali aveva trascorso le vacanze estive in America. Il ragazzo era alla guida di uno scooter che si è scontrato frontalmente con un tram, per lui non c’è stato da nulla fare, l’amico che era con lui è ricoverato in gravissime condizioni. L’incidente è avvenuto in zona Pigneto.
La redazione di Zerocinque23 esprime cordoglio e vicinanza a Katia e familiari in questo momento di sofferenza indicibile. 

Vasto e unanime il cordoglio da parte delle istituzioni e del mondo politico.

“Mancano il fiato e le parole di fronte a una tragedia immane come questa. Con il cuore straziato dal dolore stringo in un forte abbraccio mamma Katia, la famiglia e gli amici di Kristopher, esprimendo il cordoglio di tutta l’attonita nostra comunità”. Con queste parole il Sindaco Patrizia Barbieri ha voluto rivolgere, anche a nome dei colleghi di Giunta, dell’Amministrazione e dell’intera città, le più sincere condoglianze alla consigliera regionale Katia Tarasconi, alla famiglia e agli amici per la tragica scomparsa di Kristopher.

Il presidente Stefano Bonaccini e l’intera Giunta della Regione Emilia-Romagna si stringono alla consigliera regionale Katia Tarasconi, colpita da un gravissimo lutto familiare. “È un dramma che lascia attoniti, si fatica anche solo a credere a quanto successo- afferma Bonaccini-. In questo momento di indicibile dolore, a Katia va un abbraccio fortissimo. A lei e a tutti i familiari colpiti dalla grave perdita va la nostra vicinanza e il nostro grande abbraccio di profondo cordoglio”.

I segretari del Pd di Piacenza, Silvio Bisotti, e del Pd dell’Emilia-Romagna, Paolo Calvano, esprimono il loro cordoglio per la scomparsa del figlio di Katia Tarasconi

Cara Katia, ci stringiamo intorno a te e alla tua famiglia in questo momento di profondo dolore, sperando che l’abbraccio di tutto il PD arrivi a te e ai tuoi cari. A nome nostro e di tutta la comunità del Partito Democratico di Piacenza e dell’Emilia-Romagna, esprimiamo il più sentito cordoglio per l’immane tragedia che ti ha colpita.

Parole di cordoglio sono arrivate da parte di tutta l’assemblea legislativa della regione Emilia Romagna.

ANCHE UNA COPPIA PIACENTINA TRA LE VITTIME DELLE TRAGEDIA DI STRESA

C’è anche una coppia di Castel San Giovanni tra le vittime della tragedia avvenuta stamattina a Stresa. Una cabina della funivia che collega Stresa con  il monte Mottarone è precipitata mentre trasportava alcuni turisti. Pesantissimo il bilancio, 14 vittime tra cui un bambino. Tra loro anche Angelo Vito Gasparro, 45 anni, nato a Bari ma residente a Castel San Giovanni, così come la moglie Roberta Pistolato, 40 anni. La donna era un medico dell’azienda sanitaria locale di Piacenza, dopo un’iniziale attività nell’ambito della Continuità assistenziale, era impegnata nelle vaccinazioni, sia negli hub sul territorio, sia a domicilio delle persone impossibilitate a muoversi da casa. La direzione aziendale esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia per la perdita della dottoressa Pistolato. “Era una professionista disponibile e cordiale – evidenzia Anna Maria Andena, direttore del dipartimento di Cure primarie – che ha sempre dimostrato spirito di servizio nello svolgimento del proprio lavoro”.

Anche il presidente dell’Ordine dei Medici di Piacenza insieme al direttivo esprime il cordoglio e la vicinanza alla famiglia per la scomparsa della dott.ssa Pistolato “Una professionista apprezzata per le
sue qualità e per la gentilezza e disponibilità nei confronti di
colleghi e pazienti”.