Cosa potremmo diventare dopo la pandemia? Se lo domanda il noto psichiatra Paolo Crepet nello spettacolo in scena martedì 22 a Palazzo Farnese tratto dal suo ultimo libro “Oltre la tempesta”.
Spaventati, disorientati, ora depressi o inclini all’ira, ora fiduciosi nella solidarietà collettiva, stiamo attraversando la pandemia come fossimo in mezzo a un mare tempestoso, cercando di resistere nella speranza di
arrivare presto a un approdo. Ma come sarà quel porto? Migliore o peggiore di quello da cui siamo partiti? E come saremo noi, alla fine del viaggio? Sarebbe desolante se ad attenderci ci fosse la realtà di prima. Al tempo stesso, non possiamo pensare che il futuro si faccia da sé, per inerzia: il futuro è il
tempo della fiducia, per questo va attivamente progettato e nutrito.
Dobbiamo allora coltivare la fantasia, far leva sulla nostra forza immaginativa per riparare ciò che si è incrinato dentro di noi e intorno a noi, nelle relazioni, nella vita quotidiana, negli spazi di lavoro. E lo dobbiamo fare soprattutto per le giovani generazioni, cui va restituito il diritto di sognare e di guardare avanti senza timore.
Paolo Crepet in questo spettacolo ricco di passione, ci spiega che occorrono curiosità e audacia: uno sguardo curioso ci permette di notare i dettagli, di scoprire che in ogni storia, per quanto minuscola, è contenuta una metafora; un atteggiamento audace ci aiuta a sfidare le correnti del conformismo e
i freni di chi ha interesse a mantenere invariato lo status quo.
L’iniziativa è organizzata dall’Associazione 18-30
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