L’Ordinanza del Tribunale di Piacenza che accoglie il reclamo del costruttore del parcheggio interrato pone, nuovamente, l’Amministrazione di Piacenza di fronte alle proprie gravi responsabilità nei confronti della città.
A nulla sono valse oltre 30 mila firme raccolte dai cittadini, né i tanti interventi dei nostri Consiglieri Comunali con i loro atti ispettivi e le loro denunce.
Purtroppo, a nulla è valso il ricorso all’autorità giudiziaria di Legambiente e residenti, sebbene con la prima Ordinanza del giudice Fazio qualche speranza che anche in Italia si potesse iniziare a interpretare le norme giuridiche a difesa dell’ambiente e della salute delle persone in modo innovativo si era generata.
Evidentemente molta strada rimane ancora da percorrere.
In ossequio al principio che le sentenze si rispettano, non vogliamo entrare nei dettagli della parte giuridica. Come Alternativa per Piacenza non possiamo invece trascurare l’aspetto politico, con una Amministrazione che ostinatamente ha ignorato la volontà di un movimento di cittadini autoconvocatosi senza precedenti a Piacenza, se non ritornando al tutt’ora spinoso tema della ex-Pertite.
Gravissimo secondo noi appoggiare il reclamo del costruttore contro i propri stessi cittadini, costato 11.579,04 € di soldi pubblici, come si desume dalla Delibera di Giunta n. 230 del 15-10-2024.
Una brutta immagine, col rischio che la vittoria giuridica di oggi si trasformi in una caporetto politica nel prossimo futuro.
Noi che una visione diversa di politica l’abbiamo, anche attraverso l’impegno che tanti nostri aderenti hanno messo sulla questione, non possiamo che ribadire il nostro sostegno come associazione e come presenza in Consiglio Comunale a tutte le persone che in questa giusta causa credono e per questa si sono riunite.
ALBERI ABBATTUTI IN CITTADELLA, MONTA LA RABBIA DEI CITTADINI
Dopo l’ordinanza di secondo grado dei giudici collegiali, stamattina è iniziato il taglio degli alberi in piazza Cittadella. L’ultima ordinanza ha, di fatto, ribaltato quella di primo grado del giudice Fazio che aveva salvato le 15 alberature dall’abbattimento.
Gli operai, dagli appositi cestelli, hanno tagliato prima le fronde, poi i rami, fino al tronco. In strada, tra rabbia e sconcerto, alcuni cittadini con pentole e coperchi hanno manifestato contro il taglio che ritengono un danno ambientale per tutta la città, con frasi ingiuriose anche rivolte all’amministrazione.
Intanto per sabato pomeriggio alle 15.30 è prevista una nuova manifestazione di protesta aperta alla città in piazzetta Mercanti.
PULCHERIA: TRA GLI OSPITI GALIMBERTI, VICARIO, COSTA E COMENCINI. UNO SGUARDO SENZA RETEORICA SUL MONDO FEMMINILE
Sarà un osservatorio sul mondo femminile in tutte le sua sfaccettature, sulla differenza di genere e sui talenti delle donne. La 23esima edizione di Pulcheria vuole andare in questa precisa direzione, quasi uno spartiacque tra un prima e un dopo, tra ciò che non si deve ripetere e quello verso cui occorre tendere, a partire proprio dal rispetto per la differenza di genere.
Non solo riflessioni su donne e madri, ma anche il ruolo genitoriale, sarà al centro del ricco programma che si snoda su molti eventi, dal 16 al 28 novembre. Tra i nomi il filosofo Umberto Galimberti nell’incontro Liberiamoci dalla violenza, mercoledì 20 alle 21 allo spazio XNL, l’attrice Lella Costa con il reading teatrale Il pranzo di Babette, domenica 24 alle 18.30 a XNL, la proiezione del film Gloria! con la regista Margherita Vicario, lunedì 25 alle 20.30 presso la sala cinema XNL, la regista Francesca Comencini sarà l’ospite di domenica 17 alle 20.30 con la proiezione del suo film Il tempo che ci vuole.
L’intero programma della rassegna è consultabile su www.pulcheria.it
DE PASCALE: “CAMBIO DI PASSO SULLE POLITICHE DI PREVENZIONE DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO”
E’ un appello al voto generale, più che a se stesso quello che il candidato della coalizione del centro sinistra Michele De Pascale si sente di rivolgere anche agli elettori piacentini; il timore di un marcato astensionismo infatti è presente tra l’entourage del candidato in vista delle regionale del 17 e 18 novembre
eppure i tempi stringono e la campagna elettorale è quanto mai nel vivo.
Tra le priorità, per i piacentini, la conferma del nuovo ospedale e la necessità di un cambio di passo radicale sulla prevenzione degli eventi avversi, siano essi alluvioni o terremoti che deve coinvolgere tutta la regione.
MONS. CEVOLOTTO: “CI VUOLE UN’ALLEANZA EDUCATIVA PER FAR CRESCERE I NOSTRI RAGAZZI”
Riportiamo integralmente l’omelia del vescovo, Mons. Adriano Cevolotto
Quello che stiamo vivendo è uno di quegli eventi che accorciano le distanze e ci fanno sentire parte gli uni degli altri. Aurora, basta ormai chiamarla per nome, è diventata figlia, sorella, nipote, amica… di tutti e di ciascuno. C’è una profonda partecipazione ad una vicenda assurda, che ha lasciato e lascia
senza parole. Attoniti. Con una domanda che passa di bocca in bocca: Cosa sta succedendo? C’è un verbo che esprime efficacemente la sensazione rispetto a ciò che è accaduto: ‘strappare’. Aurora è stata strappata. Dalla vita. Dai suoi cari. Dagli amici… è stata strappata una piantina piena di boccioli.
Che erano le sue speranze. È stata strappata dalle nostre mani impotenti.
Di fronte al dolore e allo sconcerto è diffuso il tentativo di fuggire. In vari modi: cercando di non farsi toccare simuliamo o attuiamo una presa di distanza emotiva. O, al contrario, ci trasformiamo in investigatori morbosi di particolari che riducono un dramma a noi vicino in un fatto di cronaca.
Ma noi vogliamo lasciarci toccare. Interrogare. Proprio perché non è un brutto sogno vogliamo metterci alla scuola di ciò che provoca sofferenza e rispetto al quale si fa strada la domanda: Perché?
Quando emerge questa domanda, spesso senza risposta, significa che è stato toccato un nervo sensibile, che interroga il senso delle cose e della vita. È doveroso cercare di capire cosa è successo, è fuorviante la ricerca di colpevoli su cui scaricare ogni responsabilità. Allora lasciamoci interpellare.
Aurora, come ogni adolescente, si alimentava di sogni, di progetti, di desideri. Si apriva al mondo degli affetti. Non possiamo, né tantomeno dobbiamo spegnere i sogni di un o di una adolescente. Né tantomeno permettere che vengano spenti da altri. Ma ci è chiesto di evitare, direi proprio di censurare, l’uso di termini impropri come relazione, fidanzamento. Chiamiamo ogni cosa con il proprio nome. L’affascinante relazione tra uomo e donna è una delle cose più complicate che ci sia. Perché realizza qualcosa di arduo: mettere insieme due differenti e complementari modi di pensare, due mondi emotivi, affettivi e sessuali diversi. È solo in un cammino di maturazione personale e relazionale che si giunge ad una scelta d’amore.
La ‘patente affettiva’ non ci viene dallo sviluppo fisico e dalle pulsioni, né è sufficiente il dato anagrafico. Ci viene da una paziente capacità di tenere
insieme la propria felicità con quella dell’altro/a.
Il realizzarsi dei sogni dei nostri giovani richiede accompagnamento di adulti (non solo genitori), attraverso alleanze educative che facciano intravvedere orizzonti comuni. Come è stato ricordato ci vuole un villaggio per dare forza all’educazione. I nostri ragazzi si incuneano immediatamente nelle crepe delle nostre divisioni, della sfiducia che respirano tra le diverse figure adulte con cui hanno a che fare. C’è spazio di crescita nella stima, nelle convergenze di comportamenti, nel vivere la responsabilità non solo verso i propri figli ma anche verso gli altri. Le relazioni e i confronti tra loro pesa molto nella crescita degli adolescenti. Quando accade questa sintonia tra adulti oltre a
beneficiarne loro, si alleggerisce il peso che noi adulti portiamo per il compito educativo che ci è affidato. Abbiamo bisogno di sostenerci perché da soli sarà sempre più difficile. Ognuno metta la sua parte: parrocchie, oratori offriamo la nostra parte, con ciò che ci è proprio. Promuovendo rete con le
famiglie e le altre agenzie educative.
Alla fine di ogni considerazione dobbiamo riconoscere che le nostre mani non sono comunque in grado di custodire. Sono piccole e deboli. La parola di Gesù appena ascoltata ci parla proprio di mani forti che non si fanno sottrarre ciò che è loro consegnato. Sono le mani di Dio Padre che opera per le mani di Gesù. Nessuno, niente, neanche la morte riuscirà a strapparle via (“non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano”).
La mamma di Aurora si augurava: “spero che ora sia in pace”. Ce l’ha promesso Gesù: siamo in mani sicure. Potenti e tenere allo stesso tempo. È motivo
di consolazione e di speranza sentire che se delle mani possono averci strappato Aurora, le mani che l’hanno plasmata, tessuto nel grembo della madre, ora tengono saldi i sogni di futuro, il desiderio di vita e la sete di amore che Lui ha messo nel suo cuore.
Tale certezza di eternità porta con sé il compito che il nostro Dio ci affida: mette nelle nostre mani i sogni che continua a suscitare nel cuore dei suoi figli e delle sue figlie. È il loro futuro immaginato, desiderato, cercato. Lo dobbiamo condividere, custodire e alimentare perché nel loro futuro c’è anche il nostro. Voler bene, il bene delle nuove generazioni richiede di essere al servizio della fiducia.
Una comunità che non combatte la paura e la sfiducia verso il domani e verso l’altro che incontra, che non riesce a custodire il futuro dei propri figli è destinata a non averne. Nel racconto del profeta Elia, in fuga perché succube della delusione verso la vita, rifugiato dentro una caverna, ci è descritto un Signore che lo rincorre, lo cerca oltre il deserto, sul monte. E gli si
manifesta non nella potenza del terremoto o del fuoco, né nell’impeto del vento, ma in una brezza leggera. Nel nostro dolore e disorientamento in questo modo il Signore si avvicina noi.
Usciamo dal buio della caverna nel quale la morte ci ha rinchiusi per stare davanti al Signore che ci raggiunge per farci ritornare sui nostri passi rinnovati nella speranza, per non lasciare nel freddo dell’assurdità e della paura i nostri figli e le nostre figlie.
LA CITTA’ ABBRACCIA AURORA. IL VESCOVO: “UN BOCCIOLO STRAPPATO ALLA VITA. REALIZZIAMO I SOGNI DEI GIOVANI CON ALLEANZE EDUCATIVE”
Un sorriso limpido, uno sguardo innocente. Il viso di Aurora, ritratto in una grande fotografia, era sul sagrato del duomo, insieme a fiori bianchi e argentati, ad accogliere chi le ha voluto portare un ultimo commosso saluto.
Tantissimi ragazzini come lei, compagni di classe e amici, ma anche tanti adulti. Perché per tanti di noi Aurora è come una figlia: “Basta chiamarla per nome – ha detto nell’omelia il vescovo Cevolotto – è diventata figlia, sorella, nipote e amica di tutti”. La sua morte è davvero una tragedie collettiva. Una morte assurda, per cui, oggi è in carcere il 15enne, accusato di averla spinta nel vuoto dal balcone di casa.
In cattedrale è stato il giorno delle esequie, dove tanti hanno pianto e l’hanno ricordata “sei una stellina luminosa” ha letto una compagna “manchi come l’aria, manca la tua risata” ha ricordato un’altra.
All’esterno uno striscione a ricordare a tutti che “Aurora vive, questo non è un addio ma un arrivederci” accompagnato da quella maledetta data 25 ottobre 2024. e poi tante rose bianche che al termine della messa sono state depositate sul feretro bianco.
“Eventi come questo accorciano le distanze e ci fanno sentire parte gli uni degli altri – ha detto mons. Cevolotto – Aurora è stata strappata alla vita. C’è voglia di fuggire: qualcuno non vuole farsi toccare da questa tragedia, altri si comportano da investigatori morbosi. Invece noi vogliamo lasciarci toccare e interrogare: vogliamo riflettere” ha detto il vescovo.
E ancora “E’ doveroso capire cosa è successo ma è fuorviante la ricerca di colpevoli su cui scaricare le responsabilità. Perché non si possono spegnere i sogni di un’adolescente, né permettere che vengano spenti da altri, ma – è il monito del vescovo – ci è chiesto di evitare, anzi censurare, termini impropri come relazione o fidanzamento. Chiamiamo ogni cosa con il proprio nome”.
Al termine delle esequie, il silenzio ha accompagnato il feretro fuori dalla chiesa, spezzato solo dai singhiozzi di pianti strazianti. Poi i palloncini bianchi sono stati liberati in cielo seguiti da un lungo applauso.
LEGAMBIENTE: “LA MAGISTRATURA HA PERSO UN’OCCASIONE IMPORTANTE PER LA DIFESA DELL’AMBIENTE”
Registriamo con estrema amarezza l’Ordinanza emessa oggi dal tribunale di Piacenza con la quale ha accolto il reclamo presentato da Piacenza Parcheggi avverso alla Ordinanza ex art. 700 c.p.c. assunta in data 29/09/2024 dal giudice Fazio.
La profonda amarezza non è esclusivamente legata all’esito della causa ma soprattutto alle motivazioni, almeno da una prima lettura, che hanno portato il collegio ad accogliere il reclamo.
Ci pare in primis, da una prima veloce lettura che approfondiremo, che con questa pronunzia la Magistratura, almeno una parte di essa, abbia perso una occasione importante per sostenere gli obbiettivi della difesa dell’ambiente e quindi dei cittadini, rendendo finalmente efficace la modifica dell’articolo 9 della Costituzione.
Ci appare evidente che l’interpretazione assunta dal Tribunale circa l’oggettività del danno derivante dal taglio delle piante sia identificata solo con la dimostrazione quantitativa puntuale e materiale dello stesso; in sostanza si richiederebbe di dimostrare di quanti gradi aumenterebbe la superficie della piazza senza gli alberi, di quanti effetti l’aumento della temperatura produrrebbe alla salute, ecc. al fine di giudicare “irrimediabile” leffetto dell’intervento. In tal modo eludendo di fatto i chiari orientamenti e le raccomandazioni scientifiche consolidate a livello nazionale e internazionale.
La considerazione che le ragioni dei ricorrenti potessero essere validate solo attraverso la dimostrazione “quantitativa” e scientifica dei gradi in più producibili con il taglio delle piante e dei danni osservabili sulla salute dei cittadini, al di la del contraddire totalmente l’impianto innovativo logico e giuridico dell’ordinanza del giudice Fazio, relega il principio di precauzione ad un puro esercizio teorico e sostanzialmente inefficace ai fini della tutela della salute dei cittadini.
Ci dispiace ma non possiamo concordare con tale interpretazione, che purtroppo rivela quanto ancora parte della cultura giuridica, oltre che quella politica, sul rispetto dell’ambiente sia rimasta insensibile e arretrata.
La precauzione così come la prevenzione, a nostro modesto parere, deve agire non solo dove il danno è certo, ma anche possibile e/o probabile ed intervenire evitando che tali danni e/o anche soli rischi possano manifestarsi.
Ci pare che così non stia accadendo a Piacenza in generale e in Piazza Cittadella in particolare. Ancora una volta la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, resta un corollario rispetto alla tutela degli interessi economici, se pur legittimi, dei privati.
Fa davvero soffrire immaginare l’abbattimento delle 15 piante monumentali ma ancor di più farà male l’impatto sanitario e psicologico sui cittadini di questa pronunzia e della scelta del Comune di costituirsi contro i propri stessi cittadini; anche quello non sarà misurabile ma certamente molto grave.
ALBERI CITTADELLA: IL TRIBUNALE RIBALTA L’ORDINANZA E REVOCA LO STOP AL TAGLIO
Il prudente ottimismo degli avvocati Fantigrossi e Tagliaferri è stato mal riposto: il Collegio del tribunale di Piacenza, presieduto dal giudice Stefano Brusati, ha accolto il reclamo presentato da Piacenza Parcheggi e dal Comune contro il taglio dei 15 alberi in piazza Cittadella. In sostanza il cantiere può proseguire e viene revocato lo stop all’abbattimento delle alberature.
Il Collegio dei tre giudici ha di fatto ribaltato la precedente ordinanza del giudice Antonino Fazio che, in 60 pagine di motivazione, aveva concesso lo stop al taglio dei tigli di piazza Cittadella presidiati dal 24 agosto da cittadini e ambientalisti.
Nelle scorse settimane anche il Comune si era costituito presso il Tribunale a favore del reclamo presentato da Piacenza Parcheggi, con l’intento di proseguire con il cantiere per la realizzazione del parcheggi interrato.
Anche nelle ultime settimane il cantiere in Cittadella è comunque proseguito con l’abbattimento della vecchia auto stazione, le piante invece erano state riparate e protetta come recitava l’ordinanza del giudice Fazio.
FUNERALI AURORA: PROCLAMATO IL LUTTO CITTADINO
Bandiere a mezz’asta in tutte le sedi comunali e negli edifici pubblici a partire dalla mattinata di domani, martedì 5 novembre, e lutto cittadino dalle 15 alle 16,30 in occasione dei funerali di Aurora Tila.
SCIOPERO SCUOLA, CGIL: “QUESTO GOVERNO NON INVESTE SULLA CONOSCENZA E TAGLIA IL PERSONALE”
Sono scesi in piazza i lavoratori della conoscenza della scuola della CGIL; diverse scuole della città e della provincia sono rimaste chiuse a causa dello sciopero del personale. “Aumento dei salari, rinnovo del contratto, stabilizzazione dei 250 mila precari” sono le ragioni principali della mobilitazione. Zavattoni, Cgil: “Oggi siamo qui solo noi, anche per gli altri”, riferendosi agli altri sindacati confederali che non hanno partecipato allo sciopero.