COMMERCIO IN CENTRO STORICO: PIACENZA HA UN BUON POSIZIONAMENTO. NEGOZI SFITTI SOTTO LA SOGLIA CRITICA

Niente meglio dei dati raccolti sul campo può descrivere una situazione, spesso ritenuta critica, come il commercio in centro storico. Ebbene si scopre allora che tutto non è come appare. Il Comune ha commissionato al politecnico uno studio sul contesto locale, nei mesi di giugno 2023 e gennaio 2024, esaminandone le variazioni.
In tutto sono stati presi in considerazione 1526 attività commerciali di varie tipologie: di questi il 24,25 per cento risulta sfitto. Gli esperti ci dicono che la situazione risulta preoccupante quando si supera il 25 per cento. Ci sono meno vetrine sfitte nelle zone pedonali, segno che una minore presenza di auto invoglia ad investire su una attività commerciale e che da giugno a gennaio c’è stato un aumento di 8 unità.
la ricerca è stata presentata nel corso del convegno “Commercio i centro storico: opportunità e strategie” in cui sono state coinvolte tutte le associazioni di categoria.

SI APRONO LE PORTE DI TORRIONE FODESTA: “VEDERE GLI SPAZI PER IMMAGINARE UN FUTURO”

Prendere visione per rendersi conto di ciò che la città offre. Perché se parla di città del futuro, questo è un passaggio indispensabile. L’amministrazione ha organizzato, di concerto con il Demanio, l’apertura di Torrione Fodesta per farlo visitare ad associazioni e cittadini che stanno prendendo parte, con le loro osservazioni, alla stesura del Piano Urbanistico Generale partecipato.

Ad oggi la struttura, per anni al centro di polemiche per sporcizia, incuria e frequentazioni, è di proprietà del Demanio. Piacenza è una l’unica città emiliana ad avere edifici come questo con mura 500esche rinascimentali.

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IL BILANCIO SPIEGATO AI CITTADINI. “BASSO INDEBITAMENTO PRO CAPITE, MA ANCORA TROPPI CITTADINI MOROSI”

23 slides di sostanza create per arrivare a tutti i cittadini, per rompere il muro delle formalità e dei tecnicismi. Così il vice sindaco Marco Perini, di concerto con la sindaca Tarasconi e il direttore generala Canessa, ha definito il bilancio di previsione 2024 illustrato alla città. Una piccola dispensa consultabile sul sito del Comune e sui social, che ha il compito spiegare, in modo comprensibile ma completo, un tema che invece, per sua natura, è estremamente complesso, quale il bilancio di un ente pubblico. Ecco che allora sono venute in soccorso grafiche ed illustrazioni che hanno il compito di rendere più accessibile la materia.
277 milioni di euro il bilancio del Comune di Piacenza, di cui 30 milioni derivanti da contributi e trasferimenti da enti, stato e regioni, 34 milioni da entrate extratributarie versate dai cittadini, 71 milioni da entrate tributarie dei cittadini,. Una macchina complessa in cui lavorano circa 700 dipendenti. Tra i dati da sottolineare la tempestività dei pagamenti ai fornitori (21 giorni) e il basso indebitamento pro capite di 66,24 euro a cittadino, a fronte della media nazionale che si attesta a 1700 euro. Tra gli aspetti da migliorare la riscossione dei tributi per cui è stato recentemente potenziato l’apposito ufficio. Se non vi fosse il contributo del comune alcuni servizi potrebbero venire meno.

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IL TEMPO NEL CARCERE: LA DIFFICILE SFIDA DI DARGLI UN SIGNIFICATO

Il tempo che in carcere si allunga, diventa sofferenza, spesso frustrazione, a volte riflessione. È stato attorno a questa parola che si è sviluppato l’incontro organizzato da Asp Città di Piacenza e dal Comune. Un evento dove a parlare sono stati i diversi soggetti che nelle carceri lavorano con i detenuti affinché il tempo all’interno sia produttivo. La vera sfida, al di là delle condizioni fisiche di sovraffollamento in cui si trovano le carceri italiane, è dare un senso, un volto, al tempo trascorso senza la libertà.

ARRIVA L’OK DEL CONSIGLIO PER L’AMPLIAMENTO DI TELEMA. APP SI ASTIENE. I DUBBI DEL CONSIGLIERE RABUFFI

Tutti d’accordo, o quasi, sull’ampliamento della ditta Telema di Quarto: la ditta leader nel settore delle resistenze elettriche, fondata nel 1975, vorrebbe espandersi di 7mila metri quadrati. La proposta è passata con il voto di maggioranza e opposizione, Alternativa per Piacenza si è astenuta.

“Il gruppo Telema, che ha una quarantina di azienda nel mondo, continua a crescere a Piacenza e non pensa a delocalizzare – ha precisato l’assessore Adriana Fantini – ha chiesto di poter costruire un nuovo capannone per la produzione con un fabbricato per gli uffici e spogliatoi per i lavoratori. Così verrà preparata un’area parcheggio privata interna da 79 auto e 6 posti per autotreni”.

Un progetto di ampliamento che il consigliere di ApP Luigi Rabuffi ha definito positivo per molti aspetti: “per lo spostamento delle insalubri aree di saldatura che passeranno da 45 mt. di distanza dalle abitazioni a 140 mt.; bene il filtro di mitigazione ambientale lungo tutto il perimetro dell’area; bene le alberature a compensazione, bene gli impianti di aspirazione dedicati, bene i lavori di rimozione della copertura esistente in cemento-amianto eternit; bene l’installazione in copertura di un impianto fotovoltaico con 600 moduli; bene l’installazione del numero minimo di 2 colonnine di ricarica elettrica a doppia
erogazione, bene le colorazioni discontinue nelle tinte naturali e le finiture sfumate, al fine di limitare, l’impatto visivo dei nuovi volumi”. Tuttavia ha tenuto a precisare alcune preoccupazioni che non sono state ben accolte, in particolare dalla maggioranza; la consigliera di Pc Oltre Caterina Pagani lo ha accusato di “leggere del marcio anche quando non c’è”.

Le preoccupazioni rilevate da Rabuffi riguardano il traffico su Strada Regina “una strada di dimensioni ridotte, pericolosissima, con una scuola e una brutta curva che difficilmente può tollerare un aumento di traffico pesante. Il problema delle interferenze tra i diversi flussi di traffico è evidenziato anche da AUSL, tra le proprie prescrizioni. A questa preoccupazione l’azienda ha risposto che il traffico indotto dall’attività attuale è modesto e, anche a seguito della riorganizzazione produttiva, rimarrà limitato a pochi veicoli
pesanti, con pochissimi mezzi al giorno impegnati. Bene. Ma telecamere? – si domanda il consigliere –  il monitoraggio del futuro traffico? Niente.
Controlli della Polizia Locale? Figuriamoci”.

Ha poi posto all’attenzione dei colleghi il discorso legato ai nuovi occupati “sarebbe interessante capire se sono 30 o 50″, e sull’iter per l’ampliamento presentato ad agosto, quando solo a dicembre scorso l’azienda è diventata la proprietaria del terreno agricolo dove verrà costruito il nuovo capannone”. Inoltre, fa notare il consigliere di ApP ” hanno pagato al rogito un terreno agricolo ad un prezzo di valore molto più basso (110 mila euro) di quello attuale (439.412 mila euro).

FARE CINEMA: PRESENTATO IL CORSO DI SCENEGGIATURA. INCONTRI CON I GRANDI NOMI DEL CINEMA ITALIANO

Scrivere per il cinema: dall’idea al film. Sono aperte da oggi fino al 28 aprile le iscrizioni per corso di alta formazione di sceneggiatura, gratuito co finanziato dal Fondo Sociale Europeo. 250 ore di aula e 400 ore di project work, da cui verrà prodotto un cortometraggio.
Il corso si svolgerà a Piacenza e Bobbio da luglio 2024 a febbraio del prossimo anno. 12 i partecipanti ammessi che avranno come docenti gli sceneggiatori Valia Santella e Bruno Olivero, vincitore del David di Donatello nel 2022 per la miglior sceneggiatura di Ariaferma di Leonardo di Costanzo.

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SINDACA SU DIMISSIONI DI VENEZIANI: “HO PARLATO CON JACOPO. HO CAPITO E COMPRENDO LA SUA SCELTA”

“Ho parlato con Jacopo. E’ stata una conversazione amichevole come ne abbiamo avute tante, se non fosse stato per l’argomento di certo non facile da affrontare: le sue dimissioni da presidente della Ricci Oddi. Gli ho chiesto come mai non me ne avesse parlato prima di inviarle formalmente e la risposta che mi ha dato rivela una realtà più semplice di quella che forse in molti hanno immaginato: temeva che l’avrei convinto a non lasciare il suo incarico, perché sa quanto io ci tenga. E di certo ci avrei provato perché nutro una grande stima nei suoi confronti, come persona, come studioso e come divulgatore di successo.

Ascoltando le sue riflessioni ho però compreso le ragioni della sua scelta, che rispetto. Ragioni che si basano su dinamiche che a me per prima, ma direi a entrambi, non erano così chiare all’inizio di questa “avventura”. Jacopo ritiene di non avere nelle sue corde la capacità manageriale che invece ha scoperto come prioritariamente necessaria in questa delicata fase della Galleria Ricci Oddi recentemente diventata fondazione. Una trasformazione che abbiamo con impegno portato a termine proprio con l’intenzione di facilitare l’ingresso di finanziamenti privati che diano nuova linfa alla Galleria stessa. Perché il problema di questa grande istituzione piacentina è proprio questo: la mancanza di magnati che abbiano voglia di investire sul futuro del museo d’arte moderna più importante della città. La forma giuridica della fondazione di certo rende più agevole il percorso di chi abbia intenzione di investire nella Galleria, ma perché ciò avvenga è necessaria un’azione che probabilmente richiede competenze gestionali, amministrative, commerciali e politiche che Jacopo Veneziani non “sente” come sue. Lui è uno storico dell’arte. E che storico dell’arte, vien da dire! Il suo curriculum e la sua attività di divulgatore sui social e sulle tv nazionali parlano da sole, ma evidentemente non sono pienamente adatte alle esigenze attuali della Ricci Oddi.

Ho ritenuto che lo fossero ma ora, alla luce delle considerazioni che Jacopo ha condiviso con me, prendo atto che è forse necessario muoversi in una direzione diversa.

Una direzione che tuttavia non può ricalcare i modelli del passato, che speravamo di poter modificare in meglio; dev’essere una direzione che si basa su una presa di coscienza, seria e concreta, di cosa sia necessario affinché un museo del genere non solo resti in vita ma prosperi. E non possiamo certo basare le nostre strategie sul ritrovamento casuale di opere d’arte uniche al mondo, come è stato per il Klimt: un regalo inaspettato alla città. Dobbiamo essere consapevoli e guardare con onestà intellettuale la realtà dei fatti, ovvero che la Galleria Ricci Oddi non sembra essere al primo posto nella lista delle priorità dei piacentini, tranne quando si tratta di alimentare la polemica politica. Tant’è che, a parte qualche caso isolato, non si trovano magnati disposti a investire. Il contributo pubblico che il Comune dà al museo è cresciuto negli anni, anche sotto questa amministrazione, ma basta a malapena a tenere aperti i locali della Galleria (che andrebbero peraltro ristrutturati) e a pagare il poco personale che ci lavora. Serve altro, e per farlo servono figure con professionalità specifiche. E per potersene avvalere, servono fondi.

Se vogliamo che la Galleria Ricci Oddi esca dallo status di museo di provincia, può essere utile iniziare a pensare a un approccio come quello anglosassone che prevede strategie commerciali e di promozione tipiche di figure professionali specializzate. E tali figure, sia chiaro, non escludono la presenza di studiosi e storici dell’arte che si occupino delle collezioni, delle opere e di curare mostre ed eventi dal punto di vista artistico e storico. Ma di certo la parte artistica non può più vivere senza la parte di promozione. E la promozione, ormai è chiaro, richiede competenze ad hoc.

E’ un cane che si morde la coda: per attirare visitatori (Klimt a parte) serve promozione ma per fare promozione di qualità serve denaro e, prima ancora, servono personale e stanze museali consone, ristrutturate, perfette.

Sono riflessioni che sto condividendo dopo aver parlato con Jacopo dimissionario. Con il quale, ci tengo a ribadirlo, non ho mai avuto scontri. Tutt’altro: insieme abbiamo sempre ragionato con entusiasmo su come poter rendere più attraente la nostra splendida Galleria, su che iniziative si potessero mettere in campo. E contemporaneamente, insieme al Cda, si è lavorato duramente per il passaggio a Fondazione, che ha richiesto – come accennavo ieri – tempo ed energie.

E’ un peccato che Jacopo lasci l’incarico, ne sono tutt’ora convinta. Ma comprendo le sue motivazioni. Ora tocca a noi, come amministrazione, pensare a come andare avanti, alle scelte da fare. Non ho risposte immediate perché la notizia delle dimissioni è ancora fresca, ma di certo ci muoveremo al meglio delle nostre possibilità per il futuro della Galleria Ricci Oddi”.

 

COMMUNITYLOG: LO STUDIO DEI BISOGNI SOCIALI DEL POLO LOGISTICO

Si chiama “CommunityLog”, il progetto incentrato sullo studio e l’analisi dei bisogni sociali dei lavoratori del Polo logistico di Le Mose. Un’iniziativa che nasce dalla collaborazione tra Comune di Piacenza, Confindustria, Confapi Industria e Confcooperative, con l’intento di costruire un quadro conoscitivo condiviso, approfondito e aggiornato: “Solo a partire dall’ascolto delle esigenze e delle priorità – sottolineano la sindaca Katia Tarasconi e l’assessora ai Servizi Sociali Nicoletta Corvi – possiamo intraprendere una serie di azioni concrete, che siano realmente incisive nel dare risposte mirate a rafforzare la coesione sociale, l’effettiva integrazione delle imprese e dei dipendenti della logistica con il territorio, perseguendo quello sviluppo sostenibile e inclusivo che è prioritario per conciliare qualità di vita e qualità del lavoro”.

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– 100 GIORNI: PIACENZA SI PREPARA AD ACCOGLIERE IL TOUR DE FRANCE

Mancano 100 giorni al grande evento del Tour de France del primo luglio. Piacenza si sta preparando con una serie di eventi che coinvolgeranno tutti cittadini: si parte sabato 23 marzo alle 16.30 in piazza Cavalli dove bambini e ragazzi saranno protagoniasti di un video promozionale. In sella alla bicicletta comporranno la scritta “Piacenza aspetta il tour de France”. All’evento parteciperà anche il campione di bike trial Vittorio Brumotti.

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