DA SEMIANALFABETA A SCRITTORE IN CARCERE, LA STORIA DI GIUSEPPE

Da semianalfabeta alla pubblicazione di un libro di poesie. E’ la storia di Giuseppe Carnovale, per gli amici Pino, che oggi ha scoperto il piacere della scrittura di sé mentra scatava scontando la sia pena all’interno del carcere ed ha avuto il privilegio di pubblicare i suoi testi. 200 pagine a cui ha dato il titolo “Nessuna pagina rimanga bianca”. È proprio questo il senso della scrittura all’interno del carcere: dare un senso all’esistenza, prendere lentamente consapevolezza della pena da scontare, sentirsi uomo o donna non solo detenuto. Di scrittura autobiografica si è parlato in un incontro organizzato dall’associazione Verso Itaca, alla presenza di Duccio Demetrio, scrittore, già Professore di Filosofia dell’educazione e di Teorie e pratiche della narrazione, Direttore Scientifico della Libera Università dell’Autobiografia, oltre che volontario al carcere di Opera, e Ornella Favero, giornalista direttrice della rivista Ristretti Orizzonti, testata redatta all’interno del carcere Due Palazzi di Padova. “E’ importante scrivere, far sentire che ci sei – ha spiegato il professor Demetrio – non ti abbandoni alla depressione carceraria e l’esperienza si sdoppia, da narratore a protagonista”. Il carcere di Padova apre quasi quotidianamente le porte agli studenti. Si apre alla società per abbattere distanze e pregiudizi. “SI accorciano le distanze – ha spiegato Ornella Favero – il racconto di sè dei detenuti porta gli studenti che ascoltano a porsi della domande e a capire che l’uomo che hanno davanti non è solo il suo reato, la rabbia che prende spesso chi entra all’interno del carcere si trasforma presto in attenzione per le storie e le esperienze vissute e raccontate”.

Il servizio con le interviste nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

scrittura carcere1

FEGATO ETRUSCO, IL DIBATTITO SI ACCENDE

Il nuovo allestimento creato intorno al Fegato Etrusco fa discutere. Noi questo lo vediamo positivamente; che si prendano posizioni su uno, per alcuni l’unico, dei simboli di Piacenza è un bene, tiene vivo il dibattito, solletica la curiosità e magari spinge anche ad una visita al museo Archeologico di Palazzo Farnese. Uno degli aspetti discussi sta proprio nella collocazione del reperto: l’architetto Matteo Faroldi in un post sul suo profilo Facebook scrive che “mantenere  il Fegato nell’interrato dei Musei Civici di Palazzo Farnese – Piacenza può essere condivisibile o meno, sicuramente è una scelta museografica che implica la decisione di negare ai visitatori la possibilità di godere della bellezza plastica e della ricchezza materica e cromatica del reperto anche alla luce naturale”. Perchè non si è deciso di portare alla luce il prezioso reperto attraverso una rielaborazione, magari proprio nel cortile interno di Palazzo Farnese? L’architetto scrive: “Si è scelto di custodire il Fegato in uno scrigno del Palazzo? In una sorta di caveau che assicura e protegge il gioiello più prezioso? molto bene, allora con due ingredienti di tale importanza che si prepari una pietanza che esalti i due sapori unici al mondo. Il visitatore dovrebbe entrare già edotto e trovare solo il Fegato, in un espositore immateriale, la sala dovrebbe essere spoglia di qualsiasi cartello, cartellino, spiegazione (lo spazio per le didascalie c’è nella sala precedente): purezza dell’architettura e coinvolgimento sensoriale”. Nella seconda sala, quella cioè dove è conservato il Fegato, si trova un altro cartellone (come nella prima dove si trovano pannelli didascalici e una videoproiezione a pavimento) un espositore con all’interno una luce a led che secondo Faroldi “inquina visivamente ed interrompe lo scrutare il reperto nel girargli attorno. Sono state eliminate le vecchie zampette che sostenevano il fegato a favore di un cubetto in plexiglass che invece di sparire entra in competizione formale col il “supportato”, producendo inoltre fastidiosi riflessi e impedendo la vista del parte inferiore del Fagato. Inoltre se ci si abbassa per traguardare nel cubetto, pensando che sia stato pensato un gioco di rifrazioni, si rimane abbagliati dai led”.

Ma come è stato sottolineato più volte nel corso della conferenza stampa di presentazione, il nuovo allestimento è in fase sperimentale in attesa di una ottimizzazione. Ogni suggerimento quindi, che vada nell’ottica di una maggiore valorizzazione dell’unicum è ben accetto.

fegato etrusco

PIAZZETTA PIACENZA, ECCO COME CAMBIA

Entro una decina di giorni il caleidoscopio di Piazzetta Piacenza all’Expo di Milano si completerà e si arricchirà di nuovi elementi. Elementi che, ad essere precisi, erano già contenuti nel progetto originario ma che per i tempi ridottissimi del cantiere, scesi da 69 a 42 giorni, non è stato possibile completare. Più scenico e scenografico, nella nuova versione del caleidoscopio le immagini saranno completamente visibili e copriranno interamente la parte interna della zolla. Le 12 – 13 immagini che verranno proiettate sono i capisaldi delle eccellenze piacentine, tutto ciò che caratterizza il territorio; così come verrà completato a pavimento il percorso dei fiumi e la mappa che segnerà la centralità di Piacenza. Come già avevamo annunciato, la Piazzetta si aprirà sul cardo con due led wall da 80×170 dove verranno proiettati i programmi della giornata in piazzetta, in modo da integrare alla comunicazione statica una più dinamica. “Un’integrazione – ha detto l’architetto Enrico De Benedetti – frutto di un lavoro immenso ma necessario per giocarci questa partita fondamentale per il territorio. Stiamo lavorando in post produzione, per quegli affinamenti ed aggiustamenti necessari a reggere il confronto, impari, con i padiglioni che ci stanno vicino. Per competere con questa sfida occorre fare i miracoli e i salti mortali”.

piazzetta pc expo

CGIL: PRESIDIO IN PREFETTURA CONTRO IL JOB ACT

La Cgil si mobilita contro il Job Act. Giovedì 28 maggio è previsto un presidio davanti alla Prefettura a sostegno della proposte che il sindacato avanza per un cambiamento delle politiche sociali ed economiche del Governo. Nel volantino che promuove la manifestazione, si legge che “dove non ancora effettuato rimane proclamato un pacchetto di 4 ore di sciopero in tutti i settori da indire e gestire entro la fine di maggio da parte delle singole RSU anche in relazione a specifiche problematiche aziendali e anche per favorire la partecipazione dei lavoratori alle iniziative programmate”. “La crisi sociale ed economica prosegue e produce effetti pesanti per i lavoratori ed i pensionati di questo Paese – scrive la Camera del Lavoro di Piacenza – la mancanza di un vero progetto industriale e di sviluppo, i provvedimenti governativi in materia di lavoro, la restituzione solo parziale e insufficiente ai pensionati di quanto ingiustamente tolto con il blocco delle rivalutazioni delle pensioni, confermano le motivazioni delle nostre mobilitazioni culminate con lo sciopero generale del 12 dicembre 2014”. la Cgil chiede: la cancellazione del Job Act con un nuovo statuto dei lavoratori, il rilancio di un piano del lavoro, finanziamento per un piano straordinario dell’occupazione, di riformare il sistema previdenziale, cambiare la riforma della PA, rivedere il disegno di legge di riforma della scuola, rinnovare i Contratti Nazionali (pubblici e privati)

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EFFETTO JOB ACT A PIACENZA: PIU’ CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO, MA PIU’ ISCRITTI AI CENTRI PER L’IMPIEGO

I primi effetti del job act si misurano anche a Piacenza, li ha rilevati l’Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia. In particolare la Legge di Stabilità ha introdotto nuovi incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato realizzate dal 1° gennaio 2015 e il Jobs Act  ha introdotto il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Nel periodo dal 1° gennaio al 18 maggio 2015, emergono dati positivi sul fronte del mercato del lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: +547 movimenti, +3% su base tendenziale. Anche per i rapporti di lavoro in somministrazione si sono registrate variazioni positive delle assunzioni (+18%), mentre le altre tipologie contrattuali evidenziano una diminuzione tendenziale: -8% per i contratti a tempo determinato, -21% per quelli di apprendistato. L’attivazione di tirocini registra una fortissima crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+80%), grazie probabilmente all’effetto del programma “Garanzia Giovani”. Nonostante questi dati però il numero di persone che si è presentato ai Centri per l’Impiego non è diminuito: nel periodo gennaio-marzo 2015 le persone che si  sono state 2.304, in leggero aumento rispetto ai livelli rilevati nel primo trimestre dei due anni precedenti. In termini tendenziali si rileva una leggere diminuzione del numero
di donne iscritte (-8 unità, -1%), a fronte di un aumento della componente maschile (+60 unità, +5%). La componente giovanile accresce il suo peso sul totale rispetto gli anni precedenti, salendo al 37%. I giovani sotto i 30 anni continuano a rappresentare la fascia di età più numerosa, seguita da quella 30-39 anni, che costituisce il 24% del totale.

L’incremento tendenziale delle assunzioni registrato nel primo trimestre del 2015 ha interessato prevalentemente lavoratori di genere maschile (+8%), mentre per le femmine  si registra un leggero calo delle assunzioni (-2%). Tra il 7 marzo e il 18 maggio la crescita dei contratti a tempo indeterminato è stata del 62% in termine tendenziali. Si sono registrate poco più di mille assunzioni a tempo indeterminato in più rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente (+29%). L’andamento mensile degli avviamenti a tempo indeterminato mostrano la forte e progressiva crescita delle assunzioni, con la seguente dinamica tendenziale: +22% in febbraio, +39% in marzo, +47% in aprile, +84% in maggio. Tra i contratti a tempo indeterminato si rileva una prevalenza di uomini nella fascia d’età fino a 29 anni.

LAVORATORI FABBRICA

COLOSIMO, PIACENZA VIVA: “AZZERARE I VERTICI E PRIMARIE”

Il giorno dopo la presentazione del bilancio di metà mandato del sindaco Dosi e la sonora da parte della minoranza, il consigliere di Piacenza Viva Marco Colosimo chiede di azzerare i vertici dei partiti locali e le primarie per dare ai cittadini la possibilità di scegliere i candidati, in questo caso alle prossime comunale del 2017. Un appello che suona come una chiamata al centrodestra piacentino a reagire in vista dell’appuntamento amministrativo. Di seguito la nota:

“Servono, oggi più che mai delle vere primarie, basta chiacchiere, servono fatti e passi in avanti. Devono essere i cittadini a scegliere direttamente e a dare un chiaro indirizzo politico dal quale i partiti e le loro segreterie non potranno allontanarsi o remare contro. Bisogna azzerare i vertici dei partiti locali e ricostruire tutto. solo così si può tornare a vincere e ad amministrare. La nostra città ne ha bisogno. Torniamo a discutere di importanti questioni dello sviluppo, del lavoro e dell’assistenza dei cittadini e a risolvere i problemi anziché curarci del qualunquismo e del populismo. Se questa amministrazione non sta lavorando bene la colpa è anche della minoranza, una minoranza troppo assente e troppe volte disunita anche su tematiche e questioni importanti, anche quando i numeri potevano permetterci di mandare sotto, e quindi alla non approvazione, l’amministrazione. Senza questo ‘’pressing costruttivo’’ l’amministrazione lavora con i suoi ritmi perché tanto dall’altra parte non hanno un’avversario politico capace di metterli in difficoltà o in ansia. Da oggi partiranno una serie di proposte concrete volte al miglioramento della nostra città e al sostegno delle fasce più deboli. Da parte mia l’impegno sarà massimo, e sempre crescente così come fino ad oggi ho sempre fatto.
Non posso accettare, e non possiamo permetterci che nel 2017 il Pd, e quindi il Sindaco Dosi, vinca al primo turno. Se vogliamo, possiamo! “

marco colosimo

VERSO UNA NUOVA FAMIGLIA? IL DIBATTITO CHE DIVIDE

I cambiamenti quando arrivano portano con sé conseguenze imprevedibili oltre che costringere, talvolta, a veri e propri salti di civiltà. E’ quello che potrebbe accadere oggi con l’evoluzione che sta avendo la famiglia? E soprattutto la direzione è verso una nuova famiglia? Una tematica che divide, che mette a confronto che inevitabilmente si scontra con l’etica e la morale. Si sono confrontati due docenti universitari di alto livello: Maurizio Mori ordinario di bioetica all’università di Torino e Adriano Pessina ordinario di filosofia morale all’università Cattolica di Milano. Un incontro organizzato per offrire ai presenti la possibilità di una riflessione approfondirta su una tematica molto attuale e dibattuta. L’incontro moderato da Eugenio Gazzola è stato organizzato dalla neonata società Bio-Giuridica piacentina presieduta da Marcello Valdini. “L’idea di passaggio da una idea di famiglia vicino alla natura perchè potatrice di istinti fondamentali ad una fase nuova, costituisce un salto di civiltà, un vero e proprio cambiamento – ha detto il professor Mori – un cambiamento che si va scontrare con quell’ordine della creazione scritto dal principio e basato sul rapporto uomo donna”. Trattando l’argomento da un punto di vista prettamente filosofico, il professor Pessina è partito dal chiarire cosa si intende per famiglia e quali valori vengono messi in gioco. “La domanda è capire cosa intendiamo per famiglia, come le parole definiscono le cose – ha spiegato Pessina – la famiglia custodisce la specifica relazione tra maschio e femmina”. Alla base di tutto per il docente della Cattolica c’è l’amore “l’amore non ha bisogno di tutele, ma riguarda una relazione interpersonale”.

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DOSI, UN VOTO DI META’ MANDATO? 7, MA SI PUO’ MIGLIORARE

Sarebbe un 7. Se il sindaco Dosi dovesse dare un voto alla sua amministrazione a metà del mandato elettorale, darebbe un 7, che scolasticamente significa ben oltre la sufficienza, ma decisamente migliorabile. Ed effettivamente è così: l’elenco delle promesse mantenute è lungo, si va dall’approvazione di pratiche decennali come Borgo Faxhall, il polo logistico, l’accelerata sull’acquisizione delle aree militari; l’attenzione costante ai servizi alla persona, all’imprenditoria giovanile; ma anche progetti e promesse che non verranno realizzate come invece stava scritto nel programma elettorale: ad esempio l’ex manifattura tabacchi o la conclusione della bonifica dell’ ex Acna. Tutto racchiuso in un volume stampato in 1000 copie, 88 pagine, costate 3.889 euro. Le condizioni rispetto a tre anni fa sono cambiate e così anche gli obiettivi, complice una situazione particolarmente difficile sotto il profilo della risorse economiche. Una giunta resistente, questo il tratto distintivo secondo il primo cittadino, resa più forte dopo il parziale rimpasto di un anno e mezzo fa. Un cambio di clima necessario – l’ha definito il sindaco – necessario per superare i contrasti che sorgono in ogni squadra. E a chi lo accusa di poco decisionismo, risponde così: “Sono un sindaco che pensa, che si consulta prima di prendere decisioni importanti per in cittadini. Credo che in realtà siano state prese molte decisioni per la città”. Ma il rapporto con la maggioranza è complicato, forse più che con l’opposizione. Mettere d’accordo le anime che compongono il Pd non è facile, così come è accaduto per il documento sul bilancio di previsione 2015. “Quando dico che ascolto prima di prendere decisioni, mi riferisco a questo: anche nella giunta ci sono state posizioni diverse rispetto ad un tema così importante come quello del bilancio di previsione, ma il mio compito è di fare sintesi”. Senza scendere troppo nei particolari, il sindaco Dosi non esclude una ricandidatura pensando alle comunali del 2017, nonostante la minoranza lo accusi di essere stato il peggior sindaco degli ultimi 20 anni, e nonostante sia indubbio che viva il suo ruolo con una certa sofferenza personale, in cui la componente umana spesso prevale su quella politica, come lui stesso ci ha confermato.

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NO AL CARBONEXT, LA MARCIA DEI MILLE HA FATTO CENTRO

Un serpentone colorato, allegro, arricchito dalla presenza di tanti bambini, famiglie, da tantissimi cittadini che da Lugagnano si è snodato fino a Macomero davanti al piazzale della Buzzi Unicem. Obiettivo colpito nel segno. Questo doveva essere e questo è stato: toccare quota mille per dire no al progetto del cementificio di Vernasca di utilizzare il Carbonext, ovvero il css, un combustibile solido secondario derivato dalla lavorazione dei rifiuti.  Il tam tam sui social, il passa parola, hanno fatto centro, in una domenica pomeriggio in cui i protagonisti sono stati i cittadini, a partire dai bambini della scuola elementare di Vernasca, guidati dalla maestre e dai genitori, poi ragazzi, uomini e donne preoccupati per il futuro di un’intera valle. Tante bandiere alla marcia per la val d’Arda, nessun simbolo politico, tanti palloncini, tanto colore quello delle associazioni ambientaliste e della Coldiretti con i trattori. Presenti tutti i comitati sorti spontaneamente in questi mesi, che dal palco allestito davanti al piazzale della Buzzi Unicem hanno di nuovo fatto sentire la loro voce, contro una politica a loro dire assente e silente. Un progetto per il quale cittadini e istituzioni locali, comune di Lugagnano, Castell’arquato e Morfasso, gli unici presenti alla marcia, chiedono una seria valutazione di impatto sulla salute, per cui la provincia si deve ancora pronunciare. Un progetto quello presentato dalla Buzzi che preoccupa soprattutto i genitori dei bambini delle scuole elementari e le insegnati, al fianco delle famiglie in questa lotta per la salute.

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FEGATO ETRUSCO ECCO IL NUOVO ALLESTIMENTO

L’allestimento colpisce, non c’è dubbio. Il nuovo apparato creato intorno al Fegato Etrusco e’ ben riuscito, anche se sotto alcuni aspetti ottimizzabile, a detta di chi in questi mesi ha lavorato per questo nuovo allestimento. “Un piccolo passo – lo ha definito Antonella Gigli direttrice dei Musei di Palazzo Farnese – ma molto significativo”. “Ci presentiamo nel migliore dei modi con quel patrimonio fino ad ora poco valorizzato” ha detto il sindaco Dosi. “Un allestimento migliorabile – lo ha definito il Gen. Gentile presidente dell’Ente Farnese – ma molto significativo che stupisce chi osserva”. Un nuovo look, corre l’obbligo ricordarlo, a cui l’Ente Farnese ha contribuito in modo sostanziale. È’ stato modificato l’apparato didascalico attraverso la creazione di pannelli sui quali, nella prima sala vi è una presentazione più generale, nella seconda, dove sta il Fegato Etrusco, l’attenzione è portata sul pezzo e sul significato delle iscrizioni. Nella prima sala del museo archeogico sono state aggiunte componenti multimediali proiettate sul pavimento che illustrano, partendo e tornando al sole e alla luna, la storia del Fegato, delle sue iscrizioni e cosa rappresentano. Nella torretta il reperto e’ racchiuso in una teca nuova, illuminato, in via sperimentale da una luce che lo illumina sulla faccia principale, creata dal designer delle luci Davide Groppi. “Si sta valutando come e in che modo riuscire a valorizzare in modo altrettanto signitificativo la parte sotto del Fegato in modo da illuminare tutte quante le sfaccettature – ha detto Anna Maria Carini referente del Museo Archeologico – per esporre in modo suggerivo un pezzo unico al mondo, quale è il Fegato Etrusco che possiede solo Piacenza”. Detto questo noi una domanda ce la poniamo: non sarebbe stata un’ottima operazione di promozione e marketing far uscire il Fegato dalla sua collocazione originaria, ovvero la torretta nei sotterranei del Museo Archeolgico? Ovviamente non il pezzo originale, ma una riproduzione anche in chiave moderna senza svilirne il significato che esso racchiude, ma al contrario valorizzandolo. Rendere la riproduzione itinerante per la città, come avevano pensato alcuni architetti piacentini, avrebbe potuto incuriosire, attirare e portare più visitatori al pezzo originale a Palazzo Farnese.

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