160MILA EURO AL COMUNE DI PIACENZA DAL CONSORZIO DI BONIFICA. LO HA STABILITO IL TRIBUNALE

La gran parte del territorio comunale non è soggetta al tributo consortile: lo ha stabilito il tribunale di Piacenza pronunciandosi sulla controversia relativa al contributo di bonifica per gli immobili di proprietà comunale che ha visto l’amministrazione opporsi al Consorzio di Bonifica di Piacenza e alla Regione Emilia Romagna. Il Consorzio è stato condannato a restituire 160 mila euro oltre agli interessi legali. Dovuto solo il tributo unicamente per gli immobili nelle zone di Mortizza, Le Mose e Dossi di Roncaglia. 

Nel contempo, il Tribunale ha ritenuto che l’esistenza delle opere gestite dal Consorzio conferiscano al territorio un mero beneficio generico che, in forza delle leggi in materia e dei precedenti di giurisprudenza consolidatisi, non giustifica la pretesa contributiva del Consorzio stesso. Il principio sancito dal Tribunale è che il beneficio dato dalla regimazione delle acque, derivante al restante territorio comunale dalle altre opere idrauliche gestite dal Consorzio, è non solo generale, ma anche mediato dalla rete fognaria realizzata dall’Amministrazione comunale e non incide direttamente a favore dei singoli immobili, per cui non è dovuto il contributo consortile per gli immobili di proprietà comunale siti nelle altre zone della città.

La sentenza si intreccia con la nuova richiesta inviata dal sindaco Paolo Dosi nei giorni scorsi al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Demanio regionale di ottenere la gestione diretta, da parte del Comune, degli impianti Finarda, Armalunga, canale Diversivo Est e Ovest, attraverso una concessione prodromica anche all’acquisizione della proprietà. Ciò consentirebbe una gestione e manutenzione diretta degli impianti collegati alla rete fognaria da parte del soggetto gestore della rete, oggi Iren, con risparmio di spesa e una funzionalità di cui beneficerebbe la collettività locale.

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FONDAZIONE, NUOVO CONSIGLIO A META’ SETTEMBRE

In via Sant’eufemia tutto è ancora chiuso per la pausa estiva, i riflettori della stampa nazionale si sono in parte abbassati ma sempre vigili. La grande macchina Fondazione ripartirà il primo di settembre. Già da quel primo giorno, il presidente in regime di prorogatio Francesco Scaravaggi avrà il compito di convocare il consiglio generale in vista della nomina del successore. C’è una prima novità rispetto a quanto si era annunciato nel corso dell’ultimo consiglio del  2 agosto, quello in cui cda e presidente rassegnarono le dimissioni. Il parlamentino composto dai 25 grandi elettori che eleggerà il nuovo presidente verrà, molto probabilmente, fissato per la metà di settembre. Questo leggero salto in avanti allunga anche la possibilità di presentare altre candidature al ruolo di presidente, oltre quella del notaio Massimo Toscani (inizialmente il termine era stato fissato per il 27 agosto). Dopo la pausa estiva riprenderà anche il lavoro del collegio dei Sindaci impegnato nella raccolta dei documenti che il Ministero del Tesoro ha chiesto dal 2000 in avanti, per fare chiarezza sui milioni di euro che hanno preso il volo dall’impegno economico in Gibuti, ai titoli Monte Parma, ai derivati sottoscritti prima della crisi finanziaria fino alle movimentazioni in conti svizzeri. Parallelamente prosegue l’indagine in corso da parte della Procura della Repubblica di Piacenza.

Scaravaggi ancora in ferie ci ha detto di essersi rilassato; “nell’ultimo periodo era un pò teso, la tensione accumulata nelle ultime settimane è stata parecchia. Rispetto alla graticola del mese scorso – ha detto – ora sto bene, poi gli aspetti importanti della vita sono altri anche se a volte le questioni lavorative assorbono tanto da essere le principali”. Rimaniamo in attesa della ripartenza della Fondazione con la nomina del nuovo presidente e del consiglio di amministrazione.

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GETTATA DALLA FINESTRA DAL FIDANZATO GELOSO

Fin da subito c’era qualcosa che non quadrava, a cominciare dalla posizione del corpo riverso a terra esanime dopo un volo dal terzo piano di una palazzina. E’ l’epilogo di una brutta storia di violenza, degrado e soprusi culminata con la morte della parte più debole. Il 14 giugno scorso Daniela Puddu, 37 anni di Iglesias, non si è gettata dalla finestra di casa sua, ma da quella finestra è stata gettata. Dal suo compagno. Il fatto avvenne a Fiorenzuola dove la donne viveva in una casa popolare. I litigi con il compagno erano frequenti, i vicini li sentivano spesso urlare, lui era violento. Quella sera, l’ennesima lite legata a motivi di gelosia, è culminata con la morte della donna. La Procura, che ha ricostruito il fatto, è certa che Daniela sia stata defenestrata. Per due mesi il fidanzato, pur essendo stato iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto, ha pensato di farla franca con la tesi del suicidio. Ma gli indizi, le testimonianze dei vicini e di una terza persona presente al momento del litigio della coppia, hanno portato gli inquirenti ad arrestarlo per omicidio volontario.

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DERATTIZZAZIONE, IL SINDACO SCRIVE AL DEMANIO

Prima in piazza Cavalli, poi Torrione Fodesta. I topi, a Piacenza, stanno diventando davvero un caso, tanto che il sindaco Dosi ha scritto al direttore dell’Agenzia regionale del Demanio chiedendo che si agisca tempestivamente sulla struttura di via XXI Aprile in stato di abbandono e degrado. Urge un intervento di derattizzazione “per non vanificare l’efficacia delle analoghe misure straordinarie che l’amministrazione intende attivare al più presto associate all’avvio di un sistema di raccolta dei rifiuti che elimini i cassonetti stradali” ha scritto il primo cittadino in una nota. Il sindaco rimarca come i frequenti avvistamenti di topi all’interno e nelle vicinanze di Torrione Fodesta, denunciati nelle ultime settimane dai residenti nei dintorni dell’immobile, siano stati confermati nel corso dei sopralluoghi effettuati dal personale comunale competente.Garantendo al Demanio la piena disponibilità e collaborazione dell’Unità operativa Ecologia, condivisa con l’assessore Rabuffi, Dosi conclude invitando il direttore dell’Agenzia emiliano-romagnola, “a tutela dell’igiene e della salute pubblica, a predisporre e attuare nel più breve tempo possibile gli interventi necessari a riportare la situazione sotto controllo”.

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RECUPERO EX CARMINE, CERCASI PROFESSIONISTI SPECIALIZZATI

Cercasi professionisti per il recupero dell’ex chiesa del Carmine. Il Comune ha pubblicato il bando per l’individuazione del professionista esterno al quale affidare l’incarico. Un incarico particolarmente oneroso e delicato che prevede la realizzazione di rilievi strumentali, indagini specialistiche, progetto esecutivo delle strutture, miglioramento sismico e restauro. Una procedura da 130 mila euro complessivi, aperta a singoli professionisti o associati, purchè siano in possesso di specifici requisiti: laurea in architettura senior, laurea in ingegneria edile, abilitazione al coordinamento della sicurezza. Nel caso il concorrente non fosse in possesso di queste caratteristiche potrà costituire un raggruppamento temporaneo di professionisti, pena l’esclusione della partecipazione al bando. Ricordiamo che il progetto di recupero e restauro dell’ex Carmine rientra nel più ampio intervento di riqualificazione dell’intera area di Piazza Cittadella che comprenderà anche l’eliminazione del mercato coperto. Cosa creare all’interno del Carmine, una volta messo in sicurezza secondo tutti i criteri che le legge impone? Sarà la sfida che si troveranno ad affrontare i super professionisti che il Comune sta cercando, una delle idee era quella di allestire un museo dell’agricoltura.

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EATALY, INAUGURAZIONE IL 24 SETTEMBRE?

Dietro i cancelli gli operai dell’impresa Smartcoop di Fiorenzuola hanno lavorato alacremente anche alla viglia di ferragosto per dare un’accelerata ai lavori. Dopo parecchie date rimandate, per motivi che pare riguardino soprattutto la proprietà, eataly Piacenza è pronto ad aprire i battenti. Sbirciando la parte esterna, circa 200 metri quadrati, salta subito all’occhio la struttura in vetro e ferro, per altro già in parte arredata. Questa sarà l’entrata e l’uscita dello store collegata all’ambiente interno. Non è stato possibile visitarlo, ma ci hanno confermato che il soppalco con negozi, spazi per la didattica, ristoranti, cucine a vista e forno a legna, di circa 800 metri quadrati, sono praticamente allestiti. Mancano solo gli ultimi ritocchi, i prodotti da vendere che arriveranno all’ultimo minuto per una migliore conservazione. Il tutto verrà corredato da uno stile sobrio, come è nello stile di eataly, espositori e scaffalature comprese. Una data probabile per il tanto atteso taglio del nastro potrebbe essere il 24 settembre, che coincide con il compleanno del patron della grande catena Oscar Farinetti. Ma, considerata l’accelerata delle ultime settimane, la data potrebbe anche essere anticipata di qualche giorno. Anche alla Cavallerizza troveranno spazio prodotti enograstronomici di alta qualità, mercati con prodotti italiani freschi, come frutta, verdura e formaggi, ma anche una parte riservata al territorio con le tipicità piacentine. Il tema dominante, come aveva annunciato lo stesso Farinetti nel corso di una sua visita al cantiere, sarà la biodiversità italiana.

Capitolo occupazione: da settimane l’ufficio personale di eataly sta svolgendo colloqui per la selezione. Numerosissime le domande di assunzione spedite all’indirizzo curriculumpiacenza@eataly.it , di queste verranno inizialmente selezionate circa 80 persone già distribuite in altri punti eataly per la formazione. La previsione è di arrivare ad avere un centinaio di assunzioni. Molte di queste saranno part time o a rotazione. La parte preponderante di domande sono arrivate proprio da piacentini: gli esaminatori hanno cercato di bilanciare la provenienza, cercando di privilegiare appunto i piacentini in stato di mobilità o disoccupazione, con le esigenze di carattere professionale.  

RIQUALIFICAZIONE PIAZZA CITTADELLA, ENTRO META’ SETTEMBRE IL PARERE DELLA SOPRINTENDENZA

Il progetto di riqualificazione di piazza Cittadella è sui tavoli dell’assessorato ai Lavori Pubblici in attesa degli ultimi ritocchi, per poi essere inviato alla Soprintendenza che formulerà un’ attenta valutazione. C’è in ballo la riqualificazione del comparto nord della città, quella che comprende piazza Cittadella fino alla baia di San Sisto, per la quale l’amministrazione ha raccolto una serie di idee e progetto che sta riunendo in un master plan tenendo conto delle linee principali ovvero il recupero della chiesa del Carmine, per cui sono a disposizione 4 milioni di euro un bando da 130 mila euro per la costituzione di un’associazione temporanea d’impresa, e il recupero degli spazi attualmente occupati dal mercato coperto. Terminati il progetto e le tavole nelle linee più essenziali, sarà dunque la volta del Soprintendenza che darà il suo parere, successivamente l’amministrazione ha in mente di convocare un’assemblea pubblica per spiegare e illustrare il progetto alla città. Si leverà un nuovo coro di no come è accaduto per palazzo ex Enel? “Non temo le assemblee pubbliche – ha risposto l’assessore ai Lavori Pubblici Giorgio Cisini – il discorso in questo è molto diverso. Discutere e raccogliere suggerimenti e idee su master plan è un conto, altra cosa è opporsi ad un percorso già avviato che ha avuto l’ok del consiglio comunale, come per palazzo ex Enel”. Capitolo tempi: entro la metà di settembre il progetto sarà inviato alla Soprintendenza ed entro la fine dello stesso verrà convocata l’assemblea pubblica, nella quale l’amministrazione avrà riscontro del gradimento del progetto.

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BISOTTI SU PALAZZO EX ENEL: “OCCUPIAMOCI DELLE PRIORITA'”

“L’ amministrazione non si attende nulla rispetto alla pratica di palazzo ex Enel”. L’assessore all’Urbanistica Silvio Bisotti risponde così in merito al caso dei reperti del  palazzo di viale Risorgimento sulla cui struttura i lavori di demolizione stanno procedendo a pieno ritmo per terminare con la ripresa dell’anno scolastico. Fai, Italia Nostra, Archistorica e il gruppo di ricerca Piacenza Romana invece qualcosa dalla Soprintendenza si aspettano, in particolare una risposta alla richiesta di sopralluogo avanzata nell’ultima lettera. “La Soprintendenza ai beni architettonici non è stata informata perchè non era richiesto il suo parere – ha spiegato Bisotti. Il progetto che riguardava il parcheggio nel secondo seminterrato, dove sono tutt’ora i reperti all’interno di una soletta di cemento, è stato accantonato nel 2009. Per questo non si è ritenuto di informarla, perchè nulla di sua competenza sarebbe stato toccato. Ho provveduto invece ad informare nel luglio scorso – prosegue l’assessore – la Soprintendenza per i beni artistici e paesaggistici dal momento che il progetto di ricostruzione del palazzo prevede l’utilizzo della pietra di Vicenza anzichè il cotto, ed abbiamo ottenuto l’ok”. Secondo l’assessore Bisotti quindi la Sovrintendenza non era al corrente dell’intervento semplicemente perchè non occorreva che lo fosse nel senso che il progetto, che originariamente prevedeva l’utilizzo del secondo seminterrato dove sono ricoverati i reperti, era stato accantonato nel 2009. “L’interesse per questi reperti – conclude Bisotti – si doveva manifestare nel 2010 cioè quando il consiglio comunale, in modo acceso e dibattuto, discusse e approvò il progetto attuale. Piacenza fa fatica a tutelare i beni che già possiede, occupiamoci delle priorità”.

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FESTA PD IN PIAZZA CAVALLI, DOSI:”NESSUNA VIOLAZIONE”

Dopo numerose sollecitazioni da parte dell’opposizione il sindaco Paolo Dosi mette nero su bianco le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione a concedere piazza Cavalli per la festa del Partito Democratico. “Nessuna discrepanza tra la concessione e quanto previsto dal Regolamento comunale che disciplina la materia” scrive il primo cittadino in una nota nella quale sottolinea precisa che alla manifestazione non è stato dato il patrocinio dell’amministrazione in conformità a quanto prevede l’art. 3 del Regolamento. “Ben diversa – prosegue il primo cittadino – è la collaborazione, tant’è che se ricorre una delle due fattispecie, si esclude l’altra. Come riportato chiaramente anche nella scheda informativa pubblicata sul sito web del Comune, la collaborazione richiede sempre una delibera di Giunta e viene concessa per iniziative coerenti con i princìpi e le finalità istituzionali delineate nello Statuto dell’ente. Presupposti che paiono evidenti per la Festa dell’Unità – aggiunge Dosi – si connota tradizionalmente come una manifestazione aperta a tutta la cittadinanza, nella quale si intrecciano aspetti di convivialità e intrattenimento, confronto e dibattito che costituiscono un forte elemento di aggregazione, in grado di coinvolgere un pubblico ampio ed eterogeneo”. Il sindaco ricorda anche che è previsto sia un il pagamento del canone per l’occupazione di suolo pubblico sia il versamento di una cauzione.

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DELITTO MANESCO, IL PM “OMICIDIO FEROCE COME POCHI”

“L’omicidio più feroce che ho mai visto in tanti anni di carriera”. Sono le parole che ha utilizzato il pm Antonio Colonna in conferenza stampa per definire l’assassinio del professor Adriano Manesco per cui sono accusati Gianluca Civardi e Paolo Grassi. Parole che, certamente, verranno riprese anche dai mezzi di informazione nazionali che stanno seguendo questo caso di una efferatezza quasi senza precedenti, almeno sul territorio piacentino. Un omicidio feroce in cui la vittima, secondo la ricostruzione della Procura che ha affidato le indagini alla polizia, prima sarebbe stata strozzata, poi uccisa pugnalandola più volte al petto. Poi la macabra operazione dello smembramento finalizzata a ripulire il corpo dell’uomo perchè non si risalisse alla sua identità. Da qui in poi gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con esattezza come i due piacentini siano arrivati da Milano a Lodi per disfarsi della valigia con i resti del professore, poi a Piacenza dove in via Nasalli Rocca sono stati fermati. Hanno utilizzato l’auto di uno dei due dove sono stati ritrovati alcuni oggetti personali della vittima, oltre che filo di nylon, storditore e guanti? Se così fosse la macchina dove è stata recuperata dal momento che il viaggio di andata a Milano è stato fatto in treno come confermano i biglietti ritrovati? Ciò che sorprende è come i due trentenni avessero pianificato ogni dettaglio, secondo la ricostruzione fatta dalla procura: un’agenda con il nome della via del cassonetto dove è stata abbandonata la valigia, le filiali della banca dove Manesco aveva il conto corrente, i telefoni cellulari lasciati accesi a Piacenza per costruirsi un alibi, gli zaini e il trolley con all’interno il materiale per sezionare il corpo del 77enne. Il movente? il denaro che sarebbe servito ai due per trasferirsi ed aprire un’attività in Thailandia? Il professore era ricattabile da punto di vista sessuale? Sono interrogativi a cui la Procura, insieme alle indagini della polizia, sta cercando di rispondere. Intanto i due fermati, Paolo Grassi e Gianluca Civardi, restano in carcere con l’accusa di omicidio aggravato, rapina e occultamento di cadavere,  premeditazione e crudeltà. Accuse pesantissime che portano a tracciare un identikit di chi fossero davvero questi due ragazzi. Apparentemente tranquilli, normali, incensurati, con un lavoro. Ma stando a quanto ricostruito dalla Procura dietro a questa apparente normalità si celava una freddezza preoccupante e una professionalità estrema nella gestione della mattanza nell’appartamento milanese del professor Manesco. 

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