L’affaire si complica, almeno così pare. Stiamo parlando del cantiere per il parcheggio di piazza Cittadella che, per prendere avvio, ha bisogno delle garanzie bancarie che non sono ancora arrivate, nonostante le proroghe concesse dall’amministrazione al gestore, Piacenza Parcheggi – GPS, si avvalga della clausola per cui il ritardo dipende dalle banche e non dalla sua volontà. Intanto dal 20 gennaio, prima scadenza entro cui sarebbero dovute arrivare le garanzie bancarie, si è passati al 31 gennaio. Il Comune il 5 febbraio ha inviato a GPS un nuovo atto “non una diffida – ha precisato il direttore generale Luca Canessa – ma una lettera per l’avvio di procedimento per la risoluzione del contratto, per grave inadempimento”. Se non è una diffida, poco ci manca, siamo all’ultima chiamata, verrebbe da dire. Dal 5 febbraio ci sono trenta giorni di tempo perché il concessionario risponda. E Canessa ha proseguito rispondendo alle domande della consigliera Zanardi (FdI): “alle precedenti nostre richieste il concessionario ci ha risposto invocando la clausola del ritardo delle banche, ma noi non l’abbiamo ritenuto adeguato, per questo abbiamo inviato la nuova lettera. Se entro 30 giorni il privato non dà giustificazioni, il contratto è risolto. Mai era uscito da questo ente, in dieci anni, un atto del genere. Se le garanzie non arriveranno, il contratto termina. Noi vogliamo la prova degli istituti bancari e – conclude – riteniamo di aver svolto dignitosamente il nostro lavoro con un addendum corretto che tutela il Comune. Faccio anche presente che da tempo il Comune non chiedeva al privato la certificazione antimafia, che noi abbiamo richiesto”. Ripercorrendo i fatti Piacenza Parcheggi – GPS ha risposto alla lettera inviata dal Comune il 29 gennaio sul mancato invio della documentazione necessaria (la cui scadenza era il 31 gennaio) con la clausola del ritardo delle banche. Motivazione che il Comune non ha ritenuto valida perché non suffragata da alcuna certificazione della banche coinvolte (banca di Piacenza e banca del Fucino), ma solo da un’autodichiarazione di Piacenza Parcheggi. Per questo, il 5 febbraio, il Comune ha ritenuto di inviare una nuova lettera per avvio di procedimento per risoluzione del contratto, per grave inadempimento.
“La tempistica non è governabile dal Comune o dal privato, se il tema è la bancabilità dell’opera – ha detto l’assessore ai Lavori Pubblici Matteo Bongiorni – noi vogliamo portare a termine una vicenda che ha un lungo corso, per sistemare un comparto del centro di fronte a Palazzo Farnese. Si è lavorato molto, non si poteva fare meglio o peggio, ma si è fatto tanto lavoro, sarebbe miope non avere prudenza nel risolvere una vicenda che galleggia da anni. Chiudo ponendo una domanda: non mi è chiaro quale sarebbe stato il piano B; quindici o venti giorni in più non fanno differenza posto che siano motivati non dal concessionario ma da una documentazione prodotta direttamente dalle banche”.
“Ma dopo quello che è successo con quale faccia mandiamo avanti un’opera porcata del genere? – si domanda il capogruppo di ApP Stefano Cugini – col giochino la colpa è delle banche si può andare avanti in eterno, se non c’era la bancabilità avrebbero dovuto subito mandarvi la documentazione e assumersi le proprie responsabilità”. E il collega Rabuffi “é dal primo agosto che il soggetto gestore aveva il tempo per rapportarsi con gli istituti bancari. Ha avuto 187 giorni!!” Alla luce di quello che sta accadendo abbiamo la possibilità di dire no a quell’opera. La vicenda sta diventando una barzelletta!!”,
“Siamo in balia di un privato che sta facendo i suoi interessi e nel frattempo guadagna con l’aumento della tariffe per i parcheggi” ha tuonato la consigliera di FdI Sara Soresi; “Ci riserviamo di presentare un esposto alla Corte dei Conti per i danni subiti dai cittadini” ha fatto eco la collega Gloria Zanardi. “Nei dieci anni precedenti non c’era la necessità di contestare gravi inadempimenti perché tutta la partita di piazza Cittadella è stata condizionata dal Covid e dalla perdita economica lamentata da Gps sugli introiti della sosta” è la posizione della consigliera Patrizia Barbieri.
Se entro trenta giorni il concessionario non consegnerà la garanzia bancaria richiesta, il contratto verrà rescisso e si profilerebbero tre scenari: piazza Cittadella resta come è attualmente; il Comune si troverebbe a pagare un milione 200mila euro di cofinanziamento per il bando periferie; la gestione di tutte le soste a pagamento della città sarebbero in mano al Comune, e il rischio contenzioso con il concessionario potrebbe protrarsi per lungo tempo.
“Proprio alla luce di questo piano B – ha detto l’assessore Bongiorni – abbiamo cercato di percorrere lucidamente, step dopo step, il piano A, per l’amministrazione l’unica strada possibile”.
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