Un passo avanti e due indietro. Le vicende delle ultime settimane legate alla Fondazione seguono un andamento altalenante. Nel senso che non appena si intravede l’uscita dalla situazione di imbarazzante paralisi in cui si trova l’ente dal giorno in cui il presidente Scaravaggi ha annunciato le dimissioni, poco dopo si ricadete nell’incertezza e nella guerra delle carte. In Fondazione sta accadendo proprio questo, in particolare l’ultimo caso è quello relativo alla convocazione del consiglio generale, prima per il 26 luglio poi per il 2 agosto. La prima data è saltata perchè il collegio dei sindaci, composto da Vito Pezzati, Andrea Fantini e Marco Mongini, ha ravvisato irregolarità nei tempi di convocazione da parte del presidente Scaravaggi inviando un esposto al ministero. Pronta la risposta del presidente che ha scritto una lettera allo stesso indirizzo per difendere il suo operato. Una guerra di procedure? Ma finalizzata a cosa? L’effetto più evidente e immediato è il dilatarsi dei tempi per l’elezione del nuovo presidente Toscani che, ad oggi, possiede ancora i numeri per essere tale. “Continuo a non comprendere questo comportamento da parte del collegio sindacale – ha detto Scaravaggi – avevo informato il presidente dei sindaci Pezzati che era mia intenzione posticipare il consiglio del 26 perchè mi era arrivata, da parte di alcuni consiglieri, richiesta di inserire un nuovo punto all’ordine del giorno, ovvero la revoca dei membri del cda. Quindi – continua – avevo già pensato di spostare la nuova seduta di una settimana”. Nella lettera di difesa Scaravaggi scrive stupisce la decisione del collegio di denunciare una pretesa violazione dell’art. 7 del Regolamento e mi sorge il sospetto che il Presidente non abbia informato del nostro colloquio gli altri due sindaci. Scaravaggi conclude la lettera scrivendo che ritiene imprescindibile nominare il nuovo Presidente della Fondazione, considerato anche l’imminente periodo di ferie, in modo da condurla fuori da questo stato di profonda crisi, complicato da un grave dissidio tra il sottoscritto e parte del consiglio di amministrazione, nel quale ha preso una parte non secondaria lo stesso collegio sindacale.
Una cosa sembra certa, i tempi per la convocazione del consiglio del 2 agosto, sono stati rispettati, a meno di colpi di scena dell’ultimo minuto.