CITTADELLA, AMBIENTALISTI: “SVANITI I PRESUPPOSTI PER L’INCONTRO. OCCORRE UNA MORATORIA”. IL COMUNE: “SEMPRE DISPONIBILI AD UN CONFRONTO”

L’incontro pubblico tra associazioni e amministrazione per dibattere sul futuro dei 15 alberi di piazza Cittadella non ci sarà. O almeno per il momento. La data era quella di lunedì 9 settembre, ancora da stabilire ora, luogo e moderatore. Sarebbero stati temi da trattare domani, in un incontro organizzativo tra le parti. Ad oggi però le condizioni non ci sono più. Cosa è cambiato? La irremovibilità della sindaca sulla realizzazione del parcheggio, “mantenendo ostinatamente la posizione sulla necessità di realizzare l’opera” si legge nel comunicato congiunto di Legambiente, Italia Nostra, FATe, Touring Club Piacenza e Archistorica.

Le associazioni prendono atto del tentativo definito “tardivo” dell’amministrazione di avviare “una riflessione sul progetto da
parte, in questo sospinta dalla mobilitazione sentita di migliaia
di cittadini” e per questo restano disponibili e favorevoli a discutere “tutte le proposte che possano fornire la possibilità ai piacentini di mantenere, anzi accrescere, il verde in piazza Cittadella, rimuovere gli elementi di degrado in cui è stata colpevolmente lasciata e consentire una mobilità davvero sostenibile, prevedendo anche (ma non solo) parcheggi che devono rispondere ad un nuovo disegno urbanistico di tutta l’area Nord, che peraltro un Piano Urbanistico partecipato avrebbe il dovere elaborare in condizioni di piena trasparenza. A queste condizioni saremo sempre disponibili al
confronto, se l’Amministrazione dimostra di crederci, anche in tempi brevi da concordare” si legge .

“Perché questo accada, però, occorre un gesto che renda l’occasione di confronto credibile. Non ci possiamo accontentare di una perizia flash di qualche agronomo, per quanto competente, ma si impone quantomeno una
moratoria dell’inizio dei lavori che consenta approfondimenti tecnici e un confronto serrato con i cittadini che non è mai stato concesso prima e che le migliaia di firme raccolte in pochi giorni e la partecipata mobilitazione di piazza, dimostrano che non è più possibile eludere”.

Arriva a stretto al giro la nota dell’amministrazione in cui viene ribadita la disponibilità ad un confronto con i rappresentanti che in questi giorni si sono mobilitati contro il taglio degli alberi.

“A fronte delle manifestazioni da parte di cittadini e associazioni, l’Amministrazione comunale di Piacenza – si legge nella nota – si è attivata per valutare ogni possibile soluzione che vada nella direzione auspicata dai manifestanti.

In tal senso l’Ufficio comunale del Verde ha coinvolto una ditta specializzata in attività di trapianto di alberi di grandi dimensioni per valutare la fattibilità e i costi di un eventuale spostamento dei tigli e dei cedri da piazza Cittadella ad altro luogo”.

Chissà se, messa così, le associazioni cambieranno idea.

 

RABUFFI, APP: “BULLISMO ISTITUZIONALE ED EFFETTI COLLATERALI”

 

Una protervia al limite del “bullismo istituzionale”: così il consigliere di Alternativa per Piacenza Luigi Rabuffi definisce il comportamento dell’amministrazione Tarasconi nella gestione della pratica di piazza Cittadella e delle conseguenze che questa ha avuto su alcune decisioni dell’ente, come quella di affidare a legali esterni, e non all’avvocatura comunale, alcuni contenziosi.

Il testo della nota

In questi ultimi mesi il tema del Parcheggio interrato di Piazza Cittadella ha tenuto banco per i suoi molteplici aspetti e le sue criticità. Di certo, il parcheggio interrato non è solo devastazione della piazza, taglio degli alberi, caos della viabilità esistente, ammiccamenti e finti smarcamenti (tipo quello di alcuniconsiglieri di maggioranza che si accorgono, oggi, che quel parcheggio toglierà l’unica oasi verde della piazza, attraendo traffico e inquinamento), ma porta con sé anche diversi effetti collaterali.

Il più evidente e fastidioso è la protervia (al limite del bullismo istituzionale) dei nostri amministratori che, a testa bassa, pervicacemente, anziché ricercare il bene comune pensanoevidentemente di poter fare ciò che vogliono. Con sfrontatezza masoprattutto ignorando quei basilari principi di informazione, partecipazione e attenzione alla spesa pubblica su cui si basa il concetto di buona amministrazione.

Ed è proprio nell’ambito della “protervia” che, a giugno scorso,abbiamo assistito all’attivazione di un procedimento disciplinare e poi alla revoca della procura (con spostamento ad altro incarico)della storica Coordinatrice dell’Avvocatura Comunale, Avv. Elena Vezzulli. Un allontanamento figlio della schiettezza con la quale la dott.ssa Vezzulli ha illustrato pubblicamente (in Commissione consiliare) documenti, fatti e attività relativi alla famosa fidejussione portoghese falsa e altre vicissitudini inerenti alla“scottante” pratica del parcheggio interrato di Piazza Cittadella.

Un comportamento ineccepibile, quello della (ex) Coordinatrice dell’Avvocatura comunale, coerente con il dovere di servire lealmente la “giustizia e il proprio datore di lavoro. Che non è la Giunta comunale ma la comunità piacentina.

Così, per quel vacuo e ostile desiderio di far capire chi comanda, l’Amministrazione si trova oggi senza un Avvocato Coordinatore abile e arruolato. Costretta, la Giunta, a doverincaricare legali esterni ogni qualvolta ve ne sia la necessità. Con un vero e proprio atto di masochismo economico, ai danni dei piacentini. Masochismo tangibile. Non metaforico.

Tant’è che il 22/6 scorso scoprivamo che la Giunta comunaleaveva deliberato di affidare l’incarico di difesa dei propri atti, sulla pratica dell’appalto calore, ad un legale esterno del Foro di Bologna per 5.836 euro.

Mentre è di ieri la notizia che, per effetto di un’altra causa legale(intentata da un dipendente comunale contro la delibera di riassetto dell’Ente), è stato affidato, dalla Giunta comunale,l’incarico di difesa dei propri atti ad un legale esterno, del Foro di Pisa, per 11.000 euro.

Morale: in soli 2 mesi l’Amministrazione ha già spesoinutilmente, per sostituire la Coordinatrice dell’Avvocatura, così gaudiosamente allontanata, ben 17.000 euro del bilancio comunale (soldi che escono dalle tasche dei piacentini) e c’è da scommettere che tanti altri, per il medesimo motivo, ne spenderà.

E se è vero che il Comune non andrà in fallimento, nonostante quei soldi malamente spesi, è altrettanto vero che per i tanti piacentini che faticano a sbarcare il lunario quei “soldi gettati sono un vero e proprio insulto al buon senso.

Spero se ne ricordino i nostri amministratori anche perché, al momento giusto, se ne ricorderanno di certo i piacentini.

Quelli, naturalmente, senza i paraocchi

SERVIZIO PRE POST SCUOLA, BARBIERI E SGORBATI: “UN ULTERIORE BALZELLO PER IL PIACENTINI”

Il gruppo consiliare Barbieri – Trespidi  con Liberi replica seccamente alla decisione della giunta del servizio pre e post scuola che da quest’anno sarà affidato a personale specializzato e per tale motivo avrà un costo per le famiglie che i consiglieri Barbieri, Sgorbati definiscono “un ulteriore balzello alla lunga serie di tasse e gabelle con cui dall’inizio del mandato sta opprimendo i piacentini”.

“Pur non potendo prendere visione della delibera annunciata, che ancora non è stata pubblicata – continuano Barbieri e Sgorbati – in spregio alle basilari regole di chiarezza e trasparenza, non possiamo non commentare il comunicato stampa, rilasciato a firma dell’Assessore ai Servizi Sociali che spicca per confusione e nebulosità, caratteristiche tipiche di chi ha qualcosa da nascondere”.
“Ciò che non si può nascondere però – attaccano i due consiglieri del centrodestra – è il fatto che un servizio fino ad ora garantito, in un contesto di massima sicurezza, con il prezioso supporto degli operatori Auser, da settembre graverà per altri 20 euro al mese sui bilanci delle famiglie piacentine, come detto nel comunicato stampa. E da qui il primo dubbio che il comunicato non chiarisce: 20 euro è il servizio pre e post scuola o solo uno dei due? Nel caso una famiglia avesse bisogno di entrambi, il costo diventa quindi di 40 euro? Oppure, se ne venisse scelto uno solo, il costo si dimezzerebbe?”.

Le consigliere Patrizia Barbieri e Federica Sgorbati sottolineano anche come questa decisione “sconfessa in toto il principio sociale-educativo della condivisione di momenti formativi tra anziani e bambini di cui qualcuno dell’Amministrazione un tempo si è voluto riempire la bocca”. “Non sfugge nemmeno la confusione ingenerata dal comunicato senza delibera dell’Assessore ai Servizi Sociali sui costi generali del servizio, laddove si evidenzia come questo servizio che risulta economicamente sostenibile in caso di 25 adesioni con il pagamento di 20 euro a famiglia, viene attivato anche in caso di 15 bambini grazie all’intervento economico del Comune. Questa munifica concessione dell’Amministrazione in realtà tale è solo per il gestore del servizio che si vedrà corrispondere 25 quote anche se le adesioni fossero solo 15. Un cosiddetto servizio ‘vuoto per pieno’ che sarà meglio approfondire con le carte alla mano”.
“In questo clima di generale confusione e di tanti dubbi – concludono Barbieri e Sgorbati – ciò che risulta intollerabile è come una Giunta che sta già spremendo i piacentini con aumenti di tasse e di costi dei servizi, decida di mettere ulteriormente le mani nelle tasche dei piacentini su un servizio basilare come la conciliazione dei tempi famiglia-lavoro su cui proprio la sinistra si riempie la bocca a parole. E, facendo questo, permettendosi quasi a chiamare a correo sia i dirigenti scolastici sia i rappresentanti delle famiglie per lavarsi la coscienza e mancando oltretutto di rispetto e gratitudine ai tanti volontari Auser che in questi anni con passione, dedizione e generosità hanno svolto questo delicato servizio”.

QUEL GRAVE INADEMPIMENTO CHE POI SFUMA VIA

12 giugno – 12 luglio. Dev’essere stato un mese ad alta tensione quello appena trascorso per l’amministrazione comunale. Trenta giorni in cui poteva accadere di tutto, come se già, nella vicenda di piazza Cittadella, non fosse capitato di tutto e di più. Evidentemente, in questo mese, sarebbe potuto concretizzarsi quello che l’opposizione chiede da tempo, ovvero la risoluzione del contratto con Piacenza Parcheggi dopo che questa, al 31 maggio, aveva presentato una copertura parziale rispetto al costo del parcheggio interrato.

L’elemento più sorprendente comunicato nelle commissioni Affari Istituzionali e Urbanistica di venerdì, non è certamente stata la bancabilità, perché era alquanto prevedibile, meno prevedibile invece la tipologia di istituto che garantirà l’opera insieme a banca del Fucino (Mediocredito Centrale è una banca statale che garantisce un imprenditore a costruire un’opera per un ente pubblico); quello che più ha sorpreso è stato l’annuncio dell’avvio del procedimento per grave inadempimento a carico del concessionario Piacenza Parcheggi con cui, evidentemente, l’amministrazione non considerava più di portare avanti quel rapporto di fiducia e dialogo paziente fin qui avuto. Qualcosa invece, in questo mese, dev’essere intercorso per far cambiare idea all’amministrazione e per portare al ritiro del provvedimento di inadempimento che avrebbe condotto alla risoluzione del contratto, proprio il 12 luglio.

Se andiamo a ritroso, il  12 giugno venne convocata la commissione 5 per la discussione della documentazione in merito al progetto di riqualificazione di Piazza Cittadella. Gli invitati più attesi sarebbero stati tecnici e dirigenti che, sorprendentemente, non si presentarono; al loro posto sindaca Tarasconi e assessore ai lavori pubblici Bongiorni. Fu la stessa sindaca a dire: “non c’è bisogno di farsi assistere dai dirigenti, considerato l’argomento in oggetto” e ancora “siamo oggi nelle condizioni di dirvi quale strada intraprendere? – aveva domandato rivolgendosi ai consiglieri – no, non oggi, la struttura tecnica deve avere la serenità di capire da che parte andare”. E ancora “siamo arrivati al fotofinish e viene continuamente violata la riservatezza degli atti che rischia di mettere l’ente in difficoltà”.

Oggi queste parole risuonano forte e chiaro alla luce degli sviluppi delle ultime ore. Anche quanto accaduto, in commissione 5, con l’audizione del Collegio dei Revisori fa riflettere: a parte la prima seduta saltata per motivi di salute del presidente del Collegio, la seconda, convocata per il 10 luglio ha visto la non partecipazione dei revisori (troppo circoscritto l’oggetto della discussione) ad eccezione del dimesso Rinaldini, in evidente imbarazzo rispetto alla sua posizione, tanto che, una volta approvati i verbali delle sedute precedenti, si è votato per la sospensione della commissione. E così è stato, grazie ai voti favorevoli della maggioranza. La stessa seduta che il consigliere Infantino arrivò incautamente a definire “eversiva e abusiva”. Immaginiamo saranno state ore febbrili in cui si stava attendendo l’ok del Mediocredito Centrale, trattativa in cui l’onorevole De Micheli pare abbia avuto un ruolo centrale.

La città, di questo drastico provvedimento che avrebbe portato alla risoluzione del contratto, non sapeva nulla. Tutto è avvenuto senza che niente uscisse sulla stampa, accusata più di una volta, proprio rispetto a piazza Cittadella, di condizionare la delicata partita. Il ruolo dell’informazione però è quello di raccontare e spiegare ai cittadini cosa stia accadendo rispetto ad una partita che si è trascinata da troppo tempo. Ci sono altre questioni aperte, non c’è dubbio, e anche di questo ci occuperemo. Considerare l’informazione un soggetto da cui, in taluni casi, fuggire non fa onore ad alcuno, tantomeno ad un’amministrazione pubblica. Troppe volte si è fatto cenno a quella riservatezza considerata indispensabile per portare a casa il risultato. Vediamo quale sarà.

 

L’AMMINISTRAZIONE CRITICA ASPRAMENTE L’OPPOSIZIONE: “IL VOSTRO DIBATTITO SI ABBASSA FINO A TRASFORMARSI IN LOTTA NEL FANGO”

Un comunicato che pesa, sia nelle parole sia nelle intenzioni: l’amministrazione ha scelto di inviare alla stampa una lunga nota in cui, di fatto, denuncia l’atteggiamento dell’opposizione accusata di agire non all’insegna della costruttività, seppur nella differenza di visioni. In particolare l’amministrazione Tarasconi si riferisce ai dibattiti in consiglio comunale e all’elevato numero di accesso agli atti: 127 in soli sei mesi, a fronte dei 34 in tutto il 2018.

Un dibattito che per l’amministrazione finisce per “abbassarsi inesorabilmente fino a trasformarsi in una sorta di lotta nel fango. Siamo convinti che sia questo ciò che vedono, loro malgrado, i piacentini. Non vedono, purtroppo, una dialettica che, pur rispettando il gioco delle parti, pur nella differenza di opinioni, resta civile, alta, produttiva”.

Ecco il testo completo della nota

Stiamo tentando di far crescere Piacenza. Lo stiamo facendo davvero con tutte le nostre forze e con un unico, immutabile obiettivo: il bene dei piacentini di oggi e di domani. Far crescere una città capoluogo, il suo territorio e con essi la sua comunità, il suo tessuto economico, i suoi servizi, è un’operazione complessa che si svolge su tanti, tantissimi fronti tutti legati a doppio filo tra loro. Non può che essere un immenso lavoro di squadra. Affinché ciò avvenga, affinché Piacenza cresca, la città tutta ha bisogno di un dibattito politico e pubblico che sia improntato alla costruttività. Un dibattito positivo anche quando c’è differenza di visioni, anche quando non si va d’accordo, anche quando c’è contrasto su temi specifici. E in tale dibattito le opposizioni in Consiglio comunale – che è il Parlamento della nostra città – hanno un ruolo fondamentale, non solo di controllo e di critica ma di proposta, di spunto, di ispirazione. Il nostro approccio era, è sempre stato ed è tuttora questo dal giorno stesso in cui ci siamo messi al servizio di Piacenza nei ruoli che oggi ricopriamo come amministratori del Comune. Un approccio positivo, dunque, anche e soprattutto con riferimento al sacrosanto e indispensabile dibattito politico tra giunta, maggioranza e opposizioni.

Siamo sicuri che oggi a Piacenza il confronto politico in Consiglio comunale sia sano? A noi, in tutta sincerità e con il cuore in mano, pare davvero di no. Assistiamo a un’azione politica, quella delle opposizioni, fatta a suon di richieste di accesso agli atti che paiono finalizzate più a ostacolare il lavoro di chi amministra che a conoscere realmente le questioni. Offriamo solo alcuni numeri a nostro avviso indicativi, e poi il giudizio lo lasciamo a chi legge: nel 2018 le richieste di accesso agli atti sono state 34 in tutto, spalmate sui dodici mesi, mentre dall’inizio del 2024 ad oggi ne sono arrivate 127. Stiamo parlando 127 richieste di accesso agli atti in sei mesi. E nel 2023 le richieste sono state 140. In media, invece, nel periodo compreso tra il 2018 e il 2022, le richieste di accesso agli atti si aggiravano tra i 35 e 45 all’anno. Ci chiediamo, e chiediamo ai cittadini: è normale, è sano, è costruttivo questo modo di fare opposizione?

E ancora, l’azione delle opposizioni viene fatta anche a suon di esposti che, guarda caso, finiscono regolarmente e istantaneamente sui giornali (che comprensibilmente e legittimamente ne danno notizia), quasi fossero strumenti mediatici tipici di campagne elettorali improntate forse più alla rabbia che al confronto sui temi reali, sui temi che riguardano da vicino i cittadini.

Ma non solo. Siamo di fronte a un’opposizione che pare non farsi scrupoli nel rivolgere attacchi durissimi anche nei confronti di dipendenti comunali che all’interno dell’Ente hanno un ruolo prettamente tecnico e non politico. Una sorta di strategia, quest’ultima, che non ha davvero precedenti nella storia ma che sembra ormai consolidata.

Lo ribadiamo: il nostro approccio rispetto al confronto politico è sempre stato positivo e improntato alla trasparenza, che consideriamo sacra e non solo perché è un obbligo di legge. Non ci ha mai sfiorato l’idea di barricarci nei “nostri” uffici che occupiamo solo pro tempore, per la durata dei nostri incarichi pubblici, ma che in realtà non sono nostri ma sono dei piacentini; sia quelli che nel 2022 hanno deciso di darci fiducia eleggendoci alla guida del Comune, sia quelli che non ci hanno dato fiducia ma per i quali lavoriamo con la stessa identica energia se non di più. Non ci ha mai sfiorato l’idea di essere infallibili. Al contrario, cerchiamo ogni giorno di confrontarci ad ogni livello (con tutti, e non solo con alcuni!) per migliorare, per fare scelte più adeguate, per essere più efficaci nella nostra azione di governo al servizio della comunità.

Un dibattito costruttivo dunque; ecco cosa pensiamo serva a Piacenza se davvero vogliamo che cambi marcia, che si sviluppi, che si proietti nel futuro in modo competitivo in una società che già di suo ha cambiato velocità in tutti i settori e in tutti i territori. Ciò che non serve a Piacenza è un dibattito politico che si abbassa inesorabilmente fino a trasformarsi in una sorta di lotta nel fango. Siamo convinti che sia questo ciò che vedono, loro malgrado, i piacentini. Non vedono, purtroppo, una dialettica che, pur rispettando il gioco delle parti, pur nella differenza di opinioni, resta civile, “alta”, produttiva. Ci sembra di essere di fronte a una sorta di costante, perenne tensione alla rissa, all’attacco feroce a prescindere da tutto, anche dal bene della collettività e del suo futuro. Un futuro che si avvicina sempre più rapidamente, senz’altro più rapidamente rispetto anche a pochi, pochissimi anni fa. Oggi chi si impantana nel guano di dinamiche da campagna elettorale perenne, rimane al palo. Ne siamo davvero convinti. Ecco perché non ci spieghiamo questa foga nell’attaccare a prescindere e con ogni mezzo qualsiasi azione poniamo in essere, qualsiasi iniziativa adottiamo, qualsiasi decisione prendiamo avendone diritto per la fiducia che ci è stata concessa, e che non è scontata ma che, al contrario, dobbiamo meritarci. Ed è ciò che ogni giorno, con impegno, dedizione, fatica ed entusiasmo tentiamo di fare.

PUG, AMMINISTRAZIONE: “DA NOI PARTECIPAZIONE COME IN NESSUN ALTRO COMUNE”

Arriva a stretto giro la replica dell’amministrazione alle associazione e comitati (12 in tutto) che venerdì, in conferenza stampa, avevano denunciato una partecipazione solo di facciata in merito al percorso di avvicinamento verso il Piano Urbanistico Generale.

Una critica che il Comune rispedisce al mittente, portando dati e numeri, definendo il percorso che sta portando alla stesura del PUG “una delle più importanti e articolate iniziative di partecipazione mai messe in campo dall’Amministrazione comunale, e non solo da quella attuale, ma in assoluto”.

Se la legge prevede l’obbligo che i Comuni organizzino un solo incontro per illustrare le proposte del PUG una volta assunte dalle giunte e lascia facoltà alle amministrazioni di organizzare altri eventi formativi prima dell’assunzione “il Comune di Piacenza ha promosso o partecipato ad oggi a più di trenta eventi tra incontri, workshop, visite guidate, commissioni consiliari e riunioni della Consulta Ambiente e Territorio. Ci sono Comuni che si sono limitati a organizzare l’unico incontro previsto per legge dopo l’assunzione della proposta di Piano da parte della Giunta”

“Mai così tanta partecipazione, dunque, anche sotto il profilo della condivisione in itinere dei vari documenti e sotto il profilo dell’allargamento alle proposte e considerazioni da parte dei singoli cittadini, associazione e stakeholder tramite un indirizzo e-mail istituito ad hoc” si legge nella nota.

“C’è da chiarire cosa si intende per partecipazione. E per farlo, ancora una volta, i numeri aiutano: sono 100 le associazioni che hanno partecipato al workshop dello scorso 25 febbraio 2023 presso la “Casa del Piano” ovvero a Palazzo Farnese. E tutte queste associazioni hanno portato istanze che devono trovare risposte nella stesura del Piano e, di conseguenza, il lavoro di un’Amministrazione è mediare cercando di raggiungere vari obiettivi che devono necessariamente coesistere: la sostenibilità ambientale, ma anche quella sociale ed economica. In altre parole, l’Amministrazione non può lavorare tenendo conto solo di alcune istanze ignorandone altre. In parole ancora più semplici: l’Amministrazione non può certo scrivere il Piano sotto dettatura di alcuni. Questa non è partecipazione.

Inoltre è stato sottoposto alla cittadinanza un questionario che ha avuto un riscontro eccezionale rispetto alle dimensioni della nostra città: 910 risposte. Si pensi, come termine di paragone, che un questionario analogo a Bologna, ovvero una città capoluogo di regione con il quadruplo della popolazione rispetto a Piacenza, ha raccolto 500 risposte.

Nell’ambito di questo percorso, la fase “Accendiamo il Pug” ha consentito di aprire le porte di luoghi dismessi, non solo di proprietà del Comune ma anche del Demanio e di Cassa Depositi e Prestiti.

Ora, giusto per chiudere il cerchio di ciò che prevede l’articolato percorso partecipativo in questione – conclude la nota – si apre la fase Condividiamo il Pug. Una fase che prevede un incontro già fissato per il prossimo 3 luglio in Sant’Ilario con la presentazione dei dati socio-demografici e l’offerta abitativa nel territorio di Piacenza, e un ulteriore e fondamentale incontro che verrà fissato a stretto giro e che vedrà la presentazione della proposta di Pug da parte dei consulenti che hanno lavorato in questi mesi e alla presenza della sindaca Katia Tarasconi e dell’assessora all’Urbanistica Adriana Fantini. Un incontro che rappresenterà un momento di condivisione e di dibattito e che avverrà nella fase ancora precedente all’assunzione della proposta di Piano da parte della Giunta e sarà un’ulteriore occasione di partecipazione nella quale i presenti potranno assistere all’illustrazione dei contenuti e delle strategie del nuovo Pug che delineerà lo sviluppo di Piacenza sino al 2050″.

La proposta di piano verrà poi assunta dalla giunta entro il mese di luglio; dopodiché la legge prevede che la stessa proposta venga pubblicata sul Burert (il Bollettino ufficiale della Regione Emilia-Romagna) e lì resti per 60 giorni durante i quali chiunque abbia osservazioni possa presentarle. “E a tal proposito si fa presente che l’Amministrazione, proprio per favorire la più ampia partecipazione, ha già deciso che dopo l’assunzione della proposta di Pug entro la fine di luglio, pubblicherà la proposta stessa sul Burert a settembre (e non subito, come potrebbe fare); ciò per consentire anche a coloro che in agosto saranno eventualmente in vacanza di poter avere il tempo necessario per leggere, studiare e successivamente presentare osservazioni”.

APP SU PIAZZA CITTADELLA “GHE QUEL C’LA STRUSA. GIUNTA E MAGGIORANZA USINO PAROLE NETTE CONTRO CHI NON HA RISPETATTO GLI ACCORDI”

L’espressione ” “ghe quel c’la strüsa” è quel che rende meglio la situazione ciò che sta accadendo in piazza Cittadella tra Comune e gestore GPS Parcheggi. Lo sostiene in una nota Alternativa per Piacenza che interviene sulla vicenda ripercorrendo le tappe principali che l’hanno vista sempre molto presente, “non per puntigliosità ma per presidiare l’effettivo interesse pubblico”.

Ecco la nota:

I nostri vecchi, a Piacenza, quando i conti non tornano usano l’espressione “ghe quel c’la strüsa”. Non serve essere addetti ai lavori per dirlo a proposito dei rapporti tra Comune e gestore delle aree sosta, cui compete anche la costruzione del parcheggio interrato in Piazza Cittadella, ormai una vera e propria saga.
Non per puntigliosità, ma per presidiare l’effettivo interesse pubblico, Alternativa per Piacenza segue da sempre l’intricata vicenda, un ginepraio di documenti in cui è facile perdere il filo.
L’ultimo colpo di scena, la fideiussione che forse è farlocca e forse chi lo sa, ci impone di riavvolgere il nastro.
Il 25 novembre 2022, in conferenza stampa, presentammo alla città una serie di osservazioni sui canoni di concessione dovuti per la gestione delle aree sosta a pagamento del 2020, 2021, 2022 e non ancora versati. Guarda un po’, a stretto giro, il 27 dicembre, GPS versava al Comune 427 mila euro di acconti per il ’20 e’21.
In risposta a una nostra interrogazione, l’assessore Bongiorni confermava l’esistenza di una polizza fideiussoria presso l’avvocatura, a copertura del canone minimo garantito 2020, 2021 e 2022 (13 gennaio 2023). Al 31 gennaio, in barba agli accordi contrattuali, del canone minimo garantito 2022 di 1.200.000 euro + iva, dovuto da GPS (prima Piacenza Parcheggi), al Comune, nessuna traccia. Sul fronte Piazza Cittadella, nel mentre, il direttore generale di Palazzo Mercanti Luca Canessa affermava che “Il cronoprogramma è elemento essenziale, con vincolo di risoluzione del contratto”. Ebbene, secondo questa tabella di marcia, Gps/Piacenza Parcheggi avrebbe dovuto produrre le dichiarazioni da parte degli istituti di credito finanziatori (la c.d. bancabilità) entro il 20/01/2024. La scadenza non viene rispettata e il Comune il 05 febbraio avvia il procedimento di risoluzione contrattuale per grave inadempimento. Siccome però il 4 marzo GPS sostiene lo “stato avanzato” del procedimento di valutazione creditizia, amici come prima e provvedimento di risoluzione archiviato.
Proseguiamo: il 12 marzo 2024 il Comune riscontra un nostro accesso agli atti rivelando che “al momento non risulta che il concessionario abbia provveduto a regolarizzare il versamento relativo al canone 2023”, specificando che agli atti esiste la polizza fideiussoria a garanzia del pagamento del canone minimo.
Col senno del buon padre di famiglia, in Consiglio comunale e nelle interviste abbiamo chiesto a gran voce di escutere questa benedetta fideiussione, trattandosi di soldi dei piacentini, che nel mentre si sono visti accollati gli aumenti delle tariffe orarie di sosta, subendo pure il disservizio di dover affrontare un’odissea per pagare il tagliando. Com’è, come non é, far rispettare impegni liberamente assunti, finora per il Comune non è stata una priorità.
Oggi che le carte sono finite in Procura (ApP é garantista e resta in attesa per commentare), ecco che l’inadempiente GPS, che da contratto avrebbe dovuto saldare entro il 31 gennaio, che a un certo punto si è data tutto il 2024, salvo poi correggere il tiro (chissà a che titolo!) annuncia di pagare “nell’immediato, pur avendo già assunto formale impegno con il Comune di saldare il canone stesso al 30 giugno prossimo”, come si legge nella nota diffusa da Piacenza Parcheggi.
Ecco, proprio questa sopraggiunta disponibilità “nell’immediato”, insieme alle sbandierare “inesistenti problematiche finanziarie” é l’elemento politico, che conferma la presa in giro ai piacentini di cui la maggioranza, giunta e consiglieri, dovrebbe farsi carico, con parole nette. Siamo di fronte a chi finora non ha rispettato gli accordi non per necessità ma per deliberata scelta. Nei fatti il Comune di Piacenza, con i soldi dei contribuenti, ha fatto da banca al privato debitore.
Staremo a vedere le prossime puntate. Di certo nessuno può pensare che se la fideiussione fosse veramente falsa, la questione possa chiudersi lì solo perché nel mentre il debito 2023 è stato saldato. “Ghe quel c’la strüsa”, bisogna dar retta alla saggezza popolare.

DAGNINO: “L’AMMINISTRAZIONE DIA RISPOSTE SUI TEMI NODALI PER LA CITTA’ “. APP PREPARA LA FESTA DI GIUGNO

Sarà la politica locale e nazionale al centro della due giorni di festa che Alternativa per Piacenza sta preparando per il 21 e 22 giugno nei locali della cooperativa Infrangibile. Saranno giorni politicamente densi, a poche settimane dal voto espresso nelle amministrative e nelle europee, che potrebbe confermare o ribaltare gli equilibri attuali.

A proposito di elezioni europee, il presidente Dagnino non può non commentare la cronaca politica, non troppo confortante, degli ultimi giorni a proposito della presentazione delle liste. Un rischio concreto è che ancora più cittadini, di quanto già siano, si allontanino dal voto, allargando quello che viene chiamato partito dell’astensione.

Poi ci sono quei temi caldi, nodali per il futuro della città, su cui forse ci si sarebbe attesi un’altra reazione da parte dell’amministrazione e pure dei consiglieri di maggioranza. Il caso Piazza Cittadella tra canoni mancati, fideiussioni e bancabilità che non arriva necessiterebbe di alcune risposte.

FERRI, PD: “DALL’AMMINISTRAZIONE MI ASPETTO UN DIALOGO APPROFONDITO. NON VOGLIO RISPOSTE FACILI”

Dall’amministrazione Tarasconi si aspetta un costante dialogo particolarmente approfondito su quei temi che creano sempre più attrito. Non è un mistero, anzi questione quasi inflazionata, che su ambiente, urbanistica e consumo di suolo i nodi, tra amministrazione e una parte di maggioranza, siano evidenti per visioni e sensibilità. Un esempio, le dimissioni da capogruppo della civica Tarasconi di Claudia Gnocchi, dopo l’astensione sulla pratica dell’accordo operativo ex Camuzzi.

Il consigliere comunale del PD Sergio Ferri ha scritto e presentato una mozione sul consumo di suolo firmata da tutti i colleghi del Partito Democratico. Un modo per tenere viva la discussione su un tema che spesso divide. Senza dimenticare che il traguardo del 2050 è consumo di suolo zero, con la deroga al 3%, quota negoziabile tra i comuni.

TARASCONI: “UN ANNO INTENSO, APPASSIONANTE E COMPLESSO”. SU PIAZZA CITTADELLA C’E’ LA FIRMA DELL’ADDENDUM

Intenso, appassionante, complesso. Così la sindaca Katia Tarasconi ha definito l’anno che sta per concludersi, l’anno che porta a 17 i mesi in carica della sua amministrazione alla guida della città.
Intenso perché le partite calda certamente non sono mancate: dal cambio area del nuovo ospedale, all’unico accordo operativo rimasto in piedi quello dell’ex Camuzzi, all’area ex Manifattura Tabacchi e al delicatissimo progetto di riqualificazione di piazza Cittadella, compreso l’abbattimento del mercato ortofrutticolo e il trasferimento nelle ex scuderia di Maria Luigia.
Proprio su piazza Cittadella è arrivata, in queste ore, l’attesa firma dell’addendum.

Grande enfasi è stata posta al capitolo riguardante la riorganizzazione dell’ente: un’operazione epocale per il comune di Piacenza, l’ha definita la prima cittadina, attorniata dalla squadra di assessori al completo, unico assente giustificato per malattia l’assessore Matteo Bongiorni.
150 nuove assunzioni, apertura di nuovi sportelli, riorganizzazione delle sedi, progressioni verticali e orizzontali, 10 nuovi agenti di polizia municipale e 7 ispettori.

Accento anche sui cantieri aperti per il miglioramento degli spazi scolastici, 30 posti in più nei nidi comunali a fronte di due strutture in meno, attenzione al welfare con percorsi individualizzati per giovani disabili, e poi la valorizzazione del territorio che per il 2024 significa soprattutto partenza del Tour del France il primo luglio.
Si percepisce nelle parole della sindaca un instancabile desiderio di portare a casa il risultato, sempre e comunque. Bene certo, ma forse non in tutto e per tutto passa questo positivo messaggio alla città.

Poi ci sono i temi ambientali, croce e delizia di questa amministrazione: più volte spiccate sensibilità della maggioranza non hanno mancato di mostrare disappunto nella discussione di alcuni provvedimenti come la perequazione del consumo di suolo al 3 per cento. “Se tutti fossimo d’accordo su tutto, forse non riusciremmo ad avere un altro punto di vista necessario per governare” ha risposto Tarasconi. Compito di una buona amministrazione è poi quello di mettere a valore tutti i contributi e le sensibilità, aggiungiamo noi.