E se la macchina da soldi delle Rete si inceppa che succede? Se l’hi-tech passa di moda o non tira più come prima? L’economia digitale, da qualche tempo, occupa le prima pagine dei giornali non solo per collocamenti milionari in Borsa ma anche per annunci di licenziamenti di massa, perdite o ristrutturazioni. Il quotidiano La Repubblica dedicata a questo tema un lungo approfondimento. In particolare si concentra su Amazon, ma anche Microsoft, Hp ed Apple. Il più grande supermercato on line, Amazon, che dai libri è passato a vendere praticamente di tutto, continua ad aumentare le sue perdite. Il fatturato del colosso americano, con l’unico stabilimento in Italia a Castel San Giovanni, continua a crescere, 20 miliardi di dollari nell’ultimo bilancio trimestrale, ma quello che preoccupa è il profitto. Le perdite, si legge nell’approfondimento R2 pubblicato ieri, aumentano a 126 milioni di euro in un trimestre. Perde quota anche il suo “cloud”, la nuvola, cioè l’attività che consiste nell’affittare ad aziende clienti la propria capacità di memoria e di calcolo, un pezzo dei propri server. Amazon non è arrivata al punto da dover annunciare licenziamenti anche se sperimenta tecnologie che eliminano manodopera umana, dai droni per le consegne ai robot per la gestione dei magazzini deposito.
Una Silicon Valley che non appare più così verde come una volta. Microsoft ha licenziato 18 mila dipendenti, il colpo più duro si concentra sulle attività della Nokia, acquisite un anno fa. Il gigante Hp ha tagliato da 11 mila a 16 mila dipendenti, che si aggiungono ai 34 mila posti già eliminati. Dai dati riportati sul quotidiano, Apple appare in controtendenza. Si salva grazie alla Cina dove è scoppiata una apple mania con vendite vertiginose di I Phone, nonostante il costo elevato rispetto ai concorrenti locali. Dietro questo exploit però non c’è da stare allegri: negli Stati Uniti le vendite di I Pad e I Phone hanno subito un brusco calo.