REGGI E L’ACCELERATA SULLE AREE MILITARI

La notizia dell’accordo tra Comuni e Demanio per la valorizzazione delle aree militari ha fatto il giro di molti quotidiani nazionali, anche on line. Sbirciando tra i vari titoli, Il Sole24Ore nella sezione Edilizia e Territorio mette in risalto il ruolo del direttore dell’Agenzia del Demanio. Il Roberto Reggi che i piacentini conoscono molto bene. Un accordo, insomma, frutto di un’accelerata voluta proprio, pare, da Reggi. «Quando ero sindaco di Piacenza ho sempre incontrato grandi difficoltà ad interfacciarmi con il Demanio – ha dichiarato al Sole24Ore – ora cerchiamo di fare in modo che i sindaci possano affrontare queste partite in modo più rapido e con delle certezze». Con la firma del protocollo di valorizzazione si sono rigenerati accordi da tempo in attesa di sottoscrizione. Va detto anche, come riporta il quotidiano economico, che l’elenco include alcuni immobili sui quali è in corso una valutazione ai fini della consueta vendita straordinaria al fine anno allo scopo di contabilizzare risorse cash al bilancio dello Stato. In base alle informazioni del Demanio, gli immobili oggetto di valutazione per la vendita sono, per Piacenza le Caserme Alfieri, De Sonnaz, e Cantore.

Ne parla che il sito di Borsa Italiana che riporta le parole di Reggi valorizzando al massimo il ruolo dell’Agenzia del Demanio che “si conferma nel suo ruolo di snodo per la valorizzazione e la vendita degli immobili pubblici”.

Qualche giorno fa aveva pubblicato sulla pagina di Facebook l’articolo che gli ha dedicato Repubblica Affari&Finanza; una lunga intervista in cui Reggi spiega il percorso di valorizzazione degli immobili pubblici grazie “alla politica dei piccoli passi” da cui si ottengono “risultati concreti” dice lui. A noi invece viene da dire un’altra cosa: altro che piccoli passi! L’accelerazione degli ultimi mesi sulla partita delle aree militari, che coinvolge anche Piacenza, pare proprio opera del piglio distintivo dell’ex sindaco.

 

AREE MILITARI: OPPORTUNITA’ O PROBLEMA?

Quanti metterebbero la mano sul fuoco nel dichiarare che la dismissione e l’acquisizione delle aree militari costituiscono per la città esclusivamente un’opportunità? Tra chi ci penserebbe due volte, c’è il presidente dell’Ordine degli Architetti Giuseppe Baracchi che pone sul tavolo tematiche importanti per lo sviluppo di Piacenza dei prossimi anni, proponendo soluzioni che potrebbero essere prese in considerazione. Il tema è come il Comune può e deve ricavare benefit dall’acquisizione di alcune aree che sembrano ormai certe dopo l’accelerazione che la vicenda ha preso nelle ultime settimane? Proprio su questo l’Ordine di Piacenza, in collaborazione con l’amministrazione, sta organizzando per metà dicembre un convegno nazionale sulle aree militari a cui parteciperanno anche altre realtà come il Friuli Venezia Giulia che porterà il suo esempio. Di fatto le aree che il comune ha chiesto sono la Pertite, ex Ospedale Militare e Laboratorio Pontieri; una volta ottenute, con l’incognita di quanto tempo ci vorrà, si porrà il problema di come riempire questi enormi contenitori, facendo attenzione a che non diventino un costo per i cittadini.

Secondo recenti studi, le città di piccole medie dimensioni come Piacenza sono destinate ad avere un andamento demografico stabile, in pratica non saranno soggette ad un forte aumento della popolazione. Sarebbe quindi impensabile costruire nuovo abitativo nelle aree militari in una realtà già satura e soprattutto destinata a non crescere numericamente. 

In questo contesto di trasformazione urbana, trova spazio anche la riqualificazione di Piazza Cittadella che al suo interno ha il Laboratorio Pontieri, una delle zone che tornerà alla città e su cui c’è l’intenzione, dichiarata più volte dal presidente della camera di commercio Parenti, di allestirvi un museo dell’agricoltura. L’assessore Cisini ha dato il via al percorso partecipativo illustrando il progetto ai cittadini, che comprende unitariamente il rifacimento di piazza cittadella(secondo il progetto che vinse la gara d’appalto nel 2011) e quanto vi sta attorno,ovvero chiesa del Carmine, mercato rionale e Laboratorio Pontieri, come richiesto espressamente dalla soprintendenza nel 2013. Per quanto riguarda i lavori sulla piazza la tematica più importante riguarda gli scavi; la zona costituisce il primo insediamento romano databile 1300.

 

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PERTITE A PARCO, E I TEMPI DELLA BONIFICA?

La partita sulle aree militari ha subito davvero una brusca accelerazione; i viaggi a Roma alla Difesa e al Demanio dall’ex sindaco Reggi si fanno sempre più frequenti, e ultimamente il primo cittadino Dosi e l’assessore Bisotti sono tornati a casa con buone notizie per la città. Ma il nodo sta nei tempi d’acquisizione e sull’utilizzo futuro da parte della città che il comune ha chiesto alla Difesa. In 3/4 anni i militari si ritireranno tra Arsenale, Macra Staveco, Scalo Pontieri e Artale; il Comune punta su ex Ospedale militare, Laboratorio Pontieri dove trovare il museo dell’agricoltura e l’ex Pertite. In cima alle priorità pare esserci proprio lei, quest’immensa area verde che una larga parte cittadini vorrebbe rimanesse tale. Ma un altro nodo pare essere la bonifica di quest’area. L’assessore Bisotti ha dichiarato al Corriere Padano che “ci vorrà ancora un congruo numero di mesi”. Il Comitato Parco Pertite ha accolto con esultanza l’annuncio: “vediamo avvicinarsi sempre più la realizzazione del parco – ha spiegato Maria Pia Romano referente del Comitato – dal prossimo incontro a Roma speriamo nella formalizzazione della cessione dell’area”. E a chi sperava in un parco verde  più in centro? “La Pertite rappresenta l’ultima area in città – risponde Romano al Corriere Padano – non possiamo non salvarla. Certo, ben vengano altre aree verdi in città, una cosa non esclude l’altra”.

 

AREE MILITARI, CAMBIO DI PROSPETTIVA. ALLA DIFESA QUATTRO ZONE

Sulla partita delle aree militari è cambiata radicalmente la prospettiva e questo segna un ulteriore e, sembra, decisivo passo avanti per il recupero di spazi da destinare alla città. Dall’incontro che il sindaco Dosi e l’assessore Bisotti hanno avuto al ministero della Difesa sono emerse importanti novità: da un lato la conferma della riorganizzazione della presenza militare a Piacenza in quattro siti e l’utilizzo futuro delle risorse umane e operative. Le aree che si dividono in logistiche e operative sono l’Arsenale, Macra Staveco, Scalo Pontieri e caserma Artale. Nel giro di tre o quattro anni i militari si organizzeranno in queste aree, lasciando, conseguentemente, libere le altre. Il comune, da parte sua, dovrà formulare una serie di proposte sul futuro utilizzo delle aree che si libereranno, alcuni con una propria vocazione altri destinati ad un confronto con la città. “Si è ribaltata completamente la filosofia – ha detto con soddisfazione il primo cittadino – i militari non chiedono più, come un anno fa, la valorizzazione dei loro immobili ma di riorganizzarli senza sostenere spese, noi dobbiamo aiutarli in questo. Vogliono concentrare la funzione in luoghi per loro strategici senza che ciò comporti spese; rinunciano alla valorizzazione capendo la difficoltà del momento, venendo incontro all’esigenza dell’amministrazione.

A metà novembre è previsto un nuovo incontro a cui prenderà parte anche il Demanio, si parlerà della ridefinizione delle funzioni. Il comune punta sull’area dell’ex Pertite, Ospedale militare con il vallo e il Bastione farnesiano, una parte del Laboratorio Pontieri, dove troverebbe spazio il museo della meccanizzazione agricola e la caserma Nino Bixio di Piazza Casali. Sono i primi tre obiettivi del confronto. “Di queste aree alcune hanno già una loro vocazione – ha spiegato l’assessore Bisotti – tutte importanti sotto il profilo ambientali e dei servizi”.