PROFUGHI, SALE LA TENSIONE TRA I SINDACI

La questione profughi si sta allargando e il livello di tensione sta assumendo dimensioni preoccupanti. Tra gli amministratori la preoccupazione è altissima, il caso della struttura di Caratta bruciata dopo l’annuncio dell’arrivo di una ventina di profughi è emblematico e ricorda ciò che sta accadendo nelle periferie romane. L’assessore al Nuovo Welfare del comune Stefano Cugini scrive su Facebook cita un proverbio dei nostri anziani “a es trop bon a s’e cuion”. Come dire che “Piacenza sta facendo anche per i Comuni della provincia che non fanno”. Piacenza ospita molti più profughi più rispetto a quanti in realtà potrebbe ospitarne in rapporto al numero di abitanti. Molti altri comuni della provincia, pur essendo di medie dimensioni, non ne hanno ospitato nessuno. Nel post l’assessore lancia una frecciata agli esponenti della destra piacentina   “Ai copywriter della destra, troppo concentrati sugli slogan, ricordo che a non gestire insieme la questione si finisce per avere le assegnazioni d’ufficio della Prefettura, i cui numeri sono sempre molto più alti di quelli spettanti a ogni singolo comune da un’equa distribuzione distrettuale. Finiti i titoli, come lo spiegate ai vostri cittadini?” La proposta dell’assessore Cugini è quella di una ridistribuzione dei migranti sulla base della popolazione dei singoli comuni. In altre parole: ognuno faccia al sua parte. 

 

“SOCIAL STREET” QUANDO LA PARTECIPAZIONE PARTE DAL BASSO

Social street”, ovvero quando da tante strette di mano si forma una catena. Una catena di solidarietà che parte dalla capacità dei cittadini di organizzarsi dal basso per migliorare la città o una parte di essa. A Milano esistono già una ventina di social street; l’amministrazione ha preso esempio da Bologna ed ha affidato all’istituto europeo di design uno studio per capire come declinare l’esperienza anche su altri territorio in base a bisogni, necessità ed esperienze. Nel capoluogo lombardo i cittadini si sono auto-organizzati, prima attraverso un passa parola sui social network, poi con un tam tam che ha coinvolto un gran numero di persone, spesso abitanti dello stesso quartiere e quindi profondi conoscitori della stessa realtà.
L’idea dell’amministrazione comunale è di prendere ad esempio Milano per riproporre lo stesso modello anche a Piacenza; il laboratorio ideale sarebbe proprio il progetto Porta Galera 3.0 un’occasione su cui il comune sta concentrando molte energie, puntando sui cittadini per migliorare una parte della città.

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ASSESSORE CUGINI:” LA MOVIDA INTELLIGENTE PROSEGUIRA'”

Ci sembra la trama di un film già visto: ogni volta che qualcuno cerca di potare novità nella zona di via Roma viene stoppato. Come sta accadendo alla Luppoleria, il locale che sorge in via Alberoni davanti ai giardini Merluzzo e che qui ha organizzato serate, pomeriggi con i più piccoli, scambi di libri e concerti. E proprio su questi ultimi che è scoppiato il bailamme: la musica ha superato di una manciata di decibel il limite consentito, quindi stop dei concerti fino a data da destinarsi. L’attività del locale rientra nel più ampio progetto Porta Galera 3.0 che vuole portare idee, proposte, iniziative che riqualifichino il quartiere. La movida proseguirà? Abbiamo chiesto all’assessore Cugini.”E’ una movida intelligente e deve proseguire, da parte dei ragazzi della Luppoleria o di tutte quelle realtà che vivono o che vivranno in futuro la zona”.