Il vero dato è 36,29%. Come ha scritto Ilvo Diamanti ieri su Repubblica gli emiliani, e anche i piacentini a quanto pare, hanno scelto il non-voto come voto. Un dato preoccupante che dovrebbe far riflettere la classe politica, forse troppo occupata a coniare slogan che a tastare il polso della gente. Anche in Emilia Romagna la tela rossa della cultura politica e del voto si è smagliata. Certo Stefano Bonaccini, candidato del PD, è il nuovo Presidente della Regione con il 48,03% ma dietro di lui il portacolori della Lega Nord Alan Fabbri con il 43,22% delle preferenze. Un risultato quest’ultimo in parte annunciato considerato il costante aumento del livello di gradimento del leader del Carroccio Matteo Salvini che ha impostato, di fatto, la campagna elettorale sulla sua figura. Venendo a Piacenza il candidato presidente di Lega e Fratelli d’Italia Alan Fabbri ha trionfato ottenendo il 47.09% delle preferenze; a seguire Stefano Bonaccini con il 37, 57% dei voti; terza Giulia Gibertoni del Movimento 5 Stelle al 9,96%. Per quanto riguarda gli eletti piacentini il PD ottiene due seggi premiando Paola Gazzolo (6003) e Gian Luigi Molinari (5820), la Lega un seggio assegnato a Matteo Rancan (4515) e uno a Fratelli d’Italia con Tommaso Foti (2222). Resta a bocca asciutta Forza Italia che sulle prima aveva sperato in Fabio Callori. Il PD è il primo partito in provincia (35,07%), ma anche qui è da segnalare l’exploit del Carroccio (28,20%).