Non intendono stare con le mani in mani e subire una decisione, a loro dire, calata dall’alto. Cittadini, associazione e Legambiente hanno organizzato per il 27 luglio il sit in di protesta davanti alla regione Emilia Romagna durante la seduta dell’Assemblea Legislativa per ribadire con forza la contrarietà al progetto del Carbonext approvato dalla giunta. Un sit in a cui sono invitati i sindaci e i consiglieri di Lugagnano, Castell’Arquato e Morfasso. “Assieme a loro – si legge nella nota – intendiamo chiedere all’Assemblea di farsi carico della vicenda CarboNeXT e del tema CSS (Combustibili Solidi Secondari derivati da rifiuti), al fine di approfondire fortemente il tema della salute e della mancanza nel progetto di una analisi estesa ed attuale dello stato di salute della popolazione, facendo proprio l’impegno assunto dai Consiglieri presenti alla serata di Lugagnano del 15 luglio scorso (Foti, Molinari, Rancan, Taruffi e Sassi) di audire comunque, al di là dell’avvenuta approvazione del progetto in Giunta, i Comitati della Val d’Arda Legambiente sul tema CarboNeXT e CSS durante i lavori della Commissione Ambiente che si dovrà riunire discutere la Proposta di Legge (presentata dal Consigliere Foti e firmata dai Consiglieri Molinari, Taruffi e Rancan) di abrogazione del cosiddetto e famigerato Decreto Clini. Intendiamo chiedere un impegno all’Assemblea su tale Proposta Regionale di abrogazione, perché – contrariamente a quanto incredibilmente affermato dall’assessore Gazzolo – il CarboNeXT ed i CSS non sono affatto il combustibile del futuro: sono rifiuti (perché tali sono i CSS, considerati “prodotti” industriali per un mero escamotage di legge) che, in una economia circolare, vanno ridotti, recuperati, riciclati, differenziati e non certo bruciati nei cementifici per sorreggerne il budget finanziario e migliorarne il cash flow. Vogliamo anche proporre all’Assemblea ed ai Consiglieri di assumersi l’impegno ad una revisione della legge regionale sulla V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale), la n° 9 del 1999, al fine di permettere, contrariamente a quanto accaduto nella vicenda CarboNeXT ed in tutte le altre Conferenze dei Servizi tenutesi finora in Regione, ai Comitati ed alle Associazioni di essere presenti alle riunioni almeno come uditori, e creare in questo modo reale partecipazione e trasparenza della Pubblica Amministrazione; ed inoltre nel senso, non meno importante, di permettere a tutti Comuni interessati e coinvolti in vario modo dai progetti (non soltanto quelli titolari di autorizzazioni) di partecipare in Conferenza con pieno diritto di voto, al fine di vedere realmente rappresentate a pieno diritto tutte le istanze e tutti gli interessi dei Territori coinvolti e dei loro Cittadini. La vicenda CarboNeXT ha chiaramente dimostrato come la Legge Regionale sulla V.I.A. sia ormai inadeguata da questo punto di vista e necessiti di essere revisionata, in quanto ha portato all’assurdo per cui i Comuni di Lugagnano, Castell’Arquato e Morfasso sono stati “imbavagliati” e non hanno potuto essere , pur rappresentando l’82% della popolazione dell’Alta Val d’Arda interessata e toccata dalle conseguenze del progetto, mentre l’unico Comune ammesso è stato Vernasca, in quanto titolare di autorizzazione per il puro fatto che il Cementificio si trova (per circa un chilometro) entro i suoi confini”.
CARBONEXT: COMITATI E ASSOCIAZIONE URLANO “VERGOGNA”
Comitati ed associazione ambientaliste urlano alla vergogna. Il destinatario dello sfogo è l’assessore regionale Paola Gazzolo che oggi ha portato in giunta l’approvazione del Carbonext. Al centro di questa vicenda che dura ormai da 18 mesi c’è proprio il combustibile css che il cementificio di Vernasca Buzzi Unicem ha chiesto di poter bruciare. In una nota i comitati Aria Pulita in Val d’Arda, Basta Nocività in Val d’Arda, cittadini per l’ambiente rurale e Legambiente Piacenza hanno annunciato di riunirsi in un sit in di protesta sotto al palazzo della Regione Emilia Romagna nel corso dell’assemblea legislativa a cui saranno invitati tutti i sindaci della val d’Arda, i consiglieri e i cittadini. “Vergogna per il modo, per la fretta, per quanto espresso – si legge – bruciare rifiuti non può far bene all’ambiente, nè alla salute, bruciare rifiuti non è un modo corretto di smaltimento”. Ecco il testo della nota:
Ben arrivati a Piacenza, terra amica degli inceneritori: chiunque porti rifiuti, anche travestiti da prodotti industriali da bruciare, è il benvenuto! Lasciando da parte il doveroso e meritato sarcasmo per l’annuncio dell’Assessore Gazzolo dell’approvazione, lunedì in Giunta Regionale, del progetto CarboNeXT, con una modalità assolutamente irricevibile da ogni punto di vista, non possiamo che sintetizzare in una unica parola ogni commento per quanto è stato espresso nella comunicazione dell’Assessore: Vergogna. Vergogna per il modo. Dopo 18 mesi di incontri, discussioni, confronti sul progetto, senza che mai una volta l’Assessore di Piacenza si sia messa a confronto con i cittadini, partecipando anche ad un solo incontro con la popolazione, l’unico modo che trova, per annunciare ai Piacentini la decisione di approvare il progetto, è un articolo di giornale e, per di più, con un solo giorno di anticipo sulla riunione della Giunta. Evidentemente è questo, per l’Assessore e la Giunta, il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini: un semplice comunicato via stampa. Vergogna per la fretta. Si decide di approvare in tutta fretta il progetto, ben sapendo della risoluzione bipartisan che i Consiglieri Regionali presenti all’incontro tenutosi a Lugagnano stavano per presentare in Consiglio Regionale, con la quale intendevano chiedere alla Giunta di non decidere sul progetto fino alla audizione dei comitati e Legambiente in Commissione Ambiente, nonché della richiesta del sindaco di Lugagnano di un Consiglio dell’Unione dei Comuni aperto alla presenza della Giunta Regionale. Risulta incredibile, anche da un punto di vista politico, questa decisione assunta non solo contro i cittadini, ma anche contro i propri Consiglieri Regionali. E’ certo una fretta assai sospetta, quasi di chi sia consapevole della inadeguatezza e della forzatura che hanno portato all’esito positivo della VIA. Vergogna per quanto espresso. Che sia l’Assessore all’Ambiente della Regione, piacentina, a raccontarci che bruciare rifiuti fa bene alla salute, migliora l’ambiente e risulta un sano e corretto modo di smaltire i rifiuti è un insulto al buon senso e a tutta la normativa europea e regionale in tema di rifiuti. Bruciare rifiuti non può far bene all’ambiente. Abbiamo presentato centinaia di osservazioni al progetto e quello che risulta chiaro è la mancanza di dati certi sull’uso e sugli effetti sull’ambiente e sulla salute di un materiale, il CarboNeXT, che altro non è che rifiuto indifferenziato, seccato e triturato, mai usato prima ufficialmente, di composizione incerta e sempre ovviamente variabile, difficile da controllare e le cui emissioni variano a seconda della composizione. Abbiamo evidenziato un generale peggioramento di quasi tutte le emissioni (ammesse a denti stretti persino dal Proponente), sappiamo bene che i limiti delle emissioni date ai cementifici sono ben più alte di quelle, più restrittive, previste per gli inceneritori. Abbiamo soprattutto evidenziato un netto peggioramento del numero di camion che trasporteranno il CarboNeXT rispetto all’esorbitante numero, dai 700 agli 800 transiti giornalieri, che già ora si hanno in Val d’Arda. Siamo scandalizzati dalle parole dell’Assessore: aumentano i camion, ma diminuiscono le emissioni perché verrà rinnovato, nei tre anni, il parco camion. Ma in che favola? Sappiamo bene che le ditte che fanno i trasporti per Buzzi sono decine: chi pagherà loro i camion nuovi Euro 5 e 6, la Buzzi? Un solo camion in più avrebbe dovuto bloccare il progetto! Bruciare rifiuti non può far bene alla salute. La Val d’Arda non può nuovamente far da cavia ad un progetto industriale legato al cementificio: ha già dato! E’stata chiesta da quasi 5000 cittadini una valutazione di impatto sanitario, VIS, preventiva per capire lo stato di salute della Val d’Arda, già provata da decenni di emissioni del cementificio. L’Assessore l’ha negata dicendo che bastava l’analisi su dati storici fatta dalla Conferenza dei Servizi. E’ stato richiesto, tramite i Consiglieri Regionali, un approfondito studio sugli effetti dell’attività dei cementifici sulla salute della popolazione residente: questo studio, approvato nel Piano Preventivo Regionale, doveva partire a settembre del 2015. Cosa ne è stato? Ci dobbiamo accontentare di una relazione dell’AUSL basata non su una seria indagine epidemiologica attuale, ma su semplici dati incrociati di studi forniti dall’Azienda e dati statistici… Ma come si può dire che in Val d’Arda, negli ultimi 4 anni, i tumori sono in diminuzione, in controtendenza rispetto a tutta la provincia? E le altre malattie? Chiediamo una analisi epidemiologica attuale. Soprattutto, per quanto riferisce la Gazzolo, appare evidente che non esiste nessuna capacità di prevedere quali saranno gli impatti dell’utilizzo di combustibile a base di rifiuti sulla salute. Perché altrimenti la Regione avrebbe programmato un Piano Preventivo consistente in due anni di analisi? Bruciare rifiuti non è un modo corretto di smaltimento: Che si chiamino CSS o rifiuti, l’unica forma di smaltimento corretto dei rifiuti per arrivare all’economia circolare è non produrli, riutilizzarli, riciclarli e differenziarli, e non certo usarli come carburante. Il Piano Rifiuti prevede l’autosufficienza nello smaltimento; come giustifica la Regione che il cementificio importi rifiuti travestiti da prodotti industriali da fuori regione in totale contrasto con tale Piano? E che dire della prescrizione del raggio di produzione del CarboNeXT nei 150 chilometri? I CSS arriveranno dunque da tutto il Nord Italia, da 5 regioni e dal Porto di Genova…., ed i rifiuti per produrlo da tutto il mondo? Abbiamo già un inceneritore ed un altro cementificio che bruciano rifiuti. Evidentemente la Regione vuol fare di Piacenza terra di inceneritori, dove l’unica economia circolare sarà quella dei rifiuti che circolano. Di fronte all’approvazione di questo progetto, utile solo all’impresa che lo ha proposto, ma non al territorio piacentino ed ai suoi cittadini, e di fronte al modo irricevibile con il quale l’Assessore lo ha annunciato, totalmente di parte e assolutamente irrispettoso nei confronti dei cittadini della Val d’Arda e della Provincia, non intendiamo affatto stare con le mani in mano. Al di là della opposizione legale al progetto che farà la sua strada, preannunciamo fin da ora che, non riuscendo ad organizzare una manifestazione oggi, in Regione, proprio a causa del preavviso di un solo giorno, evidentemente voluto dall’Assessore e dalla Giunta (alla faccia della partecipazione e trasparenza), mercoledì intendiamo organizzare un SIT IN davanti alla Regione, durante lo svolgersi dell’Assemblea Legislativa Regionale, invitando fin da ora i Sindaci della Val d’Arda, tutti i Consiglieri e tutti cittadini che ci hanno sostenuto in questa battaglia ad essere con noi per ribadire il nostro NO e le nostre proposte sui CSS, VIA e rifiuti. Preciseremo meglio orario e modalità a breve.
CARBONEXT, SIT IN DEI COMITATI, “NESSUNO CI HA DATO RISPOSTE”
Di nuovo sotto la provincia con fischietti e striscioni mentre dentro la Conferenza dei Servizi decide il futuro della Val d’Arda. Cittadini e membri dei comitati urlano ancora una volta il loro no alla richiesta di Buzzi Unicem di portare il Carbonext al cementificio di Vernasca. Da circa un anno i cittadini hanno fatto pervenire osservazioni, lettere, richieste di chiarimenti, approfondimenti; tanti sono stati gli eventi organizzati dalla marcia delle mille bandiere a numerose serate alle quali hanno partecipato esperti del settore. Cosa è cambiato? La Conferenza dei Servizi continua a riunirsi, l’iter prosegue e, a breve, probabilmente, arriverà il responso.
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M5S:”COSA HA FATTO IL COMUNE CONTRO L’INQUINAMENTO?”
I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Piacenza, Podenzano e San Giorgio attaccano l’amministrazione sulla gestione delle politiche ambientali.”Cosa è stato fatto in questi anni in concreto dall’amministrazione per diminuire l’inquinamento atmosferico a Piacenza?” si domandano. “Il PD che guida, ormai da 13 anni, l’amministrazione piacentina (e regionale) ha preso molti provvedimenti incisivi sulla qualità dell’aria nella nostra città. Eccone un elenco significativo, forse non esaustivo: autorizzazione al potenziamento della centrale Edipower, autorizzazione all’aumento del trasporto logistico su strada al posto quelli ferroviari, autorizzazione all’utilizzo di oli esausti e pneumatici come combustibile alla Cemetirossi;autorizzazione bipartisan tranne il M5S, IDV e Rifondazione, per consentire il mantenimento in esercizio dell’inceneritore di Piacenza oltre il termine del 2020, previsto dal Piano Regionale dei Rifiuti, autorizzazione alla centrale a Biogas a Borgotrebbia. Attualmente sono in corso di autorizzazione: l’ampliamento del teleriscaldamento alimentato dall’inceneritore, l’autorizzazione ad un bitumificio nel Parco del Trebbia,l’autorizzazione a Buzzi-Unicem all’utilizzo del Carbonext, combustibile da rifiuti.” Al termine del lungo elenco la nota del M5S ricorda come già “2 anni fa chiese e ottenne di mettere intorno ad un tavolo sindaco, assessore, direttore e responsabili di ARPA assieme ad esperti per un confronto sulla qualità dell’aria, in un incontro privato. In quell’occasione presentammo dati e ricerche internazionali sugli effetti delle nanoparticelle emesse dalle attività industriali e da inceneritori e richiedemmo che ogni attività e provvedimento dell’amministrazione seguisse il principio di precauzione. Insistemmo molto sulla pericolosità delle nanopolveri la cui ricerca non è prevista dalla legge, che richiede soltanto il monitoraggio delle polveri più grossolane comunemente conosciute come PM 10. Va subito detto che ad oggi non c’è nessun filtro in grado di fermare le polveri di dimensione inferiore a PM 2,5 e che queste sono in grado di penetrare nel nostro organismo e di raggiungere, attraverso il sangue, tutti i nostri organi. Nonostante il nostro impegno nulla è cambiato da quell’incontro: nessun approfondimento della documentazione presentata, nessun provvedimento migliorativo della qualità dell’aria, nessun maggiore controllo sulle emissioni”.
BUZZI: “CARBONEXT NON E’ UN MOSTRO A DIECI TESTE”
A parlare per la prima volta davanti a cittadini, residenti e comitati in un incontro pubblico è l’ingegner Antonio Buzzi, direttore operativo del settore Cemento Italia, accompagnato dall’avvocato Claudio Vivani e dall’ingegnere Renato Ferrero. Un’istruttoria pubblica in cui per la prima volta il progetto del Carbonext è stato presentato ai cittadini, gli stessi che hanno avuto la possibilità di portare all’assemblea un proprio intervento, certamente non benevolo verso il progetto della Buzzi Unicem. 29 interventi, concisi, alcuni più tecnici, altri più di pancia ai quali non è stata data direttamente una risposta, che invece arriverà nelle prossime settimane dai soggetti che siedono in Conferenza dei Servizi. Al termine della lunga istruttoria ha preso la parola Antonio Buzzi, che ha risposto alla domanda di una cittadina di Vernasca: “Porterebbe a vivere in val d’Arda i suoi figli?” “Certo” è stata la sua risposta “compro qui la carne ed è la migliore che abbia mai mangiato”.
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NO AL CABONEXT ANCHE DAI MIGRATI DELLA VAL D’ARDA
E’ stata una serata molto partecipata quella organizzata a Morfasso dai Comitati Basta Nocività in val d’Arda, Aria Pulita in val d’Arda e Legambiente per spiegare agli emigrati della valle quello che sta avvenendo intorno alla vicenda Carbonext-Buzzi Unicem. Hanno preso parte alla serata una cinquantina di migranti a cui sono state illustrate le tappe che stanno portando la Provincia di Piacenza a pronunciarsi sulla richiesta del cementificio di Vernasca di bruciare il css. Da parte loro ci sono state molte domande soprattutto incentrare sugli aspetti legati alla salute e alle conseguenze sulla salubrità della valle. Gli emigrati hanno molto a cuore il loro territorio d’origine, nei mesi scorsi avevano aiutato i comitati nella raccolta delle firme per la petizione on line. Intanto la Provincia ha chiesto una proroga di 60 giorni per studiare le controdeduzioni che sono arrivate dalla Buzzi, oltre 700 pagine. Questo significa che fino a novembre non si avrà la risposta dell’ente sulla possibilità di bruciare Carbonext dai camini del cementificio.
INDAGINI SUI CEMENTIFICI, LEGAMBIENTE: “CHE SENSO HA FARE TUTTO A POSTERIORI?”
Anche gli emigranti della Val d’Arda hanno a cuore il futuro del loro territorio e, per questo vogliono sapere ed essere aggiornati. E’ su queste basi che i comitati Basta Nocività in val d’Arda e Aria Pulita in val d’Arda insieme a Legambiente, hanno organizzato, lunedì 17 agosto alla Sala Socris delle Scuole Elementari di Morfasso alle ore 21:00, la serata informativa No Carbonext dal mondo della Val d’Arda dedicata, in particolare, agli emigrati della valle. Si tratta soprattutto di inglesi e francesi che nel periodo estivo tornato a popolare il territorio piacentino sul quale hanno fatto investimenti importanti come case e terreni. “Questi migranti hanno più a cuore il futuro della valle che alcuni amministratori locali” fanno sapere i membri dei comitati organizzatori, in tono polemico nei confronti della politica locale per come ha amministrato la vicenda legata al Corbonext. Da settembre, per due anni, i due cementifici del territorio, Buzzi Unicem e Cementirossi, saranno messi sotto osservazione; l’indagine, che si svilupperà in tre fasi, verrà condotta da Arpa, Ausl e Regione. Legambiente ha espresso la sua contrarietà: “Sorprende non tanto che si faccia questa indagine – ha dichiarato la presidente Laura Chiappa – ma la tempistica, cioè a posteriori, dopo che è stata richiesta la VIA. Dopo le richieste di Valutazione di Impatto Ambientale arrivate dai comitati e dalle associazioni, l’unica soluzione che la Regione ha trovato è quella di fare l’indagine a posteriori, mi domando a cosa possa servire?” si domanda Chiappa. “L’unica medicina per la salute della popolazione è la prevenzione, che non si può fare dopo e demandare. Occorreva invece bloccare le procedure in corso, eseguire la Valutazione di Impatto Ambientale e poi fare le analisi”. In merito ai tempi che la Provincia si è presa per analizzare le osservazioni pervenute da Legambiente e comitati è stata una proroga di 60 giorni, entro novembre.
CASO CARBONEXT, NASCE IL COMITATO DI AGRICOLTORI “AMBIENTE RURALE”
Anche il Comitato Ambiente Rurale chiede di entrare a far parte della prossima Conferenza dei Servizi sul Carbonext. Freschi di costituzione, i 50 membri del neonato comitato provengono dal mondo agricolo e si sono costituiti proprio per essere partecipi di un dibattito che finora, a loro dire, non li avrebbe coinvolti a dovere. Si tratta di un gruppo traversale di agricoltori della val d’Arda, gran parte di loro non è neppure iscritta ad associazioni di categoria; l’obiettivo è proprio quello di avere voce in capitolo in una questione che in realtà coinvolge anche il mondo agricolo, in particolare per quanto riguarda l’analisi dei terreni. In più da ieri sul sito della Provincia di Piacenza sono state pubblicate le controdeduzioni della Buzzi Unicem in risposta agli studi e alle osservazioni condotti da Legambiente e dai comitati ambientalisti. La giunta di Lugagnano ha deliberato, su proposta del sindaco Jonathan Papamarenghi, la richiesta di partecipazione allargata alla prossima Conferenza dei Servizi per i portatori di interesse, come recita l’art. 15 della VIA. Per portati di interesse si intendono associazioni, categorie e comitati fino ad oggi escluse dalla Conferenza dei Servizi. L’invito del primo cittadino è che anche i comuni di Castell’Arquato e Morfasso facciano la stessa cosa. La prossima Conferenza non è ancora stata fissata, ma presumibilmente doverebbe svolgersi entro la fine di luglio.
NO AL CARBONEXT, LA PROTESTA ARRIVA IN PROVINCIA. CONSEGNATE 6MILA FIRME
Non sono affatto tranquilli cittadini, comitati, associazioni ambientalisti sulla qualità dell’aria in val d’arda. A preoccuparli è il progetto del cementificio Buzzi Unicem che ha chiesto di bruciare il combustibile speciale Css. Dopo la marcia del mille a Lugagnano, è stata la volta di un sit-in di protesta sotto la sede della Provincia mentre all’interno era in corso la Conferenza dei Servizi sta proprio qui il nodo: tra i punti all’ordine del giorno è stato richiesto da parte dei comuni di Castell’Arquato e Morfasso di essere ammessi alla Conferenza dei Servizi, così come è avvenuto per Lugagnano. Una partecipazione a pieno titolo, insomma, al pari del comune di Vernasca, ad oggi l’unica amministrazione a poter esprimere un parere in Conferenza.
Il progetto del Carbonext, secondo comitati e associazioni, sarebbe peggiorativo dal punto di vista ambientale e sanitario, andrebbe ad aumentare il traffico pesante dei camion e rischierebbe di trasformare il cementificio in un inceneritore. Considerazioni supportate da studi e approfondimenti redatti e consegnati nei tempi stabiliti all’amministrazione provinciale che ha valutato nel corso dell’assemblea. Una situazione che preoccupa fortemente anche i genitori dei bambini che frequentano la scuola di Vernasca, che non escludono la possibilità di trasferire i figli anche fuori provincia.
Legambiente, comitati e cittadini stanno col fiato sul collo delle istituzioni, dalle quali si aspettano risposte che, a loro dire, non arrivano, come ad esempio la Valutazione di Impatto sulla Salute. Il sit-in è stata l’occasione ufficiale per consegnare nella mani della vice presidente della provincia Patrizia Calza le oltre 5600 firme raccolte con la richiesta di non autorizzare la richiesta della Buzzi Unicem ad utilizzare il Carbonext.
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QUANDO LA SCRITTURA RENDE LIBERI, IN CARCERE. A TUTTO TONDO
Anche in carcere si può scoprire il piacere della scrittura. È accaduto a Giuseppe Carnovale che, nel corso della sua detenzione, da semianalfabeta ha pubblicato un libro di poesie “Nessuna pagina rimanga bianca”. È questo il senso della scrittura autobiografica: dare un senso all’esistenza, prendere consapevolezza della pena e sentirsi uomo o donna e non solo detenuto. E’ emblematico in questo senso l’esperienza di Ristretti Orizzonti la testata redatta all’interno del carcere Due Palazzi di Padova. A Piacenza invece Sosta Forzata è stata sospesa.
La marcia dei 1000 ha fatto centro: il serpentone colorato e allegro per dire no al progetto del cementificio Buzzi Unicem di utilizzare il Carbonext ha colpito nel segno. Oltre mille i cittadini che hanno partecipato alla marcia da Lugagnano fino al piazzale della Buzzi. Ancora una volta forte e chiara è arrivata la richiesta alla Provincia, a cui spetta l’ultima parola, di effettuare la valutazione di impatto sulla salute.
I cambiamenti quando arrivano portano con se conseguenze anche imprevedibili. Un vero e proprio salto di civiltà. Potrebbe accadere anche con le nuove famiglie? È una domanda alla quale hanno cercato di dare una risposta due voci diverse per formazione: una bioetica, l’altra filosofica. Un tema particolarmente attuale considerato il dibattito che sta creando il sì da parte dell’Irlanda ai matrimoni omosessuali.
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