ELEZIONI REGIONALI: ELETTI TAGLIAFERRI, QUINTAVALLA E ALBASI. DOVE SONO FINITI I VOTI DEL MOVIMENTO SPONTANEO DI PIAZZA CITTADELLA?

Piacenza resta l’unica provincia emiliana romagnola ad essere, senza dubbio, di centro destra. Oltre alla bassissima affluenza alle urne che ha caratterizzato questa tornata elettorale, a saltare all’occhio è proprio il dato politico che pone la nostra provincia in controtendenza rispetto al trend regionale che vede in tutte le province il Partito Democratico avanzare rispetto a Fratelli d’Italia: non accade a Piacenza.

Nella nostra provincia la candidata Elena Ugolini ha ottenuto il 56% dei voti e FdI si conferma il primo partito al 37,59%, a seguire Lega al 9.90%, Forza Italia al 7,22% la civica Ugolini presidente al 2,53%. Il PD a Piacenza e provincia si ferma al 31,54%, AVS 3,56%, Movimento 5 Stelle 3,49%, civici con De Pascale presidente 1,30%, Emilia Romagna Futura 1,25%. Risultati che portano il neo presidente De Pascale a raggiungere “solo” il 41,5%.

Un quadro esattamente opposto rispetto al risultato complessivo che ha visto De Pascale primeggiare sull’avversaria Ugolini con un netto 56,7% rispetto al 40,1 della candidata del centro destra. Una riflessione che per i dirigenti locale del PD dovranno affrontare, anche e soprattutto in vista del voto comunale del 2027, non troppo lontano per la verità.

Un’altra riflessione che si impone nel panorama locale è che fine ha fatto il movimento spontaneo nato e cresciuto negli ultimi tre mesi intorno a piazza Cittadella? Le oltre 30mila firme raccolte contro il taglio degli alberi dove si sono incanalate? Certamente non in Alleanza Verdi Sinistra che a livello locale ha ottenuto 3,56% (molto meglio il risultato regionale 5,30%). Forse sono andate a riempire quella larga sacca di astensionismo che continua a caratterizzare anche la nostra provincia, seconda solo a Rimini quanto a scarsa partecipazioni ai seggi.

Vola a sfiorare il 43% dei voti il Partito Democratico a livello regionale; uno dei risultati nettamente più positivi degli ultimi anni, confermandosi il vero e unico traino della coalizione di centro sinistra.

Per quanto riguarda i candidati piacentini Giancarlo Tagliaferri si conferma l’unico ad entrare in consiglio regionale con un ottimo risultato personale 7539 preferenze; Erika Opizzi 4696, Sara Soresi 3170, Paolo Negri 836.

Per la Lega nessun dei candidati entra in consiglio regionale: Matteo Rancan ha ottenuto 3586 preferenze, Giada Ferrari 886, Lorella Capucciati 359, Domenico Velotto 76.

Neppure in Forza Italia è stato eletto alcun candidato piacentino: Gianluca Argellati 1475 preferenze, Federica Ferrari 861, Filiberto Putzu 562, Monica Molinaroli 48.

Nella civica Ugolini presidente Elisabetta Buscarini ha ottenuto 436 preferenze, Luigi Contini 290, Giovanni Forlini 122, Simonetta Bottinelli 76.

Nella coalizione vincente del presidente De Pascale, Luca Quintavalla e Ludovico Albasi sono stati eletti in consiglio regionale nelle fine del PD con, rispettivamente, 5897 e 3596 preferenze, Virginia Zilli 3224 e Michela Cucchetti 2381.

Alleanza Verdi Sinistra: Barbara Montanari ha ottenuto 513 preferenze, Paolo Pantrini 195 e Vanda Campregher 168.

Movimento 5 Stelle: Silvana Maserati ha ottenuto 406 preferenze, Giuseppe Ticchi 206, Chiara Isola 178, Giuliano Congiu 148.

La lista civica De Pascale presidente: Manola Gruppi 150 voti, Maria Rattotti 131, Mirco Marchesini 82, Emanuele Maffi 55.

La lista civica Emilia Romagna Futura: Clarissa Dell’Aquila 138 preferenze, Fabrizio Faimali 77, Lucilla Mori 46, Damiano Iulio 20.

Per la lista Emilia Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro con il candidato Federico Serra (1.62%), la candidata piacentina Michela De Nittis ha conquistato 307 preferenze, Giorgio Millul 87, Elderdah Fisal Elmoursi Elkotb 53, Lara Bologna 29.

Il candida presidente Luca Teodori ha ottenuto lo 0,77%.

 

 

 

AVS: “ESSERE IN COALIZIONE E’ STATA UNA SCELTA SOFFERTA. MA ABBIAMO BISOGNO DI CONTARE”

Vanda Campregher insegnante, Paolo Pantrini educatore, Barbara Montanari insegnante e sindacalista, sono i tre candidati piacentini di Europa Verde Sinistra Italiana alle prossime regionali di novembre, fanno parte della coalizione a sostegno del candidato del centro sinistra Michele De Pascale.

Transizione energetica vera, non di facciata, sfida non facile ma doverosa, si legge nel programma; una logistica meglio regolamentata, con un aggiornamento della legge regionale. Un tema che divide anche lo stesso centri sinistra da cui AVS non nega di avere visioni differenti.
La scelta di candidarsi in coalizione non è stata né facile, né scontata, ma quasi obbligata per sperare in una transizione ecologica autentica.

COMITATO SALVIAMOSPEDALE: SERATA PUBBLICA CON I CANDIDATI ALLE ELEZIONI REGIONALI

Il comitato Salviamospedale ha organizzato un incontro pubblico con i candidati alla presidenza e al consiglio regionale per dibattere sulle problematiche del nuovo ospedale. L’evento è organizzato per mercoledì 16 ottobre alle 20.30 presso l’auditorium Sant’Ilario. Sono stati invitati tutti i candidati piacentini al Consiglio regionale, nonché i due candidati alla Presidenza della Regione Emilia Romagna, Elena Ugolini e Michele De Pascale che saranno chiamati a rispondere a 10 domande formulate dal comitato.

“Ad avviso del nostro Comitato – si legge nella nota – i piacentini devono sapere che scelte intendono fare, i futuri amministratori regionali, sia per quanto riguarda la costruzione dell’ospedale e più in generale per il futuro della Sanità Pubblica nella nostra città. Si fa presente, come a tutti noto, che la sanità è di competenza esclusiva delle regioni.
Allo scopo, ai candidati sono state inviate dieci domande, che riguardano i punti più rilevanti di questa fondamentale opera per la nostra salute.
Vi è poi un tema del tutto nuovo, mai discusso in pubblico: il finanziamento mediante lo strumento finanziario del partenariato pubblico – privato.

Questo è frutto del venir meno dell’importo di €91.000.000,00, in quanto la delibera della Regione del 20.09.2021 prevedeva un finanziamento di €227.000.000,00 mentre nella delibera del 12.02.2024 il finanziamento è stato ridotto a 135.807.711,94? Dove sono finiti i 91.000.000,00?.
Si tenga comunque conto che anche l’importo di €227.000.000,00 era del tutto insufficiente per costruire un nuovo ospedale. Vero infatti che oggi si parla di un importo pari a oltre i 300.000.000,00, ma è prevedibile che sarà superata la cifra di €500.000.000,00, con la conseguenza che il privato dovrebbe metterci oltre 300.000.000,00.
Questi dati provano inequivocabilmente che, nella denegata ipotesi in cui venisse adottata tale operazione finanziaria, l’ospedale in futuro non sarà più un ospedale pubblico ma privato. Il canone di affitto comporterà, infatti, per le casse della nostra Ausl una spesa corrente annuale per decine di milioni di euro in quanto lo strumento finanziario del partenariato pubblico-privato prevede la restituzione del finanziamento mediante cessione, in appalto, dei servizi extra sanitari per almeno 30 anni (manutenzione edifici, pulizie, somministrazione pasti, fornitura fonti energetiche, esami di laboratorio, gestione parcheggi).

Nel prezzo di questi servizi viene compreso anche la quota di rimborso del finanziamento. Per operazioni analoghe, in Toscana e in Veneto, l’importo dei canoni è così esorbitante che è perfino intervenuta la Corte dei Conti.
C’è poi da considerare che l’ente pubblico perde il controllo dei servizi (se le pulizie non sono soddisfacenti l’Ausl a chi si rivolge?) Ed ancora la durata è tale che ci domandiamo con quali parametri verranno predeterminati i costi dei servizi fra 10-20 anni.
È una sciagura che dobbiamo evitare. Cosa ne pensano i nostri candidati?
Il nostro Comitato, come più volte ribadito propone invece di ampliare e rigenerare l’attuale ospedale con la costruzione di un nuovo padiglione collegato al polichirurgico esistente e la predisposizione di parcheggi negli spazi antistante l’ospedale. Con il nuovo padiglione sarebbero raddoppiati i volumi attuali. La cifra per tale operazione sarebbe di un centinaio di milioni che secondo la delibera della Regione sono già stati finanziati dallo stato.
Cosa ne pensano i candidati?”

 

REGIONALI, BERRA (PD) SODDISFATTO DEI CANDIDATI: “DA GAZZOLO ATTO GENEROSO, PER LEI CI SARANNO ALTRE OCCASIONI”

Quattro candidati per altrettante generazioni, votati per acclamazione non senza travaglio iniziale ma che alla fine si è chiuso nel migliore dei modi. È soddisfatto il segretario provinciale del PD Carlo Berra che ha presentato i candidati alle prossime elezioni regionali del 17 e 18 novembre.
Virginia zilli, Michela Cucchetti, Luca Quintavalla e Ludovico Albasi; nomi che già circolavano da qualche settimana, a cui si è arrivati, questa è una novità specifica il segretario Berra, abbandonando l’idea delle correnti, con un inaspettato rimescolio di carte. Certo facilitato dal passo indietro, una settimana fa, di Paola Gazzolo che ha deciso di restare saldamente sullo scranno più alto del consiglio comunale.

E in merito al recente rimpasto di giunta, che ha visto l’avvicendamento di Marco Perini con Gianluca Ceccarelli di Piacenza Oltre, il segretario Berra non si dice più di tanto sorpreso, d’altronde si sa, le giunte sono espressione delle liste che hanno concorso all’elezione del sindaco. Come a dire che a fare un passo indietro è chi non alle spalle partiti o gruppi di appartenenza, anche a scapito delle competenze.

SEI DOMANDE DEI SINDACATI AI CANDIDATI PIACENTINI: “TEMI CRUCIALI PER LA TENUTA SOCIALE”

Potere d’acquisto, occupazione, energia, demografia, sanità e clima: sono i temi cruciali con cui la politica si deve misurare, a rischio c’è la tenuta dell’intero paese. Ancora di più, oggi, a poche settimane dal voto politico.

Cgil Cisl e Uil hanno elaborato sei domande proprio relative a queste tematiche rivolte ai candidati e alle candidate che aspirano ad un seggio nei collegi che riguardano il territorio piacentino. Domande chiare su temi di vitale importanza nate dagli iscritti ai sindacati confederali, che rappresentano un quarto degli elettori. Esiste la concreta possibilità che in piazza scendano anche gli imprenditori non solo i lavoratori, in quello che si preannuncia uno degli autunni più caldi degli ultimi decenni.

CANDIDATI +EUROPA: “NOI LA VERA FORZA EUROPEISTA”

Anna Maria Corazza imprenditrice, Nicoletta Parisi docente universitaria e Luca Amadasi professionista del marketing: sono i candidati di +Europa alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre.

Faro del programma la fortissima vocazione europeista e atlantista con un  richiamo costante a quella che viene definita l’agenda Draghi. Priorità del partito di Emma Bonino l’attuazione del Pnrr, l’autonomia nella produzione di gas con i rigassificatori e il lavoro per le nuove generazioni.

AI GIOVANI DELLA CONSULTA NEGATO IL CONFRONTO COI CANDIDATI

I confronti tra candidati alla carica di sindaco sono ormai all’ordine del giorno, a richiederli e organizzarli sono associazioni di categoria, enti, semplici associazioni. Lo fanno perché, giustamente, vogliono sondare il terreno, capire e perché no “scommettere” sulla partita. Ci sta, ognuno fa il suo mestiere.

Dall’altra parte, quella dei candidati, guai a tirarsi indietro: tutti e sei, quasi sempre al completo, schierati e pronti alle domande che spaziano dalla sostenibilità, alla logistica, dalla cultura, al commercio. Un modo, anche per loro, di illustrare il programma, seppur in tempi contingentati.

Capita poi che siano gli studenti, i più giovani insomma, la futura classe dirigente, a chiedere ed organizzare un confronto tra candidati. La Consulta degli Studenti, l’organismo che riunisce due studenti per ogni scuola superiore della città, si è attrezzata per ottenere i documenti necessari e l’ok dello spazio. Avevano deciso per l’arena Daturi, all’aperto, a due passi dal centro, all’ombra di Palazzo Farnese. Anche i candidati avevano confermato la loro presenza, tutti e sei.

Ieri, un laconico comunicato dell’Ufficio Scolastico Provinciale comunica che il confronto è stata annullato per motivi logistico – organizzativi.  Questione di spazi? Si sarebbe potuto chiedere al Comune un luogo alternativo, non sarebbe stato difficile trovarlo.

Dispiace che siano proprio i ragazzi a dover rinunciare ad una richiesta legittima, nel pieno del diritto di sapere chi e cosa andranno a votare. A loro, i più disinteressati, se vogliamo categorizzare, è stato negato il diritto di porre di incontrare e porre domande ai candidati, di domandare sul futuro, di lanciare idee e spunti di riflessione.

Poi sono gli adulti a lamentarsi dei più giovani. Stavolta non abbiamo dato un buon esempio.

 

AMMINISTRATIVE 2022: CON SFORZA IL QUADRO SI COMPLETA

Anche Corrado Sforza Fogliani è sceso in campo. I candidati sindaco sono pronti per la campagna elettorale in vista del  12 giugno. Lo scacchiere è completo e, già alla partenza, la posizione delle pedine ci dicono molto. Si aspettava la mossa dei Liberali per cercare di capire che piega potesse prendere la partita. Ora è chiaro che la frattura con il centrodestra della candidata Barbieri a trazione Lega-FdI è del tutto conclamata e insanabile. I punti di rottura sarebbero la Fondazione Teatri (per Sforza un’ entità “carrozzone”), il nodo tasse e il discorso legato alla cultura come rilancio per la città. Così l’avvocato, banchiere con la passione per la politica, ha deciso di candidare se stesso (glielo hanno chiesto per acclamazione ha dichiarato) alla poltrona più importante del consiglio comunale. In comune Sforza ci arriva 30 anni fa, la prima volta nel 1964, ma mai nel ruolo di candidato sindaco. In questa tornata la decisione di staccarsi dal centrodestra e correre come portacolori dei Liberali, affiancati da La Buona Destra di Michele Giardino, Officina delle Idee di Enrico Carini, Piacenza al Centro di Filiberto Putzu, Rinascimento di Sgarbi rappresentata da Mauro Saccardi e Marco Elisj. Tra loro, in particolare Putzu, Saccardi e Giardino, non hanno risparmiato negli ultimi anni forti critiche all’amministrazione Barbieri, nonostante nel 2017 facessero parte della coalizione a suo sostegno, Putzu fu anche assessore.

Sarà molto interessante capire cosa faranno i Liberali in caso di ballottaggio. Certo molto dipenderà da chi andrà alla sfida a due. Potrebbe apparentarsi o più velatamente dare indicazione agli elettori.

Con la rottura dei Liberali si è riproposto quello che è accaduto anche nel centrosinistra: dopo il cammino comune incominciato l’anno scorso, la decisione del PD si uscire e di abbandonare il progetto della sinistra unita che ha portato a due candidati: Katia Tarasconi per centro-centro sinistra a trazione Pd, con Emilia Romagna Coraggiosa, Piacenza Oltre, Azione e la civica a sostegno della candidata sindaca e Stefano Cugini per il centro sinistra con Alternativa per Piacenza sostenuto dall’omonima lista civica ApP (con alcuni esponenti locali di +Europa), Movimento 5 Stelle, Europa Verde, @sinistra.

Ai quattro candidati sindaco si aggiungono i due che rappresentano l’area No Vax e No Green Pass: Samanta Favari (3V) e Maurizio Botti (Piacenza Rinasce).

ELEZIONI COMUNALI: QUANTI CANDIDATI IN CAMPO?

Lo scacchiere politico piacentino dovrebbe chiarirsi entro questa settimana, al termine della quale, probabilmente, si avrà un quadro chiaro delle coalizioni guidate dai rispettivi candidati per la corsa a palazzo Mercanti. Sì, perché il tempo stringe, le elezioni sono davvero dietro l’angolo. I tre mesi che separano dal voto saranno fondamentali per spiegare i programmi e farsi conoscere ancora di più dai cittadini. La vera sfida sarà quella di portare a votare le persone, fortemente scoraggiate e demotivate dall’inchiesta giudiziaria che ha colpito il territorio piacentino in modo trasversale.

Per ora, confermati, ci sono il sindaco uscente Patrizia Barbieri e Stefano Cugini. La prima, benché lo slogan sia “Piacenza è il mio partito” e abbia sottolineato, anche ai nostri microfoni, la forte appartenenza civica, è appoggiata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Effettivamente non ci sono solo i partiti: una civica a suo sostegno, in cui starebbero gli assessori fedelissimi Sgorbati e Papamarenghi, pare ormai certa, oltre che Liberi di Massimo Trespidi. Qui ci sarebbero ancora alcuni aspetti da chiarire che non  riguardano il sostegno (quello è confermato), piuttosto riguardo la modalità: se comparire come lista autonoma Liberi o come lista civica collegata a Barbieri. Nei prossimi giorni dovrebbe risolversi anche questo aspetto che, in termini formali, non è da poco.

Sempre in casa centro destra c’è da sciogliere il nodo dei Liberali: a carte scoperte ora Levoni, Sforza &C e devono decidere se sostenere la ricandidatura del sindaco o se staccarsi dalla maggioranza della quale oggi fanno parte (almeno sulla carta) e correre insieme al cosiddetto terzo polo composto da Buona Destra, che ieri ha definito il programma elettorale, Officina delle Idee che fa capo a Massimo Polledri insieme a Mauro Saccardi e Filiberto Putzu con Piacenza al Centro, tutti aspramente critici verso l’amministrazione Barbieri. Resterebbe poi la scelta del candidato.

Dall’altra parte, il primo a scendere in campo, è stato Stefano Cugini, ex capogruppo dem, oggi portacolori di Alternativa per Piacenza, il gruppo nato oltre un anno fa con l’obiettivo di riunire tutte le anime della sinistra piacentina. Due mesi fa la rotta si è persa causa scelta del candidato sindaco. Il PD è uscito dal gruppo insieme a Art.1, PSI e Piacenza Più. Sono rimasti i fondatori di ApP, Cugini, Sergio Dagnino e Luigi Rabuffi, con loro cittadini e rappresentanti del mondo ambientalista.

Nel Partito Democratico sono ore decisive: dopo l’arresto di Massimo Castelli, che il PD aveva designato come candidato, sono ricominciati i contatti per un candidato civico, ma pare senza risultato. Si è messa a disposizione, nelle ultime ore, per spirito di servizio la consigliera regionale Katia Tarasconi; potrebbe essere lei a togliere il PD dalla situazione a dir poco intricata in cui versa da alcune settimane. Potrebbe essere ancora lei infatti la figura adatta ad intercettare quella parte di elettori moderati che non si sente rappresentata appieno da ApP.

E’ questione di ore insomma, per vedere quanti saranno i candidati (4 o 5?) che si affronteranno in questa breve ma, c’è da giurarci, intensa campagna elettorale.

POLITICHE 2018: TRA I PIACENTINI ESCLUSI ECCELLENTI E NOMI INATTESI

I giochi sono fatti, o quasi, non senza lasciare frizioni e amarezza da parte di chi ha visto dissolversi la possibilità di candidarsi per le elezioni politiche. Quasi tutti i partiti hanno utilizzato praticamente l’intero tempo a disposizione per presentare i nomi di chi correrà alla prossime politiche del 4 marzo. Dalle indiscrezioni che sono trapelate nelle ultime settimane la schiera di politici piacentini in lizza per Camera e Senato era apparsa più folta di quella che in realtà si è rivelata: abbastanza certi fin da subito Paola De Micheli (Pd) e Pier Luigi Bersani (Liberi e Uguali) nel proporzionale; nel collegio uninominale alla Camera Tommaso Foti (FdI), Patrizia Calza (PD-centrosinistra), Filippo Ghigini (M5S), Francesco Cacciatore (LeU), Oreste Bocchi (Forza Nuova), Stefania Sartori (Potere al Popolo); nel collegio uninominale al Senato Pietro Pisani (Lega), Paola Gazzolo (PD-centrosinistra), Pierluigi Baronio (M5S), Alessandro Ghisoni (LeU), Pietro Zoncati (Forza Nuova), Roberta Marchelli (Potere al Popolo).

Non sono mancati i delusi soprattutto in casa Forza Italia che non ha alcun piacentino, ma anche nella Lega dove Cavalli, Polledri e Stragliati erano dati per favoriti. Nel Movimento 5 Stelle nessuna possibilità né per Andrea Gabbiani né per Mirta Quagliaroli; nel Pd grande escluso Roberto Reggi che sulla pagina Facebook ha scritto di avere rinunciato “per servire lo Stato”.  Anche Massimo Trespidi ha dichiarato di aver rinunciato alla proposta di candidarsi in Noi per l’Italia per dedicarsi al gruppo Liberi; è stato invece candidato Romano Tribi al secondo posto del collegio proporzionale del Senato.