SUMMERTIME IN JAZZ: LUNEDI’ 10 PRIMA TAPPA IN VAL D’ARDA CON MAX DE ALOE QUARTET

Lo scorso anno un temporale improvviso aveva costretto a sospendere il concerto nel borgo medievale di Castell’Arquato. D’accordo con l’amministrazione, il Piacenza Jazz Club già la sera stessa confermò che il concerto sarebbe stato certamente programmato l’edizione successiva, come è di fatto. Si terrà dunque lunedì 10 luglio alle 21:30 nella piazza del Municipio il concerto con il quartetto dell’armonicista Max De Aloe dal titolo evocativo “Puccini -Lirico incanto”, prodotto da Piacenza Jazz Club dedicato in particolare alle opere di Puccini.

L’intento è quello di rendere omaggio all’arquatese Luigi Illica e alla forte impronta lirica che il borgo della Val d’Arda ha acquisito in particolare grazie al Premio a lui dedicato. Appunto il “Premio Illica”, che lì vi si tiene a partire dal 1961, in onore della figura di un’eccellenza italiana e cosmopolita nella librettistica d’opera. Tra gli altri suoi numerosi lavori, Illica divenne particolarmente celebre grazie alla stretta collaborazione con Giacomo Puccini, di cui scrisse, insieme a Giuseppe Giacosa, i libretti, tra gli altri, di
Bohème, Tosca e Madama Butterfly.

Il concerto è organizzato dall’associazione Piacenza Jazz Club grazie al contributo fondamentale della Fondazione di Piacenza e Vigevano, del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Castell’Arquato oltre al patrocinio della Provincia di Piacenza. L’evento è a ingresso gratuito senza possibilità di prenotazione del posto.

Tutte le info in tempo reale su www.summertimejazz.it oppure sui social, la pagina www.facebook/piacenzajazzfest, il profilo Twitter www.twitter/pcjazzclub attraverso l’hashtag #SummertimeInJazz o su Instagram con il profilo del Piacenza Jazz Club.

BELFORTI: “LE CRA SONO L’ULTIMO ANELLO DELLA CATENA. IO VIVO IN STRUTTURA DA OLTRE UN MESE”

Il dott. Vittoriano Belforti, direttore sanitario della Cra Vassalli Remondini di Castell’Arquato da metà gennaio, vive in struttura da oltre un mese per stare vicino agli ospiti e e agli operatori. Una scelta difficile ma indispensabile, ci ha detto. “Le case di riposo per anziani sono l’ultimo anello della catena, qui abbiamo soggetti deboli e fragili, per cui occorre la massima cura e disponibilità”. La cra ospita 75 anziani, dall’inizio dell’epidemia sono avvenuti 11 decessi.

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VASSALLI REMONDINI, IL DIRETTORE SANITARIO: “ABBIAMO ADOTTATO TUTTE LE DIRETTIVE DELL’ASL. IO VIVO QUI GIORNO E NOTTE”

Le case di riposo continuano ad essere nella bufera Covid 19; è accaduto così anche alla Vassalli Remondini di Castell’Arquato attorno alla quale si legge nella nota di Proges “a causa di notizie non veritiere o addirittura false e gravemente diffamatorie diffuse tramite la stampa dal presidente dell’Ipab Castellana, si è creata una situazione di grave turbamento sia negli ospiti che nelle famiglie che rischia di minare il rapporto di fiducia esistente nel personale sanitario della struttura. Su 95 ospiti presenti (75 nella CRA Vassalli e 20 nel Centro Belforti) nell’ultimo mese alla data del 9 aprile ne erano deceduti 11 e non 12 come affermato da Castellana: di questi 2 sono morti in ospedale e
in totale 3 con esito di tampone positivo e una con esito di tampone negativo”.

Questa la risposta del direttore sanitario Vittoriano Belforti che conferma di aver chiuso la struttura il 23 febbraio alla conferma del primo caso registrato nel lodigiano. “Abbiamo applicato al Vassalli Remondini le stesse procedure che abbiamo riservato alla struttura di Borgonovo, dove sono direttore sanitario, e dove non abbiamo registrato alcun caso Covid 19. Il
primo caso sospetto, con febbre lieve – prosegue Belforti – è stato registrato solo tredici giorni dopo la chiusura. Le procedure di emergenza sono scattate immediatamente e la paziente è stata trasferita in ospedale
(ad oggi si trova a Pontedellolio per la riabilitazione). Nel reparto in cui si trovava l’ospite, nessuno è mai risultato contagiato. Solo il 18 marzo, anche se in via preventiva avevamo già isolato i pazienti dei diversi nuclei della struttura, ci è giunta la conferma da Fiorenzuola della positività della paziente. Come da protocollo, abbiamo richiesto la possibilità di effettuare i tamponi, sia al
personale sanitario che ai pazienti. Solo il 10 di aprile, siamo riusciti ad ottenere 21 tamponi per gli ospiti che, ancora oggi, si trovano in isolamento preventivo e il cui esito è previsto per martedì. Sono stati giorni e settimane in cui tutti hanno fatto il possibile. Non ci siamo mai sentiti soli, né da
parte dell’Ente gestore Proges che ha fatto il possibile in una situazione oggettivamente al di fuori anche dello straordinario, che da parte di associazioni, della protezione civile e delle famiglie. Abbiamo navigato a vista, non ci sono ancora oggi protocolli di cura risolutivi ed efficaci. Proprio per
questo, abbiamo attuato nei confronti di ospiti che hanno patologie pregresse, una procedura di isolamento assoluto, nonostante l’assoluta mancanza di sintomi. E’ stato un lavoro titanico da parte di tutti che ha consentito alla struttura di contrastare sia la diffusione del virus che di tutelare i
livelli di sicurezza sanitaria della struttura. Vivo nella struttura da 33 giorni, dormo qui e non lascio mai soli i miei ospiti. Questo le famiglie lo sanno e conoscono la professionalità di chi lavora in questa struttura».

Anche l’ente gestore Proges prende, in modo duro, le distanze delle esternazioni del presidente dell’Ipab “Le misure che abbiamo adottato rispondono perfettamente alle direttive e le istruzioni emanate dalle Autorità competenti e sono state giudicate adeguate anche da un recente controllo eseguito da Ausl Piacenza. Nei giorni successivi,
nessuna osservazione o nota di dissenso è arrivato né dal presidente Castellana né dal Sindacato, tutti evidentemente concordi con quanto messo in atto”.

Il sindaco Giuseppe Bersani ribadisce apprezzamento e solidarietà a tutto il personale sanitario e non della struttura che, nell’emergenza “ha sempre lavorato con grande professionalità e dedizione nell’esclusivo interesse degli ospiti e delle loro famiglie».

 

 

 

MALTEMPO, IN VAL D’ARDA CEDONO LE STRADE

La provincia torna a tremare: le violente piogge di stanotte hanno portato alla mente quello che è accaduto lo scorso settembre. Questa volta a gonfiarsi sono stati i torrenti Riglio nella zona Paderna, Tidone, Chiavenna a Cortemaggiore e l’Arda che è arrivato a lambire le strade provinciali tanto che alcune arterie sono state chiuse alla circolazione: tra queste la provinciale 21 di Val d’Arda tra Lugagnano e lo stabilimento Buzzi Unicem, la provinciale di Val d’Arda tra Cortemaggiore e San Pietro in Cerro, la provinciale di Muradolo nel tratto tra Ponte Riglio e Caorso, la provinciale di Cortemaggiore interrotta in corrispondenza di Ponte Riglio e Chiavenna. L’Arda è una bomba pronta ad esplodere aveva detto qualcuno cinque masi fa quando l’attenzione era su Nure e Trebbia sorvegliati speciali dopo l’alluvione, aveva ragione. Il terreno non è in grado di assorbire le precipitazioni, è la preoccupazione dei primi cittadini e dei residenti, quindi l’acqua è destinata a tracimare e di conseguenza a danneggiare le strade.

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CONTRO IL CARBONEXT, SIT-IN IN PROVINCIA

La marcia contro il Carbonext prosegue. Dopo il successe della marcia dei 1000, comitati, associazioni ambientaliste e cittadini hanno organizzato per martedì 9 giugno alle 9.30 un sit-in davanti alla Provincia per esprimere le ragioni del proprio dissenso nei confronti del progetto in discussione, anche e proprio alla luce del largo consenso nell’opinione pubblica piacentina dimostrato dalla grande partecipazione alla Manifestazione di Lugagnano. Martedì è in programma la Conferenza dei Servizi; all’ordine del giorno è stata inserita la richiesta, da parte delle Amministrazioni di Morfasso e Castell’Arquato di essere ammesse a partecipare alla Conferenza dei servizi, come già avvenuto per Lugagnan. Il Sit-In è anche un modo per appoggiarne la richiesta e chiedere che le tre Amministrazioni, chiaramente coinvolte dagli effetti del progetto, sia a livello ambientale che sanitario, possano partecipare alla Conferenza dei servizi a pieno titolo, al pari del Comune di Vernasca, per ora unico Comune della Vallata a poter esprimere un parere in Conferenza. Nell’occasione verranno consegnate le 5ooo firme raccolte contro il progetto al Presidente della Provincia Francesco Rolleri.

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CONTRO IL CARBONEXT UNA LUNGA MARCIA A PIEDI

“Sul tema Carbonext è indispensabile un incontro con la Provincia, perchè sarà lei a concedere o meno l’autorizzazione a bruciare combustibile css nel cementificio di Vernasca. Anzi il tavolo di confronto andava fatto prima”. E’ chiaro il sindaco di Lugagnano Jonathan Papamarenghi nel giustificare le ragioni che lo hanno portato a inviare all’amministrazione provinciale una richiesta di tavolo di confronto su una tematica che sta coinvolgendo tutta la Val d’Arda, due comitati, Legambiente e migliaia di cittadini. “Non ci si può lavare le mani da un punto vista politico – ha detto Papamarenghi – ed è necessario il coinvolgimento anche di altri comuni come Morfasso e Castell’Arquato che finora sono stati lasciati ai margini. Dove è la Regione in questa partita?” si domanda il primo cittadino. Prima del rilascio della VIA (valutazione di impatto ambientale) questi sono i passaggi da espletare: le osservazioni da parte dei comitati e di Legambiente sono state depositate entro il 2 marzo, da quella data la Provincia si è presa 30 giorni per la verifica, poi il passaggio alla Buzzi Unicem che ha a disposizione 90 giorni per le contro valutazioni.  L’ultima parola spetterà poi alla Provincia. La sensazione dei comitati è che questo temporeggiare da parte della politica voglia portare a far mollare la presa. Intanto per la metà di maggio è in fase di organizzazione una manifestazione di protesta a cui sono invitati cittadini, comitati ed associazioni che si oppongono al progetto del Carbonext: sarà una lunga camminata a piedi da Castell’Arquato fino alla Buzzi Unicem, passando per Lugagnano.

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MEDICINA DEMOCRATICA INTERVIENE SUL CASO CARBONEXT-BUZZI UNICEM

“Bruciare i rifiuti è dannoso per la salute, perchè si utilizza una tecnologia obsoleta che rilascia sostanze pericolose e non distrugge la materia”. Marco Caldiroli vice presidente di Medicina Democratica, non usa giri di parole e va dritto al punto: che si tratti o meno della Buzzi Unicem e del Carbonext, bruciare i rifiuti è dannoso per la salute, perchè vengono rilasciate nell’aria sostanze altamente inquinanti. Venendo al caso specifico, Caldiroli ha incontrato i cittadini in una serata molto partecipata al palazzetto di Castell’arquato, per spiegare le osservazioni che i due comitati sorti in val d’Arda, Legambiente e Medicina Democratica hanno depositato in risposta allo studio presentato da Buzzi Unicem per giustificare la richiesta di bruciare css. “I dati utilizzati per giustificare la richiesta di bruciare il combustibile Carbonext, seppur piuttosto limitati – spiega – dimostrano paradossalmente che se danno un senso corretto alla modifica delle caratteristiche, dall’altra parte però non ci sono benefici sotto il profilo ambientale. I cementifici in realtà, dovrebbero ridurre le emissioni come stabilito dalle normative europee vigenti”. In sostanza l’unico vantaggio sarebbe quello di una riduzione dei costi di produzione. Medicina Democratica, nata nel 1976, è una onlus, da sempre attivamente impegnata su vari fronti per ribadire l’importanza della tutela nella salute nei luoghi di vita e di lavoro.

Il servizio completo nella prossima puntata di A Tutto Tondo 

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CASTELL’ARQUATO: “I PROFUGHI NON LI VOGLIAMO”

Castell’Arquato ha detto no, non ospiterà i profughi in arrivo sul territorio piacentino. Un rifiuto portato avanti soprattutto dai Giovani Padani e dal consigliere di maggioranza Umberto Boselli. Si riapre, dopo alcuni mesi, il dibattito intorno all’ospitalità dei richiedenti asilo. I sindaci dei comuni non erano stati in grado trovare una posizione unitaria sul tema; al contrario si venne a creare una netta divisione tra i comuni amministrati dal centrosinistra e quelli portacolori del centrodestra. La palla passò nuovamente alla prefettura che, ad oggi, ha l’ultima parola su come e dove alloggiare i profughi. A Castell’Arquato sembra sia andata diversamente.

Ecco la nota diffusa dal Movimento Giovani Padani:

“A Castell’Arquato non arriverà nessun clandestino delle operazioni “Mare Nostrum” e “Triton” – esordisce il coordinatore provinciale MGP Luca Zandonella – e questo grazie al grande impegno e lavoro sottotraccia del consigliere comunale di maggioranza Umberto Boselli. La prefettura, infatti, voleva scavalcare la volontà popolare tramite un accordo con un privato, fregandosene del secco no ricevuto dal Comune. Da oltre due settimane però Boselli stava lavorando per trovare una soluzione per non farli arrivare, incontrando direttamente sia il privato che il comitato di cittadini che si opponeva all’arrivo. Grazie quindi alle molte pressioni ricevute e vedendo il malcontento dei cittadini di Castellarquato, il privato per fortuna ha cambiato idea. Ma questo non sarebbe stato possibile senza il continuo interesse e la perseveranza del nostro consigliere, che ha ottimamente rappresentato i Giovani Padani nelle istituzioni: questo è un chiaro caso di concretezza nel risolvere un potenziale problema, cioè il classico “passare dalle parole ai fatti”. I cittadini arquatesi ringraziano”. Sul tema interviene anche il consigliere regionale Matteo Rancan: “Come già successo nel mio paese, Cortemaggiore, grazie all’impegno della Lega Nord in amministrazione comunale i finti profughi non sono arrivati sul territorio. I comuni che stanno ospitando gli immigrati a nostre spese sono governati dalla sinistra, il PD insieme al prefetto si preoccupa di trovare alloggi a persone sbarcate ieri mattina, dimenticandosi che prima di loro ci sono tanti piacentini colpiti dalla crisi che godrebbero volentieri delle stesse condizioni riservate a loro. Visto che sono così generosi, perchè non li ospitano anche direttamente nelle stanze inutilizzate della prefettura e nelle sede del PD? Ricordo che tutto ciò ovviamente è possibile “grazie” agli ordini del governo Renzi, che sta permettendo una autentica invasione di massa; perfino il ministro spagnolo Fernandez Diaz ha lanciato l’allarme secondo il quale nel 2015 “in Italia sbarcheranno più di 200mila clandestini”: la Spagna difende giustamente i confini, la coppia Renzi-Alfano invece aiuta gli scafisti. La Lega Nord si continuerà ad opporre senza se e senza ma a questa gigantesca vergogna. A Castell’Arquato abbiamo dato una piccola dimostrazione di che pasta sono fatti i Giovani Padani”