REGIONALI: DE PASCALE AVANTI DI 16 PUNTI NEI PRIMI EXIT POLL. AFFLUENZA BEN SOTTO AL 50 PER CENTO

Seggi chiusi alle 15; l’affluenza in provincia di Piacenza si è fermata al 41,49%, solo Rimini ha registrato un dato più basso (40,73%). Nel 2020, nella provincia di Piacenza, aveva votato il 62,91% degli aventi diritto. In nessun comune della provincia si è superato il 50% dei votanti; Corte Brugnetella e Travo sono i comuni che hanno registrato la maggior affluenza.

Dalle prime proiezioni il candidato del centro sinistra Michele De Pascale è avanti di 16 punti percentuale rispetto alla candidata del centro destra Elena Ugolini. Una situazione ben diversa rispetto al 2020, quando Bonaccini con circa 7 punti percentuali sulla candidata Lucia Borgonzoni.

DE PASCALE: “CAMBIO DI PASSO SULLE POLITICHE DI PREVENZIONE DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO”

E’ un appello al voto generale, più che a se stesso quello che il candidato della coalizione del centro sinistra Michele De Pascale si sente di rivolgere anche agli elettori piacentini; il timore di un marcato astensionismo infatti è presente tra l’entourage del candidato in vista delle regionale del 17 e 18 novembre
eppure i tempi stringono e la campagna elettorale è quanto mai nel vivo.
Tra le priorità, per i piacentini, la conferma del nuovo ospedale e la necessità di un cambio di passo radicale sulla prevenzione degli eventi avversi, siano essi alluvioni o terremoti che deve coinvolgere tutta la regione.

ELEZIONI PROVINCIALI E I MAL DI PANCIA NEL CENTRO SINISTRA. GNOCCHI VERSO IL GRUPPO MISTO

Nonostante il pareggio (cinque a cinque) sembra che l’esito della elezioni provinciali avrà conseguenze anche a Palazzo Mercanti dove regnano malumori. Conseguenze soprattutto in casa centro sinistra. I consiglieri eletti sono: Sergio Ferri (consigliere comunale PD), Roberta Valla (sindaca di Travo), Gabriele Scagnelli (vicesindaco di Rivergaro), Nadia Pompini (consigliera di Vernasca) e Patrizia Calza (sindaca di Gragnano e consigliera uscente). Proprio su di lei sono nati i primi contrasti, tanto da essere inserita nelle liste all’ultimo, salvo poi essere stata riconfermata nel suo ruolo. La sua rielezione sarebbe arrivata ai danni di Sibilla Brusamonti, esponente della civica Tarasconi. Ma insieme al suo nome, era circolato anche quello della consigliera e collega Claudia Gnocchi, che alla fine non l’ha spuntata. Pare di capire non senza disappunto, tanto che potrebbe lasciare la civica per il gruppo misto.

La consigliera Gnocchi non ha mancato di evidenziare, nel corso dei mesi, posizioni distanti dalla maggioranza in diverse occasioni: accordi operativi, palestra della scuola Carella e, in ultimo, si è dichiarata pubblicamente contro il taglio delle piante in piazza Cittadella provando a considerare un progetto alternativo. La mancata candidatura alle elezioni provinciali potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso per una sua uscita dalla civica in cui, ad inizio, legislatura, rivestiva il ruolo di capogruppo. Tempi passati, verrebbe da dire.

Altro caso degno di nota, sempre nel centro sinistra, è la mancata conferma,  in Provincia, di Claudia Ferrari (sindaca di Sarmato). Numericamente è colei che ha ottenuto più voti, ma ponderalmente meno “pesanti” rispetto a quelli ottenuti dai colleghi eletti; Ferrari è stata votata principalmente dai rappresentanti dei comuni meno popolosi, per cui ponderalmente meno determinanti. E’ quindi lecito pensare che i voti degli amministratori del Comune capoluogo abbiano fatto un’altra scelta.

ALTERNATIVA PER PIACENZA: “AMMINISTRAZIONE SEMPRE PIU’ LONTANA DAI VALORI DEL CENTRO SINISTRA”

Alternativa per Piacenza replica al duro attacco dell’amministrazione sferrato verso le minoranze: “siamo preoccupati dalla deriva che sta prendendo questa amministrazione ogni giorno più lontana dai valori autentici del centro sinistra”

Ecco la nota:

E così, infastidita da consiglieri che svolgono il loro compito, cercando negli atti risposte che non riescono ad avere in aula, l’amministrazione evoca in un lungo e melenso comunicato, addirittura lotte nel fango e scenari politici contornati di guano.

Pazienza se poi dall’attività di controllo dell’opposizione vengono a galla fideiussioni false, canoni non versati, verbali tenuti nei cassetti. Per chi comanda dare risposte é un fastidio, a tal punto che giacciono inevase da un paio d’anni mozioni e interrogazioni che, da regolamento, dovrebbero ottenere riscontro nel giro di un mese. Dalla macedonia di parole infilate in una nota che pare scritta apposta per distogliere l’attenzione da importanti questioni (la bancabilità del parcheggio in Piazza Cittadella per esempio che fine ha fatto?), spicca la stizza contro chi osa domandare – cosa lecita – da parte di chi non sa o non vuole rispondere – che dovrebbe essere cortesia. A leggere il loro sfogo non parrebbe la stessa maggioranza che ha abbandonato l’aula per non far proseguire un Consiglio comunale, evento unico, e si spera irripetibile, nella storia di Piacenza, così come non sembrano gli stessi che stanno provando in tutti i modi a non far partecipare i revisori dei conti alla Commissione richiesta dai consiglieri, addirittura pensando a curiose sedute segrete, affinché il pubblico non possa assistere. Non sembrano loro, che lamentano fantomatici attacchi ai dirigenti, quelli che hanno sollevato dall’incarico dopo 25 anni di onorato servizio la dirigente dell’avvocatura comunale, rea di aver fatto suonare campanelli d’allarme su qualche pratica a rischio.

Come Alternativa per Piacenza siamo preoccupati per la deriva che sta prendendo un’amministrazione ogni giorno più lontana dai valori autentici del centrosinistra. Assistiamo nello sconforto a una politica liberal-democratica, a voler essere generosi, che sembra ancora espressione, anche nei toni, di quel renzismo spocchioso e muscolare da cui il Partito Democratico a Piacenza evidentemente non riesce ad affrancarsi. Così non fosse, un comunicato come quello che disgraziatamente hanno dovuto leggere i piacentini non sarebbe mai uscito.

PIAZZA CITTADELLA, I CAPIGRUPPO DI MAGGIORANZA: “ILLAZIONI PESANTISSIME DA PARTE DEL CENTRO DESTRA. LA PRATCA E’ UNA SCUSA PER SCREDITARE IL COMUNE”

I capigruppo di maggioranza Fossati, Infantino, Dallanegra e Ceccarelli tornano sul consiglio comunale di lunedì, in particolare su quello che definiscono “un attacco di tale violenza, con illazioni pesantissime e accuse dirette, nei confronti dei dipendenti dell’ente comunale” riferendosi alle parole dei consiglieri di centro destra. L’abbandono dell’aula? I capigruppo di PD, Coraggiosa, Per Piacenza e Piacenza Oltre rispondono “non abbiamo certo lasciato l’aula per evitare che si arrivasse al voto su quella che è stata definita una sorta di “sfiducia” al concessionario privato e di conseguenza che si arrivasse in quella sede a decidere se dovesse o meno essere risolto il contratto di concessione. Quegli ordini del giorno sarebbero stati inammissibili, e non c’è tema di smentita su questo punto”

Ecco la nota:

Piazza Cittadella è solo una scusa. E’ la scusa per screditare il Comune di Piacenza, l’onestà dei suoi dipendenti e dei suoi amministratori, ed è la scusa per immobilizzare tutto, per frenare, per impedire che questa città vada avanti. Tutto ciò all’insegna del “Tuca gnint” per dirla con un adagio piacentino: “non toccare niente”, stare fermi immobili, in modo che non venga infastidito qualcuno, in modo che non vengano toccati misteriosi interessi, in modo che chi si lamentava continui a farlo e in modo che chi vuole vedere tutto fermo continui a rimanere soddisfatto. Una visione che, tuttavia, ha preso una batosta elettorale notevole nel 2022 contro ogni aspettativa. E chi di dovere dovrebbe farsene una ragione. Ma così non è, e oggi stiamo assistendo a qualcosa di davvero anomalo e che nulla ha a che fare con la dialettica politica.

Non era mai accaduto nella storia amministrativa di Piacenza di assistere a un attacco di tale violenza, con illazioni pesantissime e accuse dirette, nei confronti dei dipendenti dell’ente comunale. Un attacco che si basa su falsità, sulla mistificazione della realtà e ignora totalmente, in modo quasi imbarazzante, ciò che è avvenuto fino all’estate del 2022. E, per rimanere sul tema del giorno, ci riferiamo proprio alla pratica di piazza Cittadella che si basa su un contratto di concessione che risale al 2012: fino all’insediamento dell’attuale amministrazione, ovvero fino all’estate del 2022, si è battuto palla e lo dimostrano in modo inequivocabile i tempi abnormi che trascorrevano nelle interlocuzioni tra concessionario ed ente, e con il Comune di Piacenza che a un certo punto si è trovato in una condizione rischiosa. E il contratto di concessione che oggi l’opposizione vorrebbe veder stracciato all’istante, non è stato stracciato quando la stessa opposizione è stata al governo della città per cinque anni. E non si venga a parlare del Covid per l’ennesima volta: non c’entra niente. Se lo si voleva fare, lo si faceva.

La “colpa” di questa amministrazione, per l’attuale minoranza di centrodestra, pare sia quella di aver deciso che la pratica di piazza Cittadella andava sbloccata in modo serio e operativo, che si dovesse prendere una direzione chiara con un finale ancora più chiaro: o si realizza il parcheggio interrato con la riqualificazione di una piazza che oggi cade in pezzi ed è vergognosa, o si risolve il contratto di concessione (senza però che il Comune sia inadempiente) e si intraprende un’altra via da definire. Questo era ed è l’obiettivo dell’attuale amministrazione guidata dalla sindaca Katia Tarasconi, che ha anche espresso la legittima volontà politica di veder realizzato un parcheggio interrato che – a dispetto delle “verità” propinate da certi consiglieri comunali – i piacentini vogliono! E lo vogliono perché è utile, in quella zona più che mai.

Ci si è mossi, in buona sostanza; ci si è svegliati dal torpore, come è giusto che sia in una città che guarda al futuro e non si incancrenisce nell’immobilismo. Apriti oh cielo! Non sia mai che Piacenza si muova in una direzione, una qualsiasi. E ora ce la si prende non più solo con la parte politica che guida questo Comune dopo aver vinto le elezioni, ma ce la si prende con la parte tecnica, con i dirigenti, con i dipendenti, con il direttore generale che, guarda caso, non è di Piacenza, arriva da un’altra realtà e si muove in modo serio nell’ambito delle sue funzioni. Che non sono quelle del RUP della pratica di piazza Cittadella, giusto per chiarire subito un punto cruciale oggetto di menzogne ripetute, anche con riferimento all’anticorruzione, che si sono alzate dai banchi dei consiglieri del centrodestra piacentino. Sono menzogne inaccettabili. Ed è questo il motivo per il quale abbiamo deciso, come maggioranza, di abbandonare l’aula consiliare lunedì scorso. Un segnale forte? Può darsi, ma di certo chi si prende la briga di analizzare i fatti e commentarli non dovrebbe prescindere dal perché, e dovrebbe aver ben presente che non può valere tutto, nemmeno in una sede “sacra” come il Consiglio comunale. E si badi bene: non abbiamo certo lasciato l’aula per evitare che si arrivasse al voto su quella che è stata definita una sorta di “sfiducia” al concessionario privato e di conseguenza che si arrivasse in quella sede a decidere se dovesse o meno essere risolto il contratto di concessione. Quegli ordini del giorno sarebbero stati inammissibili, e non c’è tema di smentita su questo punto. Quella seduta consiliare aveva altri ordini del giorno, il dibattito era su altro e in particolare sulla tanto discussa fideiussione che si è poi rivelata falsa; questione sulla quale è stata fornita tutta la documentazione possibile. In quel Consiglio comunale non si poteva votare su una pratica che deve, e non può che essere così, valutata dagli uffici.

GNOCCHI, CIVICA: “SPERO CHE IL CENTRO SINISTRA CONVERGA UNITO”

Ha fatto suoi quei meccanismi della politica che prima le parevano faragginosi, soprattutto per i tempi che le hanno creato all’inizio un po’ di spaesamento. Oggi Claudia Gnocchi, che siede da consigliera nei banchi della civica Tarasconi, ha le idee schiarite rispetto all’inizio dell’avventura politica.
Talmente schiarite da dimettersi dalla carica di capogruppo della civica in occasione della discussione sull’accordo operativo sull’area ex Camuzzi, l’unico rimasto in piedi, in coerenza con la posizione di sempre, stop a nuovo suolo occupato da centro commerciali o supermercati.
Nonostante ciò non si sente ai margini per le sue scelte ed auspica che il centro sinistra converga unito in particolare sui temi dirimenti per la città.

DAGNINO: “DIALOGANTE E AUTENTICA. ECCO LA NOSTRA APP”

Dialoganti pur restando autentici. E’ da queste solide basi che Sergio Dagnino spiega come si pone Alternativa per Piacenza nei confronti della maggioranza di governo della città. Perché dopo l’ultimo consiglio comunale, in cui sono state approvate le due mozioni sulla logistica a firma di ApP emendate dal PD, in molti se lo sono chiesti.

E guardando alla città del futuro, da rivedere seriamente ci sarebbero la rete del trasporto pubblico locale, la consegna delle merci in centro storico, oltre che lo stesso centro storico, e poi avere il coraggio di mettere in pratica quello che già esiste ma di cui finora poco o nulla è stato realizzato, come il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. E poi ci sono quei nodi, quelli storici, come il parcheggio di piazza Cittadella su cui “occorre marcare stretti”.

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TARASCONI-CUGINI DIVISI VERSO LE ELEZIONI. “DOPO IL PRIMO TURNO SE NE RIPARLA”

Si è concluso con un reciproco “in bocca al lupo” l’incontro informale tra Katia Tarasconi e Stefano Cugini, entrambi candidati sindaco di Piacenza alle comunali della primavera prossima. «E’ stato un incontro sereno tra persone che si conoscono da tanti anni» hanno detto entrambi mentre erano ancora insieme dopo una passeggiata sul Facsal durante la quale si sono confrontati per la prima volta dopo l’ufficializzazione delle rispettive candidature, entrambe inserite nel panorama del centrosinistra. Ed è proprio su questo aspetto che hanno puntato: «Abbiamo l’obiettivo comune di sconfiggere la destra a Piacenza – hanno detto – ed è quello che faremo, ognuno seguendo il percorso che ha iniziato e che ormai è avviato». Al momento nessun “ricongiungimento”, dunque, ma «apertura e dialogo». E concludono: «Dopo il primo turno, se ne riparla».

 

 

ELEZIONI, CENTRO SINISTRA: DAVVERO SI PUO’ ANCORA SPERARE NELL’UNITA’?

Formalmente mancano l’ok dell’assemblea provinciale e dell’intera coalizione, quello del circolo cittadino è già arrivato forte e chiaro. Katia Tarasconi quindi, a giorni, dovrebbe essere la candidata del PD alla corsa a palazzo Mercanti. Il partito è convinto che sia la scelta giusta da contrapporre alla sindaca Barbieri, per grinta e preparazione. Il suo mettersi a disposizione è arrivato per spirito di servizio, perché “non ci si poteva voltare dall’altra parte”, il PD aveva fortemente bisogno di stabilità e certezze dopo la bufera giudiziaria che ha coinvolto Massimo Castelli, Tarasconi è la figura giusta anche perché, è il ragionamento del PD, sarebbe in grado di intercettare anche quell’elettorato di centro-moderato che non si riconosce nell’esperienza di ApP.

Per l’ufficializzazione però non è ancora tempo. Tarasconi, nel suo intervento al circolo cittadino, ha parlato di unità, di sostegno unanime, di candidatura più ampia possibile, appellandosi a Stefano Cugini candidato di ApP, ma anche a Paola De Micheli e Paola Gazzolo, come a dire, insomma, che l’unità deve essere prima di tutto all’interno del PD stesso.

Saranno fondamentali i prossimi giorni per capire se il centro sinistra potrà davvero ri unirsi e in che modo.

 

CENTRO SINISTRA VERSO LE ELEZIONI: “CI SIAMO E RILANCIAMO LE NOSTRE PROPOSTE PER LA CITTA’ “

“Volontà di rilanciare senza alcun timore  le proprie proposte per la Città. La coalizione di centrosinistra è dunque in campo con la decisa volontà di offrire alla Città un progetto riformista concreto e sfidante sui temi più urgenti che migliorino la qualità della vita dei piacentini, dopo cinque anni difficili ma soprattutto inconcludenti”. Sono alcuni dei passaggi della nota a firma Partito Democratico, Art. 1, ER Coraggiosa, PSI e Piacenza Più dopo l’inchiesta sugli appalti truccati che hanno coinvolto anche Massimo Castelli, indicato come il candidato sindaco ideale e unitario per questa coalizione.

Una nota in cui c’è la volontà di reagire e di dare risposte che “infondano fiducia in un elettorato disorientato e deluso nei confronti di un sistema, quello della politica e di una parte delle Istituzioni, ancor più provato dalle gravi notizie che emergono dell’indagine giudiziaria in corso nella nostra provincia”.

“Nessun colpo di spugna ma anzitutto un appello al rigoroso garantismo sia da parte di chi ha il delicato compito di appurare la verità dei fatti con auspicabile  celerità sia di chi ne rilancia e diffonde gli esiti necessariamente provvisori e inevitabilmente approssimativi”.

Anche in un contesto così difficile, duro e gravoso, prosegue e si rafforza l’impegno delle forze civiche e progressiste “senza tentennamenti e nella massima coesione e chiarezza”.

In un passaggio del comunicato si fa riferimento ad un’apertura a nuovi compagni di viaggio “disponibili a condividere il comune obiettivo di competere e prevalere nelle  urne all’amministrazione Barbieri”. Un appello all’unità non rivolto a coloro che sono rimasti in ApP, che proprio oggi hanno ufficializzato la candidatura a sindaco di Cugini, ma alle altre forze civiche di stampo riformiste e progressista.

“Centralità al programma e individuazione della leadership migliore in grado di rappresentarlo e soprattutto realizzarlo. Questi gli obiettivi che nei prossimi giorni, nei luoghi e con gli strumenti più aperti alla partecipazione, che verranno indicati, consentiranno a tutti coloro che vorranno di offrire contributi di idee e disponibilità all’impegno.
Altre iniziative che rischiano di esaurirsi in un ennesimo scontro polemico che incrinerebbe ancora di più la credibilità degli Organi Istituzionali del nostro Comune non sono condivisibili.
La debolezza politica dell’attuale Amministrazione è sotto gli occhi di tutti ma non la si contrasta con gli strumenti della propaganda e gli elettori lo sanno”.