SCUOLA: UNDICI ISTITUTI SENZA PRESIDE

La coperta è stretta e tira tira non basta mai. Ad un mese dall’avvio del nuovo anno scolastico, la situazione è quella di sempre, nonostante la riforma della Buona Scuola varata dal Governo a luglio. A Piacenza le 100 immissioni di ruolo a partire da settembre, che costituiscono la fase zero della riforma, non bastano neppure a coprire i 108 pensionamenti. A questi si devono aggiungere i 27 posti della fase A che vanno a coprire i posti lasciati vacanti dalla fase zero più un numero di immissioni di sostegno pari a 26, per un totale di 153 nuove assunzioni. “Successivamente – spiega Lucia Galeazzi Cisl scuola – procederemo alla fase B rivolta alla platea nazionale e alla fase C che andrà a coprire le cattedre vacanti. A Piacenza, ad esempio, ci sono 17 cattedre di matematica alla medie, educazione tecnica e spagnolo. Da novembre si procederà con la nomina dell’organico potenziato”. Altro capitolo quello della carenza di dirigenti scolastici. Tra Piacenza e provincia Il nuovo anno si aprirà con 11 istituti senza presidi. Una situazione resa ancora più delicata dal fatto che la Buona Scuola ha abolito la figura del dirigente vicario, o del vecchio vice preside.

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SCUOLA, A PIACENZA ASSUNTI 155 INSEGNANTI A TEMPO INDETERMINATO

Entro la settimana saranno 155 gli insegnanti precari che verranno assunti e stabilizzati. In pratica, dopo anni, entreranno nel mondo della scuola con un contratto a tempo indeterminato. 155, appunto, è il dato che riguarda Piacenza. Fanno parte dei 100 mila professori che il Governo Renzi ha deciso, a livello nazionale, di assumere. Tornando al dato locale, una parte degli assunti ha vinto il concorso, l’altra fa parte della Gae (graduatoria ad esaurimento). I sindacati come giudicano questo risultato? “gli insegnanti che quest’anno entrano in ruolo – spiega Lucia Galeazzi della Cisl scuola – coprono il 58% dei posti vacanti. Questo significa che rimane un 42% dei posti ancora destinati alle supplenze. Ci saremmo aspettati che la prima percentuale fosse più alta. Anche perchè -continua – il ministro Giannini ha detto che bisogna eliminare il precariato, ma come intende farlo se ci sono ancora 4000 persone soggetta alla cosiddetta quota 96, insegnanti che sarebbero dovuti andare in pensione ma bloccati dalla legge Fornero? Ciò significa  che ci sono altrettanti giovani insegnanti senza lavoro. Siamo in attesa di scoprire cosa sarà la sorpresa che il premier Renzi ha in serbo per venerdì – conclude Galeazzi –  staremo a vedere”.

Il grande nodo sono il precariato e le supplenza che il ministro Giannini ha definito “agente patogeno del sistema scolastico, batterio da estirpare” suscitando non poco malumore tra coloro che da una vita tirano avanti facendo proprio i supplenti. A lavoro con il ministro anche il sottosegretario Reggi al quale i contabili del Miur hanno segnalato che oggi pagare centomila supplenze l’anno da settembre a giugno costa quasi come pagare centomila stabilizzati. La differenza sta negli stipendi di luglio e agosto che i supplenti, licenziati ogni fine stagione, non prendono. Ma come trovare la quadra? Dove mettere mano per trovare i soldi per pagare gli insegnanti e togliere il precariato? Il denaro che il governo ha trovato, fino ad ora per la scuola, è un miliardo e mezzo, sarà sufficiente?

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