L’idea d’impresa in 90 secondi. In un minuto e mezzo giovani neo imprenditori hanno condensato il loro progetto d’impresa. Ventidue startuppers si sono alternati al E-qbo di piazza Cavalli per tre mercoledì di luglio presentandosi in un pitch da 90 secondi. Poco tempo ma considerato sufficiente dagli esperti di comunicazione per focalizzare gli elementi fondamentali che descrivono un’idea innovativa. Zerocinque23 li ha registrati creando, per loro, una pagina ad hoc. All’indirizzo startcup2014.zero523.tv trovate i pitch dei ventidue giovani lavoratori o studenti alcuni dei quali hanno partecipato alla sezione piacentina di Startcup Emilia Romagna 2014 che ha fatto tappa a Piacenza il 12 giugno scorso. Idee innovative che hanno partecipato al concorso dedicato alla creazione di nuove imprese che vede in prima fila Piacenza Expo, Comune di Piacenza e la Camera di Commercio. La pagina web dedicata offre la possibilità di mettere in contatto i neo imprenditori con potenziali investitori.
START UPPERS SI RACCONTANO IN 90 SECONDI SU ZEROCINQUE23
L’innovazione che passa dal web. Parte oggi l’iniziativa Start up al cubo, ovvero come presentare la propria idea di impresa in 90 secondi. Zerocinque23 registrerà le idee di impresa dei neo imprenditori che hanno partecipato alla business plan competition Start Cup Emilia Romagna 2014. All’interno dell’E-qbo di piazza Cavalli si alterneranno per tre mercoledì i giovani imprenditori che in 90 secondi presenteranno l’idea di impresa che verrà rilanciata sul web. Al termine dei tre appuntamenti Zerocinque23.tv realizzerà una pagina web dedicata all’evento che potrà mettere in contatto i neo imprenditori con potenziali investitori nel corso dell’iniziativa Start up Financing promossa sul territorio dai sostenitori locali di Start cup Emilia Romagna, ovvero Piacenza Expo, Comune di Piacenza e Camera di Commercio. Gli appuntamenti proseguiranno mercoledì 9 e 16 luglio, a quest’ultimo parteciperà anche Emil Abirascid, giornalista e CEO Startupbusiness
RENZA MALCHIODI NELLO STAFF DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Dopo Vittoria Avanzi, anche qualcun’ altro farà le valigie per lasciare il Comune. Da lunedì 7 luglio Renza Malchiodi lascerà Palazzo Mercanti, per la presidenza del Consiglio dei Ministri. Ci spieghiamo meglio: si insedierà in quella che viene definita una Unità di Missione per quanto riguarda il tema dell’edilizia scolastica. In pratica il suo nome sarà un punto di riferimento per i sindaci in materia di scuola e edilizia. Il sottosegretario Roberto Reggi l’ha scelta per questo ruolo di importante coordinamento e interfaccia tra i primi cittadini e il Governo su un tema fondamentale. In pochi mesi il Comune di Piacenza perde un’ altra figura di riferimento nell’organigramma interno. Renza Malchiodi dal 2009, ricopre il ruolo di dirigente del Gabinetto del sindaco e dal 2012 veste la divisa di Comandante ad interim della Polizia Municipale. Il sindaco Dosi nel commentare questa notizia ha dichiarato: “Dobbiamo vedere l’aspetto positivo, avere una piccola pattuglia tutta piacentina così significativa in un ruolo così centrale del Governo, ci permetterà di portare a casa risultati significativi”. Per sostituire sia Avanzi, oggi impiegata nello staff di Reggi al Ministero dell’Istruzione, che Malchiodi il comune sta pensando ad una riorganizzazioni interna delle mansioni, ma nessuna nuova assunzione.
SINDACATI: “IL COMUNE INTERVENGA SULLA FONDAZIONE”
I sindacati piacentini si espongono in modo unitario sulla situazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Lo fanno attraverso una nota nella quale chiedono al Comune di intervenire urgentemente per un rapido rilancio di tutti gli organismi di governance dell’ente e di promuovere un confronto pubblico aperto alla città. Proprio a conferma di questo, secondo i rappresentati di Cgil Cisl e Uil, non si deve fare “tabula rasa” o dare un colpo di spugna rispetto a quanto accaduto, ma al contrario parlarne perchè tutto venga a galla. Solo così, forse a fatica, si riuscirà a girare pagina.
Di seguito la nota integrale dei sindacati:
La Carta delle Fondazioni, approvata nel 2012 della Assemblea dell’Acri, apre con le seguente affermazione: “Le Fondazioni rappresentano un bene originario nelle comunità locali e realizzano in responsabile autonomia i propri scopi istituzionali, secondo le proprie determinazioni, operando prevalentemente nell’ambito dei territori da cui hanno avuto origine”. Anche in nome di questa autonomia le organizzazioni sindacali in questi anni hanno seguito con attenzione le vicende della Fondazione di Piacenza e Vigevano, chiedendo che essa esercitasse un ruolo più attivo per la valorizzazione del territorio, evitando però intromissioni nell’attività. Pensando però agli ultimi sviluppi divenuti di dominio pubblico, vengono i brividi a vedere la distanza con lo spirito che ne dovrebbe informare l’operato, ed è impossibile non intervenire a tutela dell’integrità di questo particolare “bene originario”, uno dei pochi che sono rimasti in un territorio sempre più fragile e debole da un punto di vista socio economico. Poiché la Fondazione non è patrimonio privato di chi siede in Palazzo Rota Pisaroni, in primo luogo appare necessaria una radicale “operazione verità” che informi con precisione le comunità stesse (Piacenza e Vigevano) sulla effettiva, residuale, consistenza del patrimonio della Fondazione. Per renderla possibile, sarebbe utile che tutte le personalità coinvolte nella sua gestione facessero un passo indietro, a partire dallo stesso Consiglio di Amministrazione che non sembra avere la lucidità nè di controllare l’operato della Fondazione nè di assicurarne una solida leadership. Tutte le istituzioni che sottendono la Fondazione si attivino per trovare una soluzione di netta discontinuità con qualunque passato (l’insuccesso conclamato e le gravi perdite per l’Istituto e per Piacenza nessuno le può negare) che alla cittadinanza assicuri competenza e visione strategica. Sarebbe poi opportuno che la comunità venisse messa in grado di capire che cosa è successo, al di là di uno sterile ping-pong di accuse e controaccuse, in particolare da coloro che non più tardi di un anno fa hanno votato la fiducia al Presidente e che ora la ritirano proprio nel momento in cui il Presidente chiede un cambio di passo. Quindi non si tratta di fare “tabula rasa”, di dare un colpo di spugna, anzi questo ci appare proprio il momento di approfondire, di uscire dal generico e, parlando di quanto è avvenuto negli ultimi anni, proporremmo di iniziare a valutare il valore dell’impatto economico e sociale dei singoli interventi. Forse così sarà possibile una nuova fase, davvero più trasparente dell’attuale. La Fondazione è troppo importante per essere lasciata a sé stessa e alle lotte intestine che vi si sono sviluppate. Nel marasma conclamato, Comune, Diocesi, università… colgano finalmente l’occasione per riflettere meglio su quale debba essere il ruolo della Fondazione: munifica elargitrice di contributi a una ampia platea di beneficiari non sempre interessati alla qualità e al senso degli investimenti che essa compie o non piuttosto attrice consapevole del benessere collettivo, anch’essa quindi impegnata in prima linea nel contrasto di quella crisi economica per cui sono sempre più indispensabili interventi sul fronte del lavoro, del sistema di welfare, delle relazioni familiari e comunitarie, dei sistemi turistici e culturali. Per dare un segnale concreto chiediamo al Comune di Piacenza di intervenire urgentemente per un rapido rilancio di tutti gli organismi di governance della Fondazione e di promuovere un confronto pubblico con la cittadinanza sull’operato della stessa e sul suo futuro; questo affinché la Fondazione torni ad essere “bene originario della nostra comunità“.
Per CGIL CISL UIL Zilocchi Molinari Borotti
NEO SEGRETARIO FILIPPINI:”MENO CONSIGLI COMUNALI E PIU’ DIBATTITO IN COMMISSIONE”
Ha partecipato solo a tre consiglio comunali ma si è già fatto un’idea su dove e come intervenire. Vincenzo Filippini è il nuovo segretario generale del Comune di Piacenza. Un incarico, cosiddetto a scavalco, nel senso che fino al 31 luglio prossimo Filippini manterrà la carica di segretario e direttore generale anche a Savona, comune nel quale si recherà due volte a settimana. Selezionato su oltre 50 candidati, Filippini ha preso visione della macchina amministrativa comunale delineandone “vizi e virtù”.
“Mi sembra una struttura molto organizzata – ha detto nel corso della sua presentazione – per la qualità dei servizi resi”. Dall’altro lato però in tre consiglio comunali il nuovo segretario ha firmato solo una delibera. Qualcosa lascia intendere che ci sia qualcosa da rivedere nelle tempistiche e nel regolamento. A domanda specifica Filippini risponde:”Meno sedute di consiglio comunale con interventi più brevi, l’ideale sarebbe portare a 1/3 il tempo di intervento a consigliere. Il grande del lavoro – ha spiegato – va fatto all’interno delle commissioni, quello è il luogo deputato a discutere, in modo anche più tecnico e specifico, degli argomenti, in modo che quando si arrivi in consiglio lo si faccia preparati”. Il segretario generale porta l’esempio di Savona: “il bilancio di previsione è stato approvato in due ore dopo il passaggio in sei commissioni. Nel 2013 nel comune di Savona si sono svolti 9 consigli comunali, a Piacenza 43”. I numeri parlano da soli.
L’occasione si prestava per chiedere a sindaco e segretario generale il risultato delle controdeduzioni inviate al Ministero delle Finanze dopo le ispezioni del mese del novembre scorso nel corso delle quali erano state riscontrate otto criticità. “Siamo in attesa del riscontro del ministero – ha detto Filippini – ma mi sembra corretto e doveroso sottolineare che a fronte di otto criticità sono stati evidenziati 25 apprezzamenti sul livello delle prestazioni di questo comune”.
“PARTECIPA PIACENZA”, SPERIAMO SIA VERA PARTECIPAZIONE
Prendendo spunto dalle parole dette dal Ministro Ichino in occasione della sua sortita a Piacenza; ovvero “la disoccupazione esiste anche per mancanza di informazione”. La strada migliore a mio parere è dare questa informazione attraverso i centri per l’impiego. Ogni anno ci sono diplomati che vanno indirizzati! Non spetta solo alle Università che lo fanno anche in un’ottica aziendalista. Sono i centri per l’impiego, che interagendo con gli altri enti del territorio (camere di commercio, provincia, regione…), detengo le informazioni sui settori che tirano l’economia locale e di conseguenze le figure professionali richieste dalle imprese.
Quello che abbiamo ripreso in parte è il pensiero di Ciro pubblicato qualche giorno fa sul sito del comune all’interno del forum Partecipa Piacenza. Una bacheca tutta da riempire con le idee e le proposte dei cittadini su cui l’amministrazione costruirà i progetti, un contenitore a disposizione dei piacentini fino al 12 giugno. L’amministrazione ha redatto il documento strategico per lo sviluppo locale 2014 che individua le problematiche del territorio e formula proposte per combattere la crisi e favorire lo sviluppo. Fin qui, verrebbe da dire, nulla di nuovo, di interessante c’è che stavolta la palla passa ai diretti interessati, ai cittadini, ai studenti, ai giovani, ai disoccupati a chi insomma i problemi li vive sulla propria pelle. La speranza è che le proposte vengano prese seriamente in considerazione e, soprattutto, realizzate. Il prossimo incontro aperto al pubblico è il 27 maggio all’auditorium Sant’Ilario
SANDVIK, NUOVO VERTICE VECCHIE SPERANZE
Nuovo vertice, vecchie speranze. Per i 57 dipendenti della Sandvik di San Polo si profila un nuovo flebile barlume di speranza. La Provincia insieme al comune di Piacenza, Podenzano, Confindustria e regione Emilia Romagna, ha indetto un vertice per lunedì 19 maggio; le istituzioni vogliono tenere alta la guardia. Come? L’auspicio è che il territorio sia parte viva e attiva per questo salvataggio in extremis, anche se l’azienda pare ferma nei propositi di chiusura.
La volontà espressa dal presidente della Provincia Trespidi è vagliare ogni possibile interessamento da parte del tessuto produttivo e imprenditoriale per proseguire l’attività all’interno del sito di Crocetta.
Intanto però i lavoratori confermano che gli ordini e le commesse sono drasticamente diminuite, insomma il lavoro è calato, una mossa che l’azienda ha messo in atto per confermare la volontà di tagliare le unità più piccole e saturare i volumi degli altri stabilimenti sparsi in Europa.