SAIPEM, GIROMETTA: “CORTEMAGGIORE E’ LA STORIA DEL GRUPPO”

Lo scambio epistolare risale all’inizio di luglio, quando il primo cittadino ha chiesto all’amministratore delegato un incontro per chiarire la situazione dell’azienda. Stiamo parlando della Saipem di Cortemaggiore che da un anno e mezzo a questa parte ha drasticamente ridotto il numero dei lavoratori. La preoccupazione c’è, è innegabile, anche se dall’azienda arriva la conferma, attraverso una nota che “non è in atto nessuna chiusura del laboratorio di saldatura di Cortemaggiore.“ e questo è bene precisarlo. Ma se i contratti interinali non vengono rinnovati e, ad oggi, i dipendenti fissi specializzati sono solo sei, qualche domanda occorre porsela. “Nella lettera – conferma il sindaco Gabriele Girometta – si legge l’attaccamento al nostro territorio è vero, ma a me avrebbe fatto piacere incontrare un rappresentante dell’azienda. Tra le righe si legge anche che la trattativa è condotta su un piano sindacale con i lavoratori. E’ dallo scorso autunno che parlando con le maestranze abbiamo riscontrato il primo malcontento – spiega – commesse in calo e contratti interinali non confermati”.

L’azienda risponde “l’interruzione del rapporto di lavoro con parte dello staff interinale di Cortemaggiore va ricondotta al ridotto volume di commesse conseguente al negativo scenario di prezzo del petrolio”. E allora se Saipem resterà a Cortemaggiore, lì dove la fondò Enrico Mattei, quali numeri e quale peso avrà? “Quello che più preoccupa – spiega il sindaco – è che l’azienda possa essere trasferita in Romania e quindi il sito di Cortemaggiore in parte dismesso. Se qui rimanesse solo qualche dipendente fisso, sarebbe come chiudere l’azienda”. Quello che molti temono infatti è che lo stabilimento, conosciuto nel mondo per essere il migliore a livello di tecnologie nella realizzazione di gasdotti e oleodotti e rivestimento tubi, venga trasferito in parte in Romania. Queste immagini, fornite da alcuni lavoratori che qualche settimana fa si erano radunati fuori dai cancelli, mostrano i trasferimenti di container e macchinari in partenza.

“Noi siamo la storia del gruppo, il museo del gruppo – dice Girometta orgoglioso – se ci fosse un trasferimento all’estero sarebbe una perdita importante”. Le rassicurazione sulle sorti dell’azienda arrivano anche dal Sottosegretario all’Economia Paola De Micheli che fa sapere, in un nota dell’inizio di luglio, che “Non è in atto alcuna chiusura del laboratorio di saldatura della Saipem di Cortemaggiore, anche i nuovi vertici dell’azienda confermano la volontà di mantenere produttivo il sito. In questi mesi ho mantenuto un rapporto costante con la dirigenza Saipem – aggiunge – e insieme stiamo lavorando per un consolidamento della presenza dell’azienda e alle prospettive di crescita del polo formativo di Cortemaggiore. In questo contesto – scrive il sottosegretario –  i ripetuti falsi allarmi e le voci infondate di chiusura del centro di saldatura non sono certo di aiuto a questa strategia di rilancio”.

Dal canto suo il sindaco spera che tutto rimanga così come è e che, anzi, il rilancio di cui si parla sia effettivo. “Ci sono ancora molti pionieri che lavorarono con l’azienda ai tempi d’oro; si vuole puntare sull‘oil and gas, bene ma facciamolo concretamente, supportando seriamente le aziende del territorio, altrimenti che rimaniamo a fare? “ si domanda con un sorriso amaro.

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SAIPEM, LAVORATORI PREOCCUPATI: SITO VERSO LA CHIUSURA?

I lavoratori della Saipem vedono il loro futuro appeso ad un filo. Nonostante le rassicurazione da parte dell’azienda e della politica, la realtà sembra un’altra. I lavoratori della storica azienda di Cortemaggiore Eni, fondata nel ’49 da Enrico Mattei,  da settimane vedono container diretti verso la Romania carichi di materiale. Perchè questo trasferimento – si chiedono – se tutto va bene? Domanda più che lecita a cui nessuno, per ora, sa rispondere.Negli anni d’oro Saipem  è arrivata ad occupare oltre 120 lavoratori, di questi una settantina erano trasfertisti italiani ed internazionali. Ad oggi si sono ridotti a 6 italiani e 20 internazionali, i contratti interinali sono in scadenza e non verranno rinnovati. Starebbe proprio qui il nocciolo della questione: esternalizzare a trasfertisti stranieri anzichè italiani. “Nell’ultimo anno – ci dice un lavoratore con contratto in scadenza – le commesse sono arrivate con il contagocce e vediamo container carichi di merce diretti in Romania”.Si va dunque verso un progressivo svuotamento dello stabilimento magiostrino? “In un primo momento si parlava di settembre – ci racconta – poi abbiamo sentito parlare di marzo 2016. Stanno facendo spegnere la Saipem lentamente come una candela, portando al minimo i numeri dei dipendenti fissi, nove tra italiani e stranieri che verranno in qualche modo trasferiti nel nuovo sito”.

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MINISTRO GUIDI: “INNOVAZIONE E SICUREZZA DELL’AMBIENTE PER OIL AND GAS”

Riportare agli antichi splendori,un settore in cui Piacenza ha davvero brillato, per decenni, l’Oil and Gas. L’obiettivo è certamente da rincorrere proprio per la storia che il nostro territorio possiede, a partire da Cortemaggiore dove Enrico Mattei fondò l’Agip. Il convegno promosso da Pogam, il museo inaugurato lo scoso ottobre all’Urban Center, si è concentrato sul ruolo dell’innovazione e della formazione nell’industria petrolifera. Presenza illustre quella del ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi. “Credo che questa sia una terra di grande eccellenze – ha detto il Ministro – qui c’è un grande passato e penso anche un grande futuro. Sono emiliana e questa è la mia terra, per cui spero che da qui si possa partire per uno sfruttamento intelligente delle risorse, ma severo, rigoroso, dove le precondizioni sono la sicurezza e la tutela dell’ambiente. Un binomio fattibile – ha sottolineato il ministro – perché penso si possano coniugare sicurezza e tutela dell’ambiente con uno sviluppo economico-industriale che porti anche ad avere nuovi posti di lavoro”. Le basi per qualcosa di effettivo si sono poste: Piacenza si candida ad essere scuola di alta formazione per operatori dell’Oil and Gas, dove sapere, conoscenza verranno coniugate all’idea di innovazione che il settore dovrà introdurre indispensabile per tonare alla ribalta. C’è da fare i conti infatti con le preoccupazioni delle ultime settimane per le voci di un possibile spostamento in Romania del laboratorio di saldatura Saipem di Cortemaggiore.

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M5S: LAVORATORI SAIPEM, SI FACCIA CHIAREZZA

I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Piacenza vogliono fare chiarezza in merito alle segnalazioni che arrivano dai lavoratori della Saipem di Cortemaggiore. Continui licenziamenti, tagli sui trasfertisti italiani e l’assunzione di stranieri fanno pensare che l’obiettivo dell’azienda sia la delocalizzazione e la chiusura del polo piacentino per uno spostamento in Croazia. I consiglieri piacentini hanno informato la parlamentare Spadoni che ne ha fatto una interrogazione parlamentare. Ecco il testo

Sono numerose le segnalazioni che mi sono giunte da parte di lavoratori della Saipem di Cortemaggiore (Pc) messi in ginocchio da contratti sempre più precari. I lavoratori denunciano continui licenziamenti, tagli sui trasferisti italiani e l’assunzione di stranieri, rumeni e croati, che arrivano con visti turistici e a cui vengono pagati vitto alloggio spesso  in alberghi. Secondo gli operai l’ obiettivo dei vertici è chiaro: far lievitare i costi affinché ci sia un motivo per de-localizzare. Il timore infatti è che ci sia una chiusura del centro e uno spostamento in Croazia. I lavoratori affermano come li assumano tramite la Global petroproject services,   del Gruppo Eni che ha sede in Svizzera o tramite la croata Saipem Mediterranean services  con sede legale a Fiorenzuola ma con cantieri nell’est Europa.Di fronte a queste dichiarazioni -raccolte con l’ausilio del Gruppo Consiliare M5S di Piacenza- che vanno a sottendere una situazione critica per i lavoratori, chiediamo maggiore chiarezza e trasparenza: il Ministro dovrà rispondere su ciò che sta succedendo in questa società facente parte del Gruppo Eni.

Maria Edera Spadoni

Cittadina alla Camera dei Deputati

Movimento 5 Stelle