IN VIAGGIO PER IL MONDO IN BICICLETTA PER I DIRITTI UMANI DEL POPOLO SAHARAWI. SANNA E BENJAMIN VENERDI’ SARANNO A PIACENZA

Sono partiti il 15 maggio del 2022 da Gotenborg in Svezia e arriveranno nel Sahara occidentale l’anno prossimo. E’ il viaggio, in bicicletta, di Sanna Ghotbi e Benjamin Ladraa, due ciclisti svedesi difensori dei diritti umani. In sella alle bicilette, sono in viaggio per 30mila chilometri attraverso trenta paesi, per sensibilizzare le persone sulla questione del Sahara occidentale, l’ultima colonia dell’Africa.

Sanna e Benjamin, dialogano con governi, organizzazioni per i diritti umani, sportivi, docenti, studenti, giornalisti e cittadinanza di ogni paese che attraversano. Lo fanno pedalando da tre anni, instancabilmente, in giro per il mondo. Hanno già attraversato moltissimo paesi: dalla Svezia sono arrivati in Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia, Slovenia, Bosnia Erzegovina, Croazia, Montenegro, Albania, Macedonia del Nord, Grecia, Turchia, Corea del Sud, Giappone, Taiwan, Indonesia, Italia, Svizzera, Francia,
Andorre, Spagna, Portogallo, Algeria e Sahara Occidentale (arrivo previsto 2025).

Venerdì 22 marzo arriveranno anche a Piacenza per raccontare alla città la loro missione umanitaria: alle 21 presso la Fondazione di Piacenza e Vigevano dove, in collegamento, interverrà anche Fatima Mahafud, rappresentante del fronte Polisario in Italia. Saranno in città anche sabato 23 marzo, alla Coop Infrangibile, a partire dalle 18.

Il 15 maggio 2022 sono saliti in sella con un obiettivo ben chiaro: gettare luce sul Sahara Occidentale occupato, l’ultima colonia africana. Il territorio è occupato illegalmente dal Marocco dal 1975 e i nativi saharawi stanno tuttora aspettando un referendum che darebbe loro l’indipendenza dal Marocco. Il quesito referendario è stato loro promesso dall’ONU e dal Marocco nel lontano 1991, ma ad oggi ancora non si è svolto.

Secondo l’ONU il Sahara Occidentale è la più grande colonia del mondo rimanente e, tuttavia, molti cittadini dei diciannove paesi visitati finora dai ciclisti non ne avevano mai sentito parlare fino all’arrivo di Sanna e Benjamin. Circa 200.000 saharawi vivono nei campi profughi in Algeria.

“Abbiamo parlato con famiglie in pena costante per i loro parenti incarcerati ingiustamente nelle prigioni marocchine nel Sahara Occidentale, sono preoccupati perché sanno che vengono torturati e, a volte, spariscono nel nulla  C’è un blocco mediatico quasi impenetrabile ed è per questo che sono davvero poche le persone a conoscenza della questione saharawi”.

“Accettando questa sfida estrema, pedalare per più di due anni consecutivi, – ha detto Benjamin –  speriamo che le persone che incontreremo ci diano ascolto, vorremmo usare il tempo che queste persone ci dedicheranno per parlare di un popolo sconosciuto protagonista di un conflitto altrettanto sconosciuto”.