Una nuova donazione è arrivata nel reparto di Neurologia dell’ospedale di Piacenza. Si tratta del dono della sezione di Aisla Piacenza, di una bilancia pesapersone. Uno strumento di grande utilità a disposizione nel Percorso diagnostico terapeutico assistenziale adatto per pesare le persone affette da Sla in sedia a rotelle, grazie alla taratura specifica per l’ausilio. La donazione testimonia, nell’anno dei 40 anni di vita associativa, di come insieme si possa fare la differenza nella qualità di vita delle persone affette da SLA.
“Un gesto simile mi fa comprendere, ancora una volta, quanto la vicinanza e la sensibilità delle associazioni presenti sul nostro territorio siano elementi importanti per garantire ai pazienti un’attenzione ancor più mirata e capillare. A tal proposito, in questo delicato momento storico, il ruolo di associazioni e volontari si sta rivelando cruciale”, ha detto il direttore dell’Ausl Paola Bardasi.
“Questo tipo di bilancia, nella fattispecie, permette di pesare i pazienti che sono su una sedia a rotelle, in quanto alla fine è possibile sottrarre dal peso totale il peso della tara (della carrozzina). Inoltre è possibile stampare subito il risultato e consegnarlo al paziente. Il monitoraggio del peso, per questi pazienti, è molto importante. Segnalo che attualmente i malati in carico a Piacenza sono 38 di cui 25 maschi e 13 femmine; di questi malati 2 sono fuori regione (risiedono nel Lodigiano)”, afferma Emilio Terlizzi, responsabile per l’Azienda Usl di Piacenza del percorso diagnostico terapeutico assistenziale dedicato al paziente affetto da sclerosi laterale amiotrofica (Sla) affiancato da Elena Braghieri, case manager Pdta Sla, Anna Lisa Albertini per l’assistenza domiciliare e dalla logopedista Rossella Raggi e dell’infermiera Maria Piscopo.
La Sla è una malattia rara che colpisce le cellule nervose che permettono i movimenti volontari dei muscoli. Ha un decorso clinico assai variabile con sintomi diversi e soggettivi.
Negli ultimi anni in tutto il mondo sono stati incrementati gli studi per giungere a una cura efficace, ma al momento non esiste una terapia capace di farla regredire: esistono però farmaci in grado di rallentarne la progressione e alleviarne i sintomi.
La Sla coinvolge e determina la perdita di funzioni in tutti i distretti muscolari scheletrici con progressiva perdita di autonomia e profonda modifica dello stile di vita. Proprio per il fatto che la malattia determina una progressiva perdita di più funzioni (motoria, respiratoria, deglutitoria e di comunicazione) è necessario che il follow-up clinico preveda la presenza di diverse figure professionali. Il paziente viene quindi preso in carico da un team multiprofessionale e interdisciplinare composto dai professionisti provenienti dai più disparati reparti (oltre al già menzionato medico di base: neurologo, pneumologo, otorinolaringoiatra, logopedista, dietista, case manager ospedaliero, case manager territoriale, infermiere, fisioterapista, psicologo, logopedista territoriale, otorinolaringoiatra territoriale, pneumologo, fisiatra e neuropsicologo).