ELEZIONI PROVINCIALI E I MAL DI PANCIA NEL CENTRO SINISTRA. GNOCCHI VERSO IL GRUPPO MISTO

Nonostante il pareggio (cinque a cinque) sembra che l’esito della elezioni provinciali avrà conseguenze anche a Palazzo Mercanti dove regnano malumori. Conseguenze soprattutto in casa centro sinistra. I consiglieri eletti sono: Sergio Ferri (consigliere comunale PD), Roberta Valla (sindaca di Travo), Gabriele Scagnelli (vicesindaco di Rivergaro), Nadia Pompini (consigliera di Vernasca) e Patrizia Calza (sindaca di Gragnano e consigliera uscente). Proprio su di lei sono nati i primi contrasti, tanto da essere inserita nelle liste all’ultimo, salvo poi essere stata riconfermata nel suo ruolo. La sua rielezione sarebbe arrivata ai danni di Sibilla Brusamonti, esponente della civica Tarasconi. Ma insieme al suo nome, era circolato anche quello della consigliera e collega Claudia Gnocchi, che alla fine non l’ha spuntata. Pare di capire non senza disappunto, tanto che potrebbe lasciare la civica per il gruppo misto.

La consigliera Gnocchi non ha mancato di evidenziare, nel corso dei mesi, posizioni distanti dalla maggioranza in diverse occasioni: accordi operativi, palestra della scuola Carella e, in ultimo, si è dichiarata pubblicamente contro il taglio delle piante in piazza Cittadella provando a considerare un progetto alternativo. La mancata candidatura alle elezioni provinciali potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso per una sua uscita dalla civica in cui, ad inizio, legislatura, rivestiva il ruolo di capogruppo. Tempi passati, verrebbe da dire.

Altro caso degno di nota, sempre nel centro sinistra, è la mancata conferma,  in Provincia, di Claudia Ferrari (sindaca di Sarmato). Numericamente è colei che ha ottenuto più voti, ma ponderalmente meno “pesanti” rispetto a quelli ottenuti dai colleghi eletti; Ferrari è stata votata principalmente dai rappresentanti dei comuni meno popolosi, per cui ponderalmente meno determinanti. E’ quindi lecito pensare che i voti degli amministratori del Comune capoluogo abbiano fatto un’altra scelta.

PER LA NUOVA PROVINCIA VOTANO IN 507 AMMINISTRATORI. ROLLERI PRESIDENTE

E’ stata un’affluenza alta quella per l’elezione della nuova Provincia che ha visto arrivare, al seggio allestito presso l’ente di via Garibaldi, 507 amministratori sul totale di 583, pari all’86,96%. Francesco Rolleri, unico candidato della lista del centro sinistra, è il nuovo Presidente. Per lui hanno votato 505 amministratori, per l’elezione del nuovo consiglio i votanti sonio stati 507. L’elezione è stata suddivisa per fasce di comuni in base al numero di abitanti: fascia azzurra (fino a 3mila abitanti) affluenza del 82,2%, fascia arancione (fino da 3mila e 5mila abitanti) affluenza del 88%, fascia grigia (da 5mila a 10 mila abitanti) affluenza del 89,51%, fascia rossa (da 10mila a 30 mila abitanti) affluenza del 95,74%, fascia viola (da 100mila a 250mila abitanti – Comune di Piacenza) affluenza del 90,9%.

 

 

E’ IL GIORNO DELLA NUOVA PROVINCIA

E’ il giorno delle elezioni provinciale, quelle che consacreranno un nuovo presidente, un nuovo consiglio, in cui a votare, però, per la prima volta, non sono i cittadini. Sono elezioni di secondo livello, che costringono i cittadini a fare un passo indietro, perchè a scegliere saranno gli amministratori. I 48 sindaci dei comuni, i consiglieri uscenti e quelli comunali (583 complessivamente) avranno il compito di eleggere il nuovo presidente e i nuovi consiglieri. Per la verità il candidato alla poltrona dell’ente di via Garibaldi è solo uno, Francesco Rolleri, sindaco di Vigolzone sostenuto dal centrosinistra nella lista “Provincia Unita”. Il centrodestra invece è spaccato in due con altrettante liste: Forza Italia, NCD e UDC con la lista “Popolari Piacentini” , Lega Nord e Fratelli d’Italia con “Piacentini per il nostro futuro”.

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PROVINCIALI, IL PARADOSSO DI PIACENZA

Il caso Piacenza per l’elezione della nuova provincia sta assumendo contorni quantomai curiosi. Nel senso che dopo le tribolazioni affrontate sia a destra che a sinistra per trovare un candidato la situazione è questa: il centrosinistra ha presentato una lista con Francesco Rolleri candidato presidente dopo una direzione infuocata in cui non sono mancati momenti al alta tensione; il centrodestra è spaccato in due: da una parte la lista di Fratelli d’Italia e Lega Nord senza un candidato alla presidenza, dall’altra la lista di Forza Italia, Nuovo Centro Destra e Udc a cui il Tar di Parma ha respinto il ricorso contro la ricusazione di Luigi Bertuzzi candidato alla presidenza. Risultato? I 48 sindaci, ex consiglieri ed ex assessori provinciali si troveranno a scegliere tra un solo candidato presidente. La candidatura del sindaco di Coli era stata rifiutata dall’ufficio elettorale della Provincia per vizi formali in quanto non erano state ritenute valide una ventina di sottoscrizioni a causa della mancanza dell’indicazione del luogo. Se il Tar non avesse respinto il ricorso presentato da FI, NCD e Udc, l’amministrazione provinciale aveva già nel cassetto un controricorso per difendere l’operato del suo ufficio. Politicamente questo dato fa riflettere, nel senso che il Presidente Trespidi, portacolori del centrodestra e vicino al Nuovo Centro Destra, si sarebbe opposto ad un’iniziativa proprio dei colleghi di schieramento. Sembra sempre più profonda la frattura all’interno della coalizione, già il sentore si era avuto con la mancata condivisione del candidato presidente da parte di Fratelli d’Italia e Lega, poi erano volate accuse più o meno velate sulla volontà di non  condividere un progetto comune.

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PROVINCIALI, FIBRILLAZIONE IN CASA CENTRODESTRA

Tutto da rifare. In casa centrodestra sono ore a dir poco frenetiche dopo che il candidato designato alla elezioni Roberto Pasquali ha deciso di lasciare. Le motivazioni sarebbero da individuare proprio nel partito a cui appartiene ovvero la Lega che non gli avrebbe dato il dovuto sostegno. Il Carroccio ha criticato aspramente queste elezioni, il segretario Pisani ha usato parole pesanti, definendo “la Lega disgustata dall’atteggiamento dei governanti”. A questo punto quale situazione si potrebbe profilare considerato che il tempo stringe e che le liste vanno consegnate entro lunedì? Se non si convergerà su un nuovo nome, potrebbe esserci anche l’eventualità che le liste, a questo punto più di una, non abbiano un candidato presidente. Un’eventualità che metterebbe gli elettori di centrodestra nelle condizione di votare solo per i consiglieri.

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PROVINCIALI, PISANI: “DISGUSTATI DALL’ATTEGGIAMENTO DEI GOVERNANTI”

“La Lega Nord è disgustata dall’atteggiamento di questi governanti che prima vogliono abolire le Province e ora si stanno strappando le vesti per avere una poltrona”. E’ severo nel suo giudizio Pietro Pisani segretario provinciale del Carroccio nel commentare quello che sta accadendo attorno alle nuove elezioni provinciali che si svolgeranno il 12 ottobre. “Noi – prosegue Pisani- continuiamo a ripetere che la Provincia e un ente inutile e dannoso. A livello nazionale ci siamo guardati in faccia e ci siamo chiesti perchè dobbiamo prestarci a questo gioco di poltrone. Viviamo queste elezioni con molta indifferenza perche le consideriamo un modo per mettere sulle poltrone amici di amici”. Una disaffezione che i leghisti trasferiscono anche sul piano locale: “non ci appassiona questo modo di fare politica, la Provincia che ne uscirà sarà una brutta copia dell’Unione dei Comuni che non è mai decollata”. E sul candidato Pasquali, portacolori del Carroccio? “Siamo ovviamente favorevoli, per la sua capacità ed esperienza amministrativa – risponde Pisani – proporremo anche un consigliere che funga da controllore di ciò che accadrà all’interno del nuovo ente”. E i rapporti con la coalizione? “Facciamo fatica a digerire i seguaci di Alfano (Nuove Centro Destra) il ministro fautore dell’invasione italiana ad opera degli immigrati”.

Si voterà domenica 12 ottobre dalle 8 alle 20 nella sede della Provincia in corso Garibaldi. Alle urne sono chiamati i 48 sindaci della pronvincia, Presidente uscente e i consiglieri. Il nuovo presidente verrà eletto sulla base della presentazione delle candidature sottoscritte da almeno il 15 per cento degli aventi diritto, mentre i consiglieri sulla base di liste composte da almeno 5 candidati sottoscritte da almeno il 5 per cento degli aventi diritto.

PISANI LEGA