Dalla biblioteca alla fattoria, dall’orto botanico alla cittadella del gusto. Sono le originali proposte dei cittadini che hanno visitato gli spazi nascosti dell’ex Laboratorio Pontieri in occasione degli Open Days dello scorso week end. Oltre 600 persone hanno varcato l’ingresso di via Brigata Piacenza per addentrarsi nei 44 mila mq. di superficie, faticosamente ripulita da erbacce ed arbusti dalle abili braccia di studenti, volontari di Legambiente, pensionati e alcuni richiedenti asilo. A ciascun visitatore è stato consegnato un questionario sul quale annotare idee, proposte e suggerimenti per un futuro utilizzo dell’area, oltre che valutazioni sulla più opportuna modalità di gestione: a prevalere è stato il mix tra destinazione culturale e spazio per laboratori artigianali, con una netta maggioranza di preferenze per il mantenimento della proprietà pubblica e la stessa ipotesi – seguita dall’affidamento a un’associazione o comitato – per il coordinamento delle attività all’interno. Per quanto riguarda i finanziamenti, gran parte dei visitatori concorda sulla necessità di una compartecipazione di soggetti privati. Spazio alla fantasia per quanto riguarda le destinazioni d’uso: orto botanico, orto urbano con finalità didattiche, ma anche serra per coltivare piante da collocare come verde pubblico. Tra le suggestioni, quelle gastronomiche: cittadella del gusto, spazio in cui ospitare una pluralità di ristoranti o di negozi di vicinato e piccoli esercizi che diano risalto alle eccellenze del territorio. Numerose le indicazioni di chi ritiene l’ex Laboratorio Pontieri la sede ideale di laboratori artigianali ad alta specializzazione o mirati a valorizzare e dare nuovo slancio ad arti e mestieri della tradizione. Altri hanno manifestato interesse per laboratori di cinematografia e fotografia, altri come luogo di eventi musicali. Frequente la richiesta di lasciare aperto, per consentire un piacevole collegamento pedonale, il viale alberato che congiunge l’accesso dalla zona pedonale di via Maculani con quello verso piazza Cittadella. Fra i tanti suggerimenti, anche un’area di sgambamento e di addestramento per i cani, uno spazio dedicato specificamente alla pratica dello zumba, un punto panoramico da cui effettuare salite in mongolfiera, un museo ornitologico, un campo da bocce e una sede per chi desidera giocare a scacchi, un parco all’inglese e un ricovero per cavalli. Generale approvazione per le palestre ad uso scolastico già in fase di progettazione sulla porzione di terreno di proprietà della Provincia.
ECCO IL LABORATORIO PONTIERI CHE PASSA ALLA CITTA’
Ecco cosa si nasconde dietro il cancello chiuso da decenni della caserma Nino Bixio. Quello che vedete è l’ex Laboratorio Pontieri che rientra nella caserma di piazza Cittadella e che si affaccia sul campo Daturi e su Palazzo Farnese. Quest’area di circa 37 mila metri quadrati è passata definitivamente dalla Difesa al Demanio attraverso un formale passaggio di consegne tra il Comandante del 6° Reparto Infrastrutture di Bologna Col. Fabio Massimo Giuliano e il direttore dell’Agenzia Roberto Reggi. Un immobile che rientra così nei beni del territorio in cerca di una destinazione grazie ad un lavoro di squadra tra amministrazione comunale e provinciale.
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MUSEO DELL’AGRICOLTURA AL LABORATORIO PONTIERI. PRIMA IL PROGETTO POI LE RISORSE
Il progetto preliminare del nuovo museo della meccanizzazione agricola verrà presentato nel corso della manifestazione Coppa D’Oro 2015, in programma nel prossimo week end. In realtà nell’incontro con la stampa e i soggetti coinvolti si pensava già di avere un assaggio di quello che verrà realizzato all’interno dell’area dell’ex Laboratorio Pontieri, in verità sono state fornite le linee generali del progetto. Il museo troverà sede nel padiglione Palmanova, in un’area di 2mila metri quadrati con la possibilità di utilizzare un piano ulteriore, ancora in buono stato, portando la superficie utile a 3mila metri quadrati. Si tratterebbe del primo esempio di recupero di un’area demaniale che torna alla città. I tempi per il trasferimento sarebbero brevi, già entro i primi mesi del 2016, ha confermato l’assessore Silvio Bisotti. In prima linea per la realizzazione del museo ci sono Consorzio Terre Padane e Camera di Commercio, quest’ultima si può definire capofila. “In Italia non esiste un museo nazionale dell’agricoltura – ha detto il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Parenti – Piacenza è baricentro della Pianura Padana e fa dell’agricoltura il fiore all’occhiello della sua produzione. Questo potrebbe essere l’inizio per allargarci anche al riutilizzo degli immobili vicini”. Il progetto preliminare, oggi ancora nel cassetto, è stato elaborato dagli architetti Benito Dodi, Marcello Spigaroli con la collaborazione di alcuni giovani colleghi Cristian Sartori, Alessandra Fagioli e Marta Piana: “il museo sarà una realtà viva – ha detto Dodi – grazie al coinvolgimento degli studenti, sarà un vero e proprio laboratorio di attività, all’insegna di una riprogettazione della città che porti al recupero di aree dismesse”. Capitolo costi e finanziamenti: la spesa per la realizzazione è nell’ordine dei due milioni di euro, cifra alla quale il Comune non contribuirà in alcun modo. Una volta che il progetto avrà l’ok della Soprintendenza si andrà alla ricerca di finanziamenti attraverso bandi regionali e nazionali ad hoc o l’ingresso di sponsor di caratura nazionale. Argomenti come piano economico, spese di gestione e numero di occupati verranno affrontati in un secondo tempo.