FACCHINO UCCISO A MONTALE: E’ LA LOGISTICA CHE VOGLIAMO?

Ma che razza di logistica è questa? E’ la prima domanda che viene da porsi ripercorrendo la cronaca dei fatti avvenuta davanti ai cancelli della ditta Gls a Montale. Un operaio che muore schiacciato da un camion mentre è in corso un presidio. E già a questo punto della vicenda ci sono le due versioni: quella del tragico incidente per la Procura della Repubblica di Piacenza e dall’altra quella del sindacato Usb secondo cui il camion avrebbe forzato il presidio. L’intenzione dei lavoratori è di organizzare una manifestazione nazionale della logistica, l’ennesima forse è vero, ma questa volta è morto un uomo, padre di cinque figli. Un episodio che mette in luce ancora una volta le contraddizioni di un comparto che spesso Piacenza vanta come valore aggiunto, ma che di tutto ciò, almeno in questa circostanza ha ben poco. I picchetti, la rabbia dei lavoratori, il ruolo dei sindacati, la supremazia delle aziende appaltatrici sono tutti attori di un sistema di cui c’è poco da vantarsi. Perché probabilmente è proprio il sistema così come è che non funziona, e questo evidentemente anche a Piacenza. Dove sta la dignità del lavoro? Certo i camion devono partire altrimenti la multinazionale di turno abbandona il territorio e porta via il magazzino, ma chi ci deve rimettere in tutto questo? Al momento le risposte ognuno le ha nella sua testa e nella sua coscienza, nulla di più. La nota congiunta di Cgil Emilia Romagna, Cgil Piacenza, Filt Emilia Romagna e Filt Cgil Piacenza denuncia come “negli appalti, dopo le intimidazioni e lo sfruttamento, si muore”; anche la Diocesi di Piacenza Bobbio interviene sui fatti “non possiamo non esprimere la nostra preoccupazione per la situazione dei lavoratori in particolare quelli impegnati nel comparto della logistica spesso segnato da conflitti, vertenze sindacali, diritti dei lavoratori non rispettati. La vicenda deve diventare occasione per la riaffermazione del significato umano del lavoro”.

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