Le prossime ore potrebbero essere decisive per designare il successore di Francesco Scaravaggi alla guida della Fondazione. Dopo il cda di ieri terminato a tarda sera nel quale il presidente si è trovato al tavolo con gli stessi consiglieri che, un mese fa, gli hanno negato la fiducia, oggi il tema e’ di nuovo trovare chi prenderà in mano la gestione dell’ente di via Sant’Eufemia. Il presidente Scaravaggi ha ribadito l’intenzione di lasciare nelle mani del suo successore una situazione al pari con l’ordinaria amministrazione in modo che possa avere un quadro preciso per valutare future mosse. Nelle prossime ore si susseguiranno alcuni tavoli di confronto con le istituzioni da cui potrebbe uscire il nuovo presidente con i famosi 13 voti di maggioranza necessari per essere eletti.
FONDAZIONE, COSA BOLLE IN PENTOLA?
Sono ore febbrili in Fondazione dove il presidente dimissionato Francesco Scaravaggi è in servizio per adempiere all’ordinaria amministrazione in attesa che si concretizzi il nome del suo successore. “Sono qui – ci ha risposto Scaravaggi – per non fermare l’attività dell’ente, so che le istituzioni si stanno dando da fare per chi prenderà il mio posto, oltre che il nome – ha sottolineato- ci vogliono i numeri per arrivare ad una scelta condivisa”. È un Francesco Scaravaggi evidentemente abbottonato, poco incline a parlare, impegnato piuttosto a portare avanti fino alla fine il suo mandato, fino al passaggio di consegne ufficiale con il nuovo presidente. Il messaggio che ha voluto dare Scaravaggi è stato che i lavori, nonostante questa empasse, non si fermano. L’auspicio è che questa situazione precaria e transitoria termini il prima possibile. È immaginabile che sia fremente anche l’attività delle istituzioni, Comune e Provincia in primis, che si sono fatte carico di individuare personalità adatte a ricoprire il ruolo di presidente, nell’ottica della massima trasparenza con i consiglieri comunali che hanno formalizzato la richiesta di essere informati su ogni contatto.
DOSI SU FONDAZIONE:” IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SI DEVE DIMETTERE”
O si fa un’operazione trasparenza o i pasticci non fanno bene alla città. E’ d’accordo anche il sindaco Dosi che sollecitato dai consiglieri ha dichiarato che il consiglio di amministrazione della Fondazione si deve dimettere. “Lo affermo oggi in accordo con il Presidente della Provincia Trespidi – ha detto – farlo prima sarebbe stato inopportuno considerato quanto accaduto 15 mesi fa con la formazione di due cordate che si sono contese la presidenza” .
Le istituzioni devono entrare nella complessa partita della fondazione. È quanto emerso nel corso della commissione richiesta dai consiglieri Colosimo, Foti e Polledri. Proprio il capogruppo della Lega Nord ha proposto un cronoprogramma per parlare pubblicamente dell’argomento. Entro la prossima settimana l’impegno è che ogni consigliere metta per iscritto le domande da sottoporre al consiglio di amministrazione della Fondazione. “Domandare è lecito – ha detto Polledri – rispondere è cortesia. Il cda ha tutto l’interesse a mantenere quello che dice”. L’altra proposta approvata e’ di indire un massimo sedute da oggi a meta’ luglio. Nel frattempo si dovrà tracciare un profilo del futuro presidente;”piacentino, esperto di finanza, con spiccata moralità?” si domanda Polledri “a questo percorso deve partecipare idealmente tutta città e la commissione e’ l’unico luogo pubblico nel quale prendere le decisioni. O l’arbitro lo fa la politica e decide un cammino -conclude – o ci saranno strascichi pesanti per l’intera città”.
Una presa di posizione, quella del primo cittadino, sollecitata anche dal consigliere Tommaso Foti di Fratelli d’Italia. “Dove stanno le istituzioni?” Si e’ domandato all’inizio della commissione. “occorre disegnare una squadra e dire al consiglio che bisogna darle la responsabilità di fare cose corrette”
FONDAZIONE, DIBATTITO IN COMMISSIONE
Sarà una commissione particolarmente tesa quella di domani nella quale al centro c’è la situazione di stallo in cui si trova la Fondazione di Piacenza e Vigevano. L’obiettivo è di arrivare alla formulazione di proposte per dare una svolta significativa nel rispetto dei principi statutari della Fondazione. In altre parole i consiglieri chiedono che il comune si faccia parte attiva di questa partita. Un esempio è l’interpellanza indirizzata al sindaco Dosi firmata dai consiglieri Marco Colosimo (Piacenza Viva) e Paolo Garatti (Sveglia) del movimento Cantiere Piacenza.
Ecco il testo
Alla luce delle dichiarate dimissioni del Presidente della Fondazione di Piacenza e
Vigevano
Constatato che il dibattito avvenuto in consiglio comunale alla presenza dei due
consigliere nominati dal Sig. Sindaco, si è poi dichiarato inconcludente in termini di
dati e notizie certe circa lo stato della Fondazione
Rilevato inoltre che l’amministrazione non ha ancora preso una posizione in merito e
che questa situazione di stallo, di non scelta nell’ambito della Fondazione è quanto di
peggio potesse accadere.
i Consiglieri Comunali
Interpella il Sig. Sindaco affinché
Si ponga da tramite per:
Richiedere al più presto la convocazione del Consiglio generale e del Cda, per
prendere atto delle dimissioni del Presidente e conseguentemente dell’azzeramento
del Cda.
Qualora non avvenga quanto sopra espresso, sospenda/richiami i propri
esponenti/consiglieri (e altrettanto dovrebbe fare Provincia e tutti gli altri Enti e
associazioni)
Promuovere la massima trasparenza, e qualora permanesse, purtroppo, l’attuale
situazione indica incontro pubblico.
DOSI SU FONDAZIONE:”STIAMO LAVORANDO IN MODO DISCRETO PER UNA SOLUZIONE”
“Il comune si sta dando da fare in modo discreto, speriamo, in tempi brevi, di uscire con i fatti concreti”. Sono le parole del sindaco Paolo Dosi al quale abbiamo chiesto la posizione dell’amministrazione nei confronti della Fondazione. Da più parti, sindacati e consiglieri comunali, l’amministrazione viene accusata di essere silente davanti a ciò che sta accadendo in via Sant’Eufemia; “non ci costerebbe nulla rilasciare dichiarazioni – ha detto il sindaco – ma vogliamo superare questa fase con un atto concreto e speriamo di farlo il prima possibile”. Pare di capire che il comune stia cercando una soluzione condivisa con altri soggetti, ed è lo stesso Dosi a confermarlo: “abbiamo attivato i canali istituzionali con la Provincia e la Camera di Commercio”. E’ da escludere che si cerchi di far tornare sui propri passi il presidente Scaravaggi, determinato a rassegnare ufficialmente le “dimissioni pronte nel cassetto” (come ci ha riferito lui stesso) non appena verrà designato il successore. Forse il comune sta cercando di trovare la quadra sul nome che prenderà il posto di Scaravaggi? Non sarà facile perchè, almeno questa volta, lui o lei dovrà mettere tutti d’accordo.
SINDACATI: “IL COMUNE INTERVENGA SULLA FONDAZIONE”
I sindacati piacentini si espongono in modo unitario sulla situazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Lo fanno attraverso una nota nella quale chiedono al Comune di intervenire urgentemente per un rapido rilancio di tutti gli organismi di governance dell’ente e di promuovere un confronto pubblico aperto alla città. Proprio a conferma di questo, secondo i rappresentati di Cgil Cisl e Uil, non si deve fare “tabula rasa” o dare un colpo di spugna rispetto a quanto accaduto, ma al contrario parlarne perchè tutto venga a galla. Solo così, forse a fatica, si riuscirà a girare pagina.
Di seguito la nota integrale dei sindacati:
La Carta delle Fondazioni, approvata nel 2012 della Assemblea dell’Acri, apre con le seguente affermazione: “Le Fondazioni rappresentano un bene originario nelle comunità locali e realizzano in responsabile autonomia i propri scopi istituzionali, secondo le proprie determinazioni, operando prevalentemente nell’ambito dei territori da cui hanno avuto origine”. Anche in nome di questa autonomia le organizzazioni sindacali in questi anni hanno seguito con attenzione le vicende della Fondazione di Piacenza e Vigevano, chiedendo che essa esercitasse un ruolo più attivo per la valorizzazione del territorio, evitando però intromissioni nell’attività. Pensando però agli ultimi sviluppi divenuti di dominio pubblico, vengono i brividi a vedere la distanza con lo spirito che ne dovrebbe informare l’operato, ed è impossibile non intervenire a tutela dell’integrità di questo particolare “bene originario”, uno dei pochi che sono rimasti in un territorio sempre più fragile e debole da un punto di vista socio economico. Poiché la Fondazione non è patrimonio privato di chi siede in Palazzo Rota Pisaroni, in primo luogo appare necessaria una radicale “operazione verità” che informi con precisione le comunità stesse (Piacenza e Vigevano) sulla effettiva, residuale, consistenza del patrimonio della Fondazione. Per renderla possibile, sarebbe utile che tutte le personalità coinvolte nella sua gestione facessero un passo indietro, a partire dallo stesso Consiglio di Amministrazione che non sembra avere la lucidità nè di controllare l’operato della Fondazione nè di assicurarne una solida leadership. Tutte le istituzioni che sottendono la Fondazione si attivino per trovare una soluzione di netta discontinuità con qualunque passato (l’insuccesso conclamato e le gravi perdite per l’Istituto e per Piacenza nessuno le può negare) che alla cittadinanza assicuri competenza e visione strategica. Sarebbe poi opportuno che la comunità venisse messa in grado di capire che cosa è successo, al di là di uno sterile ping-pong di accuse e controaccuse, in particolare da coloro che non più tardi di un anno fa hanno votato la fiducia al Presidente e che ora la ritirano proprio nel momento in cui il Presidente chiede un cambio di passo. Quindi non si tratta di fare “tabula rasa”, di dare un colpo di spugna, anzi questo ci appare proprio il momento di approfondire, di uscire dal generico e, parlando di quanto è avvenuto negli ultimi anni, proporremmo di iniziare a valutare il valore dell’impatto economico e sociale dei singoli interventi. Forse così sarà possibile una nuova fase, davvero più trasparente dell’attuale. La Fondazione è troppo importante per essere lasciata a sé stessa e alle lotte intestine che vi si sono sviluppate. Nel marasma conclamato, Comune, Diocesi, università… colgano finalmente l’occasione per riflettere meglio su quale debba essere il ruolo della Fondazione: munifica elargitrice di contributi a una ampia platea di beneficiari non sempre interessati alla qualità e al senso degli investimenti che essa compie o non piuttosto attrice consapevole del benessere collettivo, anch’essa quindi impegnata in prima linea nel contrasto di quella crisi economica per cui sono sempre più indispensabili interventi sul fronte del lavoro, del sistema di welfare, delle relazioni familiari e comunitarie, dei sistemi turistici e culturali. Per dare un segnale concreto chiediamo al Comune di Piacenza di intervenire urgentemente per un rapido rilancio di tutti gli organismi di governance della Fondazione e di promuovere un confronto pubblico con la cittadinanza sull’operato della stessa e sul suo futuro; questo affinché la Fondazione torni ad essere “bene originario della nostra comunità“.
Per CGIL CISL UIL Zilocchi Molinari Borotti
SCARAVAGGI: ” SARO’ IO A GESTIRE IL PASSAGGIO CON IL NUOVO PRESIDENTE”
“Sono presidente dimissionario non dimissionato, per questo rimarrò in Fondazione fino a quando avverrà il passaggio di consegne con il mio successore”. E’ fermo nella sua convinzione Francesco Scaravaggi ad una settimana dalla bufera che ha sconvolto la Fondazione di Piacenza e Vigevano dopo l’annuncio della dimissioni e tutto ciò che ne è seguito anche a mezzo stampa. “Non voglio lasciare vuoti, lo faccio per questo ente, convocherò il nuovo consiglio non appena sarà individuata la personalità che mi potrà sostituire” I tempi si allungheranno? “Credo di sì, ci vorrà un pò più del tempo che avevo previsto. Le mie dimissioni sono pronte ma sono nel cassetto, le rassegnerò non appena verrà nominato il nuovo presidente, in quel passaggio io ci sarò”. Abbiamo chiesto a Scaravaggi come sta vivendo a livello umano questo momento: “Sto molto bene, mio sento sereno e sollevato. Ogni azione che svolgo, fino alla fine, sarà per la Fondazione”.
FONDAZIONE, PARETI “22 EROGAZIONI BLOCCATE. COMPORTAMENTO LESIVO PER L’ENTE”
Il caos in Fondazione non accenna a placarsi; in una nota il consigliere di amministrazione Stefano Pareti scrive che “22 mandati di pagamento, già firmati dal Presidente, non vengono controfirmati da uno dei tre consiglieri di Amministrazione a suo tempo indicati per tale funzione”. In questo modo “il procedimento di liquidazione non può concludersi, malgrado siano trascorsi più di 60 giorni dal recepimento de documenti giustificativi”. Una situazione prosegue Pareti che “non si è mai registrata nei 23 anni di attività della Fondazione e che nuoce alla reputazione della stessa”.
Di seguito la nota integrale di Stefano Pareti
“Nella guerriglia che da tempo alcuni membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano hanno ingaggiato contro il presidente Francesco Scaravaggi, risultano danneggiati anche alcuni beneficiari delle erogazioni. 22 mandati di pagamento relativi a delibere regolarmente approvate dal CdA, già firmati dal Presidente, non vengono controfirmati da uno dei tre consiglieri di Amministrazione a suo tempo incaricati di tale funzione; e così il procedimento di liquidazione non può concludersi, malgrado siano già trascorsi più di 60 giorni dal recepimento dei documenti giustificativi. Ciò che si sta verificando non si è mai registrato nei 23 anni di attività della Fondazione e questo comportamento è sicuramente lesivo della reputazione della Fondazione e nuoce gravemente alle attività di vari soggetti che operano nei settori di intervento dell’Ente. I mandati non sono stati perfezionati malgrado le diverse sollecitazioni del presidente Scaravaggi”.
Marco Colosimo, Piacenza Viva – Cantiere Piacenza “occorre un segnale di discontinuità e rinnovamento”. Ecco il testo della nota
Essendo tra i promotori della richiesta di chiarimenti e conseguenti dimissioni nell’ambito del Cda, dopo aver apprezzato la scelta fatta dal presidente Scaravaggi, resto, e con me molti cittadini ,stupito da quanto quotidianamente apprendiamo dalla stampa sulla Fondazione di Piacenza e Vigevano.Innanzitutto le dimissioni del Presidente Scaravaggi. Pur apprezzando il gesto e la manifesta intenzione di lasciare, pare che al momento tutto sia fermo in attesa di valutazioni.Il Vice Presidente dovrebbe convocare al più presto il consiglio generale, con all’ordine del giorno la ratifica delle dimissioni del presidente Scaravaggi e la conseguente dimissione del Cda. Apprezzabile poi, ma tardivo il passaggio sulla trasparenza. Trasparenza doveva già esserci, sempre e comunque. Non solo ora e con specifici riferimenti a fornitori-spese. Ma se trasparenza deve esserci, questa deve essere a 360°. Perché dunque non pubblicare su Internet anche il verbale delle varie sedute del Cda? O del “nuovo” comitato investimenti? Il rischio di paralisi è evidente alla luce anche delle dichiarazioni del Presidente Pareti, che denuncia le mancate 23 erogazioni già approvate dalla nostra Fondazione. Aspettiamo inoltre, risposte alle numerose e puntuali domande fatte, nessuno ha mai risposto e nessuno mai soprattutto ci ha contraddetto. Allarmanti inoltre le gravi dichiarazioni rese del Presidente Scaravaggi (ex?) che ci fanno domandare se non esistano i presupposti perché lui si rechi in procura. Per il bene di Piacenza, per il bene della Fondazione, diamo un forte segnale di discontinuità, rinnovamento, e “vera” trasparenza.
“Se e’ vero che 22 erogazioni risultano da tempo bloccate dall’ostruzionismo di alcuni componenti ill consiglio d’amministrazione solo per fare dispetto al Presidente Scaravaggi – continua la nota – vuole dire che piu’ in basso di cosi la Fondazione non può scendere, a meno che non si sia interessati solo al suo affondamento.”
”E’ ora che le istituzioni piacentine, soprattutto dopo queste rilevazioni, chiedano pubblicamente ai componenti del consiglio d’amministrazione di andarsene. Quello per cui Scaravaggi ha chiesto la revoca – concludono Foti e Opizzi – non e’ infatti più un organo di amministrazione, ma un covo in cui rancori e ambizioni smodate la fanno da padrone, con buona pace delle meritorie finalità che la Fondazione deve perseguire.”
DOPO SCARAVAGGI, UNA FONDAZIONE DA RISCRIVERE
La fondazione del post Scaravaggi è da riscrivere. Una pagina che per essere riempita deve attenersi allo statuto ed alcuni vincolanti pareri come quello di Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie e dello studio legale Portale che ha seguito proprio la stesura dello statuto dell’ente di via Sant’Eufemia. Questi pronunciamenti segnano di fatto il binario su cui tracciare la futura Fondazione, quella da cui Francesco Scaravaggi ha rassegnato le dimissioni. Il consiglio di amministrazione, in questa fase, rimane in carica svolgendo l’ordinaria amministrazione, ha il dovere di convocare il prossimo consiglio generale nel quale dovranno essere presentate la o le candidature al ruolo di presidente. Il vice presidente vicario Beniamimo Anselmi, da noi interpellato, ha insistito sulla necessità di buon senso, trasparenza e prudenza in questa fase di transizione per la fondazione. “Bisogna agire nel segno della più ampia democrazia, è il senso delle sue parole. Pensare alla fondazione come ad una casa di vetro – spiega – ciò che accade deve essere a conoscenza di tutti, senza interessi personali, a partire dalle modalità di scelta dei fornitori e a chi si affidano i lavori”.
Tornando alle motivazioni che hanno portato alle dimissioni de presidente, Stefano Pareti, membro del cda, ripercorre gli ultimi mesi di gestione Scaravaggi. “La situazione di disagio del presidente – spiega – prosegue dal settembre scorso. Ha resistito, poi quando la misura è stata colma, ha preferito sottoporre al consiglio generale un’alternativa secca: o io o il cda. Il consiglio ha respinto la proposta”.
FONDAZIONE, CHE FINE FARA’ IL CDA?
E’ un rebus, per ora, senza soluzioni quello della Fondazione di Piacenza e Vigevano dopo le dimissioni del presidente Scaravaggi. Irrisolto perchè non c’è chiarezza su cosa avverrà nel prossimo futuro. Lo statuto prevede che il presidente rassegni ufficialmente le dimissioni presentandole al collegio sindacale, al vice presidente vicario Beniamino Anselmi e al consigliere più anziano Domenico Battaglia (rappresentante di Vigevano). Successivamente dovrebbero essere discusse in una seduta apposita del consiglio generale, dove non tutti i consiglieri potrebbero essere essere d’accordo con la decisione di Scaravaggi di lasciare l’ente di via Sant’Eufemia. E se così fosse cosa accadrebbe? Aleggia intorno a questa intricata vicenda parecchia incertezza, anche perchè non si è mai verificata una situazione simile. Appare chiaro che al centro di questa rottura ci sia il rapporto tra il presidente e il cda, almeno una parte, come ha dichiarato lo stesso Scaravaggi “venivo scavalcato nel ruolo di presidente, era un cda frutto di una scelta non completamente autonoma”. Parole che rimbombano oggi, dopo quello che è accaduto.