Oltre alle autorità, Prefetto, Presidente della Provincia e Sindaco, alla cerimonia in occasione del Giorno della Memoria erano presenti anche la classe 3° Grafica A del liceo artistico Cassinari, alcuni componenti della Consulta provinciale studentesca e una rappresentanza di studenti per l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Al momento di preghiera affidato a don Davide Maloberti è seguita la consegna dell’onorificenza alla memoria di Luigi Biondi, deportato e internato dall’8 settembre 1943 e il 1° aprile 1945 presso l’azienda Hugo Schneider A.G.: alla sua figura è stata tributata la medaglia d’onore concessa dal presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti.
“Mentre ci chiediamo, ancora una volta, come sia potuto accadere – ha detto la sindaca Tarasconi nel suo discorso – è alla nostra coscienza di donne e uomini liberi, al nostro stesso mondo civile che poniamo questa domanda.
Coltivare la memoria, ascoltarne il monito nel presente, trasmetterne gli insegnamenti più dolorosi alle ragazze e ai ragazzi che sono qui insieme a noi in questa ricorrenza, è l’unico modo in cui possiamo tendere la mano verso quella voragine che ha inghiottito milioni di vite. Non le dimenticheremo mai, ma nel loro nome continueremo a impegnarci per costruire la pace”.
“Non una semplice cerimonia o celebrazione – ha detto il prefetto Paolo Ponta – ma la trasmissione del ricordo delle vittime e di quanti hanno avuto il coraggio di seguire la propria coscienza, rifiutando di diventare complici di
una macchina di morte spietata e tristemente efficiente, in quella quotidiana banalità del male sottolineata da Hannah Arendt”.
“Chi non conosce la storia è condannato a ripeterne gli errori – ha detto la presidente della Provincia Monica Patelli – pertanto è necessario sensibilizzare ragazze e ragazzi sugli eventi del passato, raccontando i fatti con
chiarezza e indicando gli esempi delle persone che hanno lottato con coraggio
contro la barbarie e hanno messo a rischio le proprie vite per salvarne altre.
Purtroppo – anche oggi – persistono pregiudizi, fanatismi e parole di odio.
Si tratta di semi maligni sui quali tutti abbiamo la responsabilità di vigilare, per
riconoscerli e per contrastarli unendo le forze: è un dovere che richiede una
disponibilità personale da destinare ad un impegno condiviso a ogni livello.
A tenere alta la nostra attenzione e farci da guida sono alcuni fari luminosi, come la Costituzione Repubblicana”.