“LE ISTITUZIONI PIACENTINE SI UNISCANO PER VERDI. SU EX ALBERGO SAN MARCO URGE INCONTRO TRA COMUNE E AUSL”

Una lettera rivolta alle istituzioni locali per sollecitare “ad agire in funzione di coerenti iniziative riguardanti gli indiscutibili legami del maestro Giuseppe Verdi con il territorio piacentino”.

Comincia così la nota indirizzata in particolare all’amministrazione comunale, firmata da Stefano Pareti per il Comitato Ex Albergo san Marco, Pietro Chiappelloni per la Sezione piacentina di Italia Nostra, Gian Pietro Bisagni e Franco Sprega per Terre Traverse, Marco Corradi autore del volume Verdi non è di Parma  e Maurizio Sesenna della Galleria Rosso Tiziano.

Ecco il testo:

Pensiamo che Enti Locali, Banche, Camera di Commercio unificata, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Regione Emilia Romagna, unitamente a club di servizio e associazioni quali l’Unione Industriali e Confapi Industria, possano individuare una vocazione aggiuntiva a favore del nostro territorio, per investire sul futuro in campi spesso trascurati ma che possono favorire uno sviluppo che ci compete.
Quello che proponiamo è un passaggio fondamentale perché senza questo coinvolgimento saremo destinati a una sconfitta, e riteniamo che si possano cogliere i vantaggi economici, culturali e sociali che potrebbero derivare al territorio dalla nostra proposta.
L’esempio della vicina Parma è categorico. In quella città e nella sua provincia sono i negozi, gli alberghi, i ristoranti, gli enti locali e le associazioni culturali che “vendono” Verdi e la sua musica. Tutta la comunità ne è consapevole, ed è proprio questo che manca al territorio piacentino. C’è a Parma una mobilitazione generale che a Piacenza deve ancora essere avviata. La nostra comunità si deve organizzare per rispondere alle attese dei turisti, valorizzando i lasciti verdiani finora trascurati o ignorati. Si tratta di operare un imprescindibile salto di qualità.
Il Maestro Giuseppe Verdi può far crescere Piacenza e la sua provincia, perché musica e cultura possono costituire un’opportunità importante quanto i settori tradizionali, spesso in affanno.
L’industria turistica comporta non la trasformazione radicale del territorio, tale da non renderlo più riconoscibile, ma consente invece un suo pieno e permanente riconoscimento e arricchimento. Il “prodotto” verdiano della nostra terra è un bene che, per essere goduto, richiede che la materia prima, che ha concorso a crearlo e a dargli valore, venga attentamente tutelata. Il paesaggio e il territorio non debbono essere sfruttati, ma vanno conservati, migliorati e arricchiti. E ciò vale per Villa Sant’Agata a Villanova sull’Arda, per l’ospedale dello stesso comune voluto e finanziato da Verdi, per le terre che sono state parte delle aziende agricole del Maestro e anche per l’ex Albergo san Marco a Piacenza, destinabile in gran parte a museo dedicato a Giuseppe Verdi, nonché per ogni altro lascito verdiano.
Chiediamo alle istituzioni locali piacentine di aderire tutte assieme a questo progetto che potrà essere occasione di sviluppo e collaborazione, tale da riscoprire aspetti inediti della vita del Maestro e da attirare turisti e visitatori.

In proposito, gli scriventi ritengono che per la situazione di stallo in cui versa l’edificio dell’ex albergo San Marco sia urgente un incontro formale tra il comune di Piacenza e l’AUSL di Piacenza, per verificare ogni possibile soluzione anche amministrativa riguardante il fabbricato.
Inoltre, si condivide lo sforzo compiuto dal ministro Sangiuliano per villa Verdi a Sant’Agata di Villanova, e si apprezza l’idea annunciata alla stampa della procedura di esproprio per pubblica utilità, nonché quella di una Fondazione per la gestione del fabbricato e dei preziosi arredi in esso contenuti.
Infine circa l’Ospedale di Villanova ci si augura che, oltre al materiale della cappella interna, venga salvaguardata la Stanza di Verdi in essa contenuta grazie all’impegno delle Verdissime.com che ne furono le generose artefici.

In conclusione, gli scriventi ritengono che il comune di Piacenza possa assumere un ruolo-guida in questa impresa e chiedono alla sindaca Katia Tarasconi un incontro per meglio articolare la portata della proposta cui dare attuazione.

 

OSPEDALE DI VILLANOVA: ECCO COME POTREBBE DIVENTARE

La vera sfida fu quella di considerare la riabilitazione una risposta alla disabilità. Sfida accettata e vinta dall’ospedale Verdi di Villanova. A confermarlo sono i risultati ottenuti negli anni, la qualifica di Unità Spianale da parte della regione e il successivo accreditamento. Tutto questo è stato l’ospedale fondato da Giuseppe Verdi, ma il futuro? Se ne è parlato a Palazzo Galli nel confronto organizzato dal comitato a difesa della struttura.
Il trasferimento a Fiorenzuola sembra l’ipotesi più probabile, a meno di un passo indietro auspicato dai comitati. Molto più nebulosa l’ipotesi di portare a Villanova il centro del comitato paralimpico come la regione ha proposto nell’ultima conferenza socio sanitaria di agosto. Sul tavolo sarebbe già pronta una bozza di adeguamento della struttura in base alle linee del documento stilato dall’Asl.

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“MORIRE DI FAME O DI LAVORO”, IL TOUR DELLA SICUREZZA DI ANMIL

Oltre 8 mila chilometri percorsi in camper di cui 2 mila in hand bike a motore, 51 giorni per visitare 40 città e 1000 comuni. Sono i numeri del Tour per la Sicurezza che Bruno Galvani, piacentino, presidente della fondazione Anmil, ha deciso di compiere per far prendere coscienza, ancora una volta, della piaga delle morti sul lavoro, ma anche delle malattie professionali che in Italia raggiungono percentuali inaccettabili; perchè non si può più scegliere di morire di fame o di lavoro.

Sono 205 i minori che nel 2015 sono stati dati in affido tra Piacenza e provincia. Tra le realtà presenti sul territorio c’è l’associazione Dalla parte dei bambini fondata 30 anni fa. Un supporto importante per tutte quelle coppie o single che vogliono rendersi disponibili per l’affido di un minore. Alla base di tutto ci deve essere un forte senso di genitorialità e spirito di servizio.

Si potrebbe chiamare Verdieum, il museo dedicato a Giuseppe Verdi all’interno dell’ex albergo San Marco. La proposta arriva da un gruppo di cittadini che ha dato vita ad un comitato per dare nuova vita all’edificio che ha ospitato il compositore nei soggiorni in città. Perchè Verdi era, a tutti gli effetti, piacentino, nonostante sia nato a Busseto a pochi chilometri oltre la provincia piacentina. Le amministrazioni tengono conto di questo? Parrebbe di no, dal momento che Piacenza non ha nulla che ricordi Verdi se non una via del centro.

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“VERDIEUM, IL MUSEO DI VERDI ALL’EX SAN MARCO”

Potrebbe chiamarsi Verdieum, il museo dedicato a Giuseppe Verdi proprio all’interno dell’ex albergo San Marco dove il compositore alloggiava nei suoi frequenti soggiorni a Piacenza. Perchè Verdi era piacentino, nonostante si faccia di tutto per dimenticarselo mentre appena al di là della provincia piacentina facciano di tutto per accaparrarselo. Al centro del dibattito torna l’edificio di via San Marco a due passi da piazza Cavalli. Quella del museo è proprio l’idea che anima il comitato San Marco per dare nuova vita a quel luogo da oltre 30 anni abbandonato che tra le ultime destinazioni d’uso ha ospitato l’ufficio d’igiene dell’Asl e successivamente il comando della polizia municipale. Dal 2008 il dibattito intorno all’edificio è frizzante, ma è proprio l’Asl, che ne è proprietaria a volerlo alienare.

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