PESTE SUINA: LA PROVINCIA CHIEDE L’AIUTO DEL GOVERNO. “IL NOSTRO TERRITORIO E’ FERITO”

Dopo il caso di peste suina africana che ha colpito un intero allevamento di Ponte dell’Olio, considerato fiore all’occhiello sia per benessere animale che per sicurezza, la Provincia di Piacenza chiede a gran voce l’intervento del Governo. La cabina di regia, che si è riunita dopo l’abbattimento dei 773 animali, ha deciso di scrivere ai Ministri della Salute e dell’Agricoltura per chiedere attenzione in termini di risorse umane ed economiche. “Il nostro territorio è stato ferito – ha detto la Presidente Patelli – è giusto che venga condiviso con le istituzioni”.

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SINDACI PIACENTINI “DELUSI DALLE MISURE DEL GOVERNO. CHIEDIAMO RISTORI PRONTI ED EFFICACI”

Delusione e tristezza per le ultime misure varate dal Governo. I sindaci della provincia di Piacenza hanno firmato una nota congiunta in cui esprimo la contrarietà per essere stati “ancora una volta bypassati”. Nella lettera si fa riferimento soprattutto al malessere che stanno vivendo alcune categorie di lavoratori che vedono nelle amministrazioni locali il proprio interlocutore e a cui rivolgono tutta la loro sofferenza.

Una volta ancora ci troviamo a dover manifestare profonda delusione, e tristezza, per le misure del Governo. Una volta ancora, infatti, vediamo forti limitazioni nei confronti di categorie stremate. Una volta ancora, inoltre, apprendiamo di queste misure già confezionate, senza che noi, o i nostri rappresentanti siano stati interpellati e coinvolti. E questo è molto grave: i sindaci, gli enti locali, sono naturalmente il primo livello di contatto tra la società e l’istituzione. I commercianti, i lavoratori, le famiglie, vedono – giustamente – nel Comune il proprio primo interlocutore, il proprio primo destinatario di insofferenza. E il Comune è stato bypassato, una volta ancora.

A noi i cittadini sollevano dubbi, rimostranze, spesso critiche. A noi i cittadini chiedono risposte. A noi chiedono “Perché?” dopo un anno e oltre di emergenza siamo costretti a subire le stesse cose del primo momento. Noi, in questo momento, non abbiamo risposte. Non ci sono state date. Forse perché troppo difficili da ammettere. È troppo difficile oggi ammettere di aver creato problemi drammatici con il piano vaccinale nazionale. È avvilente vedere Paesi – vicini e lontani – procedere a spron battuto con la somministrazione, e paragonarli al nostro Sistema Sanitario Nazionale (per fare un esempio, nello Stato di New York, per lungo tempo preso a modello negativo di gestione della pandemia, si è già arrivati ora a vaccinare i trentenni), che arranca, e costringe a stringere la cinghia, ancora.

Si tratta di una battaglia che tutti combattiamo, ma le armi ora sono nettamente impari. Chi chiude ha perso la forza – la voglia? – per continuare a lottare con gli altri. E noi, sinceramente, non possiamo biasimarlo. Non ci sentiamo di colpevolizzare chi, come in questi giorni, manifesta il proprio malessere e la propria difficoltà. Anzi, ha il nostro sostegno. Ha il nostro sostegno perché la sofferenza dei cittadini non può che essere la nostra.
In questi mesi noi abbiamo cercato di fare la nostra parte, approntando piani di sostegno alle famiglie e alle attività, ripartendo i fondi statali, accompagnandoli con fondi comunali, per tamponare il primo momento di crisi. Ora lanciamo un appello, al governo e alla regione, affinché le nuove misure vengano accompagnate da ristori pronti ed efficaci. Allo stesso tempo, chiediamo che il nuovo governo si faccia carico di implementare a dovere il piano vaccinale.

L’importanza di questa posizione unitaria è notevole: è la voce di quasi trecentomila persone che lo chiede.

NUOVO DPCM: I SINDACI POTRANNO CHIUDERE LE PIAZZE. CONFERMATA LA DIDATTICA IN PRESENZA

I sindaci potranno scegliere in autonomia e in base all’andamento della malattia se chiudere o meno strade, vie o piazze per evitare assembramenti dopo le 21. Capitolo scuola: confermata la didattica in presenza fortemente sostenuta dal ministro Azzolina verso le Regioni. Didattica a distanza solo in situazioni critiche e possibili turni pomeridiani per le classi. Sono queste due delle misure principali contenute nel nuovo Dpcm scritto a più mani dal Governo insieme ad Enti locali e Regioni. 

Non c’è solo questo: la nuova stretta riguarda soprattutto locali, bar, ristoranti e pubblici esercizi ai quali è concesso il servizio ai tavoli dalle 5 alle 24, fino alle 18 invece se la consumazione è al banco. In qualunque caso, dalle 18 sarà possibile solo il consumo al tavolo, a cui dovranno in ogni caso sedersi un massimo di sei persone. All’esterno dei locali dovrà essere riportato il numero massimo di clienti consentiti all’interno. L’asporto resta garantito fino alle 24.
Stop agli sport di contatto amatoriali, come calcetto e basket, anche per le associazioni e scuole di bambini e ragazzi. Il calcio dilettantistico resta attivo fino alle prima categoria. Le palestre restano aperte, ma hanno una settimana di tempo per adeguarsi pienamente ai protocolli di sicurezza, in caso contrario verranno chiusure così come le piscine.
Sale bingo aperte fino alle 21.
“Sono misure più efficaci” le ha definite il premier Conte in conferenza stampa “ma restano fondamentali l’utilizzo della mascherina, il distanziamento e l’igiene delle mani”. I numeri confermano che il virus avanza a grandi passi, le nuove misure potrebbero rivelarsi più transitorie del previsto e scavalcate da nuovi decreti.

NUOVO DECRETO DEL GOVERNO: LA VERSIONE UFFICIALE

Confermate per la gran parte le nuove misure restrittive anche nel documento definitivo del Governo che, questa notte, il premier Conte ha illustrato agli italiani. Si tratta di misure di contenimento del contagio che interessano l’intera regione Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova, Treviso; Asti e Alessandria.

Per contrastare il diffondersi del Covid 19 in queste aree bisogna:

  • evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza
  • ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di37,5° C) è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al
    massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante;
  • divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus;
  • sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi
    pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento di eventi e competizioni,
    nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico. In tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro
  • sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici;
  • sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato,  compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali
  • l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali
    da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle
    caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose e funebri;
  • sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia, le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza ad esclusione dei corsi per i medici in formazione specialistica e dei corsi di formazione specifica in medicina generale, nonché delle attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie
  • sono chiusi i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura
  • sono sospesi i concorsi pubbliche e private ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati è effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in
    modalità telematica; sono esclusi dalla sospensione i concorsi per il personale sanitario, compresi gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della
    professione di medico chirurgo, e quelli per il personale della protezione civile
  • Sono consentite le attività di ristorazione e bar, ma dalle 6 alle 18, con l’obbligo da parte del ristoratore di garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con la sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione
  • è vietato agli accompagnatori dei pazienti permanere nelle sale di attesa dei
    dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso
  • sono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, del personale
    le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale;
  • sono adottate in tutti i casi possibili, nello svolgimento di incontri o riunioni, modalità
    di collegamento da remoto con particolare riferimento a strutture sanitarie e
    sociosanitarie,
  • nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita,
    gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei
    mercati. La chiusura non è disposta per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, il cui gestore è chiamato a garantire comunque il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione;
  • ono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri
    benessere, centri termali

NUOVE RESTRIZIONI DAL GOVERNO: SI POTRA’ USCIRE DALLA PROVINCIA DI PIACENZA SOLO PER MOTIVI “GRAVI E INDIFFERIBILI”

Nuove restrizioni per contrastare il diffondersi del Coronavirus. Il Governo le sta discutendo in queste ore, tuttavia la bozza del nuovo decreto è già stata anticipata da tv e siti web nazionali.

All’interno delle nuove misure c’è anche la provincia di Piacenza, insieme alle province di Parma, Reggio Emilia, Rimini, Modena, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria, Asti e all’intera regione Lombardia. Le misure dovrebbero restare in vigore fino al 3 aprile, ma manca ancora la conferma dei provvedimenti da parte del Governo.

Gli spostamenti sarebbero consentiti solo per motivi “gravi e indifferibili”, di lavoro o di famiglia. Le restrizioni si allargano alla chiusura delle scuole, musei, palestre, piscine, teatri, centri sociali e culturali.

CORONAVIRUS, LE NUOVE MISURE: SCUOLE CHIUSE BIBLIOTECHE APERTE

La novità principale del decreto del Governo sulle misure di contrasto alla diffusione del Coronavirus è la sospensione del coprifuoco per i bar a patto che mantengano quella “distanza di sicurezza” necessaria per evitare il contagio, detta in parole tecniche adeguarsi alle misure anti assembramento.

Via libera anche ai mercati nelle piazze, aperture delle biblioteche, musei ed archivi a condizione che vengano garantite le modalità di accesso contingentate per evitare assembramenti. Cosa significa che saranno aperte ma a “numero chiuso”, cioè un addetto farà entrare una certo numero di fruitori alla volta? Le scuole però, di ogni ordine e grado, resteranno chiuse per un’altra settimana, così come piscine e palestre. Anche da parte degli amministratori locali non si nasconde una certa perplessità.

Tornando ai bar e pub viene concessa la possibilità di tenere regolarmente aperto in orario serale a condizione che il servizio sia espletato per i soli posti a sedere e che, tenendo conto delle dimensioni del locale, gli avventori siano ad metro di distanza l’uno dall’altra.

Confermata anche per questa settimana, nelle giornate di sabato e domenica nelle medie e grandi strutture commerciali, i negozi presenti all’interno dei centri commerciali.

Il Comune di Piacenza ha disposto per la sola giornata di lunedì 2 marzo la chiusura dei centri diurni e dei servizi semiresidenziali per anziani e disabili,  dei centri educativi e dei centri aggregativi per minori e giovani. Si conferma inoltre la possibilità di rivolgersi agli sportelli Informasociale e Informafamiglie solo per le domande con scadenza entro il 10 marzo prossimo. Sono sospese le attività socio-ricreative rivolte agli anziani, i servizi educativi domiciliari per disabili, adulti e minori e le iniziative di tempo libero garantite a
utenti con disabilità, adulti e minori. Sospese anche le attività garantite dai centri
socio-occupazionali, di tirocinio formativo, l’attività responsabilizzante e gli
interventi dell’Unità di Strada antiprostituzione. Sospese le visite domiciliari
delle assistenti sociali per adulti, anziani, minori e disabili, fatta eccezione per i casi
espressamente autorizzati dal dirigente di settore.

GOVERNO PD-M5S: QUALE FUTURO?

Quale futuro potrebbe avere un governo PD-M5S? Se lo chiedono molti elettori soprattutto di sinistra in questa fase di frenetiche consultazioni. Abbiamo chiesto l’opinione di due esponenti della sinistra piacentina: Gianni D’amo di Città Comune per cui l’obiettivo principale è “svelenire il paese” e Carlo Berra del PD secondo il quale “le cose non cambieranno in breve tempo”.

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SCUOLA: UNDICI ISTITUTI SENZA PRESIDE

La coperta è stretta e tira tira non basta mai. Ad un mese dall’avvio del nuovo anno scolastico, la situazione è quella di sempre, nonostante la riforma della Buona Scuola varata dal Governo a luglio. A Piacenza le 100 immissioni di ruolo a partire da settembre, che costituiscono la fase zero della riforma, non bastano neppure a coprire i 108 pensionamenti. A questi si devono aggiungere i 27 posti della fase A che vanno a coprire i posti lasciati vacanti dalla fase zero più un numero di immissioni di sostegno pari a 26, per un totale di 153 nuove assunzioni. “Successivamente – spiega Lucia Galeazzi Cisl scuola – procederemo alla fase B rivolta alla platea nazionale e alla fase C che andrà a coprire le cattedre vacanti. A Piacenza, ad esempio, ci sono 17 cattedre di matematica alla medie, educazione tecnica e spagnolo. Da novembre si procederà con la nomina dell’organico potenziato”. Altro capitolo quello della carenza di dirigenti scolastici. Tra Piacenza e provincia Il nuovo anno si aprirà con 11 istituti senza presidi. Una situazione resa ancora più delicata dal fatto che la Buona Scuola ha abolito la figura del dirigente vicario, o del vecchio vice preside.

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