CITTADELLA, LETTERA ALLA SINDACA DALLE ASSOCIAZIONI: “SE E’ TRISTE, NOI LO SIAMO PIU’ DI LEI”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che Legambiente, Italia Nostra (sezione di Piacenza) FATe (Fondo Ambiente e Territorio Piacenza) Laboratorio Popolare per la Cultura e per l’Arte Attac Italia Piacenza, cittadini firmatari del ricorso e i cittadini del presidio di piazza Cittadella hanno inviato alla sindaca Tarasconi

Cara Sindaca,
siamo davvero sbalorditi dalle dichiarazioni rilasciate a Libertà del 25 settembre. Se lei è triste, anche noi lo siamo, insieme a tanti cittadini che hanno spontaneamente e convintamente aderito al presidio di piazza
Cittadella e ai più di 30.000 che hanno firmato la petizione on line e su carta.

Siamo tristi per l’ostinazione con cui vuole – a dispetto dei santi – eliminare un patrimonio arboreo così prezioso per il centro storico e portare avanti un progetto di parcheggio interrato che era già anacronistico 12 anni fa ma che oggi è addirittura irricevibile, sotto il profilo ambientale, culturale ed economico. Siamo tristi perché con la sua ostinazione è riuscita nell’intento che ogni Sindaco dovrebbe rifuggire, cioè dividere la cittadinanza anziché
unirla su progetti partecipati e condivisi. Siamo tristi per i richiami a parole d’ordine che pensavamo confinati ad un periodo storico da dimenticare, quello della condanna della “Magistratura politicizzata” e dell’affidamento alla cosiddetta “maggioranza silenziosa”. Siamo tristi perché ancora una volta, nonostante le promesse in campagna elettorale, vuole ignorare, alla stregua dei più accesi negazionisti, i pericoli che i cambiamenti climatici determineranno in termini di isole di calore, a seguito della lastricatura della piazza, a danno dei cittadini più fragili. Tutto questo all’insegna della cultura del FARE ad ogni costo e per togliere dal degrado Piazza Cittadella….

Noi siamo invece per la cultura del FARE BENE e dell’interesse pubblico. Anche noi siamo convintamente contro il degrado; per questo da 12 anni cerchiamo di segnalare alle istituzioni competenti e di controllo la mancanza di rispetto delle norme e le incoerenze procedurali che costellano l’iter di questo progetto. Per anni abbiamo insistentemente cercato un confronto che non ci è mai stato concesso, alla faccia della partecipazione.
E’ ben vero che il progetto e il corollario del cosiddetto ”equilibrio” economico-finanziario è stato approvato in Consiglio Comunale, che è l’organo istituzionalmente deputato a tale funzione ma tutti sanno anche con
quali forzature. Forse il deficit di rispetto del Consiglio non è attribuibile ai cittadini che criticano questa delibera, quanto a chi, con ostinata determinazione, impedisce la piena trasparenza degli atti e della documentazione relativa al dossier Cittadella, che rimane invece zeppo di opacità.

C’è un solo modo per diradare la tristezza e ridare dignità che l’istituzione Comunale merita; quello di resettare la procedura (gli strumenti ci sono) e di avviare un cantiere di partecipazione per una reale e più adeguata riqualificazione di Piazza Cittadella, forse la più amata dai piacentini non solo per i monumenti storici che la adornano ma per le testimonianze di vita che ne segnano la memoria.

Chiediamo pertanto all’Amministrazione di far sospendere l’approntamento del cantiere perché, a seguito dell’Ordinanza del Giudice – per la stessa ammissione della Sindaca – l’opera non è oggi attuabile. Procedere
alla demolizione dell’autostazione, oltre al rischio di danneggiare gli alberi, rischierebbe di bissare l’inutile e dispettosa demolizione dell’ex mercato ortofrutticolo. Auspichiamo comportamenti istituzionalmente più
maturi e responsabili.

 

ITALIA NOSTRA: “L’ESPOSTO IN PROCURA E’ L’ATTO ESTREMO PER SALVARE PIAZZA CITTADELLA”

Un altro esposto è stata presentato in procura per il caso piazza Cittadella. A presentarlo, questa volta, è stata la sezione locale di Italia Nostra, affinché si valuti se sussistano le condizioni per chiedere l’interdizione degli atti che consentono l’esecuzione dei lavori. Un esposto che arriva dopo la consegna delle aree da parte del comune al concessionario per l’avvio, entro un mese, del cantiere; ma anche e soprattutto, lamenta Italia Nostra, dopo una assenza totale di considerazione e dialogo da parte dell’amministrazione rispetto alle domande più volte poste.
In particolare ciò a cui si fa appello è l’articolo 10 comma 4 del decreto legislativo 42/2004, in quanto la piazza è considerata come bene culturale soggetto a vincolo e a tutela e come tale non può essere sottoposta a demolizione ma solo ad interventi conservativi.

https://fb.watch/tMBokja7YY/

“SOTTO PIAZZA CITTADELLA REPERTI MEDIEVALI E RINASCIMENTALI”. ECCO LE FOTO

Non è solo una questione ambientale; su piazza Cittadella pende anche una seria questione archeologica manifestata congiuntamente da Legambiente, Italia Nostra, FATE fondo ambiente e territorio e Laboratorio Popolare.
Attraverso un accesso agli atti presso la sovrintendenza archeologica, queste associazioni hanno reso pubblico la documentazione fotografica della società Malena snc del 2013 relativi ai lavori effettuati da IREN nella zona di piazza cittadella e nelle aree limitrofe. Dalle foto si rilevano lastricati di strade, muretti, archi, pavimentazioni a mattoni e a spina di pesce. Manufatti ancora ben conservati che riguardano gli scavi eseguiti ad una profondità di 2 metri e mezzo. Tutto questo si va ad aggiungere ai reperti di epoca romana rivenuti nei pressi della piazza tra cui i pavimenti in mosaico e laterizio e cocciopesto del cortile della scuola Mazzini oggi esposti a palazzo Farnese.

https://fb.watch/oU83npW0tw/

 

ITALIA NOSTRA: “SU PIAZZA CITTADELLA TRAFFICO MASSICCIO DI AUTO E BUS. DOVE STA LA RIQUALIFICAZIONE?”

Guardando questa tavola data marzo 2019, l’unica al momento esistente che si riferisce alla riqualificazione di piazza Cittadella, un paio di elementi saltano all’occhio: i 17 punti di fermata per autobus di colore rosso e un fitto percorso viabilistico, rappresentato nelle tonalità del verde: viabilità principale, esclusiva per autobus ed esclusiva per auto.
A lato la pensilina che dovrebbe sorgere laddove oggi esiste la vecchia biglietteria. Un progetto esecutivo, così si chiama, al di sotto del quale, verrà costruito il parcheggio interrato di 250 posti auto che il consiglio comunale ha votato pochi giorni fa.
Abbiamo cercato di immaginarci l’impatto visivo della piazza inserita in un contesto monumentale e vincolato, oltre che all’interno del tessuto urbano esistente, costituito da scuole, abitazioni, negozi e uffici.

EX CARMINE: IL SOPRALLUOGO NON CONVINCE ITALIA NOSTRA

Il tanto richiesto sopralluogo c’è stato ma non ha convinto; non ha convinto Italia Nostra che giudica il soppalco all’interno della chiesa dell’ex Carmine “un’intrusione”. Per l’amministrazione “è una questione di gusti”. E i lavori proseguono a ritmo serrato.

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BISOTTI SU PALAZZO EX ENEL: “OCCUPIAMOCI DELLE PRIORITA'”

“L’ amministrazione non si attende nulla rispetto alla pratica di palazzo ex Enel”. L’assessore all’Urbanistica Silvio Bisotti risponde così in merito al caso dei reperti del  palazzo di viale Risorgimento sulla cui struttura i lavori di demolizione stanno procedendo a pieno ritmo per terminare con la ripresa dell’anno scolastico. Fai, Italia Nostra, Archistorica e il gruppo di ricerca Piacenza Romana invece qualcosa dalla Soprintendenza si aspettano, in particolare una risposta alla richiesta di sopralluogo avanzata nell’ultima lettera. “La Soprintendenza ai beni architettonici non è stata informata perchè non era richiesto il suo parere – ha spiegato Bisotti. Il progetto che riguardava il parcheggio nel secondo seminterrato, dove sono tutt’ora i reperti all’interno di una soletta di cemento, è stato accantonato nel 2009. Per questo non si è ritenuto di informarla, perchè nulla di sua competenza sarebbe stato toccato. Ho provveduto invece ad informare nel luglio scorso – prosegue l’assessore – la Soprintendenza per i beni artistici e paesaggistici dal momento che il progetto di ricostruzione del palazzo prevede l’utilizzo della pietra di Vicenza anzichè il cotto, ed abbiamo ottenuto l’ok”. Secondo l’assessore Bisotti quindi la Sovrintendenza non era al corrente dell’intervento semplicemente perchè non occorreva che lo fosse nel senso che il progetto, che originariamente prevedeva l’utilizzo del secondo seminterrato dove sono ricoverati i reperti, era stato accantonato nel 2009. “L’interesse per questi reperti – conclude Bisotti – si doveva manifestare nel 2010 cioè quando il consiglio comunale, in modo acceso e dibattuto, discusse e approvò il progetto attuale. Piacenza fa fatica a tutelare i beni che già possiede, occupiamoci delle priorità”.

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FERRARI FAI:”PIACENZA NON HA UN MUSEO DEI REPERTI ROMANI”

Domenico Ferrari delegato del Fai di Piacenza è pessimista sull’esito del caso dei reperti di palazzo ex Enel. “Purtroppo ho l’impressione che i giochi siano fatti – ci dice – anche se spero che la richiesta delle associazioni di effettuare un sopralluogo da parte della Soprintendenza venga accolta.” Con il professor Ferrari abbiamo allargato il discorso sul tema della valorizzazione dei beni archeologici. “Piacenza è ancora più povera di reperti romani di quello che pensassi – spiega – nel senso che sono numericamente moltissimi ma non vengono resi visibili e portati alla luce. Questo è un vero peccato. Siamo stati la prima colonia di Roma insieme a Cremona, capitale dell’Emilia per quanto riguarda i resti romani, ma nulla o poco più è visibile. C’è molto di sepolto – continua – e quel poco che si vede è stato mal trattato. Con il Fai siamo riusciti a visitare i reperti romani sotto al palazzo di via Trebbiola rivenuti durante gli scavi, quelli al Monte di Pietà e al salone Santa Margherita della Fondazione. Ma a Piacenza – conclude Ferrari – non esiste un museo che li racchiude, sono nei magazzini e di certo non visibili”.  Nel frattempo Fai, Italia Nostra, Archistorica e il gruppo Piacenza Romana sono in attesa di una riscontro delle Belle Arti per un sopralluogo sul cantiere.

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PALAZZO EX ENEL, E’ SCONTRO SUI REPERTI

Il gruppo di ricerca Piacenza Romana, l’associazione Archistorica, Italia Nostra e Fai vogliono andare in fondo a quello che sta prendendo tutti i contorni di una scontro di posizioni. Da una parte le associazioni, dall’altra amministrazione, ditta esecutrice e progettista. Due posizione opposte che si sono venute a creare a seguito della risposta della Soprintendenza che sostiene di non essere stata informata sull’attuale progetto che prevede l’abbattimento di palazzo ex Enel entro il 15 settembre e la costruzione di una nuova struttura che non contempla la valorizzazione dei reperti sottostanti. Per questo con una lettera anche Archistorica e Piacenza Romana si sono unite alla richiesta di Italia Nostra chiedendo un sopralluogo delle Belle Arti scrivendo direttamente al Soprintendente Marco Edoardo Minoja e al funzionario competente per il comune di Piacenza Daniela Patrizia Locatelli. La missiva è stata indirizzata per conoscenza anche al sindaco Dosi e al Consiglio comunale. Una richiesta di sopralluogo motivata dalla difformità di argomentazioni sostenute fino ad oggi dall’amministrazione, dalla proprietà dell’immobile, dal progettista e le informazioni della Soprintendenza stessa.

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