SETTE ASSOCIAZIONI SCRIVONO ALLA SINDACA: “RISPOSTE CHIARE E SPECIFICHE SUL PARCHEGGIO DI CITTADELLA”

Le associazioni Archistorica, FATe, Italia Nostra Piacenza, Legambiente, Comitato Parco della Pertite, Attac/Italia Piacenza e Laboratorio Popolare della Cultura e dell’Arte hanno scritto una lettera alla sindaca, e per conoscenza agli assessori e consiglieri, per avere risposte chiare e specifiche alle tante criticità emerse rispetto al parcheggio interrato di Piazza Cittadella.; prime fra tutte la questione ambientale e il ritrovamento di reperti archeologici durante gli scavi.

IL SOSTEGNO DEL MONDO DELLA SCUOLA ALLA PRESIDE DI FIRENZE CHE CITA GRAMSCI

Di fronte alla generale indifferenza delle istituzione, ha pensato di prendere la parole e di rivolgersi ai suoi studenti. Forse non pensava neppure di sollevare  così tante polemiche. Eppure la lettera della professoressa Annalisa Savino, preside del Liceo scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, ha fatto scattare il ministro alla Cultura Valditara che l’ha definita “impropria. Perché non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo” e perché in “Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista”.

Il fatto al centro del dibattito è stata l’aggressione avvenuta fuori dal Liceo Michelangelo di Firenze, qualche giorno fa, da parte di alcuni membri di Azione studentesca ai danni di alcuni studenti.

Intanto verrebbe da chiedere al Ministro: cosa compete ad una preside? Oltre alle regole e alla condotta necessarie, ci mancherebbe, per dirigere una scuola, non c’è anche quella missione educativa da portare avanti ogni giorno, ancora di più se questa è minacciata dalla violenza? Le aggressioni accadute fuori dalla scuola non saranno forse da derubricarsi in “ragazzate”, ci auguriamo.

Quella lettera è stata scritta perché nessuno prima aveva detto nulla, nessuno aveva condannato il gesto, a partire proprio dalle principali istituzioni. Due le cose che la preside Savino ha voluto ricordare: ll fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. 

Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così”. 

A sostegno della dirigente si è levata l’associazione nazionale presidi, Priorità alla Scuola ha lanciato una petizione on line di solidarietà con l’obiettivo di arrivare a 100mila firme. FLC CGIL Emilia Romagna ha definito “inaccettabile l’intervento intimidatorio del Ministro Valditara, la FLC CGIL di Piacenza “agli attacchi fascisti si risponde con ogni mezzo democratico”; “il fatto grave è l’aggressione agli studenti, la scuola ha il dovere di contrastare la violenza- ha detto la Cisl Scuola – le affermazioni del ministro, addirittura con ventilati interventi disciplinari, rischiano di avvalorare una lettura dei fatti per cui lo scritto di una preside diventa più grave dei pugni e dei calci inferti ai ragazzi da un gruppo dichiaratamente neofascista”. Su Facebook è intervenuto anche il professor Alberto Gromi, storico preside del Liceo Gioia “Un ministro (in questo caso con la minuscola) della Repubblica che minaccia provvedimenti a una Dirigente Scolastica per aver fatto quello che qualsiasi educatore dovrebbe fare… non lo odio, ma gli farei leggere, leggere e poi ancora leggere e studiare a memoria la Lettera ai Giudici di don Milani. E poi trascriverla cento volte con bella grafia”. 

IL PIACENTINO BERGONZI SCRIVE AL PRESIDENTE MATTARELLA: “PIACENZA DEVASTATA DAL COVID 19, MA CI SENTIAMO ABBANDONATI”

Ha deciso di scrivere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Franz Bergonzi, archetetto designer piacentino, ieri nel giorno della Liberazione ha scritto una lettera all’inquilino del Quirinale e per conoscenza anche al presidente del Consiglio Conte, al ministro De Micheli, al presidente della Regione Bonaccini e al sindaco Barbieri.

Nella missiva, che riportiamo integralmente qui sotto, Bergonzi ripercorre i fatti dal 21 febbraio, ormai più di due mesi fa, quando il Covid 19 esplose in Italia, per la precisione a Codogno, 15 km da Piacenza. Fino ad oggi: la nostra città conta 826 morti e 3695 contagiati, anche se questi ultimi sarebbero molti di più, almeno dieci volte tanto. Passo a passo si ripercorrono le restrizioni: il 24 febbraio la chiusura delle scuole, centri sportivi, divieto di organizzare eventi pubblici, ma non divenne “zona rossa” pur trovandosi ad una manciata di chilometri dal primo focolaio italiano; dall’8 marzo Piacenza rientra nelle 14 province restrizioni da zona “arancione ma non rossa”, solo dopo il lockdown in esteso all’Italia.

Nonostante i morti, nonostante i contagi che continuano a salire, per cui la Regione ha chiesto approfondimenti alla direzione Asl piacentina, nonostante la necessità di convertire due ospedali della provincia totalmente Covid, nonostante la sperimentazione dell’eparina per la cura delle infiammazioni polmonari più gravi, nonostante la task force di medici che raggiunge i casi critici direttamente a domicilio dalla città alla montagna, “ciò che sentiamo – scrive Bergonzi –  è una ridottissima visibilità e uno scarsissimo interesse da parte del Governo centrale e della Regione Emilia Romagna. Non che la visibilità sia un problema, ma anche Lei sa che la visibilità porta attenzione, interesse, inchieste e maggiore impegno da parte dei soggetti istituzionali nazionali e regionali. Il nostro caso è emerso solo da articoli giornalistici web e dalla trasmissione Report dove si ipotizzavano comportamenti non regolari da parte di alcune cliniche private e uno scarso controllo dell’AUSL piacentina che avrebbero favorito la nascita di focolai ospedalieri. Irregolarità negate da entrambi i soggetti, ma su cui ci risulta ci sia un’indagine”.

Oggi, è il succo della lettera di Bergonzi, a pochi giorni dalla tanto attesa Fase 2 sembra che qualcosa non sia andato per il verso giusto, non foss’altro che per il numero di contagi che a Piacenza continua a salire nonostante in Regione sia in netto calo. “Chiarezza, Equità e Giustizia anche in onore delle centinaia di morti e migliaia di contagiati” è quello che si legge nella lettera, con alcune domande:

1) Perché Piacenza non è stata chiusa prima data la minima distanza da Codogno e il focolaio lombardo?
2) Perché il Governo e la Regione Emilia Romagna non hanno capito che isolare Piacenza significava difendere non solo i suoi abitanti, ma anche l’intera regione dal contagio?
3) Se il problema afferiva ai trasporti e alla logistica, quindi un interesse economico, perché Governo e Regione non hanno pensato di creare un corridoio merci compartimentando la città?
4) Esistono dei concreti filoni di inchiesta su cosa è successo nelle cliniche private, chiarendo le versioni e nelle RSA?

Sono domande che si pongono tantissimi piacentini. L’auspicio è che il presidente Mattarella, in quanto garante della Costituzione, possa intervenire nelle modalità più opportune “al fine di verificare che i territori più barbaramente colpiti da COVID-19, come il nostro, abbiano la corretta attenzione, il massimo supporto sanitario e azioni concrete per supportare un tessuto socio-economico allo stremo”.

Perché se ci deve essere un “dopo” almeno che si possa contare sull’aiuto e il supporto dello Stato e delle istituzioni che lo compongono.

COOP FUTURA, 15 LAVORATORI: “REALTA’ SOLIDA E CREDIBILE”

Una lettera sottoscritta da 15 lavoratori su 22 per fare chiarezza sulla situazione delicata che si è venuta a creare intorno alla Cooperativa Futura Scs. Lavoratori che si definiscono “indignati e preoccupati per le dinamiche  che si stanno sviluppando all’interno della Cooperativa” ribadendo come “Futura sia una realtà solida la cui credibilità si è consolidata negli anni”.

Ecco il testo delle lettera:

“I sottoscritti soci e lavoratori della Cooperativa FUTURA Scs, indignati e fortemente preoccupati per le dinamiche che si stanno sviluppando all’interno della Cooperativa, si dissociano da tutte le iniziative e dalle narrazioni di cui il Sig.Vittori Loris si è reso protagonista: ex consigliere della Cooperativa, non rappresenta assolutamente tutti i soci e i lavoratori, né tanto meno la loro opinione come ha voluto invece far intendere, ma solo un esigua parte di essi riducibile a qualche unità. Vorremmo qui esprimere alcuni chiari concetti perché finalmente possa emergere la maldestra dissimulazione delle vere intenzioni dell’ex consigliere: 1) In tutti questi anni abbiamo constatato che la Cooperativa è una realtà solida, gode sul territorio di grande credibilità sia nel costruire collaborazioni profonde con tutti i servizi territoriali, sia sviluppando una pratica sempre attenta ai bisogni delle persone e capace di dare risposte, permettendo a molte di queste di uscire da situazioni difficili e reimpostare la propria esistenza cogliendo opportunità concrete. 2) A tutti i lavoratori sono sempre stati regolarmente e puntualmente pagati gli stipendi per
quanto loro dovuto nell’ambito degli accordi contrattuali sempre stati rispettati. Va inoltre
sottolineato come garantire l’occupazione nel più rigoroso rispetto della dignità del lavoro
sia sempre stato al primo posto tra gli obbiettivi che la cooperativa si è posta fin dall’inizio.
Assieme alla garanzia di condizioni ambientali ottimali sviluppando così una puntuale
attenzione per la tutela della salute. 3) Va sottolineato inoltre come sia sempre stata garantita la dialettica interna, nelle sedi e nei modi previsti dallo statuto. Le nostre istanze sono sempre state prese in considerazione e quando possibile sono state soddisfatte. Siamo quindi certi che in occasione dell’assemblea convocata per l’8 settembre tutti i lavoratori avranno l’opportunità di intervenire, contribuire a fare chiarezza e prendere le distanze dalle iniziative ingiustificate e disfattiste dell’ex consigliere Vittori Loris. Attraverso l’ingiustificata messa in discussione dei ruoli delle persone che hanno garantito negli anni, fin dalla fondazione, lo sviluppo, il regolare funzionamento e la stabilità della Cooperativa, è stato rappresentato un quadro completamente distorto della Cooperativa e dei suoi Organi Dirigenti creando disagio e preoccupazione tra i lavoratori, minando all’esterno la credibilità di una cooperativa sociale distintasi fin dalla fondazione per gli indiscutibili risultati raggiunti garantendo opportunità a chi, in condizioni di forte disagio, molto probabilmente non avrebbe”.

I lavoratori: Francesco Fragnelli, Luigi D’Amato, Luciano Rosi, Andrea Rossi, Norddine Bouadili, Pietro Betolazzi, Raffaele Fiore, Panagiota Lomi, Armanto Agaj, Annalisa Sabastiana, Giancarlo Fuochi, Maura Bertolazzi, Abdelaziz Mimou, Ernest Tosku, Massimo Peveri.